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« S b a rca ti a ll'a p p ro d o di Ischia-Ponte, si visiterà vo­ lentieri l’a ntico fo rtiliz io del C astello Aragonese che può dirsi riassuma in sé tu tta la sto ria d e ll’isola». Così scrive G ino Doria nella sua celebre Storia di Napoli e d in to rn i’. Ed in effetti, dal C a ste llo ’ (« massiccia co­ struzione a pianta circo lare, radicata su un isolotto tra- ch itico , co n g iu n to ad Ischia da un ponte costruito da Alfonso d ’Aragona nel 1438 ») si deve com inciare non solo per com prendere le vicende degli ultim i anni, le inq uie tud ini ed i problem i, le p o ssibilità di difesa e di u lteriore valorizzazione di quest'isola che, con i suoi 46 c h ilo m e tri quadrati di superficie, è la più grande del g o lfo di Napoli.

Nuove ragioni c o n fe risco n o oggi, al Castello, un va­ lore em blem atico. O ggetto, com 'è, di costoso restauro nella parte superiore e di com pleto abbandono in quella interiore, esso riassum e ed esprim e m olto bene il problem a di Ischia: la necessità di un equilibrio tra l'uso e la conservazione delle sue im pareggiabili risor­ se naturali, paesaggistiche e storiche. L'uso non può essere ind iscrim in a to , so ttratto alla logica della pro­ gram m azione urbanistica: la conservazione non deve sig n ifica re m iopia ed arretratezza culturale. Senza que­ sto e q u ilib rio , il « s e rb a to io delle riso rse» può esaurir­ si irre pa ra bilm e n te e può ind eb olirsi un richiam o tu ri­ stico e cu lturale che ha avuto effe tti m olto vasti in tutti i tem pi e in tu tto il m ondo.

Del resto, di com e si a ffro n ta la questione Ischia', si deve render co n to al m on do intero, non soltanto a noi stessi. Se si dovesse g iu d ic a re da una serie di guasti che sono stati c o m p iu ti, dovrem m o dire che la que­

stione ' è persa in partenza. Ma se consideriam o il grande volume di risorse che può essere ancora salva- guardato, e so prattutto l'azione rigorosa che può esse­ re ancora utilm ente svolta, allora la valutazione del problem a si fa meno pessimistica.

Al passato appartengono guasti irreparabili e ferite profonde come: le m anom issioni delle spiagge delle Fum arole ai M aronti e di Punta M olino (in alcuni tratti il litorale si è fatto più stretto perchè è stato privatizza­ to; in altri sono state d istru tte caratteristiche scogliere ed ora le onde del mare, non più trattenute, m ettono in pericolo strade e case). A ppartengono pure, a que­ sto passato che bisogna dim enticare e di cui non si può essere fieri, la costruzione di alberghi, complessi tu ris tic i e villaggi residenziali in cui si è operato co ntro le leggi urbanistiche e co n tro la natura dell'isola: dalla zona dei M aronti a m onte Vico di Lacco Ameno (dove esistono im portanti testim onianze archeologiche della vita degli antichi abitanti d e ll’isola, i greci che più tardi si insediarono a Cuma), da C artarom ana al Bosco del­ la M addalena lottizzato dopo una serie di furiosi in­ cendi che hanno d istru tto , dolosam ente, m igliaia di pini.

Si è trattato di u n ’azione a vasto raggio, la cui p ro ­ fo nd ità e ampiezza sono direttam ente proporzionate alla im portanza d e ll’isola, al valore econom ico delle sue aree, al suo grado di attrazione turistica. Alla inau­ gurazione, in Castelnuovo a Napoli, dell'anno giudizia­ rio per il 1975, il p ro curatore generale, dott. Paolo Ce- saroni, si è sofferm ato sulla vastità del fenom eno d e ll’ abusivism o n ell'isola d'Ischia. « Sono stati co stru iti ir-

Ischia - Il Castello visto da Campagnano

regolarm ente in questi u ltim i anni, egli ha detto, circa d ie cim ila abitazioni ». Ed ha espresso l'auspicio di un im m ediato intervento della Regione.

La Regione, per la verità, non è rimasta insensibile alla difesa dei valori am bientali e paesaggistici di Ischia. Questa difesa è stata un elem ento di continuità nell'azione svolta dai due assessori a ll’Urbanistica: gli avvocati Francesco P orcelli prim a e Silvio Pavia ora. La R egione ha fa tto una inchiesta sulla legittim ità delle li­ cenze edilizie rilasciate, nei sei Com uni, dal 71 al 73. Si è accertato che in questo periodo sono state date 1131 licenze. Ben 445 risultavano prive del nulla-osta della S oprintendenza ai M onum enti. Adesso bisognerà vedere com e sarà riso lto il dilem m a dem olizioni o san­ zioni pecuniarie per i c o s tru tto ri abusivi.

U n ’azione efficace della Regione, però, non può li­

mitarsi all'accertam ento delle irre go la rità com piute. Deve avere carattere preventivo. O ccorre disporre, in tem pi m olto brevi, di strum enti urbanistici moderni che b lo cchin o sul nascere qualsiasi operazione speculati­ va. Perchè i varchi che ì c o s tru tto ri possono aprirsi so­ no sem pre num erosi e m olto spesso ci si avvale della involontaria c o m p lic ità o ffe rta da ritardi, distrazione, inefficienza, m iopia b urocratica. Non a caso, riguardo alla vicenda del C astello di Ischia ed al proposito di ri­ cavare al suo interno attrezzature ricettive tu ris tic h e ’, cioè appartam enti per uso alberghiero, l'on. Francesco C om pagna presentò una interrogazione con la quale chiedeva al m in istro della Pubblica Istruzione di «cono­ scere i m otivi per i quali, alcuni anni or sono, in occa­ sione d ella vendita ad una società privata, lo Stato non ha inteso esercitare il suo d iritto di prelazione che gli

Lacco Ameno - La piscina dello « Sporting »

avrebbe co nse ntito di entrare in possesso dell’edificio per otta nta m ilion i ».

Esercitando questo d iritto di prelazione, si sarebbe potuto acquistare alla c o lle ttiv ità , con poca spesa, tutto il com plesso del Castello e si sarebbe potuto affronta­ re il problem a della sua destinazione. « Una destinazio­ ne di tip o p olifunzionaie », afferm a il prof. Roberto Di Stefano, docente di R estauro alla Facoltà di A rchitettu­ ra ed uno dei m aggiori studiosi in questo campo. « S icco m e si tratta di un pezzo di città, e non di un m onum ento nel senso tradizionale, io ne avrei visto — non esita a dichiarare — la utilizzazione nel contesto u rbanistico di Ischia-Ponte. T utta la superficie verde si sarebbe potuta usare com e parco pubblico. Nella par­ te inferiore, dalla cattedrale sfondata, si sarebbe potu­ to ricavare, con u n 'o p p o rtu n a azione di restauro, un teatro a ll’aperto. Q ualcuna delle case esistenti si sa­ rebbe potuta trasform are in p icco la scuola, mentre la parte superiore, oggi interessata dalla realizzazione di attrezzature ricettive, avrebbe potu to diventare un ostello della gioventù ».

Con le iniziative di m oralizzazione urbanistica, da parte della Regione, deve iniziare il fu tu ro di Ischia (riassetto, salvaguardia dei beni cu ltu ra li e paesaggisti­ ci, e q u ilib rio tra residenze e servizi, co m p atib ilità tra ciò che serve e ciò che si può realizzare). In questa azione bisogna tener co n to so p ra ttu tto delle risorse che ancora non sono state intaccate, dei valori natu­ rali che hanno ancora in ta tto il loro fascino. Non è un co m p ito di poco co n to se si considera che la lebbra del cem ento' è pronta ad attaccarsi alle zone più belle e, p ro p rio per questo, più redditizie dal p ro filo degli af­ fari.

L azione di difesa deve partire dall ampia fascia co­ stiera che va da Porto d ls c h ia a C asam icciola a Lacco Am eno dove la co ngestione è innegabile. Una folla straripante, rum orosa e co lo ra ta — è stato scritto — invade nei mesi estivi le strade, le piazze, brulica sulle spiagge, nei negozi, nei bar. Però questa azione di di­ fesa deve subito arrivare nella parte m eridionale dell' isola, dove tu tto è diverso. La natura dei luoghi e la scarsa accessibilità, hanno fortun ata m en te scoraggiato gii insediam enti m assicci. Così questa parte dell'isola che non è stata stravolta dall'espansione urbana e dal co nsu m ism o tu ris tic o , conserva intero il suo fascino p rim itivo . E', appunto, u n ls c h ia « diversa » quella che si sco pre man m ano che la strada, lasciata la frazione di P iedim onte, si ine rp ica verso Barano, Buonopane, Fontana Serrara — le loca lità più alte, sovrastate dalla cim a d ell'E p o m e o — e poi c o m in c ia a scendere piena di curve, tra sq ua rci p ae sag gistici inim m aginabili, ver­ so Panza e S ant'A ngelo. E un susseguirsi di paesaggi

agresti, grandi svo lte ’ com e dice Gino Doria, villaggi tipicam ente contadini, fasciati da vigneti e pinete.

L'azione repressiva, nei c o n fro n ti dell'abusivism o edilizio, ha dato fin ora qualche risultato. Ma è soprat­ tu tto l'azione preventiva che si collega, e non solo idealm ente, al fu tu ro d e ll'isola . Una rigorosa pro gram ­ mazione urbanistica non può più rappresentare un o biettivo teorico. Deve diventare realtà. I sei com uni ischiani debbono dotarsi di un m oderno Piano regola­ tore che si ispiri, nelle scelte e nelle finalità, al piano te rrito ria le d e ll’isola. Su questo cam po, i ritardi dei Co­ muni sono già diventati tro p p o grandi. Ogni te ntativo è stato fin o ra vanificato dalla coalizione degli interessi, cui l'inefficienza o la non-volontà delle A m m inistrazio­ ni locali ha dato un sostanziale (ed evidentem ente c a l­ colato) appoggio. « L'Assessorato regionale a ll'U rb a n i­ stica — dice l'avv. Silvio Pavia — sta esam inando la o pp o rtu n ità di emanare provvedim enti sostitutivi in ca­ so del perdurare d ell'inerzia, da parte dei Com uni inte­ ressati, per l’adozione degli adem pim enti necessari al­ ta form azione dei Piani reg ola tori generali ». Inoltre, su proposta dell'Assessorato all'U rbanistica, la Giunta re­ gionale ha c o stitu ito una C om m issione che dovrà ac­ certare il num ero delle co stru zion i realizzate negli u lti­ mi anni senza licenza edilizia. « La Com m issione — d i­ ce l’assessore Pavia — sta ultim an d o gli accertam enti per cui si può ritenere che e ntro breve tempo presen­ terà la relazione coi risu ltati ».

L ’isola è dotata di un Piano paesistico del 1943. Su richiesta del M inistero della Pubblica Istruzione la So­ printendenza ai M onum enti ha, tuttavia, elaborato il progetto di Piano te rrito ria le dei sei Com uni da questi, invero, mai approvato. Si tratta di un Piano di attesa', come dice il soprintendente Zam pino, « un m om en­ to di pausa nel tu m u ltu o so sviluppo edilizio dell'isola, un m om ento di attento riesame dei problem i ora che anche il settore tu ris tic o appare saturo non tanto per la mancanza di possibilità di u lteriore sviluppo soprat­ tu tto in senso qualitativo, quanto per la carenza di in­ frastru ttu re fondam entali quali fognature, sm altim ento dei rifiu ti, app ro vvigion a m e nto idrico, sistema dei tra­ sporti interni, inefficienza della rete stradale con un tra ffic o estivo esorbitante per la m ancanza di un valido sistema alternativo di tra sp o rti p ub blici ». Il 'piano di attesa' deve portare al Piano te rrito ria le di co ordin a ­ mento. Ma quando?

Le vicende degli u ltim i 35 anni di Ischia sono legate, in m aniera quasi esclusiva, alle vicende d e ll’Evi (l'Ente di valorizzazione d e ll’isola) di cui recenti polem iche hanno rico n o sciu to i m eriti e i lim iti. Istituito nel 1939, l’Evi ha avuto poteri m olto ampi. Suoi fin i sono stati la valorizzazione delle risorse n aturali dell'isola, il m iglio-

ram ento delle attrezzature alberghiere, lo sfruttam ento delle risorse idriche, la d istribu zion e dell'acqua potabi­ le, l'im p ia n to e la gestione degli altri esercizi pubblici, l'elaborazione dei piani regolatori dei sei comuni e de­ gli altri strum enti urbanistici locali, la costruzione delle strade.

Nel 1952 ebbe una proroga di venti anni, venuta a scadere il 30 giu gn o 1972. U n’altra proroga è apparsa subito im possibile. Prima di tu tto perchè, con il funzio­ nam ento delle Regioni, un ente come l'Evi non aveva più ragione di esistere; poi perchè si imponeva una profonda revisione del regim e speciale' in cui era sta­ ta tenuta l’isola per tanti anni. L ’assenza dalla gestione dell Evi, infatti, dei rappresentanti dei Sindacati e degli

Enti locali, aveva fin ito col creare una situazione di

grave c o n flittu a lità che aveva alim entato aspre polem i­ che nei c o n fro n ti dei d irig e n ti dell'Ente, con critiche che andavano dalla cessione di risorse idrotermali (Ci- tara, Forio, Lacco Ameno, O lm itello e Nitrodi a Bara­ no), alla privatizzazione delle spiagge (San Montano, Citara, Porto dìschia).

Il 30 giugno 1972, alla scadenza della proroga ven­ tennale, il G overno p ro lu n gò fin o al 31 dicembre l'esi­ stenza d e ll’Evi. Ma era chiaro che, nel frattempo, la Regione, alla quale erano state trasferite tutte le com ­ petenze, doveva studiare un assetto g iuridico-politico e istituzionale diverso. L'assessore regionale Roberto Virtuoso (turism o, com m ercio, beni naturali) rifacendo­ si al c o n flitto sorto tra Evi ed Enti locali, fu indotto a presentare, verso la fine del '72, un disegno di legge tendente ad apportare alcune innovazioni nella struttu ­ ra degli organi dell'E nte in m odo che, insieme alla proroga fin o al 1975, gli avrebbero conferito una di­ mensione com prensoriale. fondata sulle rappresentan­ ze consiliari dei C om uni d ell'isola'.

E' un m om ento in cui si susseguono dichiarazioni, prese di posizione, proposte sul modo di risolvere.il problem a Evi. Un segno d ell'attenzione che forze p oli­ tiche e sociali portano alla questione Ischia'. In Giunta regionale, PSI e PRI d ich iaran o di non condividere il disegno di legge del prof. Virtuoso. Il PCI, a sua volta, presenta una m ozione tendente a restituire ai Comuni le fu nzio ni dell Evi, la gestione tem poranea del suo pa­ trim o nio e dei servizi.

Il 30 dicem bre 1972 l’Evi cessa di esistere. Il Consiglio regionale approva (41 sì, 2 no, 2 astensioni) una 'legge urg en te ’, proposta dal presidente della Giunta Alberto Servidio, con cui la Regione sostituirà l’Evi con un com m issario, im pegnandosi a risolvere entro tre mesi il problem a delle funzioni. In via transitoria, le funzioni am m inistrative d e ll’ex Evi vengono assunte direttam en­ te dalla Giunta regionale.

Non si è, però, che a ll'in iz io dell'azione per il nuovo assetto dell'isola. I gruppi p o litic i non fanno mancare il loro co n trib u to di idee. Una interrogazione del PCI (Cosenza, Gargiulo, Gomez, Im briaco) chiede che la questione sia risolta in tem pi brevi e che si eviti il pro­ trarsi della gestione d e ll'E n te dìsciolto. Una interroga­ zione della DC (M ancino, Gasparin, Grippo, Leone, Melone, Scozia e Zecchino) sollecita iniziative al fine di restituire ai C om uni dell'isola le prerogative loro proprie, e consentire una ripresa delle attività prom o­ zionali. I m issini (Onofaro, Zanfagna) propongono l'is ti­ tuzione dell'Esi (Ente di sviluppo di Ischia) « per co l­ mare il vuoto creato dalla soppressione dell'Evi ». L' Ente provinciale del T urism o di Napoli fa una preoccu­ pata analisi del problem a. Chiede la c o ntin uità dell'Evi. « La mancanza di un organo di propulsione e di co or­ dinam ento — afferm a il C om itato esecutivo d ell'E p t — può co m prom ettere la valorizzazione tu ris tic a dell iso-

la e tu tto il servizio di a p p ro vvigion a m e nto idrico del te rrito rio ».

S oppressione, c o n tin u ità , ristru ttu ra zio n e : sono ter­ m ini che ric o rro n o con frequenza proporzionata a ll'Im ­ portanza del problem a. Che non si tratti di un proble­ ma di facile soluzione, lo d im ostra il Governo che re­ spinge la legge con cui la R egione ha scioltoT E vi e che restituisce ai C om uni le fu n z io n i dell'Ente. La Re­ gione si im pegna, tuttavia, alla stesura dello schema di legge che a ttrib uisce queste fu n z io n i ai Comuni.

Si apre una lunga fase tra n s ito ria che determ ina gra­ vi d iffic o ltà per il personale e la stasi nella gestione dei servizi. Il PCI presenta una legge per «valorizzare le auto no m ie locali e, nello stesso tem po, per prom uo­ vere la co stituzio ne di quelle nuove form e organizzati­ ve inte rco m u n a li capaci di assicurare la più efficiente ed econom ica gestione dei fo nd am e nta li servizi c o lle t­ tivi ». I co m u nisti p ro p o n g o n o che siano restituite ai C om uni, in via d efinitiva, le fu n z io n i; che la Regione assuma la gestione d ire tta del personale e di alcuni servizi, garantendo la fu n z io n a lità e la co ntin uità d e ll’ acquedotto, dei tra sp o rti e del turism o.

Il 28 dicem bre 1973 si fa un nuovo passo avanti. Su proposta d e ll’assessore al B ila n cio ed alla program m a­ zione, Ugo G rippo, la G iunta approva una delibera che garantisce ancora per un mese la tem poranea gestio­ ne dei servizi Evi: viene a pprovato anche un disegno di legge secondo il quale le risorse finanziarie, i beni, i co m p iti, le fu n zio n i e il personale d e ll’Ente disciolto sono acquisiti dalla Regione Cam pania, in attesa del d e fin itiv o assetto g iu rid ic o -a m m in is tra tiv o dei servizi ex Evi. « C o n l’approvazione di questo disegno di leg­ ge — afferm a l’assessore G ripp o — si porrà fine allo stato di transizione e di incertezza che già da lungo tem po perdura, e si darà vita ad un nuovo esercizio che avrà, quali o biettivi essenziali, lo sviluppo e la q u a lifica zio n e e conom ico-sociale d e ll'is o la » .

La questione registra im p o rta n ti sviluppi nel giugno e nel novem bre 1974. Il C on siglio regionale approva due provvedim enti p roposti dalla Giunta. Il prim o ri­ guarda la istituzione d e ll’Azienda di cura e soggiorno per le isole di Ischia e di Procida. Il secondo la istitu ­ zione d e ll’Ente acqu ed otto e fo gn ature per Ischia. L' Azienda — com e prevede la legge prom ulgata dal Pre­ sidente Cascetta — avrà sede nel C om une di Ischia e un U ffic io distacca to in q uello di Procida. Alle esigen­ ze di p rim o im pianto, l'Azienda provvederà mediante personale appartenente ai ruo li dei d isciolto Evi. All' Ente a c q u e d o tto e fo g n a tu re vengono assegnati com ­ piti m o lto vasti e jm p o rta n ti:s fru tta m e n to delle risorse id ro p o ta b ili. d is trib u z io n e dell acqua, installazione e gestione degli im p ia n ti di fo gn ature, im pianto ed eser­

cizio di altri servizi p u b b lic i o di p ub blica u tilità dei quali i C om uni d e ll’isola intendessero dargli la conces­ sione con decisione di tu tti i C on sigli com unali. Per am m inistrare l'E nte è previsto un co nsiglio generale con rappresentanti dei C om uni, dei Sindacati, della P rovincia e della Regione.

Con queste iniziative della Regione, il riassetto di Ischia dovrebbe essere orm ai vicino , o com unque non più un obiettivo incerto. Il tu ris m o ne trarrà grossi van­ taggi. Gli esercizi a lb erg hieri (6515 camere, 11.304 po ­ sti-letto) potranno sperare di lavorare a tem po pieno, e non solo nei periodi di alta stagione.

Ermanno Corsi

• La chateau de Ischia a aujourdhui une valeur Symbolique il ex­ prime ce qui peut etre fait pour une ultérieur mise en valeur des res- sources naturelles et historiques de l'ile,et ce qui jusquà présent n'a pas encore été fait. De nombreuses occasions pour l'aménagement