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I PARTE IL PANORAMA GENERALE DELLA COMUNICAZIONE PER LO SVILUPPO

STRATEGIE COMUNICATIVE IDEOLOGIE

4.2. Il Ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione allo Sviluppo: il sito nel

4.2.3. Le strategie enunciative del sito: prime ipotes

Iniziamo quindi a formulare delle ipotesi sulla strategia enunciativa e la struttura narrativa proposta dal sito. È lo stesso enunciatore reale del sito a chiarire le direttive e le scelte effettuate nella redazione e la progettazione dello stesso, in una metacomunicazione utile a definire il destinatario reale della comunicazione web. Si leggeva testualmente che il sito si propone come strumento di

informazione e di consultazione per i cittadini, italiani e stranieri, gli operatori della stampa, gli imprenditori, i turisti e chiunque desideri conoscere o servirsi delle informazioni disponibili. Si presentava quindi come un sito generalista, anche se in

realtà la struttura e la navigazione rimandano piuttosto ad una natura istituzionale, e il registro comunicativo dei testi presenti fosse amministrativo-burocratico, si utilizzassero termini specifici, e per questo più utile ad un dipendente dello stesso Ministero o ad uno specialista in materia.

barra di sinistra (o da quella orizzontale in alto), costituenti i link strutturali, queste sezioni venivano occultate.

Nel caso della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, questa scarsità di informazioni generiche era ancora più evidente, dato che a parte la descrizione degli uffici e delle loro competenze, non trovammo altre informazioni sugli interventi e i progetti intrapresi.

Analizzando i termini utilizzati, osservammo che il termine COOPERAZIONE veniva usato 9 volte, accompagnato per lo più da "sviluppo", ma anche dall’aggettivo "decentrata" e “finanziaria”. Iniziammo quindi ad osservare quella che, come vedremo anche per gli altri siti, ci è sembrata una delle caratteristiche più significative e comuni: la ricorrenza di certe parole, a volte combinate fra loro in forma differente, e utilizzate per designare le stesse tematiche e gli stessi oggetto del discorso. Sin da questo primo sito, analizzato nel 2005, abbiamo iniziato a postulare l’esistenza di un campo semantico e concettuale della “cooperazione allo sviluppo” italiana, che includerebbe le macro-famiglie di cooperazione,

sviluppo, solidarietà, emergenza, aiuti umanitari, pace, diritti civili, politiche sociali.

Ritorneremo su questo nella fase conclusiva del capitolo.

Proseguendo con l’analisi del sito del Mae del 2005, trovavamo, oltre alla predominanza del tema amministrativo e finanziario (l'Ufficio XII, che consta del maggior numero di linee utilizzate per spiegarne la funzione, è interamente dedicato alla gestione del personale esterno al MAE, da cui ipotizziamo anche l'importanza dell'apporto esterno nelle pratiche e negli interventi di cooperazione160), l’esplicitazione di 5 ambiti di azione: INTERVENTO UMANITARIO DI EMERGENZA, AIUTI ALIMENTARI, RUOLO DELLA DONNA, TUTELA DEI MINORI E DEI PORTATORI DI HANDICAP.

Dato che erano gli unici temi ad essere direttamente citati, ci trovammo di fronte all’unica categorizzazione tematica disponibile per designare gli ambiti di competenza delle strutture. Il punto di vista narrativo di questa suddivisione ci portò a supporre che si trattasse di temi prioritari nelle attività della DGCS (a parte l'automantenimento), che si caratterizzava quindi come incentrate sulle emergenze e sulla tutela delle minoranze e dei soggetti deboli (donne, bambini e portatori di handicap). Non potemmo però verificarlo a partire dal sito, dato che le attività degli uffici della DGCS si incrociavano con le DG delle aree geografiche di intervento:

160

Importanza dell’apporto esterno che ci porta a formulare l’ipotesi di una funzione "esterna" svolta dall'Istituzione del Ministero degli Esteri nella politica di cooperazione allo sviluppo, che non va oltre la concessione di contributi, il finanziamento e la gestione della propria struttura.

l'Ufficio III si raccorda alla DG per l'Europa, Bacino del Mediterraneo e Medio Oriente (che fra l'altro, nella struttura del Ministero, fa riferimento a 2 distinte DG, quella per l'Europa, e quella per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente (piccola discrepanza nei termini di riferimento, che si nota anche altrove nel sito, dove le stesse sezioni vengono chiamate con termini leggermente differenti o incompleti); l'Ufficio IV con la DG per l'Africa Sub-Sahariana; l'Ufficio V si rapporta alla DG per i paesi dell'Asia, dell'Oceania e dell'Antartide (dimenticando di includere il Pacifico, che invece viene specificato nel nome della DG che compare sulla fascia verticale a destra) e alla DG per i Paesi delle Americhe.

Da sottolineare che veniva impiegato il termine paesi IN VIA DI SVILUPPO, mentre non si parlava mai di paesi SOTTOSVILUPPATI (a livello di registro comunicativo, rimaniamo quindi in pieno in uno stile istituzionale, per sfociare nel politicamente corretto).

Rispetto agli altri organismi che compongono la struttura del MAE (a parte la Segreteria Generale, che si articola in 4 Unità, e la DG per il Personale, che oltre a 6 uffici dispone di un'Unità per i Rapporti con le Organizzazioni Sindacali), la DGCS dispone anche di due Unità: l'Unità Tecnica Centrale, che sembra occuparsi della fase di esecuzione delle attività della DGCS, e l'Unità d'ispezione, monitoraggio e verifica delle iniziative stesse. Nel sito non veniva specificata la differenza fra Unità ed Uffici.

È lecito supporre, conoscendo la macchina amministrativa italiana, che nella DGCS le Unità citate siano il braccio di esecuzione e controllo delle attività, quindi quelle più coinvolte e informate dell'effettivo andamento dei programmi e delle attività di cooperazione internazionale pianificate politicamente dagli uffici. Una sorta di divisione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario della DGCS, che in questo senso sembra garantire funzionalità, efficienza e trasparenza, e la base di una struttura democratica. Sempre gerarchica, non partecipativa, né con altre funzioni comunicative che non siano le referenziali e di informazione e trasparenza amministrativa.

Per non dilungarci troppo nell’analisi specifica di una versione antiquata del sito, concludiamo affermando che nel 2005 la cooperazione internazionale allo sviluppo occupava nel sito del Ministero degli Affari Esteri italiano lo stesso rilievo di una sezione come le altre, formata da una pagina interna, e il cui contenuto era principalmente volto a descrivere le competenze degli uffici e la struttura di

gestione. Per cui si rimaneva su un piano di comunicazione pubblica senza nessuna dichiarazione politica, di introduzione concettuale alla cooperazione né dei rimandi ai progetti concretamente intrapresi.

4.2.4. Considerazioni sui risultati dell'analisi: la strategia comunicativa della