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I PARTE IL PANORAMA GENERALE DELLA COMUNICAZIONE PER LO SVILUPPO

PANOS INSTITUTE

Il Panos Institute è un ente con sede in Gran Bretagna, senza fini di lucro, che si dedica a mettere in grado i paesi in via di sviluppo e sottosviluppati di produrre, ricevere e diffondere informazione e di far sentire la propria opinione all’interno dei sistemi mondiali dell’informazione. Secondo la mission dell’ente, la comunicazione è uno strumento essenziale per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio volti a ridurre la povertà.

Attraverso l’organizzazione di dibattiti, conferenze, studi, ricerche, pubblicazioni, il Panos Institute cerca di diffondere il paradigma della comunicazione come strumento efficace e fondamentale per tutti gli interventi di cooperazione e di azione per lo sviluppo, soprattutto facendo opera di advocacy sui donatori e gli organismi politici. Allo scopo di incoraggiare l’impegno di professionisti e studiosi della comunicazione ad porre le proprie competenze al servizio della lotta ai problemi che affliggono i paesi più poveri e marginali. L’azione del Panos Institute non si rivolge solo agli organismi internazionali o ai paesi donatori, ma si svolge anche all’interno degli stati in cui si registra un vuoto mediatico, o in cui i mass media locali soccombono alle pressioni dei grandi gruppi globali: si supportano i canali di comunicazioni locali e si sostiene presso gli organi di potere l’idea dell’importanza della comunicazione e degli strumenti relativi per lo sviluppo interno.

Grazie all’impegno e all’azione di lunga data, il Panos Institute è un partner imprescindibile delle agenzie dell’Onu che stiamo descrivendo, infatti è presente e impegnato in prima linea in tutti i grandi eventi legati alla comunicazione per lo sviluppo52.

www.panos.org

IICD- INTERNATIONAL INSTITUTE FOR COMMUNICATION AND

DEVELOPMENT

L’ICCD è una organizzazione no profit con sede a L’Aia (Paesi Bassi), indipendente, fondata nel 1996 dal Ministro per la Cooperazione allo Sviluppo, per assistere i paesi in via di sviluppo nell’autodeterminazione del processo attraverso gli strumenti e il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Attualmente, gli approcci strategici per la realizzazione della propria mission sono: i Country Programmes, con i quali si agisce nel paese destinatario per raggruppare le organizzazioni locali in un’unica azione e rafforzare

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Nel World Congress on Communication for Development svoltosi a Roma nell’ottobre 2006, il Panos Institue è stato l’incaricato di registrate tutte le sessioni e le tavole di discussione, e di curare la pubblicazione del report di tutte le attività congressuali.

le istituzioni locali nella formulazione ed esecuzione delle politiche per lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione; i Thematic Networks, che mettono in rete soggetti nazionali e internazionali che lavorano in aree simili, allo scopo di connettere conoscenze locali e globali, promuovendo gli scambi fra Nord e Sud del mondo.

http://www.iicd.org/

1.5. Le roundtable dell’ONU

Come abbiamo anticipato descrivendo le attività dell’UNESCO, dalla fine degli anni ‘80 le agenzie dell’Onu si riuniscono in Roundtable dedicate alla Comunicazione per lo Sviluppo, per discutere sul ruolo e le pratiche della comunicazione nell’ambito della cooperazione allo sviluppo.

La necessità di fissare un appuntamento biennale che riunisse gli organismi transnazionali maggiormente impegnati nella ricerca e nell’applicazione della comunicazione alle tematiche di relativa competenza (agricoltura, sanità, ambiente eccetera) va fatta risalire da un lato al disaccordo sul significato e l’applicazione della disciplina, dall’altro alla mancanza di comunicazione fra le agenzie stesse, ognuna all’oscuro delle politiche seguite dalle altre. Per ovviare a questi ostacoli, che impedivano il progresso di un campo di provata utilità per la soluzione dei problemi dei paesi più poveri, nel 1994 si costituì la Joint Inspection Unit, nominata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, allo scopo di monitorare il lavoro delle agenzie e di integrarlo attraverso attività di consulenza. Le conclusioni della JIU furono le seguenti:

-le agenzie Onu dovevano assumersi la responsabilità di fornire le linee guida delle strategie di comunicazione per lo sviluppo, e allo stesso tempo di partecipare alla realizzazione delle stesse;

-la necessità di un forum di discussione e scambio su questa tematica;

L'International Programme for the Development of Communication dell’UNESCO venne incaricato di mobilitare le azioni e le risorse delle altre agenzie, coinvolgendo enti bi-multilaterali, Ong, fondazioni private e università per supportare la comunicazione nei paesi sottosviluppati.

In seguito a queste raccomandazioni, l’Assemblea Generale dell’Onu votò la risoluzione che instaurava la cadenza biennale delle Roundtable sulla Comunicazione, sotto il patrocinio a rotazione di una delle agenzie partner. Nel 1996, su iniziativa dell’Unesco, l’Assemblea generale dell’Onu adottò la risoluzione sulla “comunicazione per lo sviluppo”, nella quale si sottolinea:

il bisogno di supportare sistemi di comunicazione bilaterali che facilitino il dialogo e permettano alle comunità di parlare, esprimendo le proprie aspirazioni e problemi e partecipando nelle decisioni relative al proprio sviluppo. L'Assemblea generale ha riconosciuto l'importanza per gli attori coinvolti, i politici e i funzionari di attribuire un valore crescente alla comunicazione per lo sviluppo e lo ha incoraggiati ad includerla come un componente effettivo nei progetti e nei programmi di sviluppo.53

Ogni Roundtable è focalizzata su un tema specifico, e dal 1996 le quattro agenzie che ne hanno ospitato i lavori sono state l’UNESCO (Zimbabwe, 1996, sulla comunicazione per lo sviluppo rurale), UNICEF (Brasile, 1998, dedicata a cambiamento sociale e sviluppo), UNFPA (Nicaragua, 2001, sull’AIDS), FAO (Italia, 2004, sullo sviluppo sostenibile) e di nuovo l'UNESCO (Etiopia, 2007, sugli obiettivi del millennio). Durante queste riunioni, si è andata radicando l’idea della comunicazione come mezzo, non come fine a sé stesso. Il postulato di base è che tutti i popoli hanno gli stessi diritti di accesso alla conoscenza e alla cultura, e ad esprimere la propria opinione sui temi sociali che li riguardano, a prescindere dal proprio grado di alfabetizzazione o dal prodotto interno lordo del proprio paese.

La libertà di espressione, sancita dall’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, oltre ad essere il principio guida per tutte le azioni e gli interventi in ambito comunicativo, è anche il pre-requisito essenziale per la partecipazione ai processi stessi di comunicazione, attraverso i quali si arriva a far adottare nuovi comportamenti e attitudini ai popoli che rafforzano il cammino verso il processo

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http://portal.unesco.org/ci/en/ev.php-

democratico. Per questo, l’indipendenza e la libertà dei mass media sono elementi fondamentali per la lotta ai problemi del sottosviluppo.

Capitolo 2. La comunicazione dello sviluppo: un nuovo paradigma