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PARTE SECONDA 67 suoi mezzi , i suol errori

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,isuoibisogui,iquali se

noa

deggionononesser soddisfatti,

nemmeno

siconvieneche soddisfattisiano oltreiconGni,senonvoglia conculcarsi lagran leggedell’opportunità

,disgraziatamentepoco co-nosciuta, e

meno

applicata.

Correval’anno

1778

,ediocompivailsesto lustroquel giorno

medesimo

incuirientrava in Parigi.

La

lettera

,

che

meco

recava,eradirettaaIVecker, allora Ministro di LuigiX.V1,econtenevacaldissimaraccomandazione per me.

A

pocoa pocoquei Ministro presea ben volermi,e questasua benevolenza crebbecosi,che

nominommi

suo segretario.Acquistai in taleuGciotuttalasua conGden-za,cheseppiconservare,

non

abusandone mai,evitati*

dosemprelasoverchia familiarità,laqualefanascere sovente antipatie,e,scoprendoqualchenascosto difet-to

,spesso ècagioneondesi

rompano

ipiufortilegami diamiciziae diamore. Solo

mi

permisididomandarlo che appagassela curiosità del

mio

cuorecoldirmichi fos-se colui alqualeioandavadebitore di tantibeneGzi.Al cheei

mi

rispose esserglifattoprecettodall’amico di te-nerlosemprecelato.

Neckerera

uomo

ricco, benefico,moderato, generoso, amatoredelpubblicobene,protettore degliuomini illu-minati,incimaaiqualiavevalavanità di sedere;

ma

questo difetto

non

glitoglievaalcunode’ pregi di

sommo

statista,esarebbeadesiderarsichefosserodella stessa tempraidifettidituttigliuominidi stato

,postoche an-coressideggiono rendereiltributo alle debolezze deH’u*

manità.Ioavevafattoaccurato esamedellasuaindole.

Ne amava

levirtù,ne scusavaglierrori,enulla omet-tevadiciòche eramestieriadevitardanni efar bene.

E

semprefu questoil

mio

proposito:a conseguireilquale e’

mi

convennetalvoltafarmi seguacedegliuomini

non

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C8 CONTINUAZIONEDEL

nACCONTO

Icorelici

ma

sperimentati,sapendo per pruova cheilbene in idea è spessod’impedimentoalfatto;equalchefiata contro la naturaitempradell’animo

mio

dovei, quantun-queincondizione diversa,raramenlarmidelfilosofo Ari-stippo

,che

non

avendopotuto ottenere

da

Dionisioil

ti-ranno

una

grazia,senoncol gettarglisiaipiedi, rimpro-verato dagliamicisuoidiquella bassezza,rispose,esser in quelli posteleorecchie del tiranno, eperòessersi in-chinatoperparlargli.

Delrestooccupatodascriifastidiiioandava obhliando lepassatesventure, epensandoaU’avvenire, incaricava

ilmio procuratorediadoperarepelmiglioramentodelle pocheterrerimastemiilfruttodellemedesime.

Non

parlo deimolliamicie dellamoltaconsiderazione, che

mi

procacciòilmiostato novello,nèdeiconsiderevoli gua-dagniacui lo stessom’avrebbe dato opportunità,senon*

avessitenutosempreinnanzi agli occhi,

come

siagelosa esantacosal’onore

,e

come

perduto

una

volta malage-vole sia riacquistarlo.

Questa

mia

felicecondizioneperò doveva benpresto mutare.L’orizzonte politico dellaFrancia cominciava

ad

ingomberarsidinuvoli. Gliabusicrescevanosenza fine; ildisordine nelle finanze era

immenso

;ilpopolosi dole-va,e tra tanti elementi di disordineivecchicardini della monarchia minacciavanorovina.LuigiXVI,

uomo

mode-rato e giusto, proclivealleriforme, inclinatoa render saldo

iltrono

,poggiandolosu gl’interessi dei soggettiesule opinioni del

tempo

,eracapaced’ogni sagrifizio,per evi-tareilturbinechesipreparava;

ma

pochiuomini inte-ressatiedegoisti,arrestandoo deviandolesue

buone

intenzioni

,loposerobenpresto nelmalagevole

cammino

deH’incertezza,della contraddizione, dellemezze misure.

La

cortearea bisognodi

un uomo

,che nascondessele

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PARTE

SEC0I!4UA 69 piaghedello stalo,chenetacesselecagioni,fccesse cre-derefacileilpresente

,edinspirasseconfidenzapel tem-poavvenire.Quest’uomofu trovato nellapersonadi Ca-lonne,chefuchiamatoalministero delle finanze inluogo diNecker.

Frattanto,

come

avvenir doveva,gli affaridellaFrancia andavano sempreppiùinfondo,edimieifacevansipiù difficili.Galonne,amatodalRe,odialo dal pubblico, portò innanzi

come

espediente di far risorgere la finanzaquel mezzo che aveva cagionatoladisgrazia di molti ministri, cioè,l’abolizionedellepensioni digraziaedei privilegi nel

pagamento

delleimposte.L’assembleadei notabili

,

ch’eiriunìaquesto obbietto,chiamolloinvecealrendere iconti

,edalloraimbarazzatoconquest'opera

da

ragio-niere,lasciòilministero nelle

mani

deU’Àrcivescovodi Tolosa.Ilcattivostatodell’erariofu attribuito

a

Necker,

ilqualepienodirammarico andò pertalcagionein esi-lio,edio restaispogliato diufficio.

L’arcivescovo,

uomo

deboleedostinato

,

non

eraquel

desso,chei bisogni dellaFranciarichiedevano.Isuoi audacidisegni,

malamente

e debolmenteeseguili

,

pro-vocarono

una

resistenzache dovevasievitare

,o ritarda-re. Per sua operailtesorofuinteramentedissestato

,i

pagamentisospesi,leautorità poste inlotta;

ma

niente cu-randoeglicolestisconci,dopod’essersiarricchitoconla miseria pubblica, scese dal ministero.

Albra

per seconda-reildesideriouniversale,eristabilirelaconfidenza,fu richiamatoNecker,e cosi tornai nell’anticostato.Egli pro-videinfattiai piòpressantibisogni,accrebbelasua po-polarità elaspinse incima,allora

quando

nellaquislione del

numero

deideputaticheintervenirdovevaneglistali generali, fu attribuitaaluilarisoluzione,chefosseuguale aquello deidueordini riuniti.

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70 CONTINUAZIONE

DEL RACCONTO

SECONDI OIORNATA.

A

que’tempiIoslato politicocd economicodellaFrancia era nelle peggiori condizioni.Maldifesaaldi fuori essa erapococonsiderata dallo straniero. L’interna amministra-zione presentava confusionee disordine,ead ogni passo ostacoli airindustria,all’ingegno.

Le

impostemalamente ripartitegravavanoquasi esclusivamente sopra l’inBma classe,e di vessazionipiena

nera

lapercezione. Molti di-rittifeudaliancorsussistevano;cieranoprivilegi d'indivi-dui,diclassi,di Città,e divisa inpoche

mani

laterra,

non

offrivaalmiserocultorechescarso e stentatopane.

Le

dignitàvedevansi

mal

collocale,e quasi stazionarie nel-le famiglie

come

nelle caste indiane. Incerteeranole leg-gi,

mal

retta lagiustizia,adidatainalcuniluoghi a giu-risdizioni baronali,inaltriamagistraticompratoridei loro ufìcio, atroceilprocedimentopenale,lungoeruinoso ailitigantiilcivile.

Le

qualicosenotavanogliuomini il-luminatiegl’industriosi,scontenti gliunie glialtridel

non

ricavare dal presente statoqueivantaggiacuisi cre-devano averdiritto,e del vedersistrumentidi civiltàe di ricchezza senza proprio proGtto.Erroredigovernoè que-sto perniziosissimo.Perocchéintuttiitempirarisonoquelli uomini chesitenganocontenti alpremio che dà asé stes-sa la virtù,ed

a

ben operare s’inducanopel solo

amore

del retto,senzal’incitamento dellericompensesensibili.

Necker conoscendol’imbarazzo inche eracondotto vol-' lelasciareilministero,delchefulietoLuigi,

a

cuiera molestalapopolarità diquell’uomo;epocodopo per soddisfare alpubblicodesiderio

chiamoUo

novellamente,

ma

giàla

mala

contentezzael’agitazioneerandivenuti generali.

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