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L’industria armiera e l’export.

La “frammentazione storica della difesa europea e del mercato della sicurezza” parallelamente, costituiscono un impedimento chiave per l'utilizzo più efficace ed

efficiente dei fondi di difesa disponibili”408.

Quella frammentazione, che esiste sia dal lato della domanda(Governi) che dell'offerta (industria), finora leggermente trasformata -e sollecitata al superamento della sua mancata integrazione- attraverso le scelte normative sovranazionali; tuttavia: I recenti sforzi di riforma del panorama normativo europeo della difesa, per diminuire frammentazione e inefficienze associati al mercato europeo della difesa, guidano sicuramente ad un cambiamento di “strategia di acquisizione nella difesa” per gli Stati membri dell'Unione Europea ma ciò, difficilmente può comportare “una strutturale evoluzione della base europea della difesa industriale (…)” poiché il successo di questi sforzi se -dal lato amministrativo- dipenderà “in larga misura dalla volontà e dalla capacità della Commissione europea di far rispettare le nuove direttive e limitare le esenzioni applicate dagli Stati membri”409, dal lato delle esternalità (potremmo dire della ‘filiera’ della corruzione e di quella delle inefficienze) prodotte dal sistema, i risultati dipenderanno dalla volontà e dalla direzione di certe scelte geostrategiche di complesso. Pur tuttavia, Il calo della

404

Cfr. “Defence spending in Europe in light of the economic crisis” Doc. cit.

405

Si Veda:Alessandra Flora ”Difesa: Transparency International, Italia a rischio moderato per

corruzione“del 30 gennaio 2013 http://www.euractiv.it/it/news/istituzioni/6585-difesa-transparency- international-italia-a-rischio-moderato-per-corruzione.html

406

Per vedere una mappa di rischio di corruzione nel mondo secondo Transparency International si veda qui: http://government.defenceindex.org/results/map

407

Si Cfr. “La Spagna in piazza, a Madrid contro l'austerità e la corruzione” 23 febbraio 2013

http://www.rai.it/dl/grr/notizie/ContentItem-14e114e4-fd54-4ad0-a877-867ea1283d05.html?refresh_ce

408

Si Veda: CSIS “European Defense Trends 2012” Doc. cit. Cit. p. 10

409

102

spesa per la difesa europea, combinato con un'apertura della difesa europea al mercato ed al calo della salute finanziaria della base europea della difesa industriale, dovrebbero portare ad una più competitivo ambiente di business…410

Il futuro delle imprese europee della difesa costituirà la <<cerniera>> tra scelte governative, risorse e relazioni geopolitiche, se la loro capacità di compensare il declino di fatturato domestico farà crescere il loro business non europeo411.

Con la caduta della domanda interna le industrie pressano Bruxelles per una maggiore sollecitazione -anche legislativa- all’esportazione. D’altro canto la maggior

parte dei Governi europei supporta la sua industria nella ricerca di nuovi mercati, esteri, per compensare la riduzione degli ordini in patria, nella necessità di

salvaguardare al contempo, impieghi e “viabilità” industriale412.

L’industria delle armi è prosperata negli ultimi dieci anni, in particolare per via

dell’aumento delle spese militari post -9/11413 .

Parametri finanziari rivelano che negli ultimi dieci anni il settore europeo della difesa ha avuto uno sviluppo paritario -anche superiore - rispetto ai suoi coetanei

industriali e commerciali in Europa.414

Le cento più grandi compagnie nel settore415, nel 2011, hanno venduto armi per un valore di 318 miliardi di euro, il 51 % più alto in termini reali dal 2002, ma il 5% in meno rispetto al 2010: il primo declino nelle vendite dal 1990416. Il declino è derivato, oltre che dai tagli ai bilanci militari che hanno colpito le vendite

410

“EuroDefence Trends 2012” Doc. citato. Per una visuale sul valore dell’industria della difesa europea per volume di vendita e/o per settore si vedano le Tabelle 4-5-6 in fondo.

411

E’ previsto che la capacità stessa del mercato della difesa, degli Stati Uniti, nel continuare a servire come motore di crescita per le imprese europee diminuirà. I mercati dell’ America Latina, del Medio Oriente, e dell’ Asia continueranno pertanto a diventare più importanti per le aziende europee della difesa. Si Cfr. Ibidem

412

Cfr. “Guns, debt and corruption” Doc. cit

413

Di recente nel suo discorso tenuto alla Washington National Defense University il presidente Obama ha dichiarato: “La nostra nazione é ancora minacciata dai terroristi", spiegando comunque che le minacce sono cambiate rispetto all'11 Settembre 2001. Secondo Obama, i suoi attacchi effettuati dai droni hanno scoraggiato i militanti da nuove azioni azzardate ed hanno reso gli Stati Uniti una nazione più sicura” Si Veda: ”Usa: Obama, l'uso dei droni e' legale, utile e giusto” del 24 maggio 2013

http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/126069

414

Ciò nonostante, nel 2011, sono apparsi i segni che “il declino nella spesa europea di difesa stia iniziando a coinvolgere la linea di fondo di queste aziende”. Cfr. “EuroDefence Trends 2012” Doc. citato. Cit. p. 9

415

L’industria globale delle armi è dominata dalle compagnie occidentali, con 44 delle 100 più grandi di origine Usa, le quali rappresentano il 60% del fatturato totale delle vendite. Una trentina di compagnie, sono invece europee, di queste, le cinque più grandi nel 2011, hanno ricavato un fatturato per il valore di 74, 8 miliardi di dollari. “Molte di queste compagnie sono rappresentate a Bruxelles o anche si

rappresentano attraverso l’Associazione Europea delle Industrie dell’Aerospazio e della Difesa (ASD), lobby dell’industria d’armamenti”. Si Veda. “Guns, debt and corruption” Doc. cit. Cit. p. 6. Si veda anche il sito dell’ ASD: http://www.asd-europe.org/

416

103

globali di armi in America del Nord ed Europa occidentale, dal differimento dell'acquisizione dei programmi di armi, dal calo delle operazioni militari in Iraq e Afghanistan417 e dall’embargo alle forniture di armi in Libia418. Paradossalmente, nonostante la crisi economica emerge che il budget medio degli equipaggiamenti in Europa, è aumentato del 10% tra il 2006 e il 2010419. Segno che c’è una domanda che viene soddisfatta, quindi sfruttata.

L’elenco delle prime 100 società di produzione di armi420 vede il dominio di aziende americane ed europee, che detengono rispettivamente il 60 e il 29 % del mercato globale. Il gruppo statunitense Lockheed Martin è il numero uno421, con un fatturato di 36,3 miliardi dollari nel 2011, a seguire vi sono Boeing422 (USA), BAE Systems423 britannica, General Dynamics424 (Usa), Raytheon425 (Usa) e Northrop Grumman426

417

Le guerre più costose della storia: in totale sono stati spesi, tra costi economici e sociali fra i 4 e i 6 mila miliardi di dollari. “La maggior parte di quel conto deve ancora essere pagato. (...) Le grandi somme prese in prestito per finanziare le operazioni in Iraq e in Afghanistan potranno anche imporre costi per il servizio del debito a lungo termine sostanziali. (...) L'eredità delle decisioni prese durante la guerre in Iraq e Afghanistan dominerà i futuri bilanci federali per i decenni a venire”. Da Linda J. Bilmes “The Financial Legacy of Iraq and Afghanistan: How Wartime Spending Decisions Will Constrain Future National Security Budgets”, Harvard Kennedy School, marzo 2013; citato in “Guns, debt and corruption” Doc. cit. Cit p. 9

418

Si Veda: Rossana De Simone “La vendita di armi nel 2011 delle maggiori aziende produttrici secondo il Sipri: Finmeccanica ottava” del 23 febbraio 2013 http://www.peacelink.it/disarmo/a/37803.html (Si veda Tabella 4 in fondo)

419

Si Cfr. “Europe’s guns, debt and corruption” articolo citato.

420

Si veda l’elenco redatto dal Sipri nel 2011

http://www.sipri.org/research/armaments/production/Top100

421

E’ la prima in classifica con gli oltre 35 miliardi di dollari di fatturato militare, i quali rappresentano il 78% del suo volume d’affari. Anche la Lockheed M. è risultata al centro di scandali di corruzione (vedi oltre) è coinvolta in grandi progetti di sviluppo di aerei militari tra i quali rientrano gli F35 e l’F22 Raptor (i due più costosi della storia) e altri aerei da trasporto e missili. “L’azienda riceve stabilmente oltre l’80% delle proprie entrate dal governo degli Stati Uniti, e in particolare dal Pentagono. Abbiamo quindi il più grande produttore di armi al mondo che è anche tra i maggiori contractors, o fornitori, del governo federale statunitense” Si veda “Armi un affare di Stato” testo citato. Cit. p. 28

422

Boeing è tra i costruttori di aeromobili più grandi a livello mondiale e il secondo più grande appaltatore della difesa aerospaziale del mondo basata. Ha un fatturato di 81,70 miliardi di dollari nel 2012. I ricercatori della University of Massachusetts Amherst avevano elencato Boeing come il tredicesimo più grande

produttore aziendale di inquinamento atmosferico negli Stati Uniti sulla base di dati del 2002. Si Cfr.

http://en.wikipedia.org/wiki/Boeing

423

Quasi 33 miliardi di dollari di fatturato “armato” e 100.000 dipendenti. Il 90% dei suoi ricavi gli deriva dai contratti stipulati con le forze armate di tutto il mondo. “Si può forse affermare che attualmente sia la compagnia con la più ampia gamma di prodotti e servizi per gli eserciti” tra cui gli aerei Tornado (in

coproduzione con l’Italia e protagonisti della prima guerra del Golfo) o i più recenti Eurofighter Typhoon, di coproduzione europea ed usati in Libia per le operazioni di bombardamento contro Gheddafi nel 2011. Si Veda Ibidem cit. p. 28-29.

424

“E’ da tempo una delle più grandi imprese militari fornitrici del Pentagono e di molti governi stranieri” Tra i suoi prodotti(sottomarini, aerei, carri armati e più recentemente supporti alle tecnologie delle informazioni in ambito militare) comprende i caccia da combattimento F16. Si Veda Ivi

425

Questa società è specializzata in missili. Dopo la Seconda guerra mondiale (in cui forniva tubi elettronici per i radar) ha cercato di differenziarsi specializzandosi nel comparto civile (dai computer ai forni a

104

(Usa).

“Le prime dieci società in classifica si aggiudicano il 56% del fatturato, cioè 230 miliardi di dollari su complessivi 411, mentre le altre novanta si dividono il resto”427 L’approvvigionamento di materiale d’armamento però rappresenta da solo, solo un quarto delle spese militari globali che contemplano anche stipendi e mantenimento delle truppe per una cifra complessiva che raggiunge i 1738 miliardi di dollari428. “Entrambi, la ricchezza petrolifera e lo sviluppo delle nazioni, continuano a

costituire il focus primario dell’attività di vendita all’estero di armi da parte dei fornitori di armamenti, con l’Arabia Saudita e l’India, quali maggiori recipienti”429

Agli inizi del 2013 il Presidente francese François Hollande ha visitato gli Emirati Arabi Uniti (UAE) per sollecitarli all’acquisto degli aerei da combattimento Rafale. Ciò è avvenuto dopo che il Primo Ministro Inglese David Cameron aveva già visitato gli Emirati Arabi e l’Arabia Saudita nel novembre 2012, per promuovere un pacchetto d’affari nella vendita di armi. “Queste vendite di armi verso destinazioni controverse sono tipicamente facilitate da crediti all'esportazione garantiti dal governo.”430 E i governi europei tra loro competono per dar slancio ai declini economici in patria. E possono anche alimentare attività corrosive della legalità per farlo.

Nelle transazioni di armi, è lo stesso velo di segretezza nazionale imposto per “Sicurezza”, a creare il terreno fertile alla corruzione.

Le aziende ed i commercianti illegali, le cui operazioni sono spesso strettamente intrecciate, hanno forti legami con i ministeri della difesa, dei servizi di intelligence militare e, così come per i partiti politici. C'è una porta girevole continua di persone, che si spostano tra queste entità431.

La relativa immunità del commercio è illustrata dal fatto che, delle 502 violazioni, di embarghi sulle armi delle Nazioni Unite da governi, aziende e privati, solo due hanno portato ad azioni legali, una sola ad una condanna432. Questo a sottolineare

microonde, dalla formazione professionale all’editoria). Tuttavia, siccome nessun ricavo eguaglia quello portato dalle armi ancora oggi il 90% dei suoi ricavi gli deriva dal settore militare. Si Cfr. Ibidem

426

Altra azienda statunitense produce aerei come l’F-14 Tomcat (usato nel film con Tom Cruise Top gun) ed anche radar e sensori di rilevamento, per un ricavo militare che costituisce l’80%. Avrebbe tentato di unirsi alla Lockheed M. se le ferree regole antitrust di Washington non avessero bloccato l’affare. Si Cfr. Ibidem

427

Si Veda “Armi un Affare di Stato”, testo citato. Cit. p. 27

428

Si Cfr. Ivi

429

Si Veda: il paragrafo “War is good for business, and our business is war” in “Guns, debt and corruption” Doc. citato. Cit. p. 6

430

Si Cfr. Ibidem

431

Si Veda: Andrew Feinstein “The Saudi-GPT deal inquiry must not be another whitewash” del 16 agosto 2012 http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/aug/16/serious-fraud-office-arms-trade

432

105

come (storicamente) l’attenzione al proprio tornaconto (“nazional-lobbistico”) sovrasti la possibilità di un’etica nella politica estera433.

“La corruzione e la mancanza di trasparenza sono endemiche in tutta l'UE, con

collegamenti diretti per la crisi economica”

Dice uno studio della Ong Transparency International a Berlino, presentata nel corso di un'audizione al Parlamento europeo a Bruxelles il 6 giugno 2012434.

"L'Europa in generale non supera il test", ha detto Corbus de Swardt, caporedattore dell’organizzazione.

Secondo il rapporto di Transparency International, oltre il 70 per cento435 dei Paesi nel mondo manca di leggi adeguate per prevenire la corruzione e la maggior parte non pubblica i bilanci sulla difesa o li pubblica in modo che sia impossibile fare una qualsiasi analisi436. Ogni anno la corruzione costa circa 20 miliardi di dollari437.

Nel mercato internazionale delle armi, sono stimati pagamenti per circa 2,5 miliardi di euro in tangenti, ogni anno438. Mentre la corruzione nel totale – in

accordo con il Sipri- copre circa il 40% di tutta la corruzione delle transazioni mondiali439.

La Commissione europea prevede di rilasciare la propria relazione sulla corruzione nell'UE alla fine del 2013.440 Questa ha avviato la sua politica anti-corruzione nel giugno del 2011 e comunque da allora scandali di corruzione sono emersi lungo tutta Europa con learders la Francia e l’ Italia. Mentre a livello governative sono stati coinvolti paesi come Lituania, Slovacchia e Romania441.

I due maggiori casi di recente corruzione in Europa, hanno riguardato la vendita di sottomarini alla Grecia ed al Portogallo dalla compagnia tedesca ThyssenKrupp Marine System. Ma gli scandali relativi agli accordi corrotti sui sottomarini non si limitano ai due Paesi. Pagamenti sospetti hanno riguardato anche la vendita da parte della Germania di sottomarini alla Corea del Sud442. Non per questo solo la

433

Dalla opinabile vendita di armi a paesi focolai di conflitti come Bahrain, Egitto, Libia, Siria e Yemen allo scoppio della Primavera Araba nel 2011; ai più o meno recenti scandali, che hanno travolto importanti industrie occidentali (come l’Italiana Finmeccanica, l’inglese BAE, o la EADS con sede a Berlino) accusate nelle loro transazioni (mediate dai rispettivi Governi) di corruzione internazionale. Si Veda Ibidem

434

Si Veda:“Report: Rampant corruption is aggravating EU crisis” articolo cit.

435

http://government.defenceindex.org/

436

Si Cfr. “Difesa, la corruzione nel settore costa 20 miliardi di dollari all’anno” del 30 gennaio 2013

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/30/transparency-international-corruzione-nella-difesa-costa-20- miliardi-di-dollari/483606/

437

Si Veda: Ibidem

438

Si Cfr. “Guns, debt and corruption” Doc. cit.

439

Si Veda “Sipri Yearbook 2012. Summary” Doc. cit.

440

Si Cfr. “Report: Rampant corruption is aggravating EU crisis” articolo cit.

441

Si Veda:

http://www.transparency.org/news/event/how_corrupt_is_europe_transparency_international_report_on _corruption_in_25

442

106

Germania è la sola. “È il mercato degli armamenti che è corrotto in sé e vive sulla corruzione” dice Francesco Vignarca coordinatore in Italia di Rete Italiana per il

disarmo.443 .

E’ chiaro che una stretta interconnessione tra industria e governi, fa una buona fetta della politica commerciale ed estera dei Paesi, come pure gestisce le basi dell’economia di guerra. Per cui né indipendenza, né deresponsabilizzazione da parte dei secondi rispetto alle pratiche commerciali poco chiare dei primi può esserci fra i due. Poiché le imprese dovranno pure avere “libertà di manovra nei

loro settori specifici, ma non dovranno dettare legge alla politica.”444

Sulla base del Codice di Comportamento 2008, gli Stati membri non dovrebbero vendere armi in posti se vi è "un 'rischio evidente' che le armi saranno utilizzate per la repressione interna" o "potrebbero provocare o prolungare un conflitto armato ". Ma il Codice non sembra essere seguito se per esempio, nonostante l’embargo alla Cina -dal 1989 a seguito del massacro di piazza Tienanmen- verso questo paese nel 2010, sono state concesse licenze per un valore di 218.000.000 €445. Nel 2009, per esempio, l’ azienda italiana Beretta ha venduto 8 milioni di euro di armi alla Libia. Ma la spedizione è stata erroneamente registrata come di origine maltese e del valore di € 80 milioni, dopo che una ditta di spedizione, WJ Parnis Inghilterra, ha fatto un errore di battitura che è passato inosservato per due anni446. La stessa Italia tra il 2005 ed il 2010 ha esportato a 5 dei Paesi considerati maggiormente instabili: Siria, Yemen, Bahrain, Egitto e Libia; solo nel 2010 il valore delle esportazioni italiane concesse è stato di 1,4 miliardi di euro447. Siria che nonostante l’embargo europeo dal 2011 ha ricevuto armi da diverse parti del globo primi fra tutti la Siria. “La Russia è il primo esportatore mondiale di armi per il regime”448

443

Francesco Vignarca, si Veda:Enrico Casale “Finmeccanica e il mercato corrotto delle armi” del 13 febbraio

http://www.popoli.info/EasyNe2/Primo_piano/Finmeccanica_e_il_mercato_corrotto_delle_armi.aspx

2013http://www.popoli.info/EasyNe2/Primo_piano/Finmeccanica_e_il_mercato_corrotto_delle_armi.aspx

444

Si Veda: Andrea Perrone “Svegliati Europa è ora di cambiare” articolo citato.

445

Le partite più forti sono provenute da Francia e Regno Unito che hanno fornito aerei da combattimento, parti di veicoli terrestri, apparecchiature elettroniche, missili e oltre 13 milioni di euro di: "Agenti chimici o biologici tossici, 'agenti antisommossa,' materiali radioattivi".Si Veda: “EU figures show crisis-busting arms sales to Greece” articolo cit.

446

Ibidem

447

Per quanto riguarda il Bahrain l’Italia ha autorizzato quattro milioni di euro di mitragliatrici dal 2007 al 2010. All’Egitto tra 2006 e 2010 sono state concesse licenze d’esportazione per un valore di circa 45,7 milioni di euro. Della stessa cifra l’ammontare delle esportazioni nel solo 2010. Un milione di euro di armamenti invece (per lo più munizioni) “licenziati”(concessi) allo Yemen. Si Cfr. “Armi un affare di Stato” Doc. cit.

448

Si Veda:Alba Fecchio “Embargo di armi in Siria: la Ue sceglie di mantenere lo status quo“ del 20 febbraio 2013http://gaianews.it/cultura-e-societa/popolidiritti/embargo-di-armi-in-siria-la-ue-sceglie-di-mantenere- lo-status-quo-36068.html#.UeHMCjtM-_s

107

La “Quattordicesima relazione annuale sul controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari"449, rivela che nel 2011 i paesi dell'Unione europea hanno

concesso licenze per le esportazioni di armi per un valore di 37,5 miliardi di euro-

con un incremento di quasi un quinto rispetto al 2010 (un incremento del 18,3% a

valori correnti rispetto al 2010)

I mercati più grandi e in più rapida crescita per le armi sono in Medio Oriente (un aumento di licenze d’esportazione da €6,6 miliardi a quasi 8 miliardi) e Asia (da € 4,7 miliardi nel 2010 a oltre 5,5 miliardi di € del 2011), mentre l'Arabia Saudita ha

sostituito gli Stati Uniti come il più grande cliente. Su scala minore troviamo

l’Africa Sub-Sahariana dove le licenze raggiungono il valore di 493 milioni di euro. C'è stata una diminuzione di licenze di esportazione d’armi verso il Nord

America (passando da € 4,6 miliardi 2008 a € 3,6 miliardi 2011) e al Centro e Sud America 450 e un leggero calo delle esportazioni rispetto al 2010, verso l' Africa del

Nord .

Durante il periodo pre-primavera araba le licenze dell’ UE verso Paesi quali l’Egitto, la Libia e la Tunisia hanno raggiunto il valore di 531 milioni di euro.

l'Arabia Saudita ha acquisito dagli europei armi del valore di oltre € 4,2 miliardi – di cui il più grande fornitore è stato il Regno Unito, con un contratto per gli aerei da combattimento Eurofighter Typhoon del valore di oltre 2 miliardi di euro; gli Emirati Arabi Uniti (UAE), sono stati anche un importante cliente acquistando oltre 1,9 miliardi di euro di armi; 1,2 miliardi di euro è invece, il valore

delle licenze d’esportazione verso l’Oman.

L'UE ha inoltre autorizzato l'esportazione di armi verso i paesi ricchi di risorse come l' Algeria (815 milioni di euro soprattutto in Italia) e il Marocco(335 milioni di euro, principalmente dalla Francia)451.

“La minaccia della <<primavera araba>> ha determinato un’autentica esplosione delle importazioni in Nord Africa (+273 %)”452

Le vendite verso i regimi di Bahrain, Giordania, Kuwait, Qatar e Yemen hanno raggiunto 1,1 miliardi di euro (uno proviene dall’Italia)453. Quasi nulla è stato

449

Il rapporto è stato pubblicato il 14 dicembre 2012, senza un comunicato stampa da parte del Consiglio dell'Unione europea o di un annuncio sul sito del Parlamento europeo. Gruppi della Rete europea contro il commercio delle armi (ENAAT) stanno discutendo la relazione e le sue carenze. Si veda “Le reti europee per