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Il sistema di giustizia e le pene alternative

3. La ricerca in ambito vittimologico

3.7 Il sistema di giustizia e le pene alternative

Abbiamo già avuto modo di riscontrare dalle risposte fornite a domande precedentemente analizzate come il sistema di giustizia non goda, da parte dei nostri intervistati e non solo127, di particolari simpatie. Nello specifico si prende qui in considerazione la risposta degli studenti riguardo all’inasprimento delle pene, questione peraltro già caldeggiata dal 33.1% di coloro che hanno risposto alla domanda numero 13 la quale prevede, tra le risposte possibili, pene più severe al fine di proteggere maggiormente i cittadini dalla criminalità.

Secondo lei, per combattere il crimine, pene più dure

potrebbero essere Frequency Percent Valid Percent

Valid molto utili 116 31,4 31,7

abbastanza utili 160 43,4 43,7 poco utili 79 21,4 21,6 per niente utili 11 3,0 3,0 Total 366 99,2 100,0 Missing 0 3 ,8 Total 369 100,0 Tabella 23

Dalla tabella di frequenza (tabella 23) emerge che la maggior parte di soggetti, pari al 43.7%, si concentra attorno alla modalità di risposta, in base alla quale si ritiene che pene più dure possano essere molto utili, per il 31.7% degli intervistati l’introduzione di pene più dure potrebbero invece essere abbastanza utili, mentre per il 21.6% un inasprimento delle pene sarebbe poco utile.

Possiamo, a questo punto, considerata la ponderosa percentuale di coloro che rispondono diversamente discostandosi dalla media delle risposte, cercare di individuare chi siano i rispondenti e se fra questi vi siano particolari differenze relative, per esempio, al genere di appartenenza o all’età.

Sesso Secondo lei, per combattere il crimine,

pene più dure potrebbero essere maschio femmina Total

32 84 116 molto utili 30,8% 32,1% 31,7% 43 117 160 abbastanza utili 41,3% 44,7% 43,7% 23 56 79 poco utili 22,1% 21,4% 21,6% 6 5 11

Secondo lei, per combattere il crimine, pene più dure potrebbero essere

per niente utili

5,8% 1,9% 3,0%

104 262 366

Total

100,0% 100,0% 100,0%

Tabella 24

Com’è facilmente individuabile nella tabella a doppia entrata (tabella 24), la variabile “sesso” non costituisce una discriminante rispetto alle risposte ottenute e agli orientamenti manifestati dai nostri intervistati. Le differenze tra le due modalità (maschio/femmina) non sono abissali. Se, infatti per il 32.2% delle donne pene più dure potrebbero essere molto utili, queste potrebbero esserlo anche per il 30.8% degli uomini; così pure per quanto concerne la risposta “abbastanza utili” scelta dal 44.7% delle donne e dal 41.4% degli uomini. Infine per l’opzione “poco utili” la distanza tra i due generi si assottiglia maggiormente dato che le donne scelgono questa risposta nel 21.4% dei casi e gli uomini nel 22.1%.

Età in anni compiuti

18 - 29 30 - 44 45 - 54 55 - 64 65 e più Total

29,8% 40,0% 20,0% 33,3% ,0% 30,5% 132 15 5 0 1 153 abbastanza utili 44,1% 42,9% 50,0% ,0% 100,0% 44,0% 72 3 3 1 0 79 poco utili 24,1% 8,6% 30,0% 33,3% ,0% 22,7% 6 3 0 1 0 10 combattere il crimine, pene più dure potrebbero essere

per niente utili

2,0% 8,6% ,0% 33,3% ,0% 2,9%

299 35 10 3 1 348

Total

100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Tabella 25

Se prendiamo in considerazione l’età dei nostri intervistati possiamo giungere ad osservazioni lievemente differenti.

Escludendo la fascia di età che comprende i soggetti con un’età anagrafica superiore ai 65 anni perché solo uno degli studenti dichiara di avere un’età compresa in questo range, possiamo osservare che le maggiori percentuali si riscontrano alla risposta “abbastanza utili”. Il 44.1% dei più giovani, il 42.9% di coloro che rientrano nella fascia d’età tra i 30 e i 44 anni e il 50.0% di coloro che hanno tra i 45 e 54 anni ritengono che pene più aspre possano essere abbastanza utili. C’è però da notare che per quanto riguarda la risposta “molto utili”, la percentuale più alta, pari al 40.0%, si registra nella fascia 30-44 anni. Curioso il caso relativo alla risposta “poco utili”: di primo acchito sembra quasi che la percentuale delle risposte fornite aumenti con l’aumentare dell’età, invece si registra un minimo pari all’8.6% nella fascia tra i 30 e i 44 anni che interrompe questa presunta andatura crescente.

A proposito delle pene alternative il questionario fa esplicito riferimento128 alla mediazione penale129, un istituto afferente alla cosiddetta giustizia riparativa che la Raccomandazione 19(99) del Consiglio d’Europa definisce come un procedimento che consente alla vittima e al reo di partecipare attivamente, se vi aderiscono liberamente, alla soluzione delle difficoltà derivanti dal reato con l’aiuto di un terzo indipendente ossia il mediatore130.

Se le capitasse di diventare vittima di un reato, sarebbe disposto ad incontrare, davanti ad un mediatore ben preparato, la persona che le ha fatto del

male? Frequency Percent Valid Percent

Valid si 201 54,5 54,6

128 In effetti, il quesito, così com’è formulato, avrebbe potuto essere inserito nell’area tematica relativa alle domande

auto-riferite, tuttavia si è scelto di collocarlo in quest’area poiché è volto espressamente ad indagare l’opinione degli intervistati riguardo all’istituto della mediazione penale.

129 Nell’ordinamento italiano, la mediazione penale trova applicazione già da alcuni decenni in ambito minorile con

riferimento agli artt. 9, 27 e 28 del D.P.R. 22 settembre 1988 n. 448 “Approvazione delle disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni”, mentre più di recente, è stata prevista espressamente dall’art. 29 D.Lgs. 28 agosto 2000 n. 274 in relazione ai reati procedibili a querela di parte di competenza del giudice di pace. Si sta attualmente studiando, grazie alla Commissione di studio sulla “Mediazione penale e giustizia riparativa”, la possibilità di applicare la mediazione nell’ambito dell’esecuzione penale di condannati adulti.

no 49 13,3 13,3 non so 118 32,0 32,1 Total 368 99,7 100,0 Missing 0 1 ,3 Total 369 100,0 Tabella 26

Il 54.6% degli studenti, la maggior parte del campione, sarebbe disposto ad incontrare il suo aggressore, mentre solo il 13.3% dichiara espressamente di non essere intenzionato, qualora fosse posto nella condizione di dover scegliere, ad incontrare colui che ha perpetrato un reato a suo danno. Importante porre in evidenza che una buona percentuale, pari al 32.1% degli intervistati, si astiene dal pronunciarsi a favore o contro la mediazione penale optando per la risposta “non so”. Guardiamo adesso alle opinioni espresse dagli studenti per motivare la loro scelta.

per incontrare il colpevole e "dirgli in faccia le cose" per capirne di più per riconoscersi l'un l'altro come persone che soffrono aggredirlo fisicamente favorire l'iter della giustizia altro Se si, perchè? 0 20 40 60 80 100 Count Grafico 8

La maggior parte di fautori, pari al 47.5%, dichiara che sarebbe propensa all’incontro di mediazione per capire di più, quindi probabilmente per comprendere le motivazioni sottostanti all’azione criminale; il 32.0% invece non è mosso da sentimenti umanitari e sostiene che vorrebbe incontrare il reo per avere la possibilità di “dirgli in faccia le cose”, manifestando così il proprio risentimento; il 18.5% ritiene che l’incontro potrebbe consentire il riconoscimento reciproco di persone che soffrono e, infine, c’è anche qualcuno che pensa possa essere un modo per favorire l’iter giudiziario e qualcun altro che ritiene l’incontro di mediazione un’occasione ghiotta per aggredire fisicamente il reo (grafico 8).

ho paura ho sofferto troppo non so come reagirei preferisco andare da un avvocato

non serve altro Se no, perché? 0 10 20 30 40 50

Co

unt

Grafico 9

Gli intervistati che hanno risposto espressamente “no” alla domanda sulla mediazione penale, in netta maggioranza (70.7%), sostengono di essere contrari perché inconsapevoli delle loro possibili reazioni di fronte ad una situazione estremamente delicata, come può essere quella di mediazione. Il resto, in percentuali statisticamente irrisorie, dichiara, in ordine decrescente, di avere sofferto troppo (8.6%) o di preferire l’intervento di un avvocato (8.6%), di aver paura e di ritenere inutile questo strumento di giustizia riparativa (grafico 9).

Questi risultati possono essere ulteriormente commentati se ci riferiamo alla variabile “genere”. Esiste qualche discrepanza nell’atteggiamento in relazione al genere di appartenenza?

Non esiste una differenza sostanziale rispetto all’essere o meno favorevoli alla mediazione penale, in quanto il 57,7% di maschi e il 53,4% di femmine sarebbero disposti ad incontrare, davanti ad un mediatore ben preparato, il loro aggressore, tuttavia bisogna evidenziare come, soprattutto le donne, siano indecise; infatti, il 35,2% di esse, contro il 24,0% dei maschi, non si esprime espressamente rispetto a questa domanda, rispondendo “non so”; un’altra discrepanza possiamo notarla a proposito della risposta “non favorevole alla mediazione”: il 18.3% degli uomini, contro l’11.4% delle donne, non sarebbe disposto ad incontrare il proprio aggressore. Quali le loro motivazioni?

Se no, perchè?

0 10 20 30 40 50 60 70 80

ho paura ho sofferto troppo non so come reagirei preferisco andare da un avvocato non serve altro

Femmina Maschio

Grafico 10

Come possiamo facilmente dedurre dal grafico sopra riportato (grafico 10), la maggior parte del nostro insieme di riferimento (il 72.7% degli uomini e il 69.4% delle donne) non sarebbe disposta ad incontrare la persona che le ha causato una sofferenza perché non sa come reagirebbe alla sua presenza, tuttavia può essere interessante notare come vi sia una differenza di vedute, di sentimenti rispetto alle altre risposte fornite considerando il genere di appartenenza. Le donne sembrano più vulnerabili e maggiormente timorose, infatti, dichiarano, in percentuali uguali (11.1%) di avere paura di fronte ad una eventualità di questo tipo e di avere già sofferto troppo per sottoporsi ad ulteriori stress. Gli uomini, al contrario, non accennano neanche al sentimento della paura e pochissimi (4.5%) si appellano alla sofferenza già patita, temono piuttosto di avere reazioni esagerate nella maggior parte dei casi e il 13.6% di loro preferirebbe rivolgersi ad un legale piuttosto che far ricorso all’istituto della mediazione o, in ogni caso, acconsentire ad un incontro che lo ponga innanzi al proprio aggressore.

Se si, perchè?

0 10 20 30 40 50 60

per "digli in faccia le cose" per capirne di più per riconoscersi l'un l'altro per aggredirlo per favorire l'iter giudiziario altro

Femmina Maschio

Grafico 11

Coloro che invece sarebbero disposti ad incontrare il responsabile del fatto-reato che ha arrecato loro un danno, non abbandonano l’idea della “rivalsa”: il 32.6% di donne e il 30.5% di uomini vorrebbero incontrare il colpevole per “dirgli in faccia le cose” e una sparuta percentuale addirittura “per aggredirlo”, tuttavia entrambi i gruppi ritengono che un incontro potrebbe essere utile soprattutto “per capirne di più”(49.2% maschi, 46.8% donne) (grafico 11).