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Il Sistema del Microcredito Italiano

IL MICROCREDITO IN ITALIA

3.4 Il Sistema del Microcredito Italiano

3.4.1 Caratteri Introduttivi

Indipendentemente dagli organismi a cui l’Ente si rivolge, la strada perseguita rimane quella di sviluppare programmi di collaborazione che favoriscano i microimprenditori e persone in difficoltà. Il panorama italiano delle istituzioni o delle organizzazioni che si muovono nella stessa direzione comprende le pubbliche amministrazioni, le banche, i confidi, le università, le camere di commercio, così come associazioni e fondazioni236. Dopo avere spiegato l’evoluzione normativa del microcredito in Italia, è necessario adesso valutare quale sia la sua effettiva attuazione e descrivere l’operato del sistema microcredito in modo da evidenziarne i risultati e le prospettive di sviluppo.

Per quanto riguarda l’elenco degli operatori detenuto dalla BdI, ad aprile 2017 gli enti che svolgono attività di microcredito ai sensi della disciplina sono solamente undici; di seguito la lista in ordine di matricola237:

1- Microcredito per l’economia civile e di comunione Soc. Coop. - Mecc Soc. Coop. 2- Ottavio Sgariglia Dalmonte S.R.L

3- Fidipersona Società Cooperativa 4- Microcredito Italiano S.P.A

5- Società Finalizzata allo sviluppo della Cooperazione 6- Microcredito di solidarietà S.P.A

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Ente Nazionale per il Microcredito (2016), Ente, Evoluzione, Funzione in Speciale Microfinanza, Roma

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Ente Nazionale per il Microcredito (2016), Ente, Evoluzione, Funzione in Speciale Microfinanza, Roma

85 7- MAG238 2 Finance Società Cooperativa

8- MAG 6 Società Cooperativa 9- MAG Firenze Società Cooperativa 10-Mikro Capital S.P.A

11-Sofina S.R.L

Per evitare di perdere la capacità del Fondo di Garanzia di smuovere il mercato del credito, è stato data facoltà di accedervi “alle banche iscritte all’albo di cui all’art 13

del TUB e agli intermediari finanziari, iscritti nell’albo di cui all’articolo 106 del

medesimo TUB”grazie all’art.1 lettera a) del D.M del Ministero dello Sviluppo del 18 marzo 2015239. L’elenco infatti fino al 5 marzo 2016 risultava essere vuoto ed il rischio conseguente era di non utilizzare i fondi destinati al microcredito.

Il 6 Marzo 2016 Il Fatto Quotidiano ha rilasciato un’intervista fatta ad Andrea Limone, amministratore delegato di Permicro, la prima società italiana del settore ma iscritta all’albo degli intermediari finanziari: “Il decreto del 2014, che ha attuato il nuovo articolo 111 del Tub, prevede eccessive limitazioni sui tassi di interesse, sulla percentuale di finanziamenti da erogare alle famiglie rispetto a quelli dati alle imprese e sulle caratteristiche delle aziende beneficiarie, che per esempio devono essere nate da meno di cinque anni. Con queste regole e senza incentivi, iscriversi al nuovo elenco per noi è improponibile. Potranno farlo solo gli enti che svolgono l’attività non in un’ottica di sostenibilità, ma con un’impostazione “caritatevole”, facendo leva sul lavoro volontario e sul supporto di fondazioni e banche locali e accontentandosi di livelli di restituzione bassi”240

. Ciò implica che le istituzioni che vogliono erogare microcredito con una strategia sostenibile nel lungo periodo non possono iscriversi all’albo, preferiscono dunque operare seguendo altre normative quali quelle che disciplinano le istituzioni bancarie, finanziarie o confidi.

PerMicro per esempio è nata nel 2007 a Torino e si è iscritta all’albo degli intermediari finanziari art. 106 del TUB. Nonostante il fatto che sia la prima società in Italia per

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Le Mutue di Autogestione svolgono su tutto il territorio nazionale un ruolo sociale importante nell’ambito della finanza etica, non solo per le migliaia di soci compartecipi e i finanziamenti effettuati, ma anche sotto il profilo della formazione, della cultura e dell’assistenza tecnica all’avvio ed allo sviluppo di enti non profit che perseguono il medesimo fine.

239Ministero dello Sviluppo Economico MISE (2015), Decreto del 18/03/2015, pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale della Repubblica Italiana il 11/05/2015, Roma

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Ilfattoquotidiano (2016), la nuova legge costringe gli operatori a lavorare in perdita. Così l’albo degli intermediari resta vuoto, Microcredito, Brusini C: www.ilfattoquotidiano.it

86 microcrediti concessi (14.000), abbia un totale erogato di 94 milioni di euro, abbia contribuito alla generazioni di 4.400 posti di lavoro, supportato direttamente la parte più fragile della popolazione, aiutando giovani (52% delle imprese sono startups), donne, stranieri residenti (44% dei microcrediti impresa e 92% dei microcrediti famiglia sono verso migranti), continua oggi a non iscriversi all’elenco degli operatori di microcredito241.

Per quanto riguarda la situazione italiana del settore del microcredito, l’Ente Nazionale per il microcredito ha sviluppato un'analisi in termini di numerici242: tra il 2011 e il 2014 sono stati erogati microcrediti per oltre 370 milioni di euro, di cui 277 con finalità produttive, cioè diretti alla microimprenditorialità o ad iniziative economiche.

Le persone che grazie a tali finanziamenti hanno potuto intraprendere un’attività lavorativa sono 14.000, cioè ogni operazione di microcredito ha contribuito a generare in media 2.43 posti di lavoro creandone in totale 34.000, ma la domanda è stata superiore alla possibilità di offerta del sistema. Il numero di occupazioni potenziali determinato dall’Ente è infatti superiore a 98.000 nel periodo di riferimento e il credito medio necessario alla creazione di un lavoro è di 8.100 euro.

Soffermandosi sul 2014, l’Ente ha individuato una crescita dei prestiti concessi rispetto agli anni precedenti, esclusivamente nell’anno in questione sono stati erogati 147 milioni di euro in microcrediti a fronte dei 102.3 del 2013 e dei 63.1 del 2012.

L’ammontare dei finanziamenti con finalità sociale è pari a quello con scopo produttivo, ma la domanda di microcredito del primo è stata soddisfatta per il 71% mentre per il secondo solamente per il 32%. La normativa di dettaglio sia dei Ministeri di Economia e delle Finanze che dello Sviluppo Economico è stata emanata nell’autunno del 2014, quindi in quell’anno non esisteva ancora un ruolo specifico per gli operatori di microcredito e le banche hanno perciò giocato un ruolo importante in 9 iniziative su 10, ma oltre metà delle iniziative ha avuto come partner anche un ente pubblico.

È da sottolineare il contributo di straordinario valore che gli enti religiosi, il terzo settore, le università e le fondazioni hanno portato alla causa partecipando in circa un terzo delle operazioni svoltesi.

L’Ente prosegue nella sua analisi sostenendo che il trend dell’operatività del microcredito è in forte crescita, attraverso l’aggiornamento dei dati a novembre 2016, è

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Pascucci G. (2016), Microcredito, la finanza etica riparte da qui per competere con i big-player, Corriere della Sera

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Ente Nazionle per il Microcredito (2016), I Dati del Microcredito in Italia, in Rivista Microcredito, Roma

87 stato infatti previsto che saranno stipulati oltre 200 nuove convenzioni con soggetti bancari. Ciò significa avere un tetto di erogazione pari a 700 milioni di euro. È stato ritenuto che tale ammontare sia in grado di coprire il fabbisogno annuo italiano di microcredito, la possibilità di generare occupazione è quindi molto elevata.

3.4.2 Le Mutue di Autogestione

Dall’elenco degli operatori di microfinanza sopra riportato, si nota che 3 enti su 9 sono MAG. MAG è l’acronimo di Mutua di AutoGestione, si tratta di cooperative finanziarie che operano secondo criteri di solidarietà, reciprocità, eticità e trasparenza. Guardando all’evoluzione della finanza etica in Italia si risale fino al 1978, anno in cui nacque la prima MAG con sede a Verona. L’obiettivo era raccogliere risparmio tra i soci della cooperativa al fine di investire in progetti sociali che avessero come risultato un miglioramento del territorio in termini ambientali e territoriali. Le MAG sono infatti molto legate all’area in cui operano, la loro attività è concentrata prevalentemente o esclusivamente su di esso243.

Dopo l’esperienza positiva di Verona nascono la MAG di Venezia, di Reggio Emilia, di Milano, in Piemonte e le due più recenti a Roma e Firenze.

È importante sottolineare che queste organizzazioni non svolgono attività di beneficenza, rientrano invece nella categoria delle imprese finanziarie, avendo la capacità di sostenere l’attività nel proprio mercato di riferimento. Le MAG non concedono finanziamenti a fondo perduto, effettuano invece del credito strutturato in modo tale da non mettere in difficoltà coloro che ne devono beneficiare, nella logica e nello spirito del microcredito.

Così come operano i grandi istituti bancari, nel momento in cui vengono rilasciati dei prestiti le MAG effettuano delle valutazioni. Quest’ultime hanno però un obiettivo diverso da quello delle banche: mentre gli istituti finanziari si soffermano sulle capacità dei debitori o sulle loro garanzie, le MAG verificano principalmente l’impatto sociale ed ambientale del progetto da realizzare e la relazione o il rapporto di fiducia instaurato con i soci.

I settori d’intervento delle Mutue di Autogestione hanno di mira progetti di inserimento di persone svantaggiate o di disabili all’interno del mondo del lavoro. La solidarietà

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88 sociale portata avanti da queste organizzazioni non solo riguarda i minori, gli anziani e gli immigrati, ma si occupa anche di sostenere l’artigianato e il commercio equo. A fianco dell’aiuto alle fasce di popolazione in difficoltà, le MAG promuovono la raccolta differenziata e il riciclaggio di rifiuti. L’attenzione all’ambiente è riscontrato da un lato nella promozione delle energie rinnovabili, dell’agricoltura biologica, dall’altro dalla cura dell’alimentazione, della medicina e delle terapie naturali.

Inoltre le Mute si occupano di intraprendere attività culturali che appoggiano l’arte, l’informazione, la cultura e il turismo.

A sottolineare la sostenibilità dell’attività, nel proprio sito internet MAG Firenze riporta che il tasso di sofferenze, cioè di prestiti non restituiti, nella finanza etica e nelle Mutue di Autogestione si attesta tra 0 e l’1%, mentre quello delle banche oscilla tra l’8 e il 10%244.

Le MAG sono infatti Cooperative autorizzate dalla Banca d’Italia allo svolgimento di operazioni finanziarie, aventi l’obbligo di attenersi alle regole degli operatori di finanza mutualistica e solidale disciplinate dall’articolo 16 presente nel Decreto Ministeriale n.176 del 17 ottobre 2014245.

Il D.M definisce operatori di finanza mutualistica quei soggetti costituiti in forma di cooperativa a mutualità prevalente246 che sono iscritti all’elenco determinato dall’articolo 111 del TUB. L’articolo 16 continua spiegando che lo statuto di tali cooperative deve prevedere che247:

a) i partecipanti al capitale, i dipendenti e i collaboratori della cooperativa siano esclusivamente soci

b) l’assemblea dei soci abbia la competenza esclusiva di deliberare sulle scelte strategiche e gestionali dell’organizzazione

c) siano resi pubblici i nominativi dei partecipanti al capitale, l’ammontare dei finanziamenti concessi e la natura dei beneficiari

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MAG Firenze; un pò di storia: www.magfirenze.it

245

Ministero Economia e Finanze MEF (2014), Decreto n. 176 del 17/10/2014, articolo 16, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 1°/12/2014, Roma

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Codice Civile e Leggi Complementari (2012), Cooperativa a mutualità prevalente, Giuffré Editore, Milano

1) svolgono la loro attività prevalentemente in favore dei soci, consumatori o utenti di beni o servizi 2) si avvalgono prevalentemente, nello svolgimento della loro attività, delle prestazioni lavorative dei soci 3) si avvalgono prevalentemente, nello svolgimento della loro attività, degli apporti di beni o servizi da parte dei soci

4) si iscrivono in un apposito albo presso il quale depositano annualmente i propri bilanci.

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Ministero Economia e Finanze MEF (2014), Decreto n. 176 del 17/10/2014, articolo 16 comma 1,

89 d) la società non abbia scopo di lucro e non possano essere distribuiti dividendi in misura superiore al tasso di inflazione dell’anno di riferimento

e) per ogni finanziamento rilasciato sia condotta una valutazione sull’impatto socio ambientale che abbia la stessa importanza di quella economica

Nel secondo comma dell’articolo è prevista una deroga agli articoli 1 e 4 che permette agli operatori di finanza mutualistica di concedere credito ai soci con fini di autoimpiego o per sostegno alle microimprese per un massimo di 75.000 euro per finanziamento, contro i 25.000 massimo 35.000 euro previsti dal D.M. È inoltre concesso sia un tempo di rimborso di 10 anni, contrariamente ai 7 previsti per gli operatori normali, sia un limite al Tasso Effettivo Globale applicato ai finanziamenti più stringente.

Per la restante parte di avvità, le regole che le cooperativa a mutualità prevalente devono seguire sono le stesse degli altri operatori di microcredito iscritti all’elenco di cui all’articolo 111 del TUB248

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Nel caso di MAG Firenze le operazioni che sono messe in atto, mirano anzitutto a supportare le realtà di microcredito presenti sul territorio fiorentino, ma anche a favorire la nascita di ulteriori esperienze. La cooperativa è il punto cardine attorno al quale ruota la finanza etica a Firenze, se rispondenti ai requisiti della cooperativa infatti, le realtà territoriali di microcredito hanno l’appoggio finanziario della MAG. L’obiettivo è erogare prestiti a piccole imprese, attività artigianali e associazioni che operano nei settori dell’economia solidale e della sostenibilità ambientale, accompagnandole in un percorso formativo che permette loro di acquisire le competenze necessarie per l’autogestione249

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