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III.2 Studio di caso: l’Istituto Comprensivo Statale di Altopascio-Lucca

III.2.3 La Scuola Secondaria di I grado

La scuola secondaria si è rivelata una realtà più feconda anche per la presenza dell’insegnamento di più lingue. Le insegnanti intervistate comprendono: 2 professoresse di lingua inglese, 1 di lingua francese, 1 di lingua spagnola, 1 di lettere e italiano L2., di età media 44 anni e con un’esperienza di insegnamento

dai 10 ai 20 anni, in possesso di laurea (una in Lettere, 4 di Lingue e Letterature straniere, che implica la conoscenza di almeno due lingue europee). Da sottolineare nella loro formazione la presenza della certificazione DITALS II livello per la professoressa di Lettere, che conosce oltre alla lingua inglese e spagnola anche la lingua araba, 2 insegnanti col titolo di somministratore CILS e un’abilitazione per l’insegnamento dell’italiano all’estero conseguita durante gli studi universitari. I corsi di laurea prevedevano esami di linguistica e glottologia ma non di didattica delle lingue moderne.

È emerso che il titolo di studio universitario implica in questi casi la conoscenza più appprofondita dei livelli del QCER, che tuttavia non è utilizzato come testo di riferimento, né analizzato approfonditamente, quanto meno le insegnanti lo conoscono insieme al Portfolio, anch’esso non direttamente utilizzato. Alle descrizioni dei livelli, conosciuti più nello

specifico rispetto all’opera generale, si cerca di tendere se pur non esiste un’applicazione sistematica, come anche conosciuta è la metodologia CLIL, ma non utilizzata, da sottolineare che rientra tra i corsi per l’aggiornamento formativo degli insegnanti e tra i progetti del MIUR, ma di carattere facoltativo e non sistematico almeno per ISCED1 e ISCED2.

a e b lingua/e e obiettivi e approcci didattici

Sono previsti un placement test per la lingua italiana per stranieri e un test di valutazione in uscita, come per la scuola primaria, ma non per le lingue straniere che risulta a discrezione dell’insegnante. Nell’anno scolastico attuale sono stai somministrati 96 prove di ingresso e 35 in uscita, non vengono ad esempio sottoposti nuovamente a valutazione gli studenti che ottengono la certificazione CILS. Nella scuola secondaria è stato attivato un laboratorio L2 per stranieri (livello B1/B2) per approfondire sopratutto la forma dell’italiano scritto e fornire una metodologia di studio dello studente, ambiti in cui gli studenti risultano maggiornemte carenti nelle prove di ingresso.

Le ore dedicate all’insegnamento della lingua inglese al livello ISCED2 in Italia ammontano a 3 ore settimanali, mentre per la seconda lingua straniera (nel nostro caso francese o spagnolo) a 2 settimanali a fronte delle 11 ore circa dedicate alla lingua di scolarizzazione. Per quanto concerne le lingue straniere non si offrono tutte le variazioni delle lingue straniere se non di registro, ma non quelle dialettali o di accento, anche perché lo studio della seconda LS comunitaria di norma è nuovo per la totalità degli alunni. Si affrontano però i linguaggi tipici dell’età degli apprendenti: linguaggio giovanile, slang per l’inglese, verlan per il francese. In opposizione alla lingua di scolarizzazione dove sono affrontante tutte le variazioni, anche dialettali sia locali che non, dovute alla forte presenza di studenti di origine del Sud Italia.

Anche per quanto riguarda l’ISCED2 gli approcci sono definiti dalle insegnanti essenzialmente eclettici e misti, con la predilezione per il comunicativo e orale, meno marcata che nella scuola primaria.

Come abbiamo visto nella Guida, la totalità delle insegnanti utilizza l’analisi contrastiva e comparativa tra lingue sia sul piano grammaticale che lessicale. Alcune di esse utilizzano, a tal proposito, anche le altre lingue conosciute ma non insegnate, anche lavorando sull’intercomprensione che sussiste tra queste. Alcune LS come il francese ad esempio possono essere anche già presenti nel repertorio degli studenti stranieri di origine maghrebina.

Il riferimento alla lingua di origine, a differenza della scuola primaria, è presente sotto due forme: sia come riferimento ricercato e guidato da parte dell’insegnante che dovuto alla spontaneità degli studenti, però molto probabilmente dopo lo stimolo ripetuto. Un’insegnante ha riportato che gli studenti possono utilizzare la lingua d’origine comune, tipo durante un incontro in corridoio, negli spazi esterni alla classe, ma molto limitatamente. Gli studenti fanno riferimento alla loro lingua d’origine nel trattare aspetti grammaticali o lessicali spesso perché gli insegnanti stessi incentivano il confronto. A tal proposito un valido esempio di sfruttamento del repertorio linguistico dello studente straniero è ben rappresentato dalla modalità, attuata da una delle professoresse di inglese, di usufruire, tramite il tutoring, della capacità degli studenti parlanti la lingua albanese di realizzare la fricativa dentale sia sorda che sonora (θ ð) presenti anche in inglese. Questa pratica incentiva l’autonomia degli studenti nell’apprendimento, attraverso la valorizzazione di una loro capacità dovuta alla lingua di origine, e la trasmissione di questa competenza ai compagni italofoni che non posseggono il fonema nel proprio repertorio linguistico. Un altro interessante esempio è rappresentato dall’avvalersi di uno studente sinofono come interprete per gli studenti e gli alunni neoarrivati nella scuola primaria, nella nostra opinione, questa pratica valorizza pienamente il repertorio personale dello studente come lingua di origine, le sue capacità trasversali tra lingue e la propria competenza

comunicativa, oltretutto incentivando il suo ruolo sociale di mediatore tra i suoi connazionali e la società accogliente, rappresentata dalla classe e dal docente.

c e d: possibili convergenze-educazione interculturale

La trasversalità tra le discipline è emersa per tutti e quattro gli insegnamenti di LS. Nello specifico sussiste la collaborazione tra la professoressa di lingua e gli insegnanti delle altre discipline (lettere, scienze, musica, storia e geografia, tecnologia, storia dell’arte, educazione fisica). Non è prevista dal programma ma è frutto dell’accordo tra insegnanti sulla contemporaneità tra argomenti o la trattazione in lingua di argomenti già svolti in italiano (e.g. Pablo Picasso in lingua spagnola). La professoressa di lettere occupandosi di più discipline, come storia e geografia, ha la possibilità di approfondire un argomento usufruendo delle conoscenze e delle esperienze biografiche degli studenti stranieri (e.g. storia della Cina). Non è presente tuttavia la collaborazione tra le insegnanti di LS diverse, a parer nostro dovuto ancora alla concezione delle lingue come discipline distinte non accomunate dalla comunicazione umana, dalla concorrenza spesso dovuta all’attribuzione di un valore sociale ed economico-lavorativo in una determinata società e dallo status privilegiato che ha la lingua di scolarizzazione come disciplina linguistica a discapito delle LS. Sempre relativamente a questo aspetto più prettamente plurilinguistico, riportiamo il progetto di traduzione in più lingue della brochure illustrativa dell’Istituto (offerta didattica, etc.). Inizialmente traduzione nelle due lingue studiate (inglese e francese) poi esteso ad alcune lingue di origine maggiormente presenti sul territorio: albanese, cinese, russo e arabo. La traduzione è ad opera degli studenti stranieri quindi progetto legato significativamente al repertorio dei singoli studenti e particolarmente valorizzante, dato che si sfruttano competenze linguistiche legate alla lingua di origine, che non sono oggetto di insegnamento in classe. A tal proposito è in progetto una nuova traduzione delle comunicazioni basilari tra scuola e insegnanti (permessi, utilizzo immagini, etc) nelle diverse lingue immigrate.

Se pur contemplato dall’intervista non abbiamo mai riscontrato (per entrambi i gradi di istruzione) classi bilingue né progetti o collaborazioni dove si alternano lingue e di conseguenza nemmeno test plurilingue.