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PARTE SECONDA 93 mollo utile. Egli trovò .un popolo cui poteva a suo talento

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riordinaresenzaaverdacontrastarecon usanze invete-rate

,perciocchélarivoluzione tuttoavea guastoe disor-dinato.Nellasuagran menteeirinvenneiltipomara*

Tiglioso di politicoreggimento,colqualeponendoin

ar-monia

leprovvidenzeeleleggi,conduconsii popolia migliore e piùdurevole convivenza.

Ma

ilgeniomilitare che sempreglifu

compagno

,facendolo

immemore

del

come

erastatoinnalzato al trono,delbisogno generaledi riposo, del

comune

desideriodisicurezza,edella poli-ticaconvenienzadello statodipace,furagione chela Franciagettata nel vortice delleguerre, gustassea

metà

ifruttideH’industria,ilbenedell’ordine,igodimentidel riposo

;sicchébentostoimotivi di scontentosi rinnovas-sero.

L’amministrazionenovellaesigevagran

numero

di uf-Hciali,edera essenzialissimo,checreateottimeleggi,

ne

venisse affidata la esecuzioneadautorità e magistrati

non

corrottiedintegri.Fortunatamentelequalitàele attitu-dinidegliuomini eranostaterivelatedalla rivoluzione

,

che allentando semprela briglia delle passioni

,può vera-mentedirsi lapietra diparagonedellevirtùedei vizi del cittadino. Gliuomini

adunque non

simulati per timo-re,

non

menzogneriper calcolo,simostravanotaliquali eranonella realità della individuale loronatura: conoscen-za preziosissima,dicheépurmestieri

cho

giovinsii sa-pientigoverni,senon voglianoprotrarreidannidei tem-pi rivoluzionari al di là delle rivoluzionimedesime.

Ma

la cordialità e lavecchia sapienzaeranostateingoiate dal-l’abissodeH’anarchia,e tranneinudiammaestramenti dell’esperienza

,falsatisoventedalpredominio dell’opi-nione,trannegl’ingegni militari fecondati dall’indole dei tempi,la coltura delle scienzeutilierageneralmente

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96 CONTINUAZIONE

DEL RACCONTO

gletta.Depressal’audacia deglispiriti,venivainnanzi, è vero,nel silenzio delletumultuosepassioni

una

genera-zionemeditabonda

,aibuonistudiinchinevole;lescuole ricomponevansiconl’ammeissarsileruine deivecchiasili"

dellascienza;

ma

leleggifiscalifrapposte, ildominio delgeniomilitare,ildifettodegli studi del cristianesimo, e quindidiquellapotenzadeU’unità di dottrineche viene dalla fededell'Evangelo,venivano

imprimendo

agl’intel-lettiun’improntadi aridità,senzasostanza,senza armo-nia,senza inspirazione.

Bonaparteciònonpertantousòdimoltoaccorgimento nella elezionedelleautoritàpubbliche,e scelsequanto potèingegnoe probità;commettendolecariche

ad

uo-minidi qualsivoglialuogoe fazionesifussero onestiper

fama

e sapienti.Alloraimieiamiciavvisaronsi di pro-cacciareanche a

me un

ufficio

,e sollecitaronoper

me

quello di cassiere delle contribuzioni diqualche provin-cia.

A

queitempierano malagevolileesazioni,e d’altro cantogl'incaricatiditalbisognadoveanosovente antici-paregrosse

somme

per pubblichenecessità.

Era

conve-nevoleinoltrerendere affezionatiallacausadel

nuovo

governo uomini benemeriti

,eguiderdonare qualche im-portante servigio. Quindisiffattecarichefinanziereper diverse cagioniebberoannessi ricebiemolumenti;etali continuaronopoi,avvegnachémutati fosseroitempi,re-, stiluitol'ordine,stabilito

un

metododiesazione

facilissi-mo

eperguarentigie assicurato,affine di evitarelefrodi edifallimenti de’ cassieri.

Adunque

ilconseguirquella lucrosissima caricasarebbestatouniformeaimieivoti

,

ma non

potendoadempiereallacondizione della malleve-ria,

non mi

riuscìdi ottenerla.

In quellavecefuinominatoPrefetto in

Vandea

,

dove mi

fu ingiunto direcarmi immantinente.

Fu mia prima

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PARTE

SECOINDA 97 operala visitadella provincia,adìndistudiare l'indole degliuomini, conoscerelanaturade’luoghi, iveri bi-sogniedimezzi disoddisfargli.Raccolsiinfattiquanti clementidistatisticapotei

,persuasoche senzadi questi ogni

uomo

ch’èalreggimentodellecose,ancor che sa-piente, di

buon

volere e didirittogiudiciosia, sigoverna allacieca

,senzaopportunità esenzaprofitto.

Dissestatoera l’ordineeconomico.11naturaleistintodi possedere,dirisparmiareedaccrescerelecoseutili mer-cèla faticaeraquasi spento.

Mancavano

quindigli ele-mentidellaproduzione,inchesta l'agiatezzadi

un

popolo, laqualeèprimafonte d’ordinepubblicoe dimorale. Ep-peròavanti diognialtracosa,

mi

diediatutt’uoraoal

me-glioramentodellapubblica economia.11Governo

da

sua parteconcorrevaallosvolgereinaturalimezzi atalfine conducenti:stabilie certeeranoleleggi;idirittidei cit-tadiniguarentitiedifesi;ordinatalapubblicaistruzione;

dataoperaallepubblichevie.Iopertanto,cosiffatti or-dinamenti standoinpiedi,curavadirimuovere gl’impe-dimentialprogresso delle industrie,che operaesser do-vevadeH’intcresseindividuale.

Trovaiinoltredissestatal’amministrazione ecclesiasti-ca.Pereffettodellepassatevicendeipretieranodivisi diffidenti:ce n’eranoalcuni,iquali s’eran tenuti saldi neU’anticoordine;altripoiavevan mutatocoitempi, e traquestiultimierailprimoPastore della provincia,il

qualeavevaottenutoquel postoper aggiramentidi fortu-na,che

ha

tanta parte neitempirivoltuosi.IlClero perciò guardavaloincagnesco,e questa diffidenza reciproca fd-ceva rimaner senzacapoilcorpo,eproduceva scandalo nelpubblico,che

non

iscorgendonelleoperediluila sanzionedel cielo,

non

nutrivaperessoqueireligiosoe santorispetto

,cheè ottimocementod’ordine

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•18 GONTINUAZIONE DEL

RACCONTO

resse sociale.M’ingegaaiquantopotei di tor viasìbrutti sconci

,el'effettorisposein partealmiodesiderio.

A

po-coa pocoisacerdotidivennero esempiodiprobità

,pieni d’istruzionee di carità,nèbastaadireilvantaggioche daciòderivavaaqueipopoli

,particolarmentenei pic-ciolipaesi di

campagna

,doveilcuratoera

come

il pa-dre,dacui tutto

un

brancodi villanidipendeva.

Altroinconveniente facevaostacoloall’àndamento re-golaredegli affari^ed all’avanzamento della fiduciae del riposo.

La

distinzionedei poteri,operasapientissima del

tempo

,noneramantenutainfattoqual erain di-rittostabilita,evedevansispessolefunzioni di un’auto-ritàesercitarsi

da

un’altra cui lalegge

non

nedavail di-ritto.Intalmaniera, uscendoipoteridaipropri limiti, ne venivaconfusione,anarchia,diffidenza,e quindi di-sordine invece di sicurezza,che erailprincipio consiglia-torediquelle provvisioni.Imaestratiinfattiobbliavano sovente di aversia intender bene

come

fratellie cittadini mandatida

un medesimo

Principe,edinvece dicurare

ilgovernodei sudditicon

amore

econgiustizia, stava-nospessoa gareggiareed a contendereinsieme.1capi militarisoprattuttocommettevanosoprusi

incomportabi-li.

Un

certogenerale natodelpopolazzo,educato plebeo e che venutoa quel gradofacevasichiamare Barone, erail Flagello della provincia. Egli,chestatoera zelantissimo se-guacedelcultodellaragione edilpiùardente democra-tico,ad untrattoseppe simulare realismoe religione,ed.

ora perfiduciaconmaleartiguadagnata

,ora per ambi-zione dimetterpiè nelfallrpi

campo

,facevasi soverchia-torea

danno

deibuoni,soventeadifesa deitristi

,per

lopiù stimolatoda qualchebassa passione,e sempre mer-catandofra lapassione e la giustizia, frailcieloe finfer-no. Allora ioconobbi, cheledotidell’intellettovanno

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PARTE SECONDA

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