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Il giocatore: osservazioni generali sull’opera

Capitolo 5: Il giocatore di Fëdor Dostoevskij

5.2 Il giocatore: osservazioni generali sull’opera

L’idea della materia narrativa de Il giocatore viene pensata da Dostoevskij in seguito alla lettura, nel 1859, di un articolo «vivace e attraente»305 dal titolo Dalle

memorie di un giocatore, composto dal letterato progressista pietroburghese Fëdor

Devšau ed apparso sul «Russkoe Slovo», mensile russo nel quale, il mese precedente, era stato pubblicato un racconto dello stesso Dostoevskij, Sogno dello

ziuccio: l’articolo si rivela essere la fonte originaria del racconto dostoevskiano in

quanto si presenta come «uno schizzo dei costumi delle case da gioco europee, che speculano sulla roulette e nello stesso tempo una novella sul dramma personale di

304 G. D’Ambrosio Angelillo, L’uomo del sottosuolo, Acquaviva Edizioni, Acquaviva delle Fonti (BA), 2004

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un uomo, amante del rischio, perso dietro al tavolo di un casinò europeo»306, ricco di minuziose ed accurate descrizioni sia dell’ambiente, sia dei partecipanti al gioco, sia delle oscure dinamiche della roulette.

La tematica del gioco d’azzardo attrae fortemente Dostoevskij, in quanto si presenta come un tema letterario nuovo, «pieno di passione, lotta e pericolo»307 e capace di concedere spazio a riflessioni di natura filosofica e spirituale.

Lo sviluppo effettivo, seppur in forma embrionale, di un racconto basato sul gioco d’azzardo, al fine di coniugare, secondo l’esigenza dostoevskiana, «un acuto tema sociale alle inattese svolte d’un soggetto moderno»308 - tale romanzo

originariamente sarebbe dovuto essere Delitto e castigo – avviene mentre lo scrittore si trova a Roma, nel settembre del 1863, durante le sue peregrinazioni in Europa, «nelle pause tra un casinò e l’altro»309: testimone di ciò è una lettera che lo

scrittore manda, nel settembre del medesimo anno, all’amico Strakov in cui viene enucleato il tema del romanzo e ne viene presentato il protagonista.

Dostoevskij scrive:

«Prenderò una natura immediata, spontanea, un uomo comunque molto evoluto e tuttavia non giunto ancora a compimento a nessun punto di vista, un uomo che ha perduto la fede ma che al contempo

non osa non credere, uno che si ribella a tutte le autorità ma che nello stesso tempo le teme… Il

punto principale sarà però che tutte le energie, tutte le linfe vitali, tutto l’impeto e l’audacia di costui si concentrano esclusivamente sulla roulette. Egli è infatti un giocatore, e però non un semplice giocatore…bensì una sorta di poeta, solo che egli stesso prova come vergogna di questa sua poeticità, giacché avverte acutamente la bassezza di essa»310.

Aleksej Ivanovic, il protagonista del romanzo, nell’immaginario del suo creatore, è un poeta, ovvero, per stessa ammissione dostoevskiana, «un artista che sceglie se

306 Ivi

307 Ibidem, p. 341 308 Ibidem, p. 340

309 F. M. Dostoevskij, Il giocatore, traduzione di A. Polledro, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2004 p. VII

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stesso in maniera perentoria e profonda»311: il gioco d’azzardo viene, dunque, visto come un’occupazione per nulla riprovevole e vergognosa, bensì, con un atteggiamento che si scaglia verso il moralismo più becero, viene reputata un’esperienza che l’artista deve compiere perché, in quanto tale, egli «deve conoscere la vita da tutti i lati»312. Di fatti, nel romanzo, lo scrittore fa dire alla propria creatura letteraria:

«Non vedo proprio nulla di sporco nel desiderio di guadagnare più presto e di più; mi è sempre parso molto stupido il modo di pensare di quel moralista sazio e soddisfatto che, quando un tale si giustificò dicendo che “faceva un gioco piccolo”, rispose: tanto peggio, perché il guadagno è meschino. Come se guadagno meschino e guadagno grosso non fossero la stessa cosa».

Come illustra Grossman, Dostoevskij «era sempre dalla parte del giocatore, e confessava che molti suoi sentimenti e sensazioni egli le aveva provate su se stesso […]. Affermava che si può possedere un forte carattere, dimostrarlo con la propria vita e nondimeno non avere la forza di vincere la propria passione per la roulette»313.

Per questa visione fortemente ancipite ed ambivalente, estremamente personale in quanto ricalca fedelmente il dramma dello stesso scrittore, Il giocatore si mostra un romanzo complesso ed in ultima istanza si rivela la storia dell’annichilimento morale e spirituale di un uomo, che finisce per perdere interesse per tutto ciò che lo circonda e per isolarsi nella propria rovinosa passione del gioco d’azzardo.

Inoltre, il personaggio di Aleksej Ivanovic viene esemplato sulla stessa personalità e malattia dostoevskiana - di fatto, Il giocatore viene sovente indicato come una “singolare confessione” da parte del proprio autore - poiché Dostoevskij è tutti i suoi personaggi: come mostra Fëdor Stepun, ogni eroe appartenente al mondo dostoevskiano rappresenta una Weltanschauung differente, ognuna riconducibile ad una particolare concezione del proprio creatore: «atei e cristiani, cinici e generosi,

311 G. D’Ambrosio Angelillo, L’uomo del sottosuolo, p. 348 312 L. P. Grossman, Dostoevskij, p. 344

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scettici e rivoluzionari. Tutti rappresentano tuttavia visioni dell’autore, prodotte dal suo cuore e nutrite dalla sua passione»314.

E, di fatto, con la costruzione del personaggio di Aleksej, Dostoevskij certamente non rinnega la grande svolta, presente nella dottrina poetica a partire dalle Memorie

del sottosuolo, operata in direzione della rivendicazione della «libertà […]

dell’individuo contro l’ordine necessario della natura o della ragione»315; ma

Aleksej Ivanovic non è un uomo del sottosuolo.

D’Ambrosio Angelillo asserisce che Aleksej, contrariamente al personaggio principale delle Memorie del sottosuolo, «affronta e non si eclissa davanti all’evento formazione»316 rappresentato, in questo caso, dalla storia d’amore con

Polina Aleksàndrovna: il critico spiega come Aleksej, «sebbene sconfitto, scacciato via, […] non se ne dà ragione e rimane là, convinto e cosciente che quello è l’evento che lo formerà per tutta la vita»317.

La medesima tesi è sostenuta anche da Leone Ginzburg che mostra come il tratto distintivo e caratterizzante, sicuramente singolare rispetto agli altri protagonisti dostoevskiani, sia riscontrabile nel fatto che Aleksej «non procede fatalmente […] verso un arricchimento spirituale, pagato magari a carissimo prezzo, o verso una catastrofe grandiosa che ne coroni l’esistenza»318, bensì la sua vicenda è quella di

«un progressivo inaridimento morale»319 che, grazie all’ironia narrativa adoperata da Dostoevskij, si mostra, in ultima istanza “scherzosa”320. Infatti Ginzburg, nella

sua analisi, pone in particolare rilievo l’elemento ironico presente nel racconto, che si mostra in grado di rendere la vicenda del protagonista per nulla sconsolata e di allontanare qualsiasi pretesa di commistione con l’elemento tragico: benché vi sia continua tensione narrativa, il tono dell’intero racconto viene definito umoristico e

314 L. Pareyson, Dostoevskij. Filosofia, romanzo ed esperienza religiosa, Giulio Einaudi Editore, Torino, 1993, p. 12

315 Ibidem, p. 10

316 G. D’Ambrosio Angelillo, L’uomo del sottosuolo, p. 346 317 Ivi

318 L. Ginzburg, in F. M. Dostoevskij, Il giocatore, traduzione di B. Del Re, Giulio Einaudi Editore, Torino, 1999, p. VI

319 Ivi 320 Ivi

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«la miserevole storia del precettore di una famiglia rovinata e balzana»321, dal «carattere misterioso e l’argomentare concitatamente convincente delle maggiori creazioni dostoevskiane»322 viene arricchita e diversificata rispetto ai romanzi precedenti in virtù della particolare caratterizzazione del protagonista e dell’atteggiamento che mostra rispetto all’avvenimento e al sentimento da cui viene travolto.

Il centro narrativo del romanzo è rappresentato, invero, dalla tematica amorosa: D’Ambrosio Angelillo sostiene che la passione per il gioco sia solamente seconda e complementare alla passione amorosa e mostra come l’ardore per la roulette non sia altro se non il prodotto e la conseguenza dell’amore per Polina. Ne Il giocatore, Dostoevskij manifesta una particolare forma di originalità, concretizzando nella figura di Aleksej e nella sua vicenda quella che viene definita la dottrina del “romanticismo radicale”, teorizzazione che mostra «la completa e profonda compenetrazione di Dostoevskij nel Romanticismo come movimento culturale»323 e il superamento che egli attua rispetto al Romanticismo tedesco, oltrepassando, in tal modo, la tragicità dell’esistenza che costituisce il limite posto dall’atteggiamento romantico: il “romanticismo radicale” dostoevskiano si fonda sulla stasi e sulla contemplazione estatica, da parte dell’uomo, del proprio decadimento e, di fatto, Aleksej Ivanovic, non solo, romanticamente, «davanti alla storia d’amore pone tutto se stesso completamente, senza nessuna remora collaterale»324 - distinguendo, in tal modo, il suo atteggiamento da quello messo in atto dal protagonista delle Memorie

dal sottosuolo che rifuggiva dall’amore - ma compie il passo successivo, in

direzione dell’autocoscienza.

Aleksej rappresenta l’emblema dell’uomo romantico dostoevskiano, colui che «si pone con tutto se stesso in modo assolutamente trasparente»325 davanti alla donna amata e sceglie di rischiare, di fallire, di morire, pur di averla: rischiando tutto,

321 Ivi

322 Ivi

323 G. D’Ambrosio Angelillo, L’uomo del sottosuolo, p. 346 324 Ibidem, p. 347

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l’uomo romantico, immerso nell’aut-aut, abbraccia perfino la possibilità della morte, che pure disprezza, in quanto tale biasimo nasce da particolare «tensione di realizzazione di sé»326. Il potere ed il denaro sono talvolta coincidenti con questo meccanismo di salvezza, messo in atto dall’uomo per salvare se stesso. Ma il salto metafisico compiuto da Dostoevskij, conscio che il capitale altro non sia se non «una maschera imposta dalla concezione dell’amore»327, opera nella direzione

opposta, ed infatti egli plasma il suo personaggio con le fattezze di un poeta, di uno spirito romantico: ad Aleksej nulla importa del denaro, perché egli sa che, in ultima istanza, non vale nulla, in confronto all’amore, vera ed unica forza – ancipite: salvifica e distruttrice- su cui si fonda il mondo.

Un sovvertimento degli equilibri avviene nel momento in cui, «nel cuore di questo giovane la roulette prende a poco a poco il posto dell’estrosa e affascinante fanciulla per la quale era pronto a sacrificare la reputazione e la vita»328, attuandosi, in tal modo, il meccanismo sovracitato secondo il quale la passione per il gioco fagocita la passione amorosa, assoggettandola e rendendola succube.

L’elemento tragico del romanzo è intessuto, dunque, nella caratterizzazione dell’intricato rapporto tra Aleksej e Polina: come precisa D’Ambrosio Angelillo, lo schilleriano Aleksej, che si dona totalmente, si squaderna e si dilania in nome dell’amore, non potrebbe avere una corrispondente differente da Polina, anche lei una “romantica radicale”, in quanto entrambi posseggono pari “altezza spirituale”. Il personaggio di Polina Aleksàndrovna rappresenta uno dei motivi più spiccatamente autobiografici presenti nell’opera in quanto è basato sulla figura di Apollinarija Prokofyevna Suslova, una giovane universitaria che Dostoevskij incontra negli anni sessanta dell’Ottocento in occasione di alcune letture pubbliche e con la quale scatta una fortissima attrazione; lo scrittore affascina la giovane populista con la declamazione delle proprie idee rivoluzionarie, apparendole «come un eroe, un martire»329.

326 Ivi

327 Ibidem, p. 351

328 L. Ginzburg, in F. M. Dostoevskij, Il giocatore, p. VI 329 L. P. Grossman, Dostoevskij, p. 321

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Dopo questo incontro, Apollinarija diviene la sua amante – in questo periodo Dostoevskij è infatti sposato con la prima moglie Mar’ja Dmitrievna. Il complesso rapporto amoroso che intercorre tra i protagonisti de Il giocatore ricalca, in parte, la personale tragedia amorosa dello scrittore stesso: Dostoevskij prova nei confronti di Apollinarija un amore sfrenato ed incondizionato e ciò che li lega, e che maggiormente differenzia il rapporto con Apollinarija rispetto a quello con la prima moglie, sono le affinità intellettive e la grande e condivisa passione per la letteratura. Ma la relazione che li unisce è tormentata, poiché intessuta di tradimenti e distanze, e Apollinarija, alla fine, rifiuta di legarsi a lui e questo immenso dolore fa sprofondare Dostoevskij nel baratro di disperazione. Nonostante ciò, Apollinarija lascia un’impronta eterna nell’anima dello scrittore ed evidenti tracce della figura e della personalità sono disseminate nelle eroine delle sue principali opere, come ad esempio nella Dunya di Delitto e castigo, nella Lisa dei I demoni e nella Nastasja Filippovna de L’idiota. Apollinarija, come il suo epigono letterario de Il giocatore, «è portata a tutti gli orrori della vita e della passione»330

Il titolo scelto inizialmente per il romanzo era Roulettenburg, nome della cittadina immaginaria scelta come ambientazione, collocata in Germania, ispirata probabilmente a Wiesbaden, nonché meta attrattiva per molti turisti a causa del Casinò che ospita – è esemplata, di fatti, in maniera ironica, sulla scia delle tipiche città, prevalentemente tedesche, che erano luoghi di ritrovo particolarmente frequentati da gente facoltosa -, il cui toponimo mostra la volontà di richiamare il gioco della roulette.

Aleksej Ivanovic è il giovane precettore dei figli di un generale russo, che ha anche una figliastra, Polina Aleksàndrovna, della quale Aleksej è innamorato, seppur non ricambiato, poiché le attenzioni della giovane sono rivolte nei confronti del marchese francese des Grieux, per il quale prova un sentimento gonfio di pregiudizi ed illusioni. Attorno alla famiglia, oltre al marchese, gravitano le figure di M.lle Blanche, giovane cortigiana francese «avida di rispettabilità e di denaro»331,

330 Ibidem, p. 347

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ridicolo e senile interesse amoroso del generale, e dell’ospite inglese Mister Astley, un uomo «positivo, raziocinante, servizievole»332.

Aleksej, pur di suscitare interesse in Polina, asseconda la richiesta della giovane di giocare per lei: Polina, infatti, necessita di ingenti somme di denaro a causa delle condizioni economiche disastrose entro le quali versa la sua famiglia per degli ingenti debiti contratti. L’unica salvezza per le sorti economiche della famiglia sembra essere la morte di Antonida Vasil'evna, la babùlinka333, «la terribile, ricca settantacinquenne […] proprietaria e signora moscovita»334 che vive in Russia e

della quale tutti attendono con ansia la notizia del decesso poiché, essendo proprietaria di numerose ricchezze, avrebbe sicuramente lasciato una cospicua eredità.

Inaspettatamente, «come una tegola sul capo»335, Antonida Vasil'evna arriva in Germania, infrangendo così, nell’intera famiglia, la speranza del riassestamento economico e scombinando i progetti matrimoniali sia tra M.lle Blanche e il generale, sia tra Polina ed il marchese, che erano stati pianificati sulle basi del denaro dell’eredità. Antonida pretende di visitare il casinò e qui rimane affascinata dall’atmosfera e dall’arte del gioco: l’anziana donna si dedica con fervore al gioco della roulette insieme ad Aleksej, che la inizia a questa pratica. Ma le leggi del gioco sono crudeli e, di fatto, dopo un primo periodo di vincite, Antonida perde la maggior parte dei suoi averi, con grande disperazione dei suoi familiari.

La famiglia inizia a vivere un periodo di grande crisi, non più soltanto finanziaria: M.lle Blanche, a causa dell’ingente perdita economica, abbandona il generale e contemporaneamente il marchese fugge in Francia, lasciando Polina sola e disperata. Aleksej decide di giocare per aiutare Polina e, una sera in particolare, comincia a vincere senza sosta; infervorato nel gioco, Aleksej vorrebbe giocare ancora e scommettere tutto il denaro accumulato ma, pensando all’amata Polina, riesce a desistere e scappa da lei. Ma, quando Polina viene a conoscenza delle

332 Ivi

333 Termine russo che significa “anziana signora”, “nonna”. 334 F. M. Dostoevskij, Il giocatore, p. 81

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vincite di Aleksej al casinò, lo crede vizioso ed in preda alla follia fugge dall’inglese Mr. Astley. Aleksej, dunque, viene convinto da M.lle Blanche a recarsi a Parigi e qui, in un clima di «delirio e follia» 336 comincia a dilapidare tutto il denaro e riprende la sua attività di giocatore. Anche il generale va a Parigi e finalmente riesce a sposare M.lle Blanche. Un giorno Aleksej incontra Mr. Astley che gli rivela che Polina, in realtà, era sempre stata innamorata di lui e, compiendo un grande gesto di amicizia, lascia ad Aleksej del denaro, facendo scegliere a lui stesso se usarlo per raggiungere Polina in Svizzera o se impiegarlo nel gioco.

Dunque, ne Il giocatore è possibile notare come il tema dell’amore sia strettamente legato a quello del denaro: l’amore si configura come «attaccamento, o addirittura una parodia di un sentimento collocato al di sotto del potere invincibile del denaro. Tutte le relazioni tra i personaggi del romanzo infatti, sono dettate dall’aspetto finanziario»337.