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Piazza Vittorio Emanuele II e il quartiere

1.1 Nascita ed evoluzione urbana del Rione Esquilino

1.1.2 Piazza Vittorio Emanuele II e il quartiere

Per parlare di Piazza Vittorio è necessario fare un breve passo indietro; precisamente al primo decennio del novecento, quando terminò l’edificazione dei palazzi che ne segnano i confini.

La piazza è stata costruita seguendo il progetto disegnato da Pietro Camporese il Giovane, il quale immaginava al centro di essa un monumento all’Indipendenza e all’Unità d’Italia (Vasco Rocca S. 1982, p. 110). La piazza con i suoi palazzi monumentali e i suoi portici piemontesi, è rimasta un caso isolato a Roma, insieme a Piazza Esedra e a ponte Sisto (Insolera I. 2001, p. 35). Fu inaugurata nel 1884 e i palazzi dovevano ospitare gli appartamenti più lussuosi del rione (Mudu P., 2003, p. 644). Tra il 1882 e il 1887 l’area intorno a piazza Vittorio venne definita, mentre il quartiere veniva lottizzato e suddiviso in isolati. I palazzi intorno alla piazza furono edificati lentamente, anche perché nel 1887 la crisi edilizia ne rallentò i lavori, cosicché i due fabbricati sui lati corti vennero completati nel 1909, mentre quelli sui lati più lunghi di Piazza Vittorio furono terminati nel 1910 (Vasco Rocca S. 1982, pp. 111-112).

Al centro della piazza vi è un giardino che ospita i cosiddetti “Trofei di Mario”, la “Porta Magica”,8 il gruppo scultoreo di Mario Rutelli9 e un monumento ai caduti dei Rioni Esquilino, Viminale e Macao durante la I Guerra Mondiale.

Tra il 1905 e il 1925 nasce e si sviluppa attorno ai giardini il più grande mercato rionale di Roma. In questo periodo si installò un numero crescente di banchi per la vendita al dettaglio di vari generi di consumo a prezzi particolarmente convenienti. Nel mercato di Piazza Vittorio si poteva comprare ogni bene, dai capi di vestiario ai prodotti alimentari, e proprio la convenienza dei prodotti fu la ragione per la quale questo spazio commerciale è divenuto rapidamente la meta di tutti cittadini romani (Protasi M.R. 2003, p. 579). Intanto, sotto i portici dei palazzi si svolgevano attività commerciali di diversa natura: vi erano banchi di merce varia, si vendevano ricambi e utensili e prodotti provenienti dal mercato nero (si trattava di oggetti di contrabbando e rubati10).

Come già accennato, con l’arrivo della metropolitana il valore delle case di Piazza Vittorio aumentò notevolmente, ma di lì a qualche anno i prezzi crollarono. Durante gli scavi, infatti, vennero spostate le fognature e le acque di scolo si infiltrarono nelle fondamenta dei palazzi. Inoltre, il transito dei treni metropolitani, dei tram e il traffico automobilistico producevano vibrazioni pericolose per gli immobili, costruiti con materiali di scarsa qualità durante la stagione della grande speculazione edilizia di fine ‘800.

8 La Porta Magica doveva essere una delle porte d’ingresso alla secentesca villa Palombara che venne espropriata dal Comune nel 1873 per l’edificazione di Piazza Vittorio. La porta si trovava originariamente in un altro sito della villa del marchese Massimiliano Palombara, che si dice fosse particolarmente interessato all’alchimia, interesse testimoniato dai simboli e dalle incisioni in lingua ebraica e in latino sugli stipiti della porta e sull’architrave. Il riferimento è quello alla cultura ermetica e ai «testi rosacrociati editi nel Nord Europa» nel XVII secolo, di cui il marchese era profondo conoscitore, conoscenza che condivideva con Cristina di Svezia, frequentatrice della villa (Cardano N. 2005, pp. 80-81). Secondo una leggenda, scrive Vasco Rocca, le iscrizioni costituirebbero la formula dell’oro che un negromante diede al marchese (Vasco Rocca S. 1982, p. 114). Una volta posizionata nei giardini di Piazza Vittorio, soggetta a diversi atti vandalici dopo il 1970 quando la piazza si avviò al degrado, a fianco della porta furono collocate due statue raffiguranti il dio Bes, ritrovate durante gli scavi del Quirinale.

9 Il gruppo scultoreo venne richiesto dall’amministrazione a M. Rutelli in occasione del Cinquantenario d’Italia (1911) per essere collocato nella fontana delle Naiadi a Piazza Esedra. Quella che si trova a Piazza Vittorio è l’opera che venne collocata provvisoriamente al centro della fontana delle Naiadi, fino alla conclusione dell’Esposizione Internazionale, e che venne sostituita dall’attuale che ne è la copia in bronzo scolpita sempre da M. Rutelli e che rispetta le proporzioni della fontana. Poiché il primo gruppo scultoreo non aveva le dovute proporzioni suscitò molte critiche, al punto che nel “Giornale d’Italia” del 20 luglio 1911 venne chiamato «fritto misto» (cit. in. Cardano N. 2005 p. 83).

10 È rinomata la sequenza del film Ladri di biciclette (De Sica V. 1948), in cui l’attacchino municipale Antonio Ricci, interpretato da Lamberto Maggiorani, va a Piazza Vittorio per ritrovare la bici che gli era stata rubata, mezzo indispensabile per continuare a lavorare.

Nel 1984 sembrò esserci un primo interessamento ad una riqualificazione programmata dell’Esquilino, quando il Gruppo Romano Architetti Urbanisti (G.r.a.u.), composto da Anna Di Noto, Francesco Montuosi e Giuseppe Dilani, stilò un progetto di risistemazione di Piazza Vittorio, che però non venne approvato. L’anno successivo, iniziò una stagione di crolli che smentirono quanto la Commissione Stabili Pericolosi del Comune aveva affermato nel 1980 a proposito di alcune lesioni nei palazzi, ritenendole poco rilevanti. Nell’aprile del 1986 il crollo di una parte di uno stabile in via Ricasoli evidenziò come lo stato di degrado strutturale era arrivato a un livello tale che si richiedevano interventi d’urgenza. Per questo l’amministrazione comunale affidò a noti architetti e urbanisti il compito di elaborare un piano di risanamento. Tuttavia, non fu avviato un intervento di ristrutturazione capillare e fino alla metà degli anni ’90 gli unici lavori iniziati erano quelli di restauro di Piazza Vittorio (Di Luzio F. 2006, pp. 30-31), che nel 1982 Vasco Rocca aveva descritto come segue.

Nel mezzo della piazza è un giardino con palmizi, cedri del Libano, platani ed oleandri, attualmente assai trascurato, e tutt’intorno il pittoresco mercato rionale, uno dei principali della città per la vendita al minuto di generi alimentari (op. cit., p. 112).

La trascuratezza dei giardini e della piazza trasmetteva un senso di degrado urbano che divenne sempre più forte nel corso degli anni ’90 con l’arrivo di immigrati in cerca di lavoro, indigenti e spesso costretti a ricavarsi dei ripari precari anche nei giardini e sotto i portici di Piazza Vittorio. Durante il mandato di F. Rutelli, il 29 maggio del 2000, un gruppo di residenti manifestò al Campidoglio per richiamare l’attenzione sulle condizioni del Rione e di Piazza Vittorio, per alcuni divenuta un «letamaio». Furono esibiti cartelloni con scritto «No alla puzza del mercato», «Sì al nuovo, no al ghetto» e «sindaco Pinocchio l’Esquilino s’è rotto» (Piperno A., 30 maggio 2000, p. 6).

Questa foto è stata pubblicata in uno dei siti web dedicati al Rione. Tale sito è lo spazio virtuale di un’importante associazione di quartiere: l’Associazione degli abitanti di via Giolitti Esquilino, fondata nel 1997 «per la tutela della salute fisica e psichica degli abitanti, la salvaguardia degli edifici dove gli abitanti vivono, la conservazione del patrimonio artistico e culturale della zona» (http://www.esquilino-oggi.it/nuova_pagina_5.htm). La foto delle cassette del mercato abbandonate a ridosso della linea tranviaria è per l’associazione una testimonianza delle condizioni di Piazza Vittorio nel maggio 2001 descritte con le seguenti parole.

Se fino ad oggi abbiamo evitato di parlare di Piazza Vittorio e mostrarne le immagini era perché convinti che il mercato si sarebbe trasferito in tempi brevi nei nuovi locali della ex caserma Sani in Via Turati. Ma a maggio 2001 la situazione è ancora questa: le fotografie non rendono appieno la realtà di questa Piazza e nonostante i blitz notturni delle forze dell’ordine per rimuovere alcuni banchi nessuno sa quando finalmente il mercato verrà

Una delle immagini del mercato di Piazza Vittorio prima che fosse spostato (fonte: http://www.esquilino-oggi.it/photo.htm)

definitivamente trasferito. La sporcizia, i rifiuti e il disordine regnano sovrani e neanche la pur meritoria ma insufficiente opera degli operatori dell'AMA restituisce questa piazza ai residenti. […]basta fare quattro passi nei pressi di Piazza Vittorio prima, durante e dopo il mercato per rendersi conto della situazione. (http://www.esquilino-oggi.it/photo.htm).

Sia per i residenti che per gli amministratori l’opera di riqualificazione dell’intero Rione passava, dunque, per la sistemazione del mercato, che il presidente del municipio I Giuseppe Lobefaro, nel programma di governo per il Municipio I 2001-2006, descriveva con queste parole: «uno dei luoghi più difficili, non solo del territorio municipale, ma dell’intera città» (Lobefaro G. 2006, p. 8).

Pertanto, nel 2001, all’inizio del primo mandato di Veltroni, il mercato venne spostato in via Principe Amedeo, tra la Stazione Termini e Piazza Vittorio. A questa prima grande opera di riqualificazione e ristrutturazione dell’area, seguirono molti altri interventi dell’amministrazione comunale nel corso del primo mandato di sindaco di Veltroni. per la soluzione di problemi strutturali e il miglioramento della qualità della vita nel quartiere di Piazza Vittorio e dintorni. Vennero rifatte le strade principali in modo da ridurre le pericolose vibrazioni prodotte dall’intenso traffico automobilistico; sono stati restaurati vecchi edifici e sono stati avviati importanti lavori di recupero dei palazzi; altre piazze e marciapiedi sono stati ristrutturati e si sono create piccole isole pedonali (ad esempio a Piazza Dante). È stato aperto un asilo nido nella scuola per l’infanzia Di Donato, in cui è stato allestito il primo dei «centri di educazione all’intercultura» chiamati “Poli Intermundia”; è stata ristrutturata la scuola elementare Manin che, delle scuole di Roma, è quella con il maggior numero di studenti figli di immigrati. Per stimolare poi la partecipazione attiva dei cittadini stranieri alla vita del

Municipio I è stata istituita nell’ottobre 2004 la “Consulta per gli immigrati”. Infine, sono stati organizzati e promossi numerosi eventi pubblici, anche sportivi, finalizzati alla diffusione dei valori dell’accoglienza e della solidarietà e alla promozione dell’«intercultura». Il Carnevale multietnico, la “festa” Intermundia, il premio letterario “Parole sopra l’Esquilino”, la manifestazione “Il Mondo nel Cortile, giochi di ieri e del Mondo” (Lobefaro G., 2006), l’annuale Torneo di minibasket “Mark Christian Matibag”,11 sono alcuni dei momenti collettivi e “solenni” in cui si celebra l’«educazione interculturale», promossa dal Comune e da molte associazioni romane e di immigrati operanti nel territorio e nella città.12

In sostanza, nell’ottobre 2001, con l’inaugurazione del mercato si segna una tappa fondamentale nella storia del rione; dal punto di vista simbolico rappresenta il momento in cui si è dato inizio al recupero e alla creazione di nuove strutture, nel tentativo di soddisfare le nuove esigenze degli abitanti del quartiere di Piazza Vittorio, soprattutto in rapporto alle mutate condizioni del contesto sociale.

La creazione del “Nuovo Mercato Esquilino” fu possibile grazie al recupero di due caserme che si trovavano in via Principe Amedeo. La caserma Pepe ristruttura per ospitare i banchi alimentari, mentre nella ex-caserma Sani sono stati spostati i banchi del vecchio mercato rionale che vendevano beni di consumo non alimentare.

11 Dedicato a un bambino di origine filippina investito e ucciso da un’auto a Piazza Vittorio il 10 luglio 2005. La manifestazione vuole “sollecitare” la «costruzione di una città a misura dei bambini» (tratto dalla locandina della prima edizione del torneo, 6 maggio 2006).

12 Le finalità e il significato di questo genere di interventi saranno approfonditi nel prossimo capitolo.

Una serie di mutamenti profondi ha investito così l’intero quartiere. La nuova collocazione del mercato per prima cosa ha comportato un ridimensionamento sensibile del traffico intorno alla piazza,13 soprattutto grazie alla costruzione di un parcheggio sotterraneo per lo scarico e carico merci del mercato. Inoltre, ha favorito l’accesso e l’uso dello spazio pubblico dei suoi giardini, ridivenuti uno spazio di possibile socialità per la popolazione residente e non (studenti, abitanti, immigrati, turisti). Oltretutto, la riqualificazione del luogo ne ha permesso un maggior controllo delle attività, da quelle più ludiche a quelle commerciali (salvo poi che le attività illecite si sono spostate nei dintorni del nuovo mercato, alle spalle dei palazzi a est della piazza).

Alla creazione del “Nuovo Mercato Esquilino”, sempre nella stessa area, si sono aggiunte la pedonalizzazione di via Turati e via Ricasoli, «trasformate in un giardino pubblico», e la ristrutturazione dell’ex Centrale del Latte di Roma e dell’ex Magazzino Viveri. Tutto ciò ha completato la costituzione del complesso polivalente “Nuovo Centro Esquilino”, in cui è compreso il nuovo mercato rionale.

Il Centro rappresenta la premessa per il recupero integrale dell’intera area di piazza Vittorio, la riqualificazione dei suoi porticati, il rilancio delle attività commerciali e della vita sociale del quartiere (in Lobefaro G. “Insieme nel cuore di Roma”, p. 24).

Il grande lavoro di riqualificazione, scriveva G. Vitale su la Repubblica il 4 novembre 2003, annunciava «la rinascita dell’Esquilino», con la costruzione di un albergo «superlusso» al posto di «un orribile capannone dismesso (l’ex Magazzino Viveri) […]; invece del suk fatiscente di piazza Vittorio, un giardino di palme e arbusti intorno a scavi archeologici di età imperiale», il nuovo mercato e il recupero di vecchie strutture. A pochi giorni dall’inaugurazione dell’albergo “Es” il sindaco W. Veltroni lo ha definito «Una vera arma contro il degrado», che si aggiunge alle altre opere di riqualificazione urbana nel rione (cit. in Liuzzo R. 22 ottobre 2002).

L’isola pedonale alle spalle del mercato e il lussuoso hotel sorto dalle ceneri dell’ex Magazzino viveri.

Lo spostamento del mercato e il risanamento e la valorizzazione di alcuni importanti stabili hanno per un verso modificato la composizione sociale della popolazione e fatto emergere nuove esigenze; per altro verso hanno reso più visibili reti di relazioni e strutture di aggregazione esistenti e operanti da anni e talvolta addirittura da secoli. Ad esempio, l’installazione di Facoltà dell’Università “La Sapienza” e dell’Istituto Confucio,14 nella ex-caserma Sani, e il conseguente arrivo nel quartiere di un’ampia popolazione studentesca che ha evidenziato l’assenza di strutture e di servizi culturali importanti, come le biblioteche, ma ha dato anche nuova vitalità all’intero quartiere di Piazza Vittorio.

14 La sede dell’Istituto Confucio è al piano terra della ex-caserma Sani. È il primo centro linguistico cinese in Italia, inaugurato il 29 settembre 2006. In quella occasione il rettore dell’Università “La Sapienza” e l’Assessore Silvia Costa, hanno dichiarato che l’importanza di questo centro risiede nella possibilità di attivare nuove strade per lo scambio tra studenti italiani e cinesi. Nei due piani superiori della ex-caserma hanno sede la Facoltà di Scienze Orientali, la segreteria della facoltà di Sociologia e della facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università “La Sapienza”. Nella struttura, oltre alle lezioni, spesso sono organizzati seminari e convegni in cui si affrontano temi e questioni relativi della “società multietnica”.

La riqualificazione di piazza Vittorio ha fatto sì che i suoi giardini, intitolati il 6 marzo 2006 a “Nicola Calipari”,15 fossero nuovamente frequentati dagli anziani e dalle giovani famiglie del quartiere, ma anche da immigrati e studenti, sia nel corso della vita quotidiana che durante i numerosi eventi che vi sono organizzati durante l’anno (feste, manifestazioni culturali, politiche e religiose).

Altri luoghi significativi sono: i Magazzini Allo Statuto (MAS), tradizionale antenato romano degli ipermercati attuali, dove si vende vestiario di tutti i generi e prodotti per la casa a prezzi economici, ma anche dove molti immigrati hanno trovato lavoro; la “Casa dei Diritti Sociali”, un’associazione laica nata nel 1985 che promuove i diritti umani e sociali, ispirandosi al valore della solidarietà (http://www.dirittisociali.org); l’ostello e il centro medico di via Marsala gestiti dalla Caritas Diocesana di Roma; le mense di via Ferruccio e di via delle Sette Sale; la chiesa duecentesca di S. Eusebio restaurata nel ‘700, dove ancora oggi si celebra la benedizione degli animali ogni 17 gennaio, giorno della festa di S. Antonio Abate, e la chiesa dei SS. Vito e Modesto, insieme al primo tempio buddista cinese d’Italia (inaugurato in via Ferruccio, tra piazza Dante e Piazza Vittorio, nel novembre del 2005); infine, il restaurato teatro Ambra Jovinelli e le importanti scuole Manin e Di Donato,16 rappresentano dei centri culturali e educativi. Una presenza importante per il quartiere di Piazza Vittorio è quella delle diverse organizzazioni, associazioni e comitati, di ispirazione politica di destra e di sinistra. A via Napoleone III, in uno stabile interamente occupato ha sede l’associazione “Casa Pound”, che lotta per il diritto alla casa per i soli italiani. I membri dell’associazione sono nella maggior parte schierati con movimenti di estrema destra, tra cui il partito Fiamma Tricolore, e sono protagonisti di numerose azioni e manifestazioni di propaganda politica nel territorio, spesso contro la presenza degli immigrati. Impegnati ad affermare il diritto alla casa, ma politicamente ispirati in senso opposto a quello di Casa Pound, erano anche gli occupanti di un fabbricato di via Giolitti, abbandonato da

15 Nicola Calipari era un agente del SISMI ucciso da soldati americani in Iraq nel 2005 durante l’operazione di salvataggio della giornalista de “Il Manifesto”, Giuliana Sgrena. Alla “cerimonia”, oltre ai familiari della vittima, hanno partecipato Marrazzo, presidente della regione, il sindaco Veltroni, il presidente del municipio I Lobefaro, il deputato di Alleanza Nazionale Alemanno e rappresentanti delle forze armate (http://www.regione.lazio.it/web/sala_stampa/news_dettaglio.php?id=619).

16 Si tratta di scuole dove sono iscritti molti figli di immigrati, in particolare, cinesi. A queste si aggiunge lo storico Istituto Galileo Galilei, dove in alcuni locali ha sede l’Associazione Apollo 11 e da cui ha mosso i primi passi l’ormai famosa Orchestra di Piazza Vittorio, un complesso musicale composto da musicisti di provenienza diversa (araba, indiana, europea, latino-americana) coordinato da un italiano di

diversi anni: un gruppo di immigrati di varia provenienza appoggiati da gruppi marxisti-leninisti romani e dall’associazione di immigrati “Dhummcatu” (Vando F. 2007a, p. 93). Il fabbricato venne chiamato “Casa dei diritti negati” e gli occupanti ne fecero un centro di ascolto e di dialogo, oltre che spazio abitativo per alcune famiglie. Il 10 maggio 2006 a ridosso delle elezioni comunali gli occupanti furono fatti sgomberare dalle forze dell’ordine.

Altri attori sociali di rilievo sono le associazioni e i comitati di quartiere come “Il cielo sopra l’Esquilino” (che pubblica dal 2003 una rivista trimestrale sul Rione, disponibile anche on-line), “Gli abitanti di Via Giolitti”, “Apollo 11” e “Rinascita”, la cui azione è volta continuamente ad attrarre l’attenzione dell’amministrazione comunale sulla complessità della situazione dell’Esquilino, le difficoltà e le contraddizioni sociali emergenti. Infine, tra le politiche e i progetti di intervento del Comune sul territorio, va ricordato del primo “Polo Intermundia”, che ha sede presso la scuola elementare Di Donato, progettato dall’Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche di Roma,17

che è un luogo d’incontro per cittadini di ogni provenienza ed età sui temi «dell’educazione e dell’’intercultura» ed è anche ludoteca (Garabello V. 2005, p. 2). In conclusione, l’intero quartiere si caratterizza per la presenza di una molteplicità di soggetti culturali, economici e politici, che si incrociano e trovano nella piazza e nei suoi dintorni lo spazio potenziale per realizzare forme di scambio, ibridazioni, sincretismi, ma anche dove si evidenziano le contraddizioni, e a volte conflitti, che dall’incontro culturale possono scaturire.

In particolare, piazza Vittorio, ed è questo il dato rilevante, data anche la frequente organizzazione di eventi da parte delle associazioni operanti nel territorio e delle diverse comunità immigrate, spesso in collaborazione con l’amministrazione comunale, sembra essere ormai riconosciuta dalla collettività romana come il luogo simbolico dove tutte i gruppi sociali e culturali possono mettere in scena le proprie rivendicazioni e manifestazioni di “etnicità”, tant’è che molti dei miei informatori, istituzionali e non, l’hanno eletta a simbolo della multietnicità a Roma.

17 È lo stesso Assessorato che organizza a Piazza Vittorio uno dei maggiori eventi del quartiere, “Intermundia. Festa dell’intercultura”, oggetto d’analisi di questo lavoro.