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Ideologia della cooperazione

4.5. Altri due esempi: la Provincia di Bologna e la Regione Veneto

4.5.4. Modello istituzionale

Iniziando dal modello istituzionale, i siti web regioni Abruzzo, Trentino Alto Adige, Sicilia, Valle d'Aosta, Lombardia e Friuli Venezia Giulia sono assimilabili a questa categoria.

Abruzzo

http://www.regione.abruzzo.it/xEuropa/index.asp?modello=coopIntAtt&servizio=xList&stileDiv=mon o&template=default&msv=cooperaz1

Trentino Alto-Adige, http://www.regione.taa.it/Europa/Aiutiumanitari.aspx

Valle d'Aosta, http://www.regione.vda.it/internaz/coop-internaz/default_i.asp

Lombardia,

http://www.regione.lombardia.it/wps/portal/_s.155/609?PRLfrom=cl&azione=naviga&masc=no&type =*&a_stem=1035898638860&a_tem=3&PRLso=off

Friuli Venezia Giulia (cooperazione internazionale)

http://www.regione.fvg.it/rafvg/rapportieuropeinternazionali/areaArgomento.

Come nel caso del Veneto, in tutti i casi si tratta di pagine interne (come si vede dagli URL riportati sopra le figure), dipendenti della sezione Europa/Relazioni Internazionali (Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Abruzzo, Trentino Alto Adige), o da Affari Istituzionali/Presidenza, identificandosi subito in un ambito istituzionale. La struttura è basica e semplice (con l'eccezione del Friuli Venezia Giulia, che presenta un originale casellario in alto a destra, e una struttura gerarchica libera), con le barre di navigazione principali a sinistra e in alto, e in due casi (Abruzzo e Valle d'Aosta) anche a destra (sempre rispetto all'utente), per cui in tutti i casi delimitano una parte centrale che contiene i testi principali. La navigazione è quindi molto semplice, grazie anche al path in evidenza che segnala dove si è e come ci si è arrivati (a parte nel caso di Sicilia e Valle d'Aosta), con prevalenza di menù a tendina e sezioni fisse a cui si può ritornare, così come all'home page, tanto attraverso il path come cliccando sullo stemma della regione di riferimento. Le immagini sono praticamente inutilizzate: nei casi di Abruzzo e Trentino, nell'intestazione compare un richiamo alla bandiera d'Europa (stelle disposte in forma circolare su fondo blu), simbolo dell'internazionalismo a cui la cooperazione viene incorporata. Nel caso della Valle d'Aosta, nel centro della pagina è piazzato una delle tipiche iconografie della cooperazione: la mano che sostiene il

mappamondo, e anche in questo caso non si tratta di una fotografia quanto di un riferimento simbolico. Negli altri casi le sole note di colore sono date dalle bande che sottolineano le sezioni e dalle linee che le separano, o dal frontespizio. Prevale il colore blu/verde, e gran parte dei siti hanno uno sfondo bianco, e nel complesso lo spazio delle pagine è riempito da testo.

Le sezioni presenti nelle barre di navigazione, a parte quelle comuni al resto del sito (la mappa, i contatti, le lingue possibili), ricalcano quello che abbiamo chiamato la strategia dell'istituzionalità: i sintagmi nominali (Attività, Normativa, Programmi) usati per descrivere le attività di cooperazione della regione rimandano a una serie di testi, leggi, concorsi, elenchi di progetti dei quali si conosce solo il costo, in termini numerici, la quantità di paesi con cui si coopera, i soldi stanziati, gli uffici di riferimento a cui rivolgersi. Una serie di dati e di normative che descrivono amministrativamente il funzionamento dell'istituzione pubblica, il “come” ma non il cosa. Non si descrivono le attività realizzate in concreto, e solo nel caso del Friuli Venezia Giulia, e a parte il Veneto che abbiamo già analizzato, si dà una definizione di cooperazione, che viene divisa in due sezioni distinte all'interno del sito, “cooperazione internazionale1” e “cooperazione decentrata2”:

1. Essere il punto di riferimento della Nuova Europa, realizzando

l'armonia delle diversità, l'applicazione della conoscenza, l'investimento dell'innovazione.

Migliorare il benessere di cittadini e ospiti attraverso lo sviluppo sostenibile dell'economia e del territorio.

2. Una cooperazione promossa e realizzata dalla Regione, con il

massimo coinvolgimento delle comunità locali per realizzare progetti di sviluppo locale attraverso le rappresentanze istituzionali ed associative. Il contributo regionale previsto dal bando viene erogato a Organizzazioni non governative, Enti Locali, Associazioni di rilievo sanitario e sociale, Dipartimenti delle Università, scuole, istituti di ricerca e formazione e Aziende Sanitarie del Friuli Venezia Giulia per la promozione di progetti di cooperazione allo sviluppo con ampie ricadute per il territorio regionale.

In entrambi i testi risalta la mancanza di riferimento ai paesi con cui si coopera, e ai problemi del sottosviluppo, mentre il discorso è orientato alla Regione stessa (“Essere il punto di riferimento della nuova Europa” e “Una

cooperazione promossa e realizzata dalla Regione”) e agli altri soggetti con

cui collabora, ma mai ai destinatari degli interventi. Ricordando quanto abbiamo segnalato all'inizio a proposito dell'URL, le relazioni internazionali e l'Europa sono i paradigmi di riferimento per inquadrare la cooperazione, che viene ridotta a relazioni fra paesi in quanto istituzioni, non come soggetti/nazioni composti da persone e caratterizzati geograficamente, economicamente e socialmente da una situazione problematica.

Siamo nel polo di condensazione simbolica dell'istituzionalità: non per nulla, le pagine dedicate a quest'attività fanno esplicitamente richiamo alla cooperazione, anche se definita ulteriormente come allo sviluppo (Valle d'Aosta, Veneto, Lombardia), decentrata (Sicilia, Abruzzo) e internazionale (Friuli Venezia Giulia). Solidarietà e Aiuti Umanitari sono presenti solo nel caso del Veneto e del Trentino Alto Adige.

L'enunciatore, l'autorità regionale, si dilunga nel processo delle proprie attività definendosi come “istituzione pubblica” (significativa in questo senso la presenza in tutti i casi della sezione “Uffici” per designare i funzionari competenti) dotata del dovere di informare i propri cittadini in nome della trasparenza, che però prende corpo in una narrazione quantitativa, numerica, burocratica delle pratiche amministrative messe in atto nel campo delle relazioni internazionali, che trasformano l'accessibilità in un'intenzione frustrata dalla complessità della burocrazia e dalla scelta di privilegiare la funzione di strumento che permette la realizzazione di attività di cooperazione senza compromettersi in prima persona nelle stesse, ma definendo le modalità di svolgimento, le regole del gioco. Emblematico in questo senso il testo che compare nella pagina principale dedicata alla Cooperazione Decentrata allo Sviluppo e alla Solidarietà Internazionale della Regione Sicilia, che dovrebbe servire come introduzione:

L’Ufficio Speciale per la Cooperazione Decentrata allo Sviluppo e alla Solidarietà Internazionale è stato istituito, ai sensi dell’art.4, comma 7 della L.R. n.10 del 15/5/2000, con Delibera della Giunta

Regionale n.206 dell’8/5/2001 al fine di creare i presupposti organizzativi ed amministrativi per le politiche legate alla cooperazione decentrata allo sviluppo ed alla solidarietà internazionale previste dall’art.196 della L.R. 32/2000. Con Delibera n. 240 del 9/7/2004 all’Ufficio sono state assegnate le competenze sulla politica di prossimità annunciata dalla Commissione Europea giusta COM (2004) 373. Nella scorsa legislatura, l’Ufficio è stato individuato dall’Amministrazione Regionale quale soggetto attivo per partecipare alla definizione del “Programma di sostegno alla cooperazione regionale”, finanziato con fondi del CIPE e gestito dal Ministero Affari Esteri (MAE), che ha l’obiettivo di definire metodologie e modalità di lavoro comuni con le altre Regioni italiane e con i Paesi partner della politica di prossimità che ha avuto avvio nel 2007 attraverso progetti sperimentali nel Mediterraneo e nei Balcani. Nel 2006, con delibera della Giunta n. 167 del 6/4/2006, sono state assegnate all’Ufficio le competenze relativamente ad Interreg III del Dipartimento della Programmazione ed in particolare con il Programma Italia-Malta 2004-2006 lo stesso diveniva Autorità di Gestione. Successivamente all’approvazione del PO FESR 2007 – 2013 con Decisione CE 2007/4249 del 07/09/07, l’Ufficio Speciale, in qualità di Autorità di Gestione del PO Italia-Malta 2007-2013, veniva

individuato quale soggetto competente, all’interno

dell’Amministrazione Regionale, “al fine di assicurare il coordinamento tra le iniziative che saranno promosse nel quadro della cooperazione interregionale e le ulteriori iniziative in cui sarà coinvolta la Regione Siciliana”. L’Ufficio, inoltre, è stato individuato come Autorità Unica di Gestione del programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Tunisia 2007-2013 giusta nota della Commissione Europea datata 8 Aprile 2008.

Salta all'occhio anche ad una lettura superficiale la quantità di leggi, numeri, date, sigle impiegate che rendono impossibile la comprensione a meno di

essere dotati di una competenza amministrativa in materia di gestione della cooperazione e in particolare di quella siciliana.