I PARTE IL PANORAMA GENERALE DELLA COMUNICAZIONE PER LO SVILUPPO
STRATEGIE COMUNICATIVE IDEOLOGIE
4.4. Il sito della Cooperazione Italiana allo Sviluppo nel
4.4.2. L’interfaccia grafica
Iniziando dall’Home Page, troviamo una struttura “mista”, che definiremmo “ad
albero”, ma non gerarchica: si impiegano le classiche barre di navigazione a sinistra, (strumento principale di navigazione nei contenuti) e in alto (Contatti, Redazione,Link, Faq, Aggiornamenti), che delineano un’area quadrata, piuttosto tipica e nei canoni dell'accessibilità (primo segno di genere istituzionale), ma allo stesso tempo, a destra, 6 sezioni, graficamente distinte dal resto, caratterizzate da colori e foto differenti, che inviano a sezioni del sito autonome (cliccando per esempio su Schede Paese-Afghanistan, ci ritroviamo in una sezione differenziata, in cui anche gli strumenti di navigazione cambiano). Nella figura 7 abbiamo riprodotto gli strumenti di navigazione principali del sito.
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Figura 7. Le due barre di navigazione del sito (nostra riproduzione) La Cooperazione Italiana Contesto internazionale Priorità Sistema Italia Direzione Generale Dgcs Uffici
Unità Tecnica Centrale Unità Tecniche Locali
Iniziative per Paesi
Africa e Medio Oriente America Latina e Caraibi Asia e Pacifico Europa Schede Paese Aree tematiche Best practices Partner Unione Europea Organizzazioni Internazionali ONG
Ministeri e altre istituzioni Regioni ed Enti locali Università
Linee guida
Leggi, idoneità e strumenti Gare e incarichi
Nell’area delimitata da questi strumenti (che a loro volta si costituiscono come aree a sé stanti), troviamo un riquadro centrale, lo SPECIALE, sotto le NEWS e gli EVENTI, e infine a chiudere la parte centrale, due mini-sezioni che rimangono fisse, uno dedicato al link con la rivista ILARIA (rivista mensile pubblicata dalla DGCS, dedicata alla giornalista Ilaria Alpi, che rimanda a un sito a parte, www.ilariacooperazione.it) , e l’altra che racchiude DATI, STATISTICHE, AREA DOWNLOAD.
Possiamo già dedurre da questa struttura che, a differenza delle due versioni precedenti, il sito dedicato alla cooperazione italiana, il cui enunciatore reale si identifica con il Ministero degli Esteri (come indicato dall’icona-logo posizionata in alto a sinistra, nell’angolo privilegiato di lettura), il sito si colloca nella categoria Portale, pur rimanendo fermo il suo carattere istituzionale. Ricordiamo che un
portale170, come si deduce dal nome, è una sorta di “porta”, di accesso all’universo web, che permette all’utente di affacciarsi alla complesso realtà della rete attraverso la mediazione di un contenitore in cui si trovano informazioni utili per accedere ai temi di interessi o all’informazione che si cerca (anche fuori dal portale stesso: non per nulla tutti i portali sono dotati di un motore di ricerca proprio). In questo senso, quasi tutti i siti istituzionali attuali sono dei portali, e nel caso delle istituzioni italiane che abbiamo esaminato, possiamo confermare questa realtà. In questo caso, però, non si tratta di un portale generalista, perché da un lato siamo dentro il genere istituzionale, e dall’altro il tema è ben specifico, cioè la cooperazione internazionale. In questo senso, il portale del Mae sulla cooperazione italiana si vuol essere una “finestra” sul mondo della cooperazione italiana, perché tanto la struttura, come le sezioni, i temi e la grafica, nonché il tipo di narrazione scelta, lo definiscono in questo modo. Riprendendo una caratteristica e una questione che abbiamo delineato nel capitolo 3, la remediatizzazione, nel senso in cui i mezzi di comunicazione di massa si rifanno ad altri mezzi, in questo caso il rifacimento al giornale, stampato o on line, è chiaro. I titoli delle sezioni (es. Speciale), le News, l’organizzazione dell’home page ricordano quella di un menabó, così come le foto e le immagini. La relazioni intertestuale con un organo di informazione è piuttosto evidente, ma allo stesso tempo rimaniamo ancorati nell'istituzionalismo, soprattutto grazie alla sezione di sinistra, costituita da una barra di navigazione in cui si riprende la descrizione della struttura del Mae, le leggi, le iniziative ecc.
Questa divisione, oltreché strutturale (la navigazione fra le pagine è possibile anche grazie ai collegamenti parole linkabili-hot words, e pagine, tipiche di un ipertesto non gerarchico, dato che permette una navigazione con un maggior grado di personalizzazione e di “libertà”) è allo stesso tempo grafica: la parte sinistra, sin dall’intestazione, richiama il sito del ministero, e la sua immagine (con foto di simboli, come il mappamondo, il logo, e sotto in azzurro e senza icone, le sezioni che abbiamo riprodotto nella figura 7); la parte destra, sempre sin dall’intestazione, utilizza fotografie reali (anche qui con abbondanza d’uso del
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“Il sito, in quanto portale, si propone non solo come una risposta esaustiva a tutte le domande che un utilizzatore si può porre, ma anche come una sorta di sito in cui l’internauta può abitare e da cui può spaziare su tutta la rete”, in Grandi, R. “Il portale regionale come occasione di identità”, in Quaderni di Comunicazione Pubblica. 3, Bologna, Regione Emilia-Romagna e CLUEB, 2000, pag. 5.
collage), la foto dello speciale, e le altre sezioni che utilizzano colori e immagini differenti (vedi sempre la figura 7).
Siamo quindi di fronte a due tipologie di discorsi comunicativi che convivono nello stesso formato del portale. A livello di contenuti, questa dualità è rispecchiata dai temi istituzionali, nella parte sinistra, in cui si descrive, attraverso testi contenuti nel riquadro centrale, la struttura interna ed esterna, l’organizzazione, le linee di intervento. Siamo nella parte “politico-istituzionale”. Nella parte destra, il sito si riappropria di una funzione di mezzo di informazione di massa, in quanto tanto a livello strutturale si trasforma nel presentare il proprio contenuto, e allo stesso tempo troviamo tematiche approfondite non solo dal punto di vista della cooperazione italiana, ma della cooperazione in generale.
A sinistra il portale è “endocentrico”, a destra “esocentrico”, aperto verso l’esterno. Nella parte endocentrica, segnaliamo che si è ampliata notevolmente l’informazione, con ampio spazio dedicato alla descrizione delle competenze dei 13 uffici (tra l’altro correlati con foto della loro ubicazione a Roma) e delle altre Unità che compongono la DGCS171, agli interventi in atto, con tanto di schede- paese, descrizione dettagliata dei progetti, del valore economico degli stessi (per i consulenti del Direttore Generale si specifica addirittura la voce e il valore della retribuzione). Il tutto corredato da foto che descrivono ogni singola pagina, con poche ripetizioni.
L'accessibilità del sito è raggiunta attraverso le varie forme e modalità che abbiamo appena descritto: link multipli, pagine multiaccesso, colori, immagini, fotografie. Rimaniamo in uno spazio visivo istituzionale per la cornice, il colore, e per la parte destra che dà ampia informazione sulla struttura, utilizzando un linguaggio specifico ma estremamente chiaro, con un’intenzione di trasparenza (conforme alle norme imposte all’amministrazione pubblica). Allo stesso tempo, l’apertura esterna, l’abbandono del genere istituzionale per abbracciarne uno informativo, ci conferma nei testi e nei contenuti la convivenza delle due strategie
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Notiamo in questo caso un cambiamento nell’organizzazione interna e nella struttura. Nel 2005 avevamo solo due Unità tecniche (che oggi si chiamano Unità Centrale e Unità di Ispezione, monitoraggio e verifica delle iniziative di Cooperazione), ad esse nella versione attuale si sono aggiunte l’Area coordinamento comunicazione, il Coordinamento ambiente, il Coordinamento decentrata e il
Coordinamento multilaterale. Possiamo concludere che il cambiamento nella comunicazione del sito
web sia uno specchio del cambiamento strutturale e del peso dato alla cooperazione (anche se a livello di impegno italiano siamo fra i livelli di investimento europeo e percentuale di impiego del PIL più bassi dell’Unione Europea), con l’ampliamento delle strutture, delle azioni e dell’immagine in generale.
che abbiamo segnalato: una che individua come destinatario il cittadino, e altre istituzioni, e l’altra che designa il professionale della cooperazione, le Ong o altri enti, ma anche la singola persona interessata a saperne di più sui temi di sottosviluppo e aiuti umanitari.
Anche nel linguaggio utilizzato si intrecciano le due strategie. Riprendendo il testo introduttivo al portale della Cooperazione Italiana, leggiamo come da un lato, si specifichi l’appartenenza alla Politica Estera, dall’altro ad un’ esigenza solidaristica
di garantire a tutti gli abitanti del pianeta la tutela della vita e della dignità umana.
Notiamo qui il linguaggio e una terminologia umanitaria, solidaria, che appartiene ad un universo semantico dell’etica e della morale. Allo stesso tempo, la cooperazione è un metodo per instaurare, migliorare e consolidare le relazioni tra i
diversi Paesi e le diverse comunità. Questo scambio tra pari [...]. Torniamo qui alla
Politica Estera, che tratta proprio di queste relazioni, e ci stupiamo nel vedere esplicitato un trattamento di rispetto della dignità e della parità fra cooperanti e cooperati, anche se questa buona intenzione non si trasforma poi nella costruzione di un soggetto dotato di identità, dignità e visibilità, come vedremo meglio in seguito. E, infine, lo scopo che rimanda alla nascita della cooperazione e ai suoi fini ultimi: la politica italiana di cooperazione allo sviluppo si propone inoltre
il perseguimento di questi obiettivi [...] consolidando il ruolo e l’immagine del nostro Paese nel mondo.