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DELL’INTEGRAZIONE IN AMERICA LATINA E IN EUROPA

2.3. Il Tribunale Permanente di Revisione del Mercosur

Il Trattato di Brasilia, del dicembre 1991, aveva disciplinato la soluzione delle controversie senza creare alcun organo giudiziario per il Mercosur. Dunque, quando le controversie non venivano risolte mediante un’intesa tra le parti, oppure nell’ambito deliberativo del gruppo stesso, si ricorreva all'arbitrato.

Nei primi dieci anni la maggior parte delle controversie sono state risolte attraverso l’intesa diretta. Tuttavia, il Trattato di Olivos, in vigore dal gennaio 2004, ha istituito una Corte Permanente di Revisione (Tribunal Permanente de Revisão – TPR, in portoghese), che è un organo che esprime pareri sulle istanze d’appello relative alle decisioni arbitrali ad hoc, previste dal Trattato di Brasilia82.

Il nuovo sistema di risoluzione delle controversie presenta significativi progressi in relazione al sistema precedente, tra i quali: a) la creazione di una Corte Permanente di Revisione; b) la comparsa di meccanismi di regolamentazione delle misure compensative; c) la creazione di norme procedurali ispirate al modello dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), quali la determinazione che l'oggetto della controversia sia limitato alla denuncia e all’ impugnazione presentata alla Corte ad hoc; d) l'intervento opzionale del Gruppo Mercato Comune (GMC); e) la possibilità di scegliere il foro; e f) la possibilità di presentare denuncia da parte dei privati.

52 In questo senso, “indubbiamente, la Corte Permanente di Revisione è la più grande innovazione introdotta dal protocollo, perché rappresenta un miglioramento del sistema giudiziario, dando dinamicità al sistema di risoluzione dei conflitti. Il suo avvento implica fondamentalmente il raggiungimento di una maggiore coerenza tra le decisioni emanate dai tribunali arbitrali ad hoc, con la costituzione di una giurisprudenza uniformatrice allo scopo di impedire l'adozione di interpretazioni divergenti nei casi che vengono sottoposti ai tribunali del Mercosur”83. Grazie alla creazione della Corte Permanente si è aperta la possibilità di avere un organo d’integrazione omogenea, impegnato nell’articolazione delle decisioni. Così, anche se ci sono tribunali ad hoc, sarà possibile la creazione di un vero e proprio diritto del blocco latino-americano, consentendo la realizzazione di un orientamento giurisprudenziale che fornirà una maggiore certezza del diritto non solo ai singoli individui ma anche agli Stati membri, mediante l'emissione di un messaggio d’allerta, che serve da diga di contenimento alla loro naturale tendenza all’ unilateralità al momento del sorgere delle controversie.

Le controversie sorte tra gli Stati membri del Mercosur e i paesi terzi devono essere risolte nell’ambito dell'Organizzazione Mondiale del Commercio – OMC. Nei casi di Bolivia e Cile, i conflitti possono essere risolti secondo le norme previste dal regime di risoluzione delle controversie contenute negli accordi di libero scambio con il Mercosur84.

83 Coutinho, K. R. M., Protocolo de Olivos: um novo sistema de solução de controvérsias para o Mercosul, in Avvocato Portal Jurídico, Brasilia, n. 10, set. 2004, 16 pp., p. 5, in: http://www.avocato.com.br/doutrina/ed0010.2004.gui0003.htm [consultato il 27 set. 2016]. 84 Vedi l’artt. 21 e 22 del Protocollo ACE-35, nel caso del Cile, e l’art. 11 del Protocollo Aggiuntivo all’ ACE-36, nel caso della Bolivia.

53 3. DAL SORGERE DELLE COMUNITÀ EUROPEE ALL’AVVENTO DELL’UNIONE EUROPEA

L’aspirazione concreta di creare un’Europa unita e sovranazionale apparve ancora nel corso della Seconda Guerra mondiale, anche come risposta

a tutte le atrocità che venivano commesse85. “Così, nell’agosto del 1941,

Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni concepirono il manifesto di Ventotene, un documento politico che teorizzò la creazione di una struttura federale europea, sul modello degli Stati Uniti d’America (tale concetto fu, peraltro, ripreso da Churchill in un famoso discorso tenuto all’Università di Zurigo nel settembre del 1946)” (corsivi nell’originale)86.

Tuttavia, è certo che in quel contesto, in pieno conflitto militare, non si trovavano le condizioni politiche per portare avanti questa idea. Dopo la fine della guerra, nel 1950, le nazioni europee cercavano un modo di riprendersi ed evitare che un'altra tragedia come quella appena conclusa si accadesse nuovamente. Nel documento passato alla storia con il nome di Dichiarazione Schuman, l'allora Ministro degli Esteri francese Robert Schuman, il 9 maggio

85 Umberto Morelli pone l’attenzione sul fatto che “i progetti di unione dell’Europa risalgono al Medioevo e all’età moderna e sono caratterizzati dall’aspirazione a garantire la pace. Fino all’epoca della Rivoluzione francese venivano concepiti come leghe di monarchi. Kant, con il saggio “Per la pace perpetua” del 1795, introdusse per la prima volta il principio della federazione di popoli associando l’affermazione della democrazia all’interno degli Stati con il superamento dell’anarchia internazionale e quindi della guerra nei rapporti interstatali. Da allora in poi, e fino a oggi, pace e democrazia divennero gli attributi fondamentali dei progetti di unificazione europea, che rimasero, tuttavia, ancora espressione di aspirazione generiche, morali” [Morelli, U., I progetti costituzionali di origine parlamentare nel processo di integrazione europea prima della dichiarazione di Laeken, in La nuova Europa dopo il Trattato

di Lisbona (a cura di Bilancia, P., D’Amico, M.), Ed. Giuffrè, Milano 2009. p. 1].

86 Natale, E., Compendio di diritto dell’Unione europea, Settima edizione, Ed. Maggioli, Santarcangelo di Romagna 2016, p. 18.

54 1950, propose di mettere insieme la produzione francese e quella tedesca di carbone e di acciaio, sotto la gestione di un’Alta Autorità comune, con la possibilità di adesione da parte degli altri paesi europei, al fine di cambiare “il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime"87-88-89.

Il trattato istitutivo della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA), firmato il 18 aprile 1951, attraverso il quale sei Stati europei (Francia, Italia, Repubblica Federale Tedesca, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi) hanno deciso di mettere sotto controllo di un’autorità comune questo settore produttivo (quello del carbone e dell’acciaio), rappresentò un’importante limitazione della loro sovranità ed è considerato, per questo motivo, l’atto fondativo delle Comunità Europee90.

87 Clergerie, J. L., Gruber, A., Rambaud, P., L’Union européenne, Nona edizione, Ed. Dalloz, Parigi 2012, p. 47.

88 Unione europea, Informazioni essenziali sull’UE, Dichiarazione Schuman – 9 maggio 1950, in: https://europa.eu/european-union/about-eu/symbols/europe-day/schuman-declaration _it [consultato il 29 set. 2016].

89 Robert Schuman, insieme a Jean Monnet, Alcide De Gasperi, Altiero Spinelli, Joseph Bech, Konrad Adenauer, Paul-Henri Spaak, sono i sette principali personaggi politici tra quelli che sono considerati i “Padri Fondatori” della costruzione europea (Draetta, U., Elementi di diritto

dell’Unione europea: parte istituzionale, ordenamento e struttura dell’Unione europea, Quinta

edizione, Ed. Giuffrè, Milano 2009, p. 5).

90 Guerra Martins, A. M., Manual de direito da União europeia, Ed. Almedina, Coimbra 2014, pp. 72-3.

55 Il 25 marzo 1957 furono firmati i Trattati di Roma che istituirono la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità europea dell'energia atomica (Euratom)91-92.

Il 18 aprile 1965 fu stipulato il c.d. Trattato di fusione, con l’obiettivo di istituire un consiglio e una commissione unica delle Comunità europee. Il 22 aprile 1970 fu firmato il Trattato di Lussemburgo, che ampliava i poteri del Parlamento europeo, che passò a disporre della prerogativa di respingere il bilancio, e stabiliva l’autonomia finanziaria della Comunità europea93.

All’inizio degli anni ’80, cominciano a emergere iniziative volte ad accelerare il processo di unificazione politica europea “espressa in relazione alla necessità di un’impostazione globale dei problemi posti dalla costruzione europea e di quelli che l’Europa avrebbe dovuto affrontare all’esterno,

91 Il trattato CEE prevedeva la creazione di un mercato comune, di un'unione doganale e di

politiche comuni. Gli articoli 2 e 3 del trattato affrontavano direttamente queste tre questioni,

affermando che la missione primaria della comunità era quella di creare un mercato comune e specificando le azioni che dovevano essere intraprese per portare avanti questi obiettivi (Caramelo Gomes, J., Lições de direito da União europeia, Ed. Almedina, Coimbra 2009, pp. 88-90).

92 L’art. 2 del Trattato, nella versione originaria del 1957 (CE57), prevedeva: “La Comunità ha il compito di promuovere, mediante l'instaurazione di un mercato comune e il graduale ravvicinamento delle politiche economiche degli Stati membri, uno sviluppo armonioso delle attività economiche nell'insieme della Comunità, un'espansione continua ed equilibrata, una stabilità accresciuta, un miglioramento sempre più rapido del tenore di vita e più strette relazioni fra gli Stati che ad essa partecipano” (Leclerc, S., Les institutions de l’Union

européenne, Sesta edizione, Ed. Gualino, Issy-Ies-Moulineaux 2016, pp. 24-5).

93 Le elezioni dirette per il Parlamento europeo si svolgono soltanto a partire dal giugno 1979, come deciso dalla Conferenza del vertice di Parigi, tenutasi nel 1974, e corroborata da una riunione a Bruxelles il 20 settembre 1976. [Edwards, G., Walton, A. M., Il dibattito nel Regno Unito sulle elezioni dirette del Parlamento europeo, in I partiti e le elezioni del Parlamento

europeo: interessi nazionali ed europei a confronto (a cura di Bonvincini, G., Solari, S.), Ed.

56 assicurando coesione e sviluppo all’attività della Comunità ed ai lavori relativi alla cooperazione politica. Nel rapporto redatto dal primo ministro belga Leo Tindemans si sosteneva l’opportunità della graduale inclusione della politica estera, della difesa e della tutela dei diritti dell’uomo nella sfera di competenza dell’Unione europea, attraverso la definizione di una posizione comune ed il contributo specifico dell’Unione alle finalità proposte” (corsivi nell’originale) 94-95.

Un altro passo molto importante per l’integrazione politica europea è stato realizzato con l’acquis di Schengen, che prevede l’eliminazione dei controlli alle frontiere comuni, trasferendoli alle frontiere esterne, e una cooperazione giudiziaria e di polizia rafforzata per la lotta alla criminalità, il c.d. Sistema di informazione Schengen (SIS). L'Accordo di Schengen, firmato il 14 giugno 1985, inizialmente dagli Stati del Benelux, dalla Germania e dalla Francia è stato ampliato negli anni ’90 con l’adesione da parte di Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Austria, Danimarca, Finlandia e Svezia. Il Trattato

94 Orsello, G. P., Ordinamento comunitario e Unione europea, Settima edizione, Ed. Giuffrè, Milano 2006, p. 62.

95 Il piano è stato approvato, con varie modifiche, dopo quasi due anni dalla sua presentazione, come Dichiarazione Solenne sull’Unione europea, durante il Consiglio europeo di Stoccarda del 17-19 giugno 1983.

57 di Amsterdam, entrato in vigore il 1º maggio 1999, ha incorporato il sistema Schengen nell'ambito dell'Unione europea96-97.

Il 7 febbraio 1992 è stato firmato il Trattato di Maastricht, entrato in vigore il 1° novembre 1993, che istituisce l’Unione europea ideata sulla base di quella che in seguito sarebbe stata denominata la dottrina dei “tre pilastri”: le tre comunità europee (la CEE, che diventa soltanto Comunità europea – CE), l’Euratom e la CECA, il cui trattato sarebbe scaduto nel 2002) costituivano il c.d. Primo Pilastro; la politica estera e di sicurezza comune (PESC), disciplinata dal suo titolo V, era il Secondo Pilastro; e la cooperazione nei

96 Con la c.d. “comunitarizzazione”, l’acquis di Schengen diventa diritto dell’Unione europea, vincolante per i nuovi Stati aderenti sin dalla data dell’adesione. A Regno Unito e Irlanda, che non avevano partecipato agli accordi di Schengen, è stato attribuito il diritto di richiedere di partecipare in tutto o in parte all’acquis. I due paesi hanno conservato, inoltre, la prerogativa di decidere di volta in volta se partecipare agli atti di sviluppo degli accordi. Alla Danimarca, che era firmataria ma si era opposta alla “comunitarizzazione”, è assicurata la capacità, in caso di aggiornamento, di decidere, entro sei mesi, se accettarlo o meno. In caso negativo, gli Stati partecipanti alla “cooperazione rafforzata” dovranno decidere le misure appropriate (Fiamingo, C., Giunchi, E., Muri, confini, passaggi: studi storico-politici e prospettive

giuridiche, Ed. Giuffrè, Milano 2009, pp. 248-50). Nello stesso senso, cfr. Lang, A., Giustizia

e affari interni, in Trattato di diritto amministrativo europeo (a cura di Chiti, M. P., Greco, G.), Parte Speciale, t. II, Seconda edizione, Ed. Giuffrè, Milano 2007, pp. 1154-62.

97 Al 2016, lo Spazio Schengen comprende 26 paesi che applicano l'acquis di Schengen: i 22 Stati membri dell'Unione europea e quattro Stati associati (Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein). Unione europea, L’acquis di Schengen - 1º maggio 1999, in: https://www.consilium.europa.eu/uedocs/cmsUpload/SCH.ACQUIS-IT.pdf [consultato il 3 ott. 2016].

58 settori della giustizia e degli affari interni (CGAI), contemplata dal titolo VI, formava il Terzo Pilastro98-99.

Il 13 dicembre 2007 è stato firmato il Trattato di Lisbona, ideato per apportare ampie modifiche al Trattato sull'Unione europea (TUE) e al Trattato che istituisce la Comunità europea (TCE), in virtù della non approvazione del progetto di Costituzione europea da parte di Francia e Olanda nel 2005.

Il Trattato di Lisbona aggiunge al cosiddetto Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) – stipulato con il compito di sostituire il Trattato che istituisce la Comunità europea (TCE) – la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e il Trattato Euratom, inoltre abolisce i c.d. "pilastri", provvede alla ripartizione delle competenze tra Unione e Stati membri, e rafforza il principio democratico e la tutela dei diritti fondamentali. Oltre a ciò, riprende la vecchia nomenclatura per gli atti dell'Unione, i “regolamenti” e le “direttive”, che erano diventate "leggi europee" e "leggi quadro europee", e passa ad applicare il voto a maggioranza qualificata per la maggior parte degli atti legislativi da approvare in sede di Consiglio dell'Unione europea e nel Consiglio europeo – un altro importante cambiamento apportato con l’obiettivo di incorporare al diritto primario europeo gran parte delle innovazione contenute nella Costituzione europea100.