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Il sito della cooperazione allo sviluppo del Mae nel

I PARTE IL PANORAMA GENERALE DELLA COMUNICAZIONE PER LO SVILUPPO

STRATEGIE COMUNICATIVE IDEOLOGIE

4.3. Il sito della cooperazione allo sviluppo del Mae nel

Nello stesso anno, 2005, in occasione delle Giornate per la Cooperazione Italiana, svoltesi dal 27 ottobre al novembre al 6 dicembre del 2005, scopriamo che il Mae ha pubblicato un sito a parte, esterno a quello ministeriale, che dall’URL di riferimento sembra dedicato alle attività della Cooperazione allo Sviluppo (Figura 2).

Figura 2. L’home page del sito www.cooperazioneallosviluppo.it

Si legge infatti che la scelta di utilizzare una griglia semplice ma rigida e una connotazione

minimalista degli aggettivi grafici è dettata dall'intento di assicurare una adeguata velocità di connessione degli utenti.

4.3.1. Identificazione e struttura del sito

Questa intenzione ci è sembrata subito contraddittoria, poiché nella barra del navigatore Internet impiegato162 si legge GIORNATE PER LA COOPERAZIONE ITALIANA (vedi Figura 3), indicando chiaramente il riferimento e la prima ragion d’essere del sito, che non sembra quindi nascere quindi da un’esigenza di dedicare uno spazio specifico all’argomento, creando un apposito sito tematico, per approfondirla, ma piuttosto dall’occasione dell’organizzazione di un evento, che ha bisogno di comunicazione esterna per la diffusione e la pubblicità163.

Figura 3.

Un sito-vetrina classico, come ormai comune creare in occasione di qualsiasi “prodotto” culturale, sia esso un film, un evento, un progetto, che svolgono la pura funzione di “presenza” nello spazio mediatico di Internet e di informazione basica. Non avendo potuto accedere al sito nel 2004, né essendo ad oggi disponibile, non sappiamo come fosse strutturata la sua architettura. Nel 2005, i link strutturali, a sinistra dell’home page, e quelli associativi, costituiti da sole icone, sulla destra, insieme alla grafica, sottolineano da subito una differenza radicale rispetto al sito del Ministero degli Affari Esteri. Dalla descrizione gerarchica e strutturale, passiamo a quella per tematiche e oggetti (e contemporaneamente ci spostiamo ad un genere di sito, non più istituzionale): LE CIFRE, I TEMI, PUBBLICAZIONI, EVENTI, EMERGENZA TSUNAMI, GIORNATE 2005 (la cui mancanza di ulteriore specifica, ci conferma di nuovo la sua natura come strumento di comunicazione per questi eventi in particolare, più che ad una funzione specifica per le politiche della Cooperazione Italiana).

162Nel caso dell’Explorer di Windows, la barra è la striscia blu elettrico-che nell’immagine catturata

dalla Figura 2 appare distorta in violetto- che delimita la finestra, l’interspazio compreso fra lo spazio fisico dello schermo e quello virtuale dell’home page, con i comandi per ridurre, ampliare e chiudere la finestra e aprirne un’altra.

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Questa funzione del sito trova anche una conferma “extradiegetica”, poiché nella pubblicazione relativa alle Giornate per la Cooperazione Italiana svoltesi del 2004 (dal 4 novembre al 7 dicembre), fornitaci dal Servizio Stampa del Ministero degli Esteri (nel 2004 non avevamo ancora iniziato la nostra ricerca) troviamo come sito web di riferimento www.giornateperlacooperazione.it, la stessa denominazione registrata dalla Barra di Navigazione di Windows. Si deduce quindi che in un primo momento il sito venne registrato e comprato per le Giornate, e poi si dovette decidere di lasciarlo attivo cambiando il dominio in www.cooperazioneallosviluppo.it

4.3.2. La trama visiva: simboli e giochi ottici

In questo caso, ci sembra interessante soffermarci sul cambio radicale di struttura, spazio visivo e sulle sue conseguenze in quanto a strategie dell’enunciazione impiegate. In primo luogo, questo sito (esterno ed esocentrico) non ha quasi nulla in comune con il sito del Mae (da cui però si accede), a partire dal nome, dal sistema di navigazione (per barra tematica e per icone) e soprattutto per la grafica (iniziando dalla fotografia centrale, un collage164, composto da fotografie -non da immagini generiche come nel sito del Mae- che rappresentano i destinatari della cooperazione e degli aiuti), i colori (azzurro di fondo ma ravvivato da giochi di testura, da font più distinta, in generale si cerca un risultato estetico più accattivante, e dalla particolarità della linea geometrica diagonale della barra di navigazione verticale a sinistra) e soprattutto dal logo (Fig. 4).

Figura 4. Il logo della cooperazione italiana allo sviluppo

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Il genere “collage” nelle foto introdotte nei siti dedicati alla cooperazione internazionale, non solo istituzionali ma anche delle Ong, è una scelta ricorrente che illustreremo in appendice con degli esempi.

La scelta di creare un logo, in generale, risponde da un lato ad un’esigenza di identità propria, e in questo caso si tratterebbe del logo specifico e dell'identità della cooperazione italiana, che quindi cerca una differenziazione all’interno del Ministero degli Esteri (che pur rimane presente, tanto nel sito, come si legge in basso come firma, in arancione: Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo – Ministero degli Affari Esteri, quanto nel logo stesso). Dall’altro lato, risponde ad esigenze di proiezione di immagine165 esterna, alla necessità di farsi conoscere e di comunicare esternamente la propria identità. In questo senso, il logo scelto è piuttosto significativo per gli obiettivi che ci siamo posti in questa ricerca. In primo luogo, notiamo l’utilizzo della strategia dei giochi ottici166, da sempre in voga per catturare l’attenzione del lettore, nei vari campi di applicazione (artistico, pubblicitario, satirico...): in questo caso, la forma di una mano che allo stesso tempo rappresenta una colomba. Due figure di per sé altamente simboliche, che evocano significati e valori in modo inequivocabile, che ci forniscono una chiave per arrivare alle ideologie che stiamo cercando di mettere in luce.

La mano è simbolo di aiuto, amicizia, collaborazione, tanto nelle espressioni linguistiche (per esempio, “dare una mano” come sinonimo di “aiutare”) quanto nelle azioni quotidiane (ci si stringe la mano per amicizia o per presentarsi, o per riappacificarsi) come nell’immaginario visivo (la mano è utilizzata in moltissimi ambiti e occasioni, specialmente da associazioni, cooperative e Ong, specie se associata all’altrettanto iconografico mappamondo167). Quindi, in sintesi, di

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Per una esaustiva trattazione dei concetti di immagine e identità da un punto di vista semiotico, si veda Grandi, R. “La corporate image come oggetto semiotico”, in Grandi, R. (a cura di), Semiotica al Marketing. Le

tendenze della ricerca nel marketing, nel consumo, nella pubblicità, Roma, Franco Angeli, 1997.

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Alcuniesempi di giochi ottici, fra i più classici del genere:

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Proponiamo alcune immagini come esempi, mentre per la trattazione sull’uso del globo/mondo rimandiamo a Davila Legerén, A., “Un globo paródico e incidental. A propósito del icono canónico de la globalización en- Cubierta”, in Cuadernos de Información y Comunicación, Vol. 12, 2007, pag. 151.

cooperazione nel senso più solidario del termine. Allo stesso modo, la colomba, l’altra faccia del logo che stiamo esaminando, è IL simbolo di pace per eccellenza, con connotazioni religiose (rispetto alla laicità, per esempio, dell’Ulivo, che comunque nonostante in Italia abbia cercato di riscattarsi come simbolo e nome delle coalizioni politiche guidate da Romano Prodi, ha finito per portarsi dietro spettri di clericalismo) ma soprattutto di pace universale. Da un punto di vista puramente comunicativo, ci sembra che il logo sia funzionale, anzi la trovata visiva della doppia significazione non è scontata né facile da ottenere. Dal punto di vista della nostra analisi, volta a scandagliare i discorsi messi in atto dalle istituzioni pubbliche sulla cooperazione internazionale, quest’immagine è particolarmente significativa proprio per i valori a cui si riconduce. Se valutiamo l’immagine, con Aumont168, dal punto di vista delle relazioni con il mondo, possiamo dedurre che: -la funzione simbolica è pienamente svolta, data l’alto livello di simbolismo e di iconicità delle figure scelte, la colomba della pace e la mano della solidarietà; -la funzione estetica anche, visto che le due figure sono combinate attraverso il gioco ottico, l’illusione, il meccanismo della doppia lettura, che stuzzica e compiace il lettore che la decifra;

-la funzione epistemica, che ci informa che la cooperazione italiana (che nelle varie versioni del logo accompagna letteralmente l’immagine, rafforzando l’appartenenza istituzionale con i colori della bandiera, bianco, rosso e verde) significa pace e solidarietà, valori fra l’altro coerenti anche con quanto avevamo trovato sul sito del Mae, in riferimento alle uniche tematiche chiaramente esplicitate, come abbiano già enumerato nel paragr. 4.2.1.

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4.3.3. Prima ipotesi ideologica

Anche se stiamo facendo un’analisi globale del sito, ci è sembra opportuno soffermarci a lungo sul logo perché anche nel sito in questione occupa una posizione privilegiata (secondo gli standard di usabilità stabiliti in www.webstandards.org), come banner principale, in alto a sinistra occupando tutta la fascia orizzontale, e perché è il primo indice di uno spostamento enunciativo del discorso istituzionale sulla cooperazione. In questo senso il logo contribuisce al cambiamento di genere, stile, struttura e narrazione, che si riposiziona la cooperazione su un asse etico e morale, spostandola dal livello pubblico su cui era stata collocata. In questo senso, l’attribuzione di valori come la pace e la solidarietà agli interventi di sviluppo, significa ricondurre ideologicamente le relazioni fra stati poveri e ricchi su un piano caritativo, umanitario, che si rifà alla nascita di queste azioni, alla Compagnia delle Opere che fonda le prime azioni di cooperazione internazionale, come abbiamo visto nel capitolo 1, e ancora più indietro alle missioni religiose. E dietro di esse, a una concezione di sviluppo di stampo evoluzionista, che suppone una ideologia del bene e del male, e un modello unico dello stesso, quello basato sul capitalismo occidentale, il benessere economico e le politiche liberali come valori universali. Ritorneremo su questo punto più avanti, per ora è importante sottolineare che il sito web della Cooperazione Italiana nel 2004-2005 presenta delle caratteristiche che escono dalla sfera pubblica e politica, che abbiamo descritto nel capitolo 3, per entrare nella sfera privata e della morale.