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Il Metodo d’analisi. Analisi del contenuto e analisi statistico-testuale

Appendice 2. Il mercato rionale

4.1 Il Metodo d’analisi. Analisi del contenuto e analisi statistico-testuale

Il numero degli intervistati già evidenzia che l’intento non era quello di costruire un campione statistico rappresentativo del pubblico della festa, se non altro perché non era comunque perseguibile senza un équipe di ricerca. La durata della festa e la vastità del campo – vale a dire l’ampiezza del pubblico, diversificato oltre che numeroso, e la quantità degli eventi, spesso sovrapposti – impediva, tra l’altro, di poter fare interviste in profondità durante le quali affrontare accuratamente i temi proposti da Intermundia. Lo scopo era, quindi,

quello di raccogliere, da un numero più o meno ampio di persone, quante più informazioni possibili sull’evento e il luogo, in modo da avere un quadro dei significati immediati introiettati dagli intervistati attraverso il simbolismo della festa. Le variabili prese in considerazione per l’analisi e per l’individuazione dei soggetti, permettono di costruire gruppi di interviste di dimensioni simili e, pertanto, è possibile una buona

ITALIANI NON-ITALIANI

sess

o età Stato civile sesso età Stato civile Nazionalità

f 30 nubile f 27 nubile Spagnola

f 30 nubile f 24 nubile Eritrea

m 25 celibe f 27 nubile Peruviana

f 50 sposata m 17 celibe Peruviana

f 40 convivente f 40 sposata Peruviana m 35 convivente f 30 nubile Peruviana

m 25 celibe f 24 nubile Rwuanda

f 30 nubile m 28 celibe Bangladesh

m 30 celibe m 28 celibe Bangladesh

m 60 sposato f 37 vedova Brasiliana

m 28 celibe m 15 celibe Rom

m 28 celibe m 49 sposato Serba

f 29 nubile m 26 convivente Etiope

f 27 nubile f 24 convivente Sudanese

f 24 nubile m 29 celibe Etiope

m 76 sposato m 19 celibe Nigeriana

m 28 celibe m 21 celibe Giamaicana

comparazione tra gruppi di risposte. Prima di tutto, come si vede nella tabella a fianco, la “provenienza” dei miei interlocutori permette la creazione di due gruppi equivalenti di intervistati (italiani e non-italiani). Solo la variabile “stato civile”, pur non impedendo una comparazione, non consente di creare due gruppi equivalenti tra loro, così l’efficacia dell’analisi e il significato dei risultati emergeranno, come si vedrà, solo attraverso la valutazione dei dati ottenuti con questa variabile incrociata con le altre variabili individuate. Stesso discorso vale per la variabile “età” che consente di creare due classi distinte di 21 e 19 interviste, ma è necessario il ricorso a fasce di età troppo ampie e distanti tra loro (dai 15 ai 28 anni e dai 29 ai 76 anni). Con la variabile “sesso” si ottengono poi altri due gruppi composti rispettivamente da 19 femmine e da 21 maschi.

Per quanto riguarda lo strumento adottato per le interviste disponevo di una griglia di sole quattro domande aperte, il cui scopo era anche quello di permettere ad ogni intervistato di costruire il proprio discorso autonomamente, senza sentirsi vincolato a un ordine tematico particolare. In questo modo per i miei interlocutori è stato possibile dare maggiore risalto agli aspetti della festa che più li colpivano, riuscendo anche a esprimere quelle che, secondo loro, erano le coerenze e le contraddizioni della festa. Inoltre, con lo strumento così costruito, i contorni formali solitamente stabiliti da un’intervista “rigida” si sfumano permettendo all’intervistato di assumere, o meno, modalità di discorso spontanee e di fornire informazioni impreviste. In breve, ogni soggetto non solo era libero di gestire la quantità e la qualità di informazioni da trasmettere, ma, per quanto possibile, poteva spaziare senza vincoli specifici tra i temi che più lo interessavano, sempre relativamente a Intermundia112.

Alla luce di quanto detto, i risultati ottenuti hanno un valore meramente esplorativo, per di più vincolato dall’ampiezza del gruppo di intervistati e da quella delle loro affermazioni. Peraltro, è necessario sottolineare che alla spesso scarsa argomentazione delle risposte si è aggiunta la difficoltà di dover trascrivere manualmente le interviste; infatti, quasi la totalità dei soggetti intervistati ha richiesto di non esser registrata, dichiarando di sentirsi maggiormente a proprio agio di fronte a un taccuino e una penna, malgrado le pause più o meno lunghe, tra una domanda e l’altra, determinate dalla scrittura delle loro risposte. Va poi messa in conto la perdita di informazioni derivante

dall’impossibilità di riportare con la scrittura ogni parola, per cui alcune risposte è capitato di doverle “negoziare” per ottenere una sintesi del pensiero dell’intervistato o dell’intervistata trascrivibile nella sua interezza. Tutto ciò, quindi, ha indubbiamente influito sul significato dei dati, nonostante l’accortezza di chiedere sempre conferma ai soggetti dell’esattezza di quanto scritto.113

L’analisi del corpus testuale ottenuto (vale a dire l’insieme delle risposte alle interviste, che costituiscono testi tra loro confrontabili) è stata condotta secondo due strategie: in una prima fase si è proceduto all’analisi del contenuto di tutte le risposte secondo specifiche linee tematiche assegnate ad ogni domanda; la seconda fase è consistita, invece, nell’elaborazione del corpus attraverso un software ideato per analisi statistico-testuali (Lexico 3), le cui informazioni sono state interpretate tenendo conto dei risultati ottenuti nella fase precedente. In questo modo è stato possibile ottenere un quadro sufficientemente ampio e dettagliato, che mi ha consentito di valutare la plausibilità delle ipotesi di ricerca presentate in precedenza.

Sulla seconda strategia d’analisi però è bene fare alcune brevi considerazioni. Prima di tutto è necessario segnalare che perché l’analisi testuale risulti efficace i criteri a cui deve rispondere un corpus testuale sono i seguenti: la dimensione del corpus (non meno di 15.000 occorrenze, tranne nei casi in cui il corpus non presenti un buon coefficiente di ricchezza lessicale), la rilevanza dei testi rispetto all’oggetto di indagine e, infine, la confrontabilità dei testi (determinata dalle condizioni di produzione dei testi e dai dati sugli informatori che devono essere simili).

In secondo luogo, per il trattamento del corpus ho scelto di assegnare delle <chiavi> (corrispondenti alle variabili e alle domande) che, attraverso l’elaborazione informatica, hanno consentito di ottenere ripartizioni di testi tra loro confrontabili114; quindi, viste le esigue dimensioni dell’insieme dei testi, mi sono accertato che il coefficiente di ricchezza lessicale115 fosse tale da rimediare alla scarsa dimensione del corpus

113 Inoltre, il tempo richiesto dall’intervista diveniva così più lungo del previsto, per cui incideva sull’osservazione della festa. Pertanto, ho scelto di procedere con le interviste nelle pause giornaliere tra i vari sottoeventi (seminari e laboratori, concerti, spettacoli delle scuole), oppure durante i concerti/spettacoli serali la cui durata permetteva di interromperne l’osservazione e poi riprenderla dopo aver intervistato qualcuno del pubblico.

114 Un esempio di stringa di chiavi è: <int=01><età=2><sesso=f><stciv=nub><prov1=italiana><prov2=ita><dom=1>.

115 La ricchezza lessicale deve risultare inferiore al 20% e si ottiene dal rapporto tra il numero delle parole diverse (V, ampiezza) e il totale delle occorrenze (N, dimensione del testo). Tuttavia, poiché questo rapporto risente delle dimensioni del testo, si adotta solitamente il coefficiente di Guiraud, che consiste nel rapporto tra l’ampiezza del corpus e la radice quadrata delle sue dimensioni. Per un maggiore

(dimensione, N=4929 occorrenze; ampiezza V=1223 forme diverse; coefficiente di Guiraud=17,42). Nonostante il valore ottenuto non sia particolarmente significativo, il risultato legittima l’adozione della metodologia d’analisi scelta.

In conclusione, l’intento è stato quello di abbinare l’analisi testuale con l’analisi del contenuto per poter meglio scandagliare il corpus delle interviste e rilevare i significati latenti nei testi. D’altronde, la maggiore utilità dell’analisi statistico-testuale è nella possibilità di individuare quei termini che più caratterizzano, rispetto all’intero vocabolario del corpus, le diverse partizioni ottenute con l’ausilio del software adottato. Si può così disporre di un vocabolario, di parole “tema” (quelle più rappresentative delle diverse partizioni) e parole “specifiche” (quelle che ricorrono maggiormente nelle singole partizioni rispetto al vocabolario dell’intero corpus) e attraverso di esse tornare sul testo in fasi diverse e alternative alla pura analisi del contenuto o simultaneamente ad essa, per valutarne il significato all’interno del loro contesto d’uso, che è costituito dalle parole che precedono e succedono la forma testuale individuata. La lettura delle parole specifiche, dei segmenti ripetuti116 e del loro contesto d’uso, in conclusione, consente di analizzare le diverse partizioni e di orientarsi all’interno del corpus, muovendosi tra i diversi testi e confrontandoli tra loro, trovando le connessioni di significato che sfuggono all’analisi del contenuto.