lasapienza
non
è attributo dellamalvagità;che nessunuomo
è più pernicioso allapacecivile,quantocolui,ilqualeinaspettatamente dal nulla vedesi innalzato al potere,
quando
particolarmente all’ignoranzaedal difettodi edu-cazioneaggiunga un’animaspoglia diognimoralevirtù.Intalcongiuntura
mi
convinsi dellaconvenienzae del-l’utileche dimoranel serbare distinteleattribuzioni delle autorità,e nell’evitare l’urtoelo scontro deipoteri;la qualcosaavvenir
non
puòse lorosineghiilgradodifi-ducia,chelaleggegl’impartisce.
E
parevami chese al-cuno per ignoranza,o permaliziasifosseresoindegno di quella,meglio era chedeposto fosse dalla carica,o de-stinatoadaltraaluipiùacconcia, anzichénegandogli confidenzaeconservandoloneU'uOzio, giovarsi insua ve-ced’un’autorità di diverse attribuzioni e dicondizione di-versa.Intendo quiparlare degli uGciali diqualche emi-nentegrado,
non
di quellid’infimaclasse.Tracostoroè malagevoletrovarepertutto probità,disinteresse, sape-re;e per aversi certezza della verità delle loro informazio-ni,edellaprontezzaed uguaglianzadelleesecuzioni,è
mestieriadoperare
una
costante vigilanza,efareuno
stu-dioaccuratodellaloroindole,deiloro sociali commer-ci,delleloro qualitàedei loro principii.
UOSA
GIORRÀTA.Nella
mia
novella condizione iotrovavaun
compenso allepassate sventure.Tuttointesoa benesercitarei do-veri della carica,andava indagandotuttoquanto poteva migliorarelo stato de’mieiamministrati, nelchepareva-mi
consistereilveroamore
edilvero attaccamentoal Governoch’ioserviva.Curai senza stancarmiilbenepub-DigilizedbyGoogle
100 CONTINUAZIONE DEL
RACCONTO
blico,e posisempreda cantoilproprio
comodo come
cosaegualmentefunesta alsudditoedaitrono,nèlasciaimai
difareilbeneperpauradiun
caricovano.Mi
asten<ni dalle precipitose risoluzioni,che
mai non
riesconoa
bene,eper nonridurread unlottolamia
vitasociale,
tenniper
massima
doveressere lentoarisolvere,pronto ecostante uelleseguire,senetogliqualche caso urgente
quando
lanecessitàpotevascusareun’imprudenza.M’ingognaidiavvezzargliuominialla fatica,perocché col
non
farnienteessiimparano afarmale. Rammenta-va,Yarronetantisecolisono averdetto,che gliDei con-cedono
tulioa
prezzo di lavoro,ed
aiutano,colóroche non
stannocon
lemani
allacintola.Quelsavio vedeval’importanza del doversi recare inonorelafatica inun’epoca,in cuiilsistema della schiavitùlarendeva spregevole,come
spregevole fu poi sottoilsistema feu-dale;ma
neitempidi cuiviparlo,avvegnachéfosse re-saallavoro la libertà e l’onoranza,purel’ozioera stato introdotto dalgustoperla vita politica,ecieranomolti iqualicredevano,che pervendicarsi deltempo distrut-tore delleoperedell’uomo,ilmigliormezzofosse quello dilasciarlo correresenzafar nulla.Adoperaia
tale ob-biettotuttociòche énelpotere dell’autorità,premii, ca-stighi,lode,biasimo,una
bruttacera finanche,un
sor-riso,che pur bastanoperleanime
dilicateegentili. So-prattutto usailargamentecongliuominiindustriosie queitrai letterati,cheignari delraggiroe dell’impostura giacevanonellamiseriaenell’obblio,non
soccorsi,non
premiati.Amico
particolarmente fui deigiovani,iquali oltreche sono piùattiallafatica,piùamantidi segnalar-si
,più pronti
a
porreadeffettoigenerosi intendimenti ,ébene,anche perpoliticaprudenza,che
non
abbianoilcuoreaffatto chiuso alle speranze.
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PARTIiSECONDA 101 Conobbi,diegliuominihansete digiustizia,eche
non mai
esservipossafermaedurevoletranquillità inuno sta-to,dovemanchi
allacoronaquestaprimagemma.
L’espe-rienzamostrommi
quanto importantisieno la imparzialità e la integrità dei giudici,quanto importantissima cosa, cheimaestraticivilisienofermied ugualinell’raeguire, fedelieveritierinelriferire.Osservai, cheilvolgonon ragionaintornoalmerito delle leggi,ma
chesiduoleesi lamentadei privilegi, delle parzialità, deimali modi,dei falsirapportamenti,mossidaprivatavendetta o da qua-lunquealtrapassione.Neiquali casisolamentevamor-morando,
esenzadistinguereilsovranodalgoverno,ilgoverno dairamminislrazione,Famministrazionedagli amministratori, malcontento gridacontroilpotere
non
contrailprevaricatoreche ne abusa. Miconvinsiquindi, checoloro ai qualisiaffidail governodelleprovince, debbonooltre allacoltura dellamente averequella del cuore,debbonoillibatiessere inogni maneggiamento, as-sidui nell’ascoltartutti,nelconfortareimiseri, neH’ammo-nireitraviati,nel nutrir paci; intentisempre a correggere gliabusiperlabrevevia degliesempi,lasciando quella lunga edinfruttuosa delle teoriebe.E
parveraiche senza queste qualitànon
sipossa essereamicoalpoteresovra-no
,nèdegnodell’uGcio affidato.Dal
maneggio
degli affariapparaiinoltre,essercosa dannosissimaal
buon
reggimentodi quelliildesio di vo-leramministraredilontanoconlesemplici teoriche, spessoquasipiegando aquesteifattielanatura,non
viceversa.Convinto,cheiluoghielequalità delle cose debbonoinprima
inprimarispettarsinelledisposizioni amministrative,desideravadivedercondottoapiù rea-litàilgoverno municipale;ma
d’altra parte l’ingordigia egl’interessiprivati,chedominavano
nei municipii,fa-DigitizedbyGoogle
102 CONTl^UAZIONE DEL RACCOiNTO covanoch’io restringessiildesiderio
mio
all’accrescimento almenodellefacullàdei sotto-prefetti;parendomiquella un’operadipiùavanzataciviltà.
Sentiteora qualchecosa intorno agliuomini che più
mi
stavanodavicino.Cominciodal dirvi dinon
essermi Gdatomai
dialcundilorosenza piena conoscenza,e dinon
averlimaigiudicaloconlamentedeglialtri.Nella specieumana
chivedeun
individuonon puòdire di co-noscerlitutti;poichégliuomini sonodiversi l’uno dall’al-troanchesottoilmedesimotetto,e soventein alcuno l’apparenzanascondelarealità.Maimi avvenneditrovare
uomo
onesto,ilqualemi
fossevenutoinnanzi lamentan-dosi diqualchecosa:chetutticostorosonsempreumili, sempresofferenti.Alcontrarioimalvagi usanofarsempre querimonie;affettareinnocenza, mansuetudine; inventare calunniee fole;fingere ingiustepersecuzioni,e per na-scondereleproprienefandezzegettar sospettosopragli uficiali,che handebitodiporfrenoallenequizie del loromalo ingegno,loapprezzai coloroch’eranoonesti
,
pacifici,disinteressati.Àbbominaiisoverchiatori,i tur-bolenti,gliegoisti, gl’insidiosi,isimulatori, e queiche avevan vaghezzacolfacilerapportarediguadagnare
im
novelloamico ascapilo del vecchio,chepoisovente per-devanosenza quello acquistare.Da
ultimoamai
dicuore traimieiuficialicolorocheoltreall’essereonesti,erano dellascuola pitagorica negli affaridiuficio,vai dire, si-lenziosie segreti
,seguaci in
somma
diquellamassima, chelanaturaneldareall’uoraouna
solalinguaper par-lare,due occhi pervedere,dueorecchieperudire, l’ab-biaquasi avvertito dinon
direanchenegliaffari priva-ti,chelametà
diquellochevede,o che ode.£
cosìè veramente.La
loquacitàd’unuficialeè la peste delbuon andamento
degliaffari,come
ingeneralequeifacilirc-DigitizedbyGoogle
PARTE
SECONDA 103 latori,quelle gazzetteambulanti, che spargonosovente amarezzaeturbamentonei piacevoliedinnocenti com-iiierzi,sonosempre o maligni,oscimuniti,e finiscono egualmente conl'ostracismo dalleonestecompagnie, odia-tidalluomed’onore,dispregiati dai saggio.Da
quantofinquiho
dettopotetecomprenderequali principii io prendessianorma
deliamiacondotta.Eppure
il
mal
talentodeitristinon
lasciò dispargereveneGcose-me
sulemieo|)ere.Ma
diciònoncurai:cheame pre-meva
sopraognialtracosalabuona
coscienza,ed era conforto la esperienza,checotaliseminatorinon soglio-no
raccogliere altro frutto infuori di quello dellapropria infamiae dellapropria vergogna.Tennipiùanniquella caricarimanendo semprenello stessoluogo. L’Imperadore,oltreche voleva neU’ammi-nistrazione uGcialigiovaniedoperosi,opinava,chepel benedelleprovincedovesseroessitramutarsiquanto
me-no
potevasi, eccettoicasidi.convenienza odibisogno, secondorichiedea la giustiziaolaprudenza.Credevasal-do
oramaiilmiostato,ma
fortunanoneraancorstanca dalvolgereamio danno
la ruota,edioriposava neU’in*ganno come
tullicoloroiqualicredontroppo alla stabili-tà dellascenaumana.
Napoleone,strascinatodalsuo spi-ritoguerresco,non
aveapotutoridursiarinfoderare la spada.La
guerra contralaSpagna,
così impoliticaco-me
ingiusta,gettatoavealospaventonellemonarchie europee che accingevansiad una
lottanovella.IFrancesi cominciavanogiàadesserepococontenti dilui. Bisogno-sidipace,vedevansi inveceinuna continua guerranon
provocata,nènecessaria,nèutile. 11bloccocontinentale, consigliato dall’odio contro ringhillerra,allora forse stru-mentodiguerra,e stimoloalleindustrie
,poifecondodi tristeconseguenze
, particolarmentencH’economiadegli
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104 CONTINUAZIONE DEL
RACCONTO
staliitaliani(lequalidurerannofinché la scienza noti abballa del tuttoglierrori del sistemaprotettore)
,aveva messosossoprailIrafllco,quasiponendolo atortura, assot-tigliandolo,distruggendolo;icommerzi
mancavano
di quellaespansionee di quella libertà,chelaeconomia e lapoliticadomandavano
;lefortune particolariandavano inrovina:iprezzidei viverieranocari,e laFranciala-menta
vasi del vedersi astrettaacoglieredai suoi sagrifizi questo fruttoamarissimo.Intalestato dicose lacampa-gna
diRussiadecise dellesortidiNapoleone. Questogran capitanocadde,e secocaddeun
geniopotentissimo,ed un’ambizionesenza freno.Venne
quindilarestaurazione, efinite leforzeesagerale,edi mezzistraordinari,che
avevauposta laFranciaquasi oltrealpossibile, ricomin-ciava in essa la vita ordinaria dei popoli e dei
Re
,ma da
un’etàpiù avanzatadiquella in cuiera stata sospesa.FermatalaRestaurazione,senza portempoinmezzo,
mi
ricondussi inItalia.Giuntoincima
alleAlpi,alprimo ap-presentarsi diquesta classica terra,sentiiscuotersiilcuore ditaleun
palpito digioia,qualedichi rivedeTamantc
dopocorsilunghipericoli.Riandandocolpensierogli an-tichitempi,mi
siaffacciava allamentela vetustagloriaDileichetulioilinondoebbe mancipio,
c vide poilasuapotenza, senondistrutta,indebolita dalla barbarie.
E
quil’animorifuggiva dallamemoria
diquella stagione,incui la terra della gentilezzaedelsaperefu.cangiatain ostello di brutalitàed’ignoranza.
Eppure
an-cheinmezzodiquelletenebre serbaronsiognorvive al-cunescintillediquella lucechedelsuo splendore illumi-nardoveal’universo.Infattiprincipiaronoa pocoa poco
asvolgersiedaccordarsitraloroimotorinaturali del-r incivilimento.La
religione, leleggi,ed ognimanio-DigilizedbyGoogte