del p a trim o n io a rc h ite tto n ic o sono ben diverse da q uelle rig u a rd a n ti il p a trim o n io e d iliz io esistente, la cui riu tiliz z a z io n e può fo rn ire un c o n trib u to alla soluzione del p ro b le m a d ella casa.
Il m a g g io r p e ric o lo che a ttu a lm e n te c o rro n o i nostri a m b ie n ti a rc h ite tto n ic i di n ote vole interesse s to ric o a rtis tic o è p ro p rio q u e llo di essere generalm ente co n side ra ti com e beni e c o n o m ic i e non com e beni c u ltu rali; è la c o n fu s io n e tra zone ve cchie e zone antiche di una c ittà ; è la gen eralizzazio ne dei m etodi di interven to, al di là di p u n tu a li g iu d iz i di valore, su qualunque preesistenza urbana.
Già da anni, gli s tu d io si più a tte nti segnalano l’ur genza di d is tin g u e re i p ro b le m i d e ll'a b ita zio n e da q ue l li d ella conservazione del p a trim o n io am bientale urba no: i p rim i sono fin a liz z a ti a provvedere ad un fonda- m entale dovere sociale, che è q u e llo di assicurare un a llo g g io ai c itta d in i, re cu p e ra n d o — quando è p o ssibi le o u tile — le zone urbane più degradate e tu tta l’e di lizia o b so le ta e, spesso, a b b a n d o n a ta che sussiste co me te stim o n ia n za d ella fase c o n c lu s iv a di un p a to lo g i
co processo negativo di tip o s o c io -e c o n o m ic o ; i se co n d i, invece, fin a liz z a ti a co nse rva re un insiem e di am b ie n ti urbani a scala um ana, e n tro i q ua li l'u om o del presente può ritro v a re — a fro n te d ello spazio, m e cca n icistico ed a lie na nte d ella c ittà consum istica — la sua vera d im en sion e, te s tim o n ia ta dai d ocum enti d e ll'a ttiv ità dei suoi s im ili nel passato, e trarre s ig n ifi cati e valori di vita per un fu tu ro p iù um ano. Il fine è, dunque, q ue llo di c o n s e n tire a ll'u o m o di non perdere la m em oria; è stato s c ritto : « una c ittà senza antichi m on u m e n ti è com e un uom o senza m e m o ria » .
Ma tale d is tin z io n e , sebbene fo nd am e nta le, non ba sta ancora. O cco rre d is tin g u e re i p ic c o li centri urbani,
rurali o m ontani, da q u e lli d elle c ittà m edie e delle
g ra nd i m e tro p o li; dagli insiem i isola ti, (i castelli, i co n venti, ecc.), a tu tte le altre preesistenze, che sono c o m p re s i nel te rm in e 's iti'. A ltre d iffe re n zia zio n i sono basate, poi, su lla d iv e rs ità delle c o n d iz io n i e c o n o m i che nei vari paesi e nelle varie re g io n i; sulla diversa s e n s ib ilità ed e du ca zio n e d elle p o p o la z io n i; su lla p re p o n d e ra n za di co m p le ssi a rc h ite tto n ic i di eccezionale
Napoli - L’obelisco di Piazza del Gesù
interesse d ’arte e di sto ria su q ue lla che è l’edilizia m i nore, ed i suoi peculiari va lo ri corali.
Basta, dunque, rifle tte re su ta li d is tru z io n i (e su ta n te altre ancora) per rendersi co n to d ell'e no rm e d iffi coltà del problem a e della im p o s s ib ilità di co n fig u ra re una soluzione, sia te cnica che p o litica , che possa vale re identicam ente in o gn i caso. Tuttavia, le so lu zion i giuste potranno essere trovate se saprem o affron tare la questione in una visione generale che ci consenta di im pedire che, ancora una volta, una m assiccia ma m iope attività edilizia, attuata in assenza di leggi urba nistiche m oderne e di una precisa p ia nifica zio n e del te rrito rio , trasform i le nostre città, le nostre cam pagne, il nostro paesaggio e distrugga, a nco r di più di q uanto non sia fin o ad oggi accaduto, il nostro p a trim o n io ar tis tic o e naturale.
D ’altra parte, è da considerare che la scelta p o litic a e l’im pegno di danaro p u b b lico per la valorizzazione di tale p atrim o nio , accanto agli scopi suddetti di o rd in e sociale e culturale, può p ro d u rre co nsiste nti vantaggi di o rd in e e conom ico.
Risulta, in effetti, che le m isure rivolte alla tu te la dei m onum enti, anzicchè entrare in c o n flitto con le esi genze dello sviluppo e con om ico, fa nn o parte del p ro gram m a di sviluppo stesso. E’ possibile, infatti, a ttri buire ai m onum enti un valore e co n o m ico potenziale, in q ua nto co n trib u is c o n o , in m isura notevole, a s tim o lare il turism o.
Se si ammette, pertanto, che la tu te la dei m onu m enti s to rici e degli altri beni c u ltu ra li esercita una in fluenza im portante sullo sviluppo tu ris tic o , ne conse gue che gli investim enti che essa esige potranno esse re operate in stretto legame con q uelli che hanno per ogg etto lo sviluppo tu ris tic o ; essi, dunque, dovranno entrare a far parte integrante dei piani nazionali di svi
luppo econom ico.
Anche alla luce delle recenti assemblee generali del- l'UNESCO e dello ICOMOS, è orm ai generalm ente ac cetta to il nuovo ruolo assegnato al turism o; tu tti gli Stati e gli organism i interna zion ali svolgono in tal sen so la loro azione di tutela.
E’ ben noto che il tu rism o rappresenta una 'esporta zione in visibile' non soggetta, com e quella dei pro d o tti essenziali, alle flu ttu a z io n i del m ercato m ondiale. Per Paesi, com e l’Italia, che posseggono attrattive na tu ra li ed a rtistich e che rich iam an o stranieri da ogni parte del m ondo, il problem a del tu rism o è di im p or tanza vitale.
D 'a ltra parte, non è certo il caso di insistere sulla chiara vocazione tu ris tic a della nostra nazione. Se si tiene conto, dunque, da un lato, della accresciuta mo-
Napoli, Castel dell’Ovo
b ilità interna e, d a ll'a ltro , del fatto che sopratutto il M ezzogiorno d 'Italia costituisce il luogo del tempo li bero per gran parte dei Paesi europei, il turism o costi tuisce u n'attività econom ica ed industriale di note vole im portanza, capace di fo rn ire contributi determ i nanti non solo ai fin i della soluzione dei problemi d e ll’occupazione e dello sviluppo econom ico naziona le, ma so p ra ttu tto al problem a della bilancia dei paga menti.
O ccorre sottolineare, però, che, sempre in questo set tore, le carenze sono ancora notevoli. Le numero se interro ga zion i alla Camera relative principalm ente al grave stato in cui versano i musei italiani, sono pur trop po il sintom o di una situazione grave che va risol ta al più presto. Non si deve tener conto, inoltre, solo del tu rism o straniero, ma anche del cosiddetto tu ri smo di c irc u ito ' legato alla utilizzazione del tempo li bero che concorre a ll’e voluzione culturale della popo lazione e alla valorizzazione delle risorse naturali e dei beni sto rico -a rtistici.
Appare, dunque, chiaro da tali brevi considerazioni sul rapporto turism o-beni cu lturali, la concreta possibi lità di tutela, di valorizzazione e di salvaguardia dei siti sto rici ed artistici (e, quindi, anche dei centri antichi e delle aree urbane di conservazione), considerati come p atrim o nio cu lturale e non soltanto come insiemi di beni edilizi da sfruttare.
S tabilito, d ’altra parte, che ogni azione di tutela dei beni c u lturali può essere esercitata solo nel quadro della program m azione e pianificazione urbanistica, oc corre definire precisi indirizzi di p olitica amministrativa nazionale e regionale in cui l'intervento di tutela del patrim onio a rch itetton ico è considerato come fattore di rie q u iiib rio te rritoriale, con tu tti i problemi di infra strutture e gli aspetti econom ici ad esso collegati.
L 'ind ivid ua to rapporto turism o-beni culturali, quindi, risulta strettam ente correlato con la corretta imposta zione dell'assetto del te rrito rio — da cui è condiziona to e che condiziona — e, ancora, con una lungim iran te pianificazione econom ica. In tal senso, l’impegno ci
vile e culturale per i centri antichi si traduce in un pre ciso im pegno p o litico globale.
Roberto Virtuoso
• Les rassemblements humains témoignent de la destruction progressive du milieu physique et de l'appauvrissement des biens. ar- chitecturaux. Des interventions urgentes simposent mais non plus limitées à certains secteurs et myopes comme par le passe, dans la pleìne conscience que les mesures prises pour la sauvegarde des monuments ne sont absolument pas en conflit avec ies exigeances du développement économique. L'auteur — après avoir donné aux biens culturels une « valeur économique potentielle » en tant que stimulants des activités tertiaires — décele dans le rapport entre ce témoignage négligé de civilisation et le tourisme La possibilità concrète de protéger et de valoriser les sites historiques et artistiques considérés comme un fait culturel avant que comme un ensemble de biens im- mobiliers que l'on doit exploiter.
• Human communities serve as witnesses to thè progressive de struction of thè physical environment and thè impoverishing of ar- chitectural works. They urge complete and total intervention, not like in thè past, with thè knowledge that thè measures taken to save thè monuments are not at all in conflict with thè demands of econo mie development. The author — allotting a «potential economie va- lue» to cultural works, in that they stimulate ecclesiastic activity — individuates in thè relationship between this neglected evidence of civilization and tourism thè concrete possibility of defense and of thè evaluation of historic and artistic sites, considering them cultural points instead of ensembles of buìldings used only for exploitation.
• Die menschlichen Ansammlungen zeugen von einer fortschreiten- den Zerstoerung der physischen Umgebung und der Verarmung der architektonischen Gueter.
Es eilen Einschreitungen, aber keìne teilweisen und blinden, wie in der Vergangenheit mit dem Bewusstsein, dass die Massnahmen zum Schutz der Monumente alles andere als im Konflikt mit den Er- fordernissen der oekonomischen Entwicklung stehen.
Der Autor — den kulturellen Guetern einen «potenzialen oekono- mischen Wert» zugerschrieben. vor allem Anreger tertiaerer Tae- tigkeit — erkennt in der Beziehung zwischen diesem nachlaessigen Kulturzeugnis und dem Tourismus die konkrete Moeglichkeit eines Schutzes und einer Aufwertung der geschichtlichen und kuenstleri- schen Orte. zuerst als kulturelle Tatsache erwogen, anstatt eine au- szunutzende Ansammlung von Bauguetern.