3 LA MODULAZIONE NELL’ HEALTH CHECK DELLA PAC: EFFETTI NAZIONALI E REGIONAL
3.4 Gli effetti della nuova modulazione in Italia
3.4.2 L’ impatto sulla dotazione finanziaria dei PSR delle regioni italiane
Nella tabella 3.14 viene riportato il prelievo complessivo della nuova modulazione ripartito per regione per tutto il periodo di programmazione 2007-‐2013. Nel complesso, le risorse tagliate sono pari a 928 milioni di euro.
Tabella 3.14 Prelievo della nuova modulazione in Italia nel periodo 2007-‐2013 (mio. Euro) 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2007-‐2013 Piemonte 11,6 11,6 16,5 18,9 21,2 23,5 23,5 126,7 Valle D'Aosta 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 Lombardia 17,4 17,4 24,5 28,0 31,5 35,0 35,0 188,7 Bolzano 0,0 0,0 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,4 Trento 0,2 0,2 0,3 0,3 0,3 0,4 0,4 2,0 Veneto 9,5 9,5 14,1 16,0 17,9 19,8 19,8 106,5
Friuli Venezia Giulia 1,4 1,4 2,0 2,3 2,6 2,9 2,9 15,6
Liguria 0,1 0,1 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2 1,2 Emilia Romagna 6,0 6,0 8,9 10,1 11,3 12,5 12,5 67,3 Toscana 3,8 3,8 5,3 6,1 6,9 7,6 7,6 41,2 Umbria 3,0 3,0 4,3 4,9 5,5 6,1 6,1 32,8 Marche 1,2 1,2 1,8 2,0 2,3 2,5 2,5 13,5 Lazio 3,6 3,6 5,1 5,9 6,6 7,3 7,3 39,5 Abruzzo 0,7 0,7 0,9 1,1 1,2 1,3 1,3 7,2 Molise 0,6 0,6 0,8 0,9 1,0 1,1 1,1 6,0 Campania 1,2 1,2 1,7 1,9 2,1 2,4 2,4 12,7 Puglia 8,8 8,8 12,4 14,1 15,9 17,6 17,6 95,1 Basilicata 1,8 1,8 2,5 2,9 3,3 3,6 3,6 19,6 Calabria 6,4 6,4 9,3 10,6 11,9 13,2 13,2 71,0 Sicilia 4,5 4,5 6,3 7,2 8,1 9,0 9,0 48,6 Sardegna 3,0 3,0 4,2 4,8 5,4 6,0 6,0 32,5 Italia 84,8 84,8 121,2 138,2 155,1 172,1 172,1 928,2
Fonte: elaborazioni su dati AGEA, 2008
Riguardo alle possibili ipotesi sulla utilizzazione del gettito, bisogna ricordare che, in realtà, l’ammontare complessivo di risorse che torna al nostro paese è superiore al taglio originale, con un bilancio netto positivo del processo attivato dalla modulazione (pari a 281,5 milioni di euro, già incamerato nei PSR in quanto è il frutto della modulazione di base). Partendo, dunque, dall’ammontare di risorse complessivamente destinato all’Italia, pari a circa 1.200 milioni di euro, si sono simulati gli effetti del trasferimento della dotazione aggiuntiva alle regioni (tabella 3.15). Nella tabella sono riportati i dati relativi al taglio subito e alla distribuzione delle risorse recuperate attraverso la modulazione, messi a confronto con la dotazione regionale dei PSR (che contiene già la modulazione di base). La modulazione di base, redistribuita tra le regioni in base alla distribuzione dei fondi del PSR, comporta un aumento della dotazione finanziaria dei PSR del 10,5%. Con la nuova modulazione, la percentuale a livello nazionale sale al 14%, con una oscillazione tra regioni intorno a questo valore, che va dal 10,6% della Valle D’Aosta (ma anche il 10,9% della Liguria e della Campania) al 23,5% della Lombardia. Interessante è anche considerare l’ultima colonna della tabella 3.15, in cui si riporta il rapporto tra l’envelope e la dotazione del PSR. Essendo l’envelope la parte di risorse destinata alle nuove sfide, senza un intervento a carattere redistributivo di queste risorse le stesse nuove sfide avrebbero una dotazione finanziaria a disposizione molto diversa da regione a regione. A questo proposito, sono state ipotizzate due diversi criteri di distribuzione di queste risorse, pari a circa 335 milioni di euro, nei PSR regionali (tabella 3.16): il primo ricalca il taglio stesso della modulazione (criterio “federalista”), il secondo la distribuzione dei fondi per il PSR (criterio “solidale”). Naturalmente il dato medio nazionale, pari a 3,9% di incremento di risorse, si distribuirà in modo molto diverso tra le regioni a seconda dei due criteri adottati.
Tabella 3.15 Impatto delle risorse aggiuntive provenienti dalla modulazione sui PSR in Italia, 2007-‐2013
Taglio Totale PSR con Mod. base/ PSR con Mod. totale/ Envelope/
subito redistribuito mod. base PSR mod. totale PSR PSR
(mio euro) (mio euro) (mio euro) % (mio euro) % %
Piemonte 126,7 87,1 394,5 10,5 440,1 19,8 10,4 Valle D'Aosta 0,1 5,5 52,2 10,5 52,2 10,6 0,1 Lombardia 188,7 108,8 395,9 10,5 463,1 23,5 14,5 Bolzano 0,4 10,7 100,7 10,5 100,8 10,6 0,1 Trento 2,0 15,2 137,6 10,5 138,3 11,0 0,5 Veneto 106,5 82,3 402,5 10,5 442,5 18,6 9,0
Friuli Venezia Giulia 15,6 17,1 108,8 10,5 114,5 15,0 5,0
Liguria 1,2 11,6 106,0 10,5 106,4 10,9 0,4 Emilia Romagna 67,3 68,5 411,3 10,5 436,6 15,7 5,8 Toscana 41,2 53,4 369,2 10,5 383,8 13,9 3,8 Umbria 32,8 47,1 334,4 10,5 346,3 13,6 3,4 Marche 13,5 26,1 202,3 10,5 207,2 12,6 2,3 Lazio 39,5 44,5 288,4 10,5 302,6 14,7 4,7 Abruzzo 7,2 20,3 168,9 10,5 171,5 11,9 1,5 Molise 6,0 11,1 85,8 10,5 87,9 12,7 2,4 Campania 12,7 118,4 1.082,3 10,5 1.086,9 10,9 0,4 Puglia 95,1 123,2 851,3 10,5 885,0 13,9 3,8 Basilicata 19,6 46,1 372,7 10,5 379,6 12,1 1,8 Calabria 71,0 91,5 623,3 10,5 649,2 14,1 4,0 Sicilia 48,6 144,4 1.211,2 10,5 1.228,3 11,8 1,4 Sardegna 32,5 69,4 551,3 10,5 562,7 12,3 2,0 Italia 928,2 1.202,3 8.250,6 10,5 8.585,4 14,0 3,9
Tabella 3.16 L'envelope per le nuove sfide della PAC in Italia
distribuzione envelope envelope/PSR
modulazione SR modulazione SR
(mio euro) (mio euro) (%) (%)
Piemonte 45,6 16,0 10,4 3,6 Valle D'Aosta 0,0 2,1 0,1 4,1 Lombardia 67,2 16,1 14,5 3,5 Bolzano 0,1 4,1 0,1 4,1 Trento 0,7 5,6 0,5 4,0 Veneto 40,0 16,3 9,0 3,7
Friuli Venezia Giulia 5,7 4,4 5,0 3,9
Liguria 0,4 4,3 0,4 4,0 Emilia Romagna 25,3 16,7 5,8 3,8 Toscana 14,6 15,0 3,8 3,9 Umbria 11,9 13,6 3,4 3,9 Marche 4,9 8,2 2,3 4,0 Lazio 14,2 11,7 4,7 3,9 Abruzzo 2,6 6,9 1,5 4,0 Molise 2,1 3,5 2,4 4,0 Campania 4,6 43,9 0,4 4,0 Puglia 33,7 34,5 3,8 3,9 Basilicata 6,9 15,1 1,8 4,0 Calabria 25,9 25,3 4,0 3,9 Sicilia 17,1 49,1 1,4 4,0 Sardegna 11,4 22,4 2,0 4,0 Italia 334,8 334,8 3,9 3,9
Fonte: elaborazioni su dati AGEA, 2008
3.5 Conclusioni
All’interno del processo di revisione dell’Health Check, lo strumento della modulazione si presenta come uno degli elementi maggiormente in grado di connotare l’evoluzione della PAC nel prossimo futuro, e ciò nonostante il suo ridimensionamento dalla sua versione definitiva, intervenuti soprattutto sulla componente progressiva. Tale affermazione si regge su almeno tre ordini di considerazioni: in primo luogo, perché la modulazione ha rappresentato nel passato, e continua a rappresentare oggi, il principale mezzo con il quale reperire risorse per il potenziamento del II pilastro della PAC; in secondo luogo, perché essa, al di là di come si è conclusa la trattativa, continua a presentarsi come un meccanismo fortemente spendibile nei rapporti politici tra Commissione e Stati membri; infine, ma non ultimo per importanza, per il forte legame che è stato creato tra il potenziamento di questo strumento e l’evoluzione delle aspettative della collettività nei confronti dell’attività agricola.
Rispetto al primo punto individuato, va ricordato che contestualmente al processo di revisione della PAC è stata avviata anche la discussione sulla prossima revisione di bilancio 2008/09, nell’ambito della quale verranno definiti i nuovi orientamenti per la futura politica di spesa dell’Unione, all’interno della quale è assai difficile che la PAC nel suo complesso (I e II pilastro) possa spuntare incrementi di dotazione, essendo piuttosto probabile un suo
ridimensionamento (Pupo D’Andrea, 2007; De Filippis, 2007; Esposti, 2007). In tale contesto, il più volte richiamato potenziamento della dotazione a sostegno dello sviluppo rurale assume la veste di una questione del tutto interna al settore agricolo, dovendosi basare quasi esclusivamente sul processo di riequilibrio delle risorse assegnate a ciascuno dei due pilastri. Appare quindi evidente che la modulazione, dalla sua prima comparsa in Agenda 2000, nella forma di meccanismo opzionale, ad oggi, come strumento obbligatorio e fortemente orientato a drenare risorse in maniera crescente rispetto alla dimensione del sostegno complessivamente ricevuto, ha finito con l’assumere il ruolo di principale strumento preposto a traghettare risorse dal I al II pilastro.
Il secondo elemento caratterizzante la modulazione, la sua elevata accettabilità, si presenta fortemente connesso al primo. Questo strumento, infatti, si è sempre connotato per due elementi che ne hanno fatto un meccanismo di successo: la tendenza a mantenere la quota preponderante del gettito ottenuto all’interno del medesimo paese che lo ha generato, evitando processi di massiccia redistribuzione delle risorse tra i partner e dunque il rischio di generare forme di netta opposizione; la destinazione delle risorse drenate ad esclusivo vantaggio delle misure del II pilastro, che, da un lato, rappresentano una forma di sostegno più sostenibile agli occhi della collettività, rispetto ai tradizionali strumenti operanti all’interno del I pilastro, dall’altro, si concentrano su interventi la cui gestione è affidata, mediante lo strumento del PSR, direttamente al Paese membro. Infatti, la presenza di uno strumento in grado di intercettare un ammontare, a volte molto consistente, di risorse da una forma di sostegno consolidata, come appunto gli aiuti diretti agli agricoltori, rischia di incontrare notevoli resistenze, soprattutto da parte dei Paesi all’interno dei quali, in ragione della spinta concentrazione nella distribuzione dei pagamenti, il prelievo raggiunge cifre considerevolmente elevate. Ciò spiega, in parte, l’atteggiamento restio assunto di recente da una parte dei Paesi membri, preoccupati da una molteplicità di aspetti, tra i quali soprattutto i maggiori oneri gestionali derivanti dall’incremento della dotazione per i PSR, già varati, e la necessità di reperire ingenti risorse nazionali per il necessario cofinanziamento. Tali resistenze, tuttavia, tendono a sfumare dal punto di vista dei soggetti più vicini agli agricoltori, che vedono con favore il potenziamento di misure gestite ad un livello istituzionale più basso, oltre che maggiormente difendibili agli occhi dell’opinione pubblica. Il terzo tratto caratteristico della modulazione è rappresentato dallo stretto collegamento che, fin dalla prima versione del 1999, è stato presente tra drenaggio ottenuto e raggiungimento degli obiettivi della PAC più vicini alle esigenze sociali. Così, in progresso di tempo, il gettito è stato vincolato prima alle cosiddette misure di accompagnamento, poi agli interventi di sviluppo rurale in generale, fino alla decisione di lasciare la parte del gettito derivante dalla modulazione di base a supporto delle misure già programmate all’interno degli attuali PSR e quella derivante dal potenziamento del tasso di prelievo (componente addizionale e progressiva) al raggiungimento delle cosiddette nuove sfide. In realtà, la disamina delle misure individuate dalla Commissione per la realizzazione di ciascuna delle priorità indicate evidenzia una certa sovrapposizione con molti interventi già operanti all’interno sia del I che del II pilastro (condizionalità, articolo 68, misure agro-‐ambientali e forestali, ecc.). Ciò, al di là dell’opportunità di mantenere uno stretto collegamento tra gli obiettivi della PAC e quelli della politica ambientale, mette in luce una certa debolezza all’interno della visione strategica sul contributo che il settore primario potrebbe fornire al raggiungimento degli obiettivi prioritari individuati (Sardone, 2008).
In sintesi, lo strumento della modulazione, a dieci anni dal suo varo come strumento volontario, ha finito con l’assumere nell’attuale processo di revisione della PAC un ruolo strategico nel riorientamento della spesa messa in campo per il sostegno al settore agricolo. Ciò, sia per la sua capacità di reperire importanti risorse finanziarie, senza alterare in
maniera inaccettabile la distribuzione delle stesse tra paesi e tra beneficiari, sia per la
capacità di ancorare saldamente i risparmi generati a obiettivi di indiscutibile consenso
sociale.
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4 L’ABOLIZIONE DEL SET ASIDE OBBLIGATORIO: LE IMPLICAZIONI AMBIENTALI E GLI