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Il romanzo russo-sovietico nell‟Italia del Ventennio

Parte I – La letteratura russo-sovietica in Italia

I.1 La ricezione della letteratura russa in Italia tra le due guerre

I.1.7 Il romanzo russo-sovietico nell‟Italia del Ventennio

Come è noto, ebbe un ruolo assai rilevante nella ricezione italiana della letteratura russa la torinese Slavia fondata da Alfredo Polledro, casa editrice attiva dal ‟29 al ‟35, periodo nel quale mette a segno due collane molto importanti, «“Il genio russo” (57 volumi) e “Il genio slavo” (28 volumi, di cui 17 di autori russi)»155

. Ma trattando della casa editrice Slavia, ci si accosta ad un nodo di problemi ben più complesso. Nella politica di promozione delle opere più scopertamente reazionarie, così come nella denuncia antibolscevica manu letteratura d‟appendice, o nell‟ampio spazio dato ad autori dell‟emigrazione fermamente antirivoluzionari come Bunin o addirittura come Mereţkovskij, che nel ‟38 via radio «plaudì all‟antibolscevismo di Hitler»156, non è arduo riconoscere un‟operazione politica tout court.157 Ma

154

S.MAZZUCCHELLI, La letteratura russa in Italia tra le due guerre, cit., p. 203. Il libro di Trockij sarà censurato in seguito.

155 G.M

ESSINA, Le traduzioni dal russo nel 1920-1943, cit., p. 694.

156 V

ASILIJ RUDIČ, Dmitrij Mereţkovskij, in Storia della letteratura russa, diretta da Efim Etkind, Georges Nivat, Il′ja Serman e Vittorio Strada, vol. III, Il Novecento, tomo I, Dal decadentismo all‟avanguardia, Einaudi, Torino 1989, p. 251.

157 Spesso l‟immagine dell‟Urss veicolata nell‟Italia fascista è troppo linearmente descritta come

immagine favorevole; per esempio nella documentata ricostruzione di Flores, dove si trascura l‟approfondimento degli elementi conflittuali, come quando, ricordato come caso significativo un parere positivo del 1921 di Filippo Turati sulla Repubblica sovietica, lo studioso sintetizza: «si può ben capire […] come neppure l'avvento del fascismo riuscisse ad interrompere un legame – quello tra la rivoluzione russa e l'Italia – che non si nutriva, a differenza di altri paesi, di resoconti di viaggio o di giudizi favorevoli di prestigiosi intellettuali. Il rapporto con l'Unione Sovietica fu filtrato soprattutto da giudizi politici, o da reportages di giornalisti come Guglielmo Pannunzio, che diffuse interesse e curiosità per l'Urss senza scadere nelle più variopinte invenzioni antibolsceviche. Il fascino del giacobinismo (inteso come radicalismo, come volontarismo, come dittatura dei più capaci) e il riconoscimento della forza del nuovo potere, si intrecciavano a parallelismi più o meno banali con la rivoluzione francese o alla riscoperta dell'“anima” slava. L'immagine di una realtà semi-asiatica, da cui era possibile farsi affascinare pur restandone distanti, si mescolava all'ipotesi che la Russia fosse comunque un laboratorio del mondo futuro, da auspicare oppure da temere» (M.FLORES, L'immagine dell'URSS. L'occidente e la Russia di

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osservando la ricezione italiana non della letteratura dell‟emigrazione russa, ma della letteratura propriamente sovietica, esiste il rischio di lasciarsi sfuggire un‟operazione altrettanto inesorabilmente politica ma più sfumata, subdola e intelligente.

Nei primi decenni del Novecento infatti l‟Italia esprime vivaci ambizioni imperialistiche, coopta nei suoi piani il mondo della cultura, e nel contempo si stringe sempre più tra le maglie del regime fascista. In un simile contesto il quadro delle italiche traduzioni della letteratura russo-sovietica può apparire curioso: a parere di Messina «nel periodo 1920-43, si tradussero su per giù le stesse opere pubblicate in Francia […]. In Inghilterra o negli Stati Uniti si tradusse di meno»158

: Sembra quasi paradossale, ma è innegabile che ai lettori italiani è stata data

la possibilità di conoscere abbastanza discretamente la letteratura sovietica, non tanto attraverso i pochi saggi poetici editi nel 20-21, anteriormente cioè alla dittatura fascista, quanto piuttosto in base alle numerose e abbastanza accurate traduzioni pubblicate saltuariamente nel ventennio e soprattutto nel 1929-35, periodo durante il quale la censura […] parve voler assumere un atteggiamento «liberale» verso la Russia.159

Questa tesi enunciata da Messina nel 1948 risulta a oggi ampiamente condivisa dagli specialisti, come si evince dalle parole di De Michelis:

Malgrado una certa diffidenza ideologica da parte del regime fascista, va detto che per un certo periodo l‟assetto politico dell‟Italia non fu di particolare ostacolo per la diffusione della stessa letteratura sovietica, che tra gli anni Venti e Trenta ebbe notevole successo. […] Solo negli anni immediatamente precedenti al secondo conflitto mondiale […] il fascismo provvide a mettere all‟indice tutto ciò che sapesse di sovietico e financo russo.160

In realtà l‟Italia fascista mette in atto una prassi di “diplomazia culturale” tanto più efficacemente aggressiva quanto più appare «liberale» e condotta con intenti egemonici; basti ricordare che l‟I.p.E.O. era diretto da intellettuali di alta levatura, da allievi di Croce quali Lo Gatto o il filosofo Giovanni Gentile. In

Stalin (1927-1956), cit., p. 33). Ma nel 1934 «La Stampa» di Torino per esempio, inizia a pubblicare i reportage di Alvaro che confluiranno nel 1935 nel volume I maestri del diluvio, dove la Russia, tra le

righe, diviene un paese che dovrebbe essere redento manu militari dall‟Europa dell‟Ovest. Per quanto riguarda gli anni Venti, Gobetti, per esempio, polemizzo sovente contro una image della Russia rivoluzionaria che non gli parve particolarmente favorevole.

158

G.MESSINA, Le traduzioni dal russo nel 1920-1943, cit., p. 699.

159 Ibidem. 160 C.G.D

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quest‟ordine di problemi si inquadra la spinosa questione estetica; Messina per esempio, affermando che in Italia erano state tradotte tante opere quanto in Francia, e più che negli Stati Uniti o in Inghilterra, aggiungeva: «ad esclusione di quelle la cui importanza propagandistica superava nettamente il valore artistico»; similmente, il passo succitato sulla prassi liberaleggiante verso la letteratura russo-sovietica, era seguito da un singolare corollario:

ciò non vuol dire che fosse data via libera alle opere di pura propaganda o esclusivamente tendenziose, come Il torrente di ferro di Serafimovic; ma in genere il nostro pubblico venne messo in grado di leggere, in traduzioni accurate e fedeli all‟originale, il meglio della produzione post-rivoluzionaria, sia del primo periodo […] sia del periodo del Piano Quinquennale e poi del realismo socialista.161

Sono affermazioni che risultano tutt‟ora accreditate, ma sulle quali sarà necessario ritornare in seguito. Si deve innanzitutto osservare che nell‟ambito dell‟alta letteratura la prassi ricettiva del Ventennio rivela una prassi sì tendenziosa, ma articolata e complessa: una gestione politicamente connotata che si integra nell‟ideologia e nella prassi letteraria vigente, i cui fini politici si realizzano, in apparenza autonomamente e spontaneamente, nell‟ambito culturale e letterario stesso, che collabora alla peculiare politica della ricezione in atto.

Si deve alla russista statunitense Katerina Clark l‟ampia divulgazione della centralità di questo principio: «il romanzo del realismo socialista costituisce una tradizione che si fonda su testi canonici»162. La russistica anglosassone si è così liberata delle semplificazioni elaborate a corollario del paradigma storico del totalitarismo, riavvicinandosi a un plausibile procedimento esplicativo del processo storico letterario. Il fatto che nello studio della Clark l‟espulsione del realismo socialista dall‟universo letterario si celebri comunque, è meno importante, al momento, del fatto che la Clark ha ricostruito la storia del romanzo del socrealizm

161 G.M

ESSINA, Le traduzioni dal russo nel 1920-1943, cit., p. 699.

162 K.C

LARK, The Soviet Novel. History as Ritual, cit., p. XII. In altro luogo la studiosa ribadisce: «il realismo socialista non fu in effetti un prodotto dei primi anni Trenta, quanto piuttosto una tradizione canonica che trova i suoi fondamenti in romanzi e racconti scritti negli anni Venti: […] Cemento (Cement, 1925) di Gladkov, Čapaev (1923) di Furmanov, La disfatta (Razgrom, 1927) di Fadeev e Il

torrente di ferro (Ţeleznyj potok, 1924) di Serafimovič» (ID., La prosa degli anni Venti, in E. Etkind, G. Nivat, I. Serman, Vittorio Strada (a cura di) Storia della letteratura russa, vol. III, Il Novecento, tomo II,

La rivoluzione e gli anni Venti, Einaudi, Torino 1990, p. 407). Il canone è qui diversamente ricostruito,

dato che l‟ultima opera citata (Il torrente di ferro) non compare invece nella lista stilata secondo criteri specificamente definiti in The Soviet Novel.

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come tradizione letteraria che si fonda su determinati testi canonici, utili per discutere la consistenza del presunto atteggiamento «liberale» del regime fascista nei confronti della letteratura sovietica. Messina, come si è visto sopra, giustifica e definisce «liberale» la ricezione della letteratura russo-sovietica nel Ventennio, affermando che «in Inghilterra o negli Stati Uniti si tradusse di meno». La liberalità letteraria è surrettiziamente ridotta al mero dato quantitativo, che cela la selezione politica alla base della scelta degli autori e delle opere. Si può osservare il quadro dei romanzi-modello del socrealizm elencati dalla Clark,163 al quale ho aggiunto l‟indicazione delle relative traduzioni riscontrabili in italiano, inglese e francese nella prima metà del Novecento,164 e le traduzioni italiane del Secondo dopoguerra (cfr. Tabella 1).

163 Cfr. K.C

LARK, The Soviet Novel. History as Ritual, cit., pp. 262-263.

164 Ogni data indica un‟edizione dell‟opera tradotta nella data lingua. Ho escluso dalla lista della Clark i

testi successivi al 1943. Ho tratto le notizie bibliografiche sulle traduzioni in lingua inglese da: AMREI

ETTLINGER, JOAN M. GLADSTONE, Russian Literature, Theatre and Art. A bibliography of works in

English, published 1900-1945, Hutchinson & co., London – New York – Melburne – Sydney 1947;

GEORGE GIBIAN, Soviet Russian Literature in English: a Checklist Bibliography, Cornell University, Ithaca, New York 1967. Le notizie sulle traduzioni francesi sono tratte dall‟Opac della Biblioteca Nazionale di Francia. Per le notizie sulle traduzioni italiane, ho integrato con le notizie raccolte negli altri studi sulle traduzioni dal russo citati nel presente lavoro, e con altre ricerche bibliografiche, le notizie sulle traduzioni italiane dal russo raccolte nel fondamentale: CLAUDIA SCANDURA, Letteratura russa in

Italia. Un secolo di traduzioni, Bulzoni Editore, Roma 2002. Le parti di romanzo pubblicate in riviste,

quotidiani o volumi antologici sono escluse dal computo, che comprende solo traduzioni di romanzo pubblicate in volume. I dati risultanti non aspirano alla completezza, ma l‟eventuale lacuna di qualche notizia bibliografica non può inficiare il valore indicativo del quadro d‟insieme.

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TABELLA 1:CANONE DEL SOCREALIZM : TRADUZIONI IN ITALIANO, INGLESE E FRANCESE (1907-1944)165; TRADUZIONI IN ITALIANO NEL II DOPOGUERRA (1945-51)

ROMANZI CANONICI DEL SOCREALIZM

(DA C.CLARK,THE SOVIET NOVEL)

TRAD. IN ITALIANO (1907-44) TRAD. IN INGLESE (1907-44) TRAD. IN FRANCESE (1907-44) TRAD. IN ITALIANO (1945-1951) A.FADEEV,Razgrom (1927) --- 1929 1929 1947 D.FURMANOV,Čapaev (1923) --- 1935; 1936; 1941 1933 1951 F.GLADKOV,Cement (1925) --- 1929 1928; 1929 --- ID.,Energija (1932-38) --- --- 1935 --- M.GOR´KIJ, Mat‟ (1907) 1909; 1928 1907; 1921 1907; 1935 1946; 1950 V.IVANOV,Partizany (1921) --- --- --- --- ID. Bronepoezd 14-69 (1922) --- 1933 1927; 1929 1946

V.KATAEV,Vremja vperëd! (1932) --- 1933(2); 1935 --- ---

J.KRYMOV,Tanker Derbent (1938) --- --- --- ---

ID.,Inzhener (1938-40) --- --- --- ---

L.LEONOV,Sot′ (1930) --- 1931; 1932 1936 ---

ID.,Skutarevskij (1932) --- 1932;1936 --- 1946

A.MALYSHKIN,Ljudi iz zacholust′ ja (1937-38) --- --- --- ---

N.OSTROVSKIJ,Kak kakaljalas′ stal′ (1934) --- 1938 1937 1945 PANFEROV,Brusski (1930-37) --- 1931 --- ---

K.G.PAUSTOVSKIJ,Kara Bugaz (1932) --- --- --- ---

A.ŠOLOCHOV,Tichij Don (1928-40) 1941 (2) 1934; 1940;1942 1930;1931;1936 (vol. I-II-III) 1945-46 (2) (vol. I-II-III-IV) ID.,Podnjataja celina (1931) --- 1935 (2); 1942 1933; 1937 1945 (2) A.N.TOLSTOIJ, Pëtr Pervyi (1933) --- 1932 (vol. I) 1937 (vol. I-II) 1946

ID.,Choţdenie po mukam (1922) 1931 1923 1930 1946

ID.,1918 (1927-28); --- --- 1930 1946

ID.,Chmuroe utro (1939-41) --- --- --- 1946

Tot. autori:14 Tot. opere: 22 Tot.: 3 Tot.: 14 Tot. 13 Tot.:12

Occorre innanzitutto registrare il dato più importante per il presente studio: la traduzione italiana delle opere fondanti del realismo socialista – quando c‟è stata – è stata condotta in primo luogo (e nella maggior parte dei casi esclusivamente) nell‟immediato Secondo dopoguerra: come si può osservare nella tabella, tra il 1945

165

Dalla pubblicazione del più antico romanzo del canone stilato dalla Clark (M. Gorkij, Mat′, 1907) all‟ultimo anno di guerra, il 1944 (tutte le pubblicazioni del 1945 sono quindi attribuite per approssimazione al contesto storico del Secondo dopoguerra).

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e il 1951.166 Ci si può chiedere in che cosa consista il succitato atteggiamento «liberale» del Ventennio. Nella tabella sono elencate ventidue opere, i principali modelli su cui si è costruito il romanzo sovietico del realismo socialista secondo la ricostruzione della Clark. Quante di queste sono state tradotte in italiano e pubblicate in Italia prima del 1943? Soltanto tre: La Madre di Gor‟kij, romanzo del 1907, quindi precedente alla Rivoluzione, era stato già pubblicato prima della dittatura, nel 1909; viene poi ripubblicato nel 1928, e diviene oggetto peraltro (oltre che di un ordine di sequestro diramato ai prefetti, genericamente rivolto contro i libri russi troppo accessibili al popolo nel 1929)167 di esplicito divieto ministeriale perlomeno dal 1937-38.168 Il secondo romanzo è Il placido Don di Šolochov, di cui viene pubblicato nel 1941 solo il I volume, in contemporanea da Bompiani e da Garzanti e per giunta, come rileva Messina, con ampi tagli:

di questo volume (che al suo apparire suscitò fra noi grande interesse e fu uno dei libri più letti dell‟annata) non è qui il caso di parlare, sia per i tagli subiti dalla traduzione italiana, sia perché la pubblicazione dell‟opera completa è stata possibile solo dopo la caduta del fascismo e la liberazione dell‟Italia, a guerra ultimata.169

Il terzo romanzo tradotto e pubblicato nel Ventennio è il primo volume della trilogia La via dei tormenti di Alekseij Tolstoij. In lingua inglese invece, sono state tradotte e pubblicate quattordici opere su ventidue170 nel medesimo intervallo

166 A.F

ADEEV, trad. it. La disfatta, Einaudi, Torino 1947. D.FURMANOV, trad. it. Ciapaiev, Universale Economica, Milano 1951; ID., Idem, Ed. Cooperativa del libro popolare, Roma 1951. M.GOR‟KIJ,trad. it.

La madre, Nerbini, Firenze1946; ID., Idem, Bietti, Milano 1950. VSEVOLOD IVANOV, trad. it. Il treno

blindato n. 14-69, Ed. Rosa e Ballo, Milano 1946; LEONID LEONOV, trad. it. Skutarevskij, Garzanti,

Milano 1946. N.OSTROVSKIJ, Come fu temprato l‟acciaio, La Nuova Biblioteca, Milano 1945; ID., Idem, Mondadori, Milano 1949. M.ŠOLOCHOV, trad. it. Il placido Don, Garzanti, Milano 1945-1946, vol. I-II- III-IV; ID., Idem, vol. IV, Bompiani, Milano 1948; ID., trad. it. I dissodatori, Milano, Bompiani 1945; (stessa opera, cambia la traduzione e il titolo tradotto): ID., trad. it. Terra dissodata, Edizioni della bussola, Roma 1945. A.TOLSTOIJ, trad. it. Pietro il grande, Garzanti, Milano 1946; ID., Via al calvario, Ed. Zeta, Milano 1946.

167 Cfr. L.B

ÉGHIN, Da Gobetti a Ginzburg. Diffusione e ricezione della cultura russa nella Torino del

Primo dopoguerra, cit., p. 106; l‟8 giugno del 1929 però il «Ministero dell‟Interno dovette parzialmente

far marcia indietro», precisando con un‟altra circolare che non si sarebbe dovuto procedere ai sequestri qualora la vendita dei libri risultasse «a prezzi normali nelle edicole o nelle librerie» (ivi, p. 108).

168 Ivi, p. 114; sull‟insieme dei provvedimenti censori del regime in merito alla letteratura russa tradotta

cfr. ivi, pp. 106-119; cfr. in particolare, a proposito del romanzo di Gor‟kij, il promemoria del ministero citato a p. 116.

169 G.M

ESSINA, Le traduzioni dal russo nel 1920-1943, cit., p. 703.

170 A

LEKSANDR FADEEV, trad. ing. The nineteen, Lawrence, London 1929. DMITRI ANDREEEVICH

FURMANOV, trad. ing. Chapayev, International Publishers, New York 1935; ID., Idem, Lawrence, London 1936 (edizione economica); ID., Idem, 1941. FEDOR VASILEVICH GLADKOV, trad. ing. Cement, Lawrence, London 1929. MAKSIM GORKY, trad. ing. The mother, Appleton, New York 1907; ID., Idem, Hodder &

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cronologico. In un caso – Ciapaiev di Furmanov – si sono susseguite tre edizioni (1935, ristampa economica nel 1936, 1941); dei romanzi Avanti tempo! di Kataev,

Sot‟ di Leonov, Il placido Don e I dissodatori di Šolochov, sono state pubblicate due

edizioni. La traduzione letteraria dei paesi liberali non ha quindi rimosso, come è stato il caso dell‟Italia del Ventennio, le più importanti opere del realismo russo- sovietico: alla novità, all‟importanza storico-letteraria, all‟interesse degli specialisti e del pubblico ha fatto riscontro la conseguente pubblicazione delle opere tradotte.

Anche le traduzioni francesi tra il 1907 e il 1944, sempre per quanto riguarda le opere fondanti del socrealizm elencate dalla Clark, inducono alle medesime conclusioni.171 Sono stati pubblicati tredici romanzi su ventidue; i primi tre volumi de Il Placido Don di Šolochov tra il 1930 e il 1936, per esempio, mentre in Italia è stato pubblicato solo il primo volume nel 1941 (per giunta con tagli, e poi con ordine di sequestro). Due edizioni in francese del romanzo di Gladkov Cement (1925), «un grande classico del realismo socialista»172, si susseguono nel 1928 e nel 1929; il romanzo di Gladkov non è stato tradotto in Italia mentre già «nel 1927 Cement è tradotto in tedesco, danese e svedese; nel 1928 esce in versione spagnola, polacca,

Stoughton, London 1907 (ristampa 1921). VALENTIN PETROVICH KATAEV, trad. ing. Time, forward!, Farrar and Rhinehart, New York 1933; ID., Idem, Farrar, Toronto 1933; stessa opera, cambia la traduzione e il titolo: ID, trad. ing. Forward, oh Time!, Gollancz, London 1935.LEONID MAKSIMOVICH

LEONOV, trad. ing. Skutarevskij, Harcout, New York 1936; ID., trad. ing Sot, Putnam, London 1931; stessa opera, cambia traduzione e titolo: ID., trad. ing Soviet river, Dial Pr., New York 1932. NIKOLAY

ALEKSEEVICH OSTROVSKIJ, trad. ing. Making of a hero, Secker & Warburg, London 1938. FEDOR

IVANOVICH PANFEROV, trad. ing. Brusski; a story of peasant life in Soviet Russia, Lawrence, London 1931. MIKHAIL ALEKSANDROVICH SHOLOKHOV, trad ing. And quiet flows the Don, Punam, London 1934; ID, trad. ing. The Don flows home to the sea [Il placido Don vol. I]; And quiet flows the Don [vol. II], Putnam, London 1940; (cambia traduzione e titolo): Id., trad. ing. The Silent Don, A. Knopf, New York 1942. ID., trad ing. Seeds of tomorrow, Knopf, New York 1935; ID., Idem, 1942; stessa opera, cambia titolo tradotto: ID., Virgin soil upturned, Putnam, London 1935. ALEKSEY NIKOLAEVICH TOLSTOY, trad. ing. The road to Calvary, Boni, New York 1923; ID, trad. ing. Imperial Majesty, Matthews & Marrot, London 1932 (Pietro il grande vol. I).

171 A

LEXANDRE FADEEV, trad. fr. La défaite, Ed. Sociales Internationales, Paris 1929. DMITRI

ANDREÏEVITCH FOURMANOV, tr. fr. Tchapaiev, Ed. Sociales Internationales, Paris 1933. FEDOR

GLADKOV, trad. fr. Le Ciment, Ed. Sociales Internationales, Paris 1928; ID., Idem, Paris 19292; ID., trad. fr. Énergie, Ed. Sociales Internationales, Paris 1935. MAXIME GORKI, trad. fr. La Mère, Juven, Paris 1907 ; ID., Idem, Ed. Sociales Internationales, Paris 1935. VSEVOLOD IVANOV, trad. fr. Le train blindé

numéro 1469, Ed. de la Nouvelle revue française, Paris 1927; ID., Idem, Paris 1929. LÉONIDE LÉONOV, trad. fr. La Rivière (Sotj), Rieder, Paris 1936. NICOLAS OSTROVSKI, trad. fr. Et l'acier fut trempé. Roman, préfacé par Romain Rolland, Ed. Sociales Internationales, Paris 1937. MICHEL CHOLOKHOV, trad. fr. Sur

le Don paisible, vol. I, Payot, Paris 1930; ID., Idem, Vol. II, Payot, Paris 1931; ID., Idem, Vol. III, Payot, Paris 1936. MICHEL CHOLOKHOV, trad. fr. Les Défricheurs, Gallimard , Paris 1933; ID., Idem, Paris 19332 ; (stessa opera, cambia titolo): ID., trad. fr. Terres défrichées, Coopérative d'éditions des ouvriers étrangers en U.R.S.S., Moscou 1937. ALEXIS TOLSTOÏ, trad. fr. Pierre le Grand, Gallimard, Paris 1937 (vol. I e II); ID., trad. fr. Le Chemin des tourments, Rieder, Paris 1930 (Vol. I e II).

172 K.C

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giapponese e vedono la luce due ristampe in finlandese; nel 1929 appaiono due edizioni in inglese ed è tradotto in francese, olandese e cinese»173. Tornando alla Francia, due traduzioni in francese de I dissodatori (Podnjataja celina) di Šolochov sono pubblicate nel 1933, seguite nel 1937 dell‟edizione francese prodotta in Urss.174

Nell‟Italia del Ventennio invece, anche quando gli intellettuali e gli specialisti hanno potuto rilevare l‟interesse e la novità letteraria di opere al centro del canone (politico e letterario) dominante in Unione Sovietica ma sgradito all‟ideologia della dittatura fascista, non si è verificato alcun riscontro nella produzione editoriale. Nel 1928 per esempio, Lo Gatto vanta la pioneristica segnalazione in Occidente del romanzo La disfatta (1927) e del suo autore Fadeev, («il cui nome, credo, vien fatto per la prima volta all‟estero»175), dedicando al romanzo un intero capitolo della sua monografia sulla letteratura russo-sovietica;176 ma a parte qualche brano estratto, il romanzo verrà pubblicato in traduzione italiana solo nel Secondo dopoguerra (1947), mentre già nel 1929 i lettori statunitensi, inglesi e francesi trovano in vendita il romanzo tradotto nelle rispettive lingue.

Nel 1932 Leone Ginzburg pubblica su «Pegaso» un saggio intitolato I

romanzi del piano quinquennale.177 Il russista mostra interesse per i nuovi romanzi della corrente realistica proletaria, argomenta (con implicita polemica) sulla naturalità dell‟evoluzione letteraria che i loro autori perseguono rispetto alla tradizione letteraria russa ottocentesca, con particolare riferimento a Turgenev (ma anche a Gončarov e a Dostoevskij). Ginzburg valuta in termini positivi i romanzi: La

centrale idrica (Gidrocentral′) di Marietta S. Šaginjan, Sot‟ di Leonov, Il Volga sbocca nel mar Caspio (Volga vpadaet Kaspijskoe more) di Pilnjak, Viaggio in un paese che non c‟è ancora (Putešestvie v stranu, kotoroj eščë net) di Vsevolod

Ivanov. In calce all‟articolo Ginzburg inoltre segnala, in un breve profilo degli autori

173 O

RNELLA DISCACCIATI, Per una storia della cultura russo-sovietica: la polemica intorno a Cement di

F. V. Gladkov, «Europa Orientalis», XX (2001), n. 2, p. 72.

174 Nei cataloghi opac francesi, ma non in quelli italiani, si riscontra anche la traduzione italiana di

Podnjataja celina prodotta in Unione Sovietica (M.ŠOLOCHOV, trad. it. Bonifica. Romanzo, Cooperativa Editrice dei Lavoratori esteri dell‟URSS, Mosca – Leningrado 1935); il libro, a quanto mi risulta, non ha avuto circolazione in Italia nel Ventennio.

175 E.L

O GATTO, Letteratura soviettista, cit., p. 61.

176

Cfr. ivi, p. 61-67.

177 L

EONE GINZBURG, I romanzi del piano quinquennale, «Pegaso», dicembre 1932; le citazioni saranno tratte da ID., Scrittori russi, Einaudi, Torino 1948.

50

trattati, le loro opere più significative: I tassi e Il ladro di Leonov; L‟annata nuda di Pilnjak; Il treno blindato 14-69 e I partigiani di Vesevolod Ivanov; Il mutamento e

Kik della Šaginjan. Tre opere segnalate da Ginzburg sono presenti anche nel canone

delle opere modello stilato dalla Clark,178 e due su tre risultano regolarmente tradotte in lingua inglese e francese, ma non nell‟Italia del Ventennio (cfr. Tabella 1). Per quanto riguarda le opere non comprese nel canone Clark, non risultano tradotti né in inglese né in italiano i tre romanzi sopra citati della Šaginjan, i romanzi I tassi di Leonov e Viaggio in un paese che non c‟è ancora di Vsevolod Ivanov. Si registrano tuttavia le seguenti edizioni in lingua inglese: L‟annata nuda (1928) e Il volga

sbocca nel mar caspio (1932) di Pilnjak, Il ladro di Leonov (1931).179 Nell‟Italia del Ventennio non è stata tradotta nessuna delle opere di cui sopra, nonostante l‟interesse, l‟apprezzamento critico, e l‟effettiva divulgazione operata da Ginzburg,