più fini facilita la presenza delle risorgive, sorgenti di straordinaria importanza
floristica, vegetazionale e paesaggistica.
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IsorgIve e FontanIlIL’alluvionamento e la sedimentazione do-vuti ai fiumi che scendono nel bacino padano hanno prodotto la vasta copertura sedimentaria su cui è impostata la Pianura Padana. Le caratteristiche dei processi di deposizione fluviale hanno fatto sì che la distribuzione dei sedimenti non sia uniforme:
più grossolani nelle fasce pedemontane e progressivamente più fini scendendo verso le zone più depresse, in corrispondenza dell’asse centrale di scorrimento del fiume Po.
La coltre sedimentaria del bacino padano è molto ricca di acque sotterranee, che derivano dall’infiltrazione delle acque meteoriche e di quelle dei corsi d’acqua che scendono dalle catene montuose circostanti. La fascia pedemontana è una sede particolarmente ricettiva di tale processo di infiltrazione per la granulometria più grossolana dei sedimenti, che conferisce maggiore permeabilità al substrato e per le sue caratteristiche di maggiore piovosità. La naturale discesa verso l’asse della pianura delle acque sotterranee provenienti dai bacini montani è tuttavia ostacolata dalla progressiva riduzione della granulometria dei sedimenti, che offre una sempre maggior resistenza al movimento, rallentando la velocità di scorrimento. Il risultato finale è che per mantenere la portata complessiva a un flusso più lento è necessario un aumento della sezione di scorrimento, reso possibile dall’elevazione della superficie della falda. Ne consegue che in una posizione intermedia tra alta pianura, impostata su sedimenti grossolani, e bassa pianura, costruita da sedimenti fini, la falda finisce con l’intercettare il piano di campagna dando così origine a manifestazioni sorgentizie definite con termini diversi nelle varie parti della
Pianura Padana: risorgive in Friuli e Veneto, fontanili in Lombardia, sortumi in Piemonte, fontanazzi in Emilia.
Tali sorgenti si allineano in modo abbastanza regolare formando una fascia, definita appunto delle risorgive, in tutta la pianura a nord del Po dal Friuli al cuneese con solo limitate lacune. Nella pianura preappenninica le risorgive compaiono invece in modo più limitato e la fascia sorgentizia risulta assai discontinua e comunque limitata al solo tratto emiliano giungendo a est appena oltre Bologna.
Le acque hanno caratteristiche peculiari, che le rendono diverse dalle comuni acque di scorrimento superficiale. Il regime delle temperature è relativamente costante durante tutto l’arco dell’anno (10-14 °C e più frequentemente 11-12 °C). Nelle condizioni naturali l’acqua è inoltre costantemente limpida per una presenza molto ridotta di materiali solidi in sospensione e caratterizzata da una relativa povertà di nutrienti azotati e fosfatici (oligotrofia). Una maggior ricchezza di nutrienti (eutrofia) è invece condizione costante della restante parte delle acque superficiali della pianura, anche a seguito del dilavamento delle superfici agrarie e dell’immissione di scarichi agricoli e urbani.
Le acque di risorgenza risultano tuttavia condizionate dalla natura dei sedimenti che attraversano e per questo motivo nella Pianura Padana centro-orientale e in quella preappenninica, data la ricchezza di sedimenti carbonatici, risultano ricche in calcio, al contrario di quanto avviene nella Pianura Padana a ovest del fiume Adda, per la prevalente costituzione silicatica dei substrati. A tale variazione delle condizioni Grandi zolle vegetate
di Callitriche nello Stella, un fiume di risorgiva del Friuli (G. Sburlino).
chimiche delle acque corrisponde, almeno in parte, una modificazione della flora e vegetazione esistenti.
La presenza delle risorgive ha condizionato il paesaggio della Pianura Padana in modo importante e diversificato.
Nella pianura veneto-friulana le acque che fuoriescono dalle cavità sorgentizie danno origine a un complesso reticolo di piccoli corsi d’acqua che, confluendo assieme, costituiscono corpi idrici di portata via via crescente fino a formare fiumi anche di dimensioni considerevoli quali lo Stella e il Sile. A ciò si associa la presenza di estensioni di suolo impregnato dalle acque di risorgenza su cui si sono impostate comunità vegetali di grande pregio. Nell’area centro-occidentale invece l’antico e intenso sfruttamento agricolo ha fatto sì che si sia provveduto già in antico a una più puntuale regimazione delle acque, che sono state generalmente captate in cavità sorgentizie artificialmente escavate e mantenute contenendo i naturali processi di interramento. La cavità sorgentizia viene definita testa del fontanile, mentre il corso vegetazionale da oriente verso occidente, dovuta sia a fattori naturali (la citata variazione dei substrati, l’attenuarsi dell’influsso orientale, l’allontanamento dalle coste del mare Adriatico), sia anche alla più antica e diffusa domesticazione del paesaggio in termini di utilizzo agrario, urbano e industriale. Nella padania occidentale non si rileva perciò solo un impoverimento dal punto di vista floristico, ma anche la scomparsa di interi contesti ambientali e di tutta la vegetazione che si articola al loro interno.
Nel paesaggio vegetale delle risorgive il fattore acqua è sicuramente quello determinante, e va sottolineato come la vegetazione nel suo complesso non includa solo gli aspetti acquatici e palustri, ma comprenda anche le comunità legnose (arboree e arbustive) e le praterie secondarie legate all’azione secolare dell’uomo.
La vegetazione delle polle di risorgiva e dei corsi d’acqua. La vegetazione delle sorgenti di risorgiva, dette polle, può essere costituita da tipi diversi in dipendenza
da numerosi fattori quali: dimensioni e profondità delle polle, natura dei sedimenti del fondo, grado di motilità dell’acqua. Inoltre in molti casi l’uomo ne ha profondamente alterato la struttura con opere idrauliche tese allo sfruttamento e alla regimazione delle acque che hanno portato ad una generale semplificazione di composizione floristica e struttura della vegetazione. Altre cause di degradazione dell’ambiente di risorgiva sono individuabili nell’agricoltura intensiva, nell’eutrofizzazione delle acque superficiali, nel generale abbassamento della falda acquifera e nella diffusione dell’ittiocoltura.
Nelle polle di risorgiva in condizioni naturali o prossimo-naturali, quali quelle ancora presenti nella bassa pianura friulano-veneta, si possono osservare il raro Potamogeton coloratus, legato ad acque limpide e povere in nutrienti, spesso associato a Utricularia australis, idrofita carnivora dai vistosi fiori gialli e alla piccola pleustofita Lemna trisulca.
Molto spesso la grossa ciperacea Cladium mariscus forma una cintura più o meno fitta ai margini delle cavità sorgentizie: il cladieto;
questo, in condizioni di maggior disponibilità di nutrienti nelle acque, viene sostituito da canneti a Phragmites australis o da comunità a grandi carici (Carex elata, C. acutiformis etc.).
Nei corsi d’acqua di risorgiva, il fondo del tratto iniziale è spesso in parte ricoperto dalle forme sommerse di Berula erecta e/o di Callitriche sp.pl. mentre, procedendo verso valle, dove l’acqua è più profonda e meno rapida, a queste si aggiungono Ranunculus trichophyllus, R. penicillatus subsp.
pseudofluitans (pianura centro-orientale), R. fluitans (pianura centro-occidentale) e, meno frequentemente, Hippuris vulgaris nella forma fluitante. Lungo le sponde sono presenti comunità dominate da elofite; tra le specie più frequenti si ricordano, oltre alla forma emersa di Berula erecta, Nasturtium officinale, Apium nodiflorum, Mentha aquatica, Veronica anagallis-aquatica, V. catenata, V. beccabunga e Myosotis scorpioides.
Allontanandosi dalle sorgenti le acque tendono ad arricchirsi di nutrienti, perdendo progressivamente le condizioni peculiari dell’ambiente di risorgiva, e assumendo le caratteristiche mesotrofiche o eutrofiche più comuni per le acque superficiali della pianura. Ne risulta così modificato anche il tipico corteggio floristico e vegetazionale presente più a monte nelle risorgive.
La vegetazione delle torbiere basse e dei prati umidi. Un elemento caratteristico del paesaggio delle risorgive è quello delle
torbiere basse, ma attualmente, esempi di questo ambiente in discrete condizioni di conservazione sono riscontrabili solamente nel settore più orientale della pianura (Friuli).
Le stazioni segnalate sino al secondo conflitto mondiale a occidente del fiume Mincio sono invece andate completamente distrutte.
La vegetazione di torbiera propriamente detta si sviluppa attorno alle polle di risorgiva, su un suolo fortemente imbibito d’acqua e ricco di sostanza organica indecomposta, ed è rappresentata da una prateria paludosa a dominanza di Schoenus nigricans, esclusiva di questi ambienti (associazione endemica Erucastro-Schoenetum nigricantis).
A seguito degli eventi geologici, climatici e storici, in questi ambienti si è realizzata la confluenza tra flore aventi differenti origini, e vi si riscontrano infatti entità di significato fitogeografico assai diverso. Vi sono specie spiccatamente microterme frequentemente presenti in ambienti affini sulla catena alpina e nelle regioni nordiche che, giunte in pianura durante le glaciazioni, si sono potute mantenere in questi ambiti grazie alle loro caratteristiche di freschezza microclimatica.
A queste si associano entità a carattere sud-est europeo, entità submediterranee e persino Anagallis tenella, una rara entità a gravitazione occidentale.
La coesistenza dei suddetti elementi floristici conferisce un carattere di spiccata originalità fitogeografica a questi ambienti, ma la loro unicità viene esaltata anche dalla presenza di specie presenti su aree geografiche molto ristrette e di esse esclusive, le entità endemiche. Presenti solo in queste aree sono Erucastrum palustre, Armeria helodes, Centaurea jacea subsp. forojulensis e Isoëtes
malinverniana: le prime due sono esclusive del territorio friulano, mentre la terza si spinge marginalmente anche nella pianura veneta.
Isoëtes malinverniana è invece unicamente presente nella pianura a ovest del fiume Ticino e, a differenza delle precedenti, non trova collocazione negli ambienti di torbiera, ma nelle acque correnti delle rogge di risorgiva. Altre entità con area di distribuzione decisamente ristretta sono Euphrasia mar-chesettii, la cui area di distribuzione si estende a ovest fino alla porzione orientale della Lombardia e Senecio fontanicola, finora noto solo per il Friuli, il Veneto, la Carinzia e la Slovenia nord-occidentale e che, al pari delle specie precedentemente citate, è ormai divenuto assai raro a causa delle trasformazioni ambientali.
Tra i cespi di Schoenus nigricans si ritrovano inoltre frequentemente Juncus subnodulosus, Potentilla erecta, Eriophorum latifolium, Carex davalliana e C. lepidocarpa, oltre alle rare Sesleria uliginosa e Spiranthes aestivalis.
Ecologicamente legata alle piccole pozze di acqua stagnante è Utricularia minor (incl.
U. bremii) divenuta ormai molto rara per la distruzione della maggior parte dei siti in cui era stata segnalata; allo stesso modo rimangono ancora solo pochi esempi anche delle comunità a Eleocharis quinqueflora, impostate sui piccoli depositi di sabbia calcarea frammista a torba, soggetti a una continua circolazione d’acqua. In passato, in un contesto agricolo a conduzione eminentemente familiare, la necessità di ricavare aree da destinare a prato stabile ha fatto sì che parte delle superfici occupate dalla vegetazione di torbiera venissero trasformate in prati da lettiera a dominanza Schoenus nigricans
(U. Gamper).
A destra Primula farinosa (G. Sburlino).
di Molinia caerulea (associazione endemica Plantagini altissimae-Molinietum caeruleae) attraverso operazioni di drenaggio moderato mantenuto nel tempo e la pratica dello sfalcio periodico. Esempi di questo particolare ambiente, testimoni anche di un patrimonio culturale ormai in via di scomparsa, sono ormai molto rari e ospitano specie rare e/o di rilevanza fitogeografica (Gladiolus palustris, Laserpitium prutenicum, Serratula tinctoria, Plantago altissima, Sanguisorba officinalis, Gratiola officinalis, Cirsium palustre, Gentiana pneumonanthe, Iris sibirica).
La vegetazione arbustiva e arborea. Lungo i corsi d’acqua di risorgiva sono spesso presenti arbusteti a dominanza di Salix cinerea, che formano caratteristiche cenosi dall’aspetto di mangrovie e che costituiscono in genere comunità stabili nel tempo. Negli ambienti paludosi, con acqua non più soggetta a scorrimento orizzontale, il saliceto a S. cinerea viene invece progressivamente sostituito dal bosco paludoso con suolo scuro cedevole spesso inondato, ad Alnus glutinosa.
Sotto la copertura arborea, costituita in modo pressoché esclusivo da Alnus glutinosa, Specie con diversa
distribuzione fitogeografica che convivono nelle basse torbiere delle risorgive orientali.
Ranunculus trichophyllus (G. Sburlino).
Entità dealpine microterme Entità sud-est europee Entità submediterranee Primula farinosa Allium suaveolens Orchis laxiflora Parnassia palustris Thalictrum lucidum Scirpoides holoschoenus
Pinguicula alpina Plantago altissima Tetragonolobus maritimus Drosera rotundifolia
Tofieldia calyculata Liparis loeselii Dactylorhiza incarnata Gymnadenia odoratissima
Eriophorum latifolium Sesleria uliginosa
sono spesso presenti entità con portamento arbustivo quali Cornus sanguinea subsp.
hungarica, Viburnum opulus, Frangula alnus e Solanum dulcamara. Il sottobosco erbaceo, alla cui copertura concorrono di volta in volta soprattutto Carex acutiformis e C. elata, include numerose entità igrofile (Lycopus europaeus, Lysimachia vulgaris, Lythrum salicaria, Galium palustre aggr., Valeriana dioica, Iris pseudacorus, Caltha palustris, etc.) e le rare Thelypteris palustris e Dryopteris carthusiana. Anche le ontanete paludose hanno fortemente risentito delle modificazioni indotte dall’uomo sul territorio
e gli esempi floristicamente e strutturalmente ben rappresentati sono ormai molto rari e localizzati.
Il complesso della vegetazione delle risorgive, pur ormai ridotto a un’estensione territoriale davvero minima e assai minacciato dagli usi invalsi del suolo e delle acque, conserva comunque un grande interesse dal punto di vista botanico e fitogeografico.
Una testimonianza di ciò è la presenza al suo interno di molteplici habitat e di varie specie che la Comunità Europea considera quali elementi qualificanti della biodiversità a livello continentale.
Gli Habitat segnalati dalla Direttiva 92/43/
CEE più rilevanti nel contesto del paesag-gio delle risorgive. Gli habitat 7219* e 91E0*
sono considerati prioritari ai fini della rapida attuazione della flora italiana del 2013.
HABITAT Direttiva 92/43/CEE
3150: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition 3160: Laghi e stagni distrofici naturali
3260: Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion 6410: Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion caeruleae)
6430: Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile
7210*: Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae 7230: Torbiere basse alcaline
91E0*: Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)
Specie Italia IUCN globale Endemica
Armeria helodes EN minacciata EN minacciata •
Erucastrum palustre EN minacciata EN minacciata •
Euphrasia marchesettii EN minacciata EN minacciata •
Gladiolus palustris NT quasi minacciata DD dati mancanti
Isoëtes malinverniana CR gravemente minacciata CR gravemente minacciata • Liparis loeselii EN minacciata NE non valutata
Spiranthes aestivalis EN minacciata NE non valutata Anacamptis palustris EN minacciata NE non valutata Epipactis palustris NT quasi minacciata NE non valutata Hippuris vulgaris EN minacciata NE non valutata Hottonia palustris EN minacciata NE non valutata Utricularia bremii CR gravemente minacciata DD dati mancanti
Le specie degli ambienti di risorgiva incluse negli Allegati della Direttiva 92/43/
CEE.
Schema delle polle di risorgiva della pianura friulana.
A. Polla attiva di grandi dimensioni;
B. polla piccola in via di chiusura.
1. Prateria paludosa a Schoenus nigricans;
2. comunità a Cladium mariscus;
3. comunità a Eleocharis quinqueflora.
Allegati della Direttiva 92/43/CEE Specie
Allegato II – Specie vegetali d'interesse comunitario la cui conservazione
richiede la designazione di zone speciali di conservazione Isoëtes malinverniana Erucastrum palustre Gladiolus palustris Liparis loeselii Armeria helodes*
Euphrasia marchesettii Allegato IV - Specie vegetali di interesse comunitario che richiedono una
protezione rigorosa (include le specie All. II). Spiranthes aestivalis Allegato V - Specie animali e vegetali di interesse comunitario il cui
prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione (incluse le specie All. II e IV).
Sphagnum sp.pl.
* specie prioritaria in quanto meritevole della rapida attuazione di misure volte a garantirne la conservazione.