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II.3 Il côté interculturale

III.1.1 Il contesto educativo linguistico italiano

Riportiamo di seguito le misure adottate dallo Stato italiano in materia di insegnamento delle lingue e di educazione linguistica, soffermandoci su quelle che hanno colto ed elaborato più dettagliatamente le indicazioni europee nel corso del tempo, sempre privilegiando i gradi di istruzione analizzati nell’indagine. La figura seguente (n.10) offre una visione sintetica delle tappe, a nostro avviso più significative, dell’inserimento e dell’assestamento della didattica delle LS nella scuola italiana. Riportiamo come prima tappa la pubblicazione delle Dieci tesi per l'educazione linguistica democratica99nel 1975, che non rientra in un’iniziativa istituzionale, ma, come approfondiremo di seguito, rappresentano a nostro avviso un simbolo di innovazione per la didattica italiana dell’epoca.

99

http://www.giscel.it/?q=content/dieci-tesi-leducazione-linguistica-democratica, ultimo accesso 15/05/2017.

Figura 10. Tappe fondamentali dell'insegnamento della LS nella scuola primaria e secondaria di I grado italiana

Nei programmi scolastici italiani si parla per la prima volta di “educazione linguistica” nel 1979, sotto l’influenza delle Dieci tesi per l'educazione linguistica democratica100 pubblicate nel 1975 dai soci del gruppo di intervento

e studio nel campo dell’educazione linguistica GISCEL101

(che tra i suoi fondatori annovera Tullio de Mauro e Raffaele Simone). L’opera del gruppo di studiosi nacque in seno alla Società Linguistica italiana, con cui mantiene tutt’ora una stretta collaborazione, rappresenta il manifesto fondativo del gruppo che entra in collisione con la pedagogia linguistica tradizionale dell’epoca, caratterizzata dai metodi tipici delle lingue classiche, che oggi definiremmo principalmente di stampo grammatico-traduttivo. Aprendo la didattica all’“educazione linguistica”, a cui soggiace una sostanziale differente

100

http://www.giscel.it/?q=content/dieci-tesi-leducazione-linguistica-democratica, ultimo accesso 15/05/2017.

101

http://www.giscel.it/?q=academics, ultimo accesso 15/05/2017.

1975 •Dieci tesi GISCEL

1991 • Obbligo scuola primaria LS (inglese, francese, tedesco, spagnolo) (Decreto Ministeriale 28 giugno 1991)

2000

•Legge quadro in materia del riordino dei cicli dell'istruzione

"valorizzazione dello studio delle lingue" (Legge 30/2000 Ministro

Berlinguer)

•Progetto Lingue 2000

2003 •insegnamento di almeno una lingua straniera oltre a quella italiana (Riforma ministro Moratti) 2004

•specifica lingua inglese:dal I anno primaria (Riforma ministro Moratti) •seconda lingua UE nella secondaria di I grado

2007 •Indicazioni nazionali per il curricolo (non presente specifica L2)

2012

•Indicazioni nazionali per il curricolo: •specifica lingua inglese:dal I anno primaria •seconda lingua UE nella secondaria di I grado

concezione di lingua, si fa strada l’accezione di una lingua con fini comunicativi calata in una dimensione sociale, in opposizione alla lingua come modello, di cui è espressione massima la grammatica normativa. Le prime tre tesi dipanano la visione della lingua come fenomeno comunicativo e sociale contrapponendosi alla pedagogia tradizionale, per poi affrontare più dettagliatamente gli argomenti a detrazione di quest’ultima (IV-VII tesi). Nello specifico rifacendosi alla Costituzione (IV tesi), in piena sintonia già all’epoca con la concezione europea di lingua come strumento per la promozione sociale e per la formazione del cittadino, all’educazione linguistica è affiancato per l’appunto l’attributo “democratica” (presente nel titolo). Nell’VIII tesi si enumerano poi i 10 principi che la caratterizzano in quanto democratica, in piena sintonia con i principi attuali dell’Europa prendendo in considerazioni i vari aspetti sociali legati alla comunicazione: dalla vita sociale ai contesti linguistici-culturali. Ci si focalizza sull’aspetto orale e su tutte le variabili che concorrono linguisticamente alla formazione dell’individuo come cittadino (dialetti, linguaggio giuridico, divenire storico delle lingue, etc: ossia la lingua calata in un contesto d’uso) in un’ottica moderna come difatti espresso e incentivato nella Guida. Come sottolinea Edvige Costanzo102, si ribalta la prospettiva che accantonava il contesto dell’apprendente, all’epoca fortemente dialettofono, partendo proprio da questo per arricchirlo, risalto condiviso anche nella Guida come base di partenza per l’educazione linguistica. Costanzo evidenzia come tuttavia le promettenti premesse espresse dall’innovazione rappresentata dalle Dieci Tesi, abbiano trovato terreno poco fertile nella scuola italiana. Come anticipato a inizio paragrafo, i programmi di fine anni ‘70 ne erano influenzati, ad esempio attraverso l’importanza data alla dimensione comunicativa e ai riferimenti culturali soggiacenti alla lingua, furono tuttavia limitati dalla consolidata pedagogia linguistica formale. La studiosa individua le cause di questa influenza limitata principalmente nell’organizzazione del sistema scolastico (che sarà in seguito “svecchiato”, modificato e reso più

102

Edvige Costanzo, L’educazione linguistica in Itala: un’esperienza per l’Europa?

dinamico attraverso la legge sull’Autonomia scolastica del 2000103

) e nella formazione degli insegnanti: abbastanza statica a livello accademico nel corso degli anni, si vedano le poco mutabili materie di insegnamento delle diverse facoltà di lingue che dovrebbero formare i nuovi insegnanti (come vedremo più avanti nel capitolo analizzando i dati questa problematica è ancora attuale III.2).

Gli anni che intercorrono tra la pubblicazioni delle Dieci Tesi (che coincidono non a caso con l’uscita a livello europeo de I livelli soglia) e gli anni ‘90 del secolo scorso, sono stati caratterizzati dal susseguirsi di varie teorie linguistiche e dei derivanti metodi/approcci didattici104, tuttavia non perché non siano stati significativi, non li analizzeremo nel dettaglio al fine di focalizzarci sulle misure più rilevanti, influenzate dalle iniziative a livello europeo, che hanno decretato l’obbligatorietà dell’insegnamento delle lingue straniere nel nostro sistema scolastico, collocabili indicativamente a cavallo dei due secoli. Ci limitiamo a riferire che solamente nel 1991 tramite decreto ministeriale105, con decorrenza per l’anno scolastico 1992-93, si inserisce l’insegnamento della LS nella scuola primaria, dalla classe seconda (limitatamente alle lingue più diffuse: inglese, francese, tedesco, spagnolo) fino ad allora presente solo in forma sperimentale. L’inserimento era previsto solo dalla classe seconda, se presenti risorse, altrimenti dalla classe terza, ma non fu tuttavia omogeneo sul territorio nazionale a causa della scarsità di insegnanti: la scelta della lingua era vincolata infatti alla disponibilità degli insegnanti e alla possibilità di prosecuzione negli studi della lingua nei livelli ISCED successivi.

103

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104

Metodi situazionali, metodi funzionali a base pragmalinguistica, glottodidattica umanistica,etc.

105

Decreto Ministeriale 28 giugno 1991 fonte