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L'offerta di prodotti audiovisivi accessibili a persone con disabilità visiva in Italia

CONDIZIONE PROFESSIONALE Occupati Dirigenti,

4.5 Integrazione sociale e persone con disabilità visiva

Da alcune indagini condotte nei sul mondo della disabilità nel suo complesso da parte di ISTAT e soprattutto grazie all’indagine campionaria condotta dal C.I.R.M. Al fine di meglio valutare il grado di integrazione sociale e ricavare dati circa le abitudini degli individui con disabilità visiva si presterà attenzione a indicatori riguardanti la fruizione e l’impiego del tempo libero, infine si cercherà di delineare alcuni profili ideali rappresentativi delle diverse tipologie di individui con disabilità visiva.

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L’indagine C.I.R.M. è stata condotta su di un campione di 1283 individui, di cui 703 membri di U.I.C.I., a fronte di un totale di 70000 iscritti complessivi, e 580 non iscritti, il campione si compone di 666 individui di sesso maschile e 617 individui di sesso femminile, i soggetti dichiaratisi completamente privi della vista ammontano a 978 a fronte di 288 individui che ancora conservano un residuo visivo.

Tabella 20 Distribuzione campione per Genere, Fasce d’Età, Livello di Istruzione, Iscrizione a U.I.C.I. (CIRM,

2003)

ISCRITTI U.I.C.I. NON ISCRITTI Totale

Valori Percentuali Valori

Assoluti

Valori Percentuali Valori

Assoluti

V.P. V.A.

Maschi 55,3 % 388 47,9 % 278 51,9 % 666

Femmine 44,7 % 315 52,1 % 302 48,1 % 617

ISCRITTI U.I.C.I. NON ISCRITTI Totale

Fasce d’Età Valori Percentuali Valori

Assoluti

Valori Percentuali Valori

Assoluti

V.P. V.A.

15-44 anni 39,4 % 277 36,1 % 209 37,8 % 486

45-64 anni 39,4 % 277 26,8 % 155 33,7% 432

Oltre i 64 anni 21,2 % 149 37,1 % 216 28,5 % 365

ISCRITTI U.I.C.I. NON ISCRITTI Totale

Titolo di Studio Valori Percentuali Valori

Assoluti

Valori Percentuali Valori

Assoluti

V.P. V.A.

Elementari – Medie inferiori 43,0 % 303 58,3 % 338 49,9 % 641

Media superiore 46,7 % 328 36,6 % 213 42,2 % 541

Laurea o diplomi post-laurea 10,3 % 72 5,1 % 29 7,9 % 101

Il campione degli intervistati non sembra ricalcare idealmente la struttura demografica della popolazione delineata in precedenza, infatti se nella popolazione con disabilità visiva si riscontra una maggioranza di individui di sesso femminile, gli individui coinvolti nel rilevamento C.I.R.M. sono per il 51% di sesso femminile, inoltre osservando la distribuzione per Fasce d’Età il campione appare del tutto sbilanciato a favore delle Fasce d’Età inferiori ai 65 anni di età. Per quanto riguarda invece il Livello di Istruzione la Tabella 10 sembra confermare a grandi linee quanto riscontrato in precedenza, con una prevalenza di individui in possesso di titoli di istruzione primari o inferiori. Il Livello di Istruzione risulta in genere superiore per gli individui membri di U.I.C.I., in particolare la percentuale di coloro che al momento del rilevamento ha dichiarato di essere in possesso di titoli di studio equipollenti o superiori al diploma di laurea o post laurea è pressoché doppia rispetto a quella degli individui non iscritti.

Uno dei motivi di maggior interesse circa il rilevamento condotto da C.I.R.M. riguarda il coinvolgimento diretto di persone ipovedenti, come illustrato nella tabella 12.

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Tabella 21 Distribuzione del campione in base al Grado di Disabilità Visiva e Iscrizione U.I.C.I. (CIRM, 2003)

ISCRITTI U.I.C.I. NON ISCRITTI TOTALE

V.P. V.A. V.P. V.A. V.P. V.A.

Ciechi Totali 67,4 % 473 44,8 % 260 57,1 % 733

Ciechi ventesimisti 18,4 % 129 20 % 116 19,2 % 245

ipovedente medio grave 7,4 % 53 11,2 % 65 9,2 % 118

ipovedente medio lieve 5,1 % 36 23,1 % 134 13,2 % 170

Non risponde 1,7 % 12 0,9 % 5 1,3 % 17

In particolare gli individui ipovedenti sono 288 pari al 22,4% del campione complessivo, cifra che tuttavia non riesce a tenere in conto la prevalenza statistica degli individui ipovedenti in seno alla popolazione affetta da disabilità visiva in relazione ai quali, si ricorda, non esistono rilevamenti accurati ma soltanto stime più o meno precise. La maggioranza degli individui ipovedenti che hanno preso parte al rilevamento C.I.R.M., pari al 69% del totale, non sono iscritti a U.I.C.I.; al contrario gli individui classificatisi come Ciechi risultano la maggioranza del campione totale, con una prevalenza più netta rilevata tra i membri U.I.C.I., dato questo che rivela come probabilmente gli individui che hanno completamente perso l’uso della vista siano più propensi a iscriversi a U.I.C.I.

Gli intervistatori hanno chiesto a tutti i 1283 individui di fornire informazioni circa il ruolo ricoperto all’interno del proprio nucleo familiare, l’amministrazione delle risorse economiche personali, il grado di autonomia nella cura della propria persona, il grado di indipendenza nelle attività quotidiane, le attività d’impegno sociale e civile, i propri rapporti sociali, il proprio grado di mobilità, la partecipazione a corsi di formazione, l’utilizzo delle tecnologie, la fruizione del tempo libero etc.

Dall’elaborazione dei dati forniti dai partecipanti i ricercatori sono stati in grado di elaborare profili più o meno ideali degli italiani con disabilità visiva. Nella determinazione di tali gruppi la discriminante decisiva è stata ancora una volta quella dell’età. L’analisi dei risultati ha infatti mostrato come all’interno della popolazione non-vedente ed ipovedente sia possibile estrapolare essenzialmente due gruppi di individui: i depressi 67 e i vitalisti, un’ulteriore suddivisione in due gruppi è possibile per il gruppo definito dei vitalisti, adottando come discriminante il grado di autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane o l’utilizzo delle tecnologie.

Il gruppo dei depressi, pari al 27,8% del campione considerato, è caratterizzato in genere da individui anziani con un elevato deficit visivo, per lo più di sesso femminile e non iscritti a

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U.I.C.I., il loro grado di autonomia ed indipendenza è pressoché nullo e risulta prevalente un senso di sfiducia e disinteresse nei confronti di quella che è la realtà esterna. Al contrario il gruppo dei vitalisti è composto da individui più giovani per lo più ipovedenti contraddistinti da un elevato grado di autonomia e indipendenza, guardano con favore e ottimismo alla realtà che li circonda e rappresentano complessivamente il 72,2% del campione.

Dall’analisi dei dati raccolti circa le relazioni sociali emerge che il 42,9% degli individui intervistati predilige trascorrere il proprio tempo all’interno di gruppi misti composti da persone vedenti e non-vedenti, con punte del 53% se si prende in considerazione il solo gruppo dei

vitalisti. Complessivamente il 12,3% del totale degli individui preferisce trascorrere il tempo da

solo, con punte del 32,8% nel gruppo dei depressi. Si registra poi un disinteresse trasversale per quel che riguarda il voler trascorrere il proprio tempo libero all’interno di gruppi formati da soli non-vedenti.

Per quanto riguarda il tempo libero, le indagini più generali riferibili al campo della disabilità nel suo complesso ci dicono che le abitudini di fruizione non si discostano da quelle registrate per la popolazione nel suo complesso. In riferimento alla televisione il 90,1% della popolazione disabile ha dichiarato di guardarla o ascoltarla tutti i giorni. Per quanto riguarda la musica e la radio vengono utilizzate dal 70% degli individui disabili, con percentuali di utilizzo maggiori tra individui giovani con un più alto titolo di istruzione, in generale non si registrano differenze significative discriminando il campione in base al tipo di disabilità, eccezion fatta per sordi e sordo-muti. Nel suo complesso la popolazione disabile fruisce in maniera minore rispetto al resto della popolazione di intrattenimenti quali cinema, musei, spettacoli etc. e la fruizione di queste forme di intrattenimento diminuisce al crescere dell’età e risulta inferiore al Sud e tra le persone con un titolo di istruzione basso (cfr. ISTAT, 2015).

Per quanto concerne l’utilizzo delle tecnologie e del personal computer in particolare si riscontrano trend simili a quelli registrati circa la fruizione dell’offerta culturale: il maggior numero di utilizzatori si registra tra individui giovani con un più elevato grado di istruzione, dato questo del tutto simile a quello relativo alla popolazione italiana nel suo complesso. Se si confronta la percentuale di fruitori di tecnologia e la si paragona ai dati riscontrati per la popolazione nel suo complesso il numero di utilizzatori di tecnologie all’interno della popolazione disabile risulta di gran lunga inferiore: 27,4 % contro 46,9 %.

Nel caso particolare del fenomeno della cecità, non-vedenti e gli ipovedenti si dimostrano grandi consumatori di entertainment. I dati raccolti, rispetto al campione considerato nello studio del CIRM, 2003 sono riassunti in Figura 1.

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I viaggi per vacanze e la lettura di libri sono indicate tra le attività preferite. Seguono più staccate andare ad un concerto 29,3%, e sotto al 20% recarsi a teatro o musei. Il 33% degli intervistati non ha svolto alcuna delle attività indicate. Dai dati reperiti non è possibile classificare i risultati relativi alla fruizione del tempo libero in base alle fasce d’età, a tal proposito è curioso notare come la percentuale dei partecipanti all’indagine che hanno oltre i 64 anni di età, 28,5 % sia di pochi punti percentuali inferiore alla percentuale di coloro che hanno detto di non aver svolto alcuna attività. Si noti poi come la percentuale di coloro che hanno oltre 64 anni coincida quasi perfettamente con la percentuale registrata per il gruppo degli individui definiti come depressi, pari al 27,8 % del totale.

Per quanto concerne il rapporto con i mass-media si registrano i seguenti risultati.

Tabella 22 Frequenza con cui si svolgono le attività indicate. (CIRM, 2003)

TUTTI I GIORNI 3/4 VOLTE ALLA SETTIMANA 1/2 VOLTE ALLA SETTIMANA PIU’ RARAMENTE MAI Ascoltare la radio 66,3 16,5 6,6 5,3 5,0 Guardare la Tv 62,5 13,6 5,5 7,1 11,1 Ascoltare musica 57,2 18,6 9,3 7,7 7,0 Andare al cinema 1,1 1,1 5,8 32,0 59,6 33,0 14,0 17,1 29,3 42,3 42,4 0 10 20 30 40 50 60 Viaggiare pe r vacanz a Le gge re un libro Andare a un conce rto Andare a te atro Visitare muse i Ne ssuno di que sti

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Il campione interpellato, dunque, si mostra amante della musica della radio e della televisione, attività che è possibile svolgere all’interno della propria casa, senza dover affrontare problemi legati alla mobilità. Per quanto riguarda l’andare al cinema, nonostante si registrino basse frequenze settimanali, risulta un’attività svolta dal 40% degli intervistati; se si confronta questo dato con quello relativo all’andare a teatro o a concerti il cinema si dimostra di gran lunga come l’attività preferita. Complessivamente nonostante gli evidenti problemi di mobilità e spostamento che essa pone, l’attività preferita risulta essere il viaggio per vacanze.

Un ulteriore indicatore che la ricerca del C.I.R.M. fornisce, utile a valutare il grado di integrazione e indipendenza del campione è quello relativo alla frequenza di utilizzo dei mezzi di trasporto. Per quanto riguarda gli spostamenti a lungo raggio svolti in autonomia il 24% degli intervistati, pari a 308 individui, nell’anno precedente alla rilevazione ha compiuto viaggi di oltre 100 Km, utilizzando per lo più mezzi di trasporto pubblico. Il mezzo di trasporto privilegiato è stato il treno utilizzato nel 15% dei casi. Per quanto riguarda gli spostamenti all’interno dell’area urbana nel 47% dei casi i vengono utilizzati i mezzi pubblici, con il 22,6% degli intervistati che li utilizza quotidianamente. Per quanto concerne la mobilità le punte massime di utilizzo dei mezzi pubblici per spostamenti a breve o a lungo raggio si registrano tra i giovani 72%, con una prevalenza tra gli individui di sesso maschile; al contrario l’88% degli individui con oltre 64 anni non utilizza mai mezzi di trasporto pubblico.

Per quanto riguarda invece l’utilizzo delle tecnologie, quali telefoni cellulari, computer etc. le incidenze registrate sono simili, se non leggermente superiori, a quelle riscontrate nel resto della popolazione italiana; lo stesso dicasi per Internet, utilizzato regolarmente da circa il 28% degli intervistati, principalmente per inviare e ricevere mail, interrogare banche dati e in maniera nettamente inferiore per altre attività.

Al campione interpellato dal C.I.R.M. è stato chiesto in quale misura, chi non aveva un lavoro, fosse motivato nella ricerca di una nuova/prima occupazione e quanto fosse eventualmente interessato ad investire risorse economiche proprie in corsi di formazione. Ancora una volta il fattore età delinea una divisione tra due gruppi distinti: il primo motivato ed interessato a trovare una occupazione e disposto ad investire nella propria formazione professionale, il secondo composto in massima parte da individui di oltre 45 anni poco interessato alla ricerca di un’occupazione e non disposto ad investire nella propria formazione.

Dai dati reperiti è dunque possibile tracciare due distinti profili di non-vedenti e ipovedenti. Un primo gruppo contraddistinto da età più giovane, livelli di istruzione più elevati, formato in larga parte da individui ipovedenti o non-vedenti fin dalla gioventù. Gli individui di questo

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gruppo, definito dei vitalisti dai ricercatori, risiedono per lo più nelle regioni centro settentrionali e sono maggiormente inseriti all’interno del tessuto sociale, sono fruitori di intrattenimento e hanno un buon rapporto con i mass-media e le tecnologie, sono generalmente occupati e aperti a occasioni di crescita professionale e personale. Presentano un elevato grado di autonomia, sono infatti in grado di effettuare la spesa da soli, utilizzano i mezzi pubblici ed in complesso rappresentano una parte vitale della società. Infatti le percentuali di utilizzo di tecnologie quali telefoni cellulari, personal computer e internet sono vicine a quelle registrate per il resto della popolazione.

Il secondo gruppo delineato invece si compone in massima parte da individui di oltre 64 anni, con una preponderanza di individui femmine, divenuti ipovedenti o non-vedenti in tarda età. Si registrano bassi livelli di autonomia e scarsissimo interesse rispetto alla realtà circostante. In conclusione quindi gli individui non-vedenti ed ipovedenti sono individui in età avanzata, con un buon grado di istruzione, che abitano preferibilmente in comuni e città di medie dimensioni. Si registra una prevalenza di individui ipovedenti, nonostante il fenomeno cecità sia in netto calo grazie alle politiche di prevenzione e al progresso tecnologico, lo stesso non può dirsi per il fenomeno ipovisione. Dal punto di vista dell’inserimento sociale si registrano notevoli passi in avanti soprattutto tra gli individui più giovani, più coinvolti dalle istituzioni scolastiche e più propensi a trovare un’occupazione ed investire nella propria formazione professionale. Il fattore età sembra costruire una discriminante fondamentale per quanto riguarda la fruizione dell’offerta culturale e dei mass-media più frequente negli individui al di sotto dei 64 anni. Allo stesso modo il livello di istruzione è più elevato presso gli individui più giovani.

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Capitolo 5.