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Intervista a Antonio Luxardo

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2. Intervista a Antonio Luxardo

DATA: 21 luglio 2015

L’architetto Antonio Luxardo è uno dei fondatori e proprietari di Pro Ship Srl, azienda di progettazione nautica situata a La Spezia.

1. Da quanto lavora con la Cina?

Dal 2001, sono quasi 15 anni.

2. Chi sono gli utenti finali del prodotto yacht in Cina, da dove vengono, che livello di reddito hanno?

Ci sono più categorie:

1. cliente che compra la barca a vela, velista (adesso ci sono molti appassionati di vela), – cliente che compra la barca a motore, è di solito un appassionato che vuole status symbol, o vuole entrare a far parte di un esclusivo yacht club. Ci sono casi in cui alcuni si iscrivono alla yacht club ma non hanno la barca perché non ci sono i posti per ormeggiarla.

2. Immobiliaristi e aziende del settore del turismo: quando realizzano delle strutture turistiche con hotel sul mare, comprano alcune barche per metterle a noleggio.

E la classe media?

Gli utenti della classe media stanno iniziando adesso, tant’è che stanno iniziando a produrre barche più piccole di 7-8 metri, che anche la classe media può permettersi, questo fino a 10 anni fa non esisteva. La “piccola nautica” ha iniziato a svilupparsi dal 2010. È anche aumentata la produzione dei piccoli gommoni.

3. Comincia a nascere un mercato per i superyacht oltre i 24 metri?

Sì, sta nascendo. Ci sono alcuni ricchi cinesi che iniziano a noleggiare grandi barche: Maltese Falcon, yacht a vela di 80 metri di Perini Navi è stato noleggiato da un cinese per fare la Perini Cup a Porto Cervo a settembre 2015.

4. Quali sono gli ostacoli allo sviluppo della nautica in Cina?

1. Nuovo governo di Xi Jinping ha varato una serie di normative che hanno rallentato il mercato del lusso e il mercato nautico.

2. In Cina è assente la cultura nautica, e c’è bisogno di tempo per crearla. Fino al 2001 in Cina vigeva il divieto per la navigazione da diporto. Tra il 2009 e il 2010 hanno iniziato a promuoverla, il governo lo chiamò il “Blue market”, ossia lo sviluppo di tutto il mercato legato al mare e all’acqua dal punto di vista turistico, non si tratta solo di barche… Hainan era un isola militare ed è stata in parte demilitarizzata e riconvertita al turismo.

3. Le infrastrutture ad oggi non sono sufficientemente sviluppate.

4. I cinesi che acquistano lo yacht spesso non hanno chiaro perché la barca abbia bisogno di manutenzione, credono che lo yacht sia come un auto di lusso. In Cina manca anche la manodopera specializzata per eseguire lavori di manutenzione, infatti i cantieri italiani e non solo stanno cercando di organizzare dei punti di service in Cina, così come anche le aziende che vendono componenti dovrebbero fare, ma purtroppo questo non avviene ancora.

5. Quali sono i vantaggi allo sviluppo della nautica in Cina?

Uno dei vantaggi era quello che si poteva comprare lo yacht come azienda e non come privato, e in questo modo si potevano scaricare le tasse. Non so se oggi è ancora consentito farlo.

6. Quali sono i vantaggi per i player italiani del settore in Cina rispetto a quelli di altri paesi?

L’unico vantaggio rilevante che abbiamo è che il ricco cinese predilige il prodotto italiano di lusso, c’è una forte attrazione per quello che è di design italiano anche se prodotto in Cina. Sanno che nel design siamo i migliori.

7. Quale è l’influenza della politica di anti corruzione di Xi Jinping sul settore della nautica?

8. Quali sono a suo parere gli errori che commettono di frequente i manager e imprenditori italiani del suo settore in Cina?

Uno degli errori più frequenti è che non pianificano gli investimenti, per conquistare il mercato cinese ci vuole tempo e denaro, il territorio è molto vasto, servono investimenti per farsi conoscere, il cinese compra prodotti conosciuti, prodotti che gli consentano di poter ostentare, prodotti che siano status symbol. Le aziende della nautica italiana dovrebbe promuovere il proprio brand, come Ferretti, Azimut…che sono tra i brand di riferimento in tutta la Cina. I marchi del mondo della nautica più noti in Cina sono Azimut Benetti, Ferretti, Sunseeker, Princess e Beneteau.

9. Quali peculiarità presenta il settore della nautica in Cina?

Il mercato cinese è un mercato difficile perché manca la cultura del mare, a mio parere un’associazione di categoria dovrebbe promuovere attività ed eventi che avvicinano i cinesi alla barca e agli sport acquatici. Ad esempio, a Qingdao nel 2008 nell’ambito delle Olimpiadi si sono tenute le gare di vela. In seguito a questo evento Qingdao ha assistito all’incremento del numero di imbarcazioni da diporto: prima delle Olimpiadi la marina era semideserta, oggi è quasi piena. Nel fine settimana i ragazzini vanno in barca a vela e proprio questi adolescenti saranno i clienti di domani. Senza dubbio le Olimpiadi sono servite a diffondere lo sport della vela, tuttavia per avvicinare le persone alla nautica le aziende insieme alle associazioni di settore dovrebbero organizzare più attività.

10. Nautica lacustre? Perché non è mai stato pensato di promuovere la nautica sui laghi e sui fiumi?

Stanno cercando di promuovere la nautica lacustre: in Cina ci sono tantissimi fiumi e tantissimi laghi navigabili. Il problema è che mancano le infrastrutture.

L’approccio di tutti gli operatori del settore è di vedere l’imbarcazione da diporto primariamente sul mare, anche i boatshow non sono mai stati organizzati su un lago, mentre c’è un lago grandissimo in Cina dove se ne potrebbe organizzare uno. Oggi le più importanti fiere nautiche sono tutte sul mare: Shanghai, Hainan (Sanya), Qingdao, Dalian, Xiamen…Credo che ci vorrà tempo prima che si sviluppi sui laghi e sui fiumi, stiamo parlando di un settore che in Cina è nato appena 10 anni fa.

11. A Suo parere, che forma avrà la curva di sviluppo del settore nautico in Cina? Quali scenari per il futuro?

Per ora la curva di sviluppo è bassissima, ci sarà un momento in cui avrà un incremento quasi verticale, adesso è ancora bassa perché non ci sono i presupposti e nonostante ci sia un incremento delle vendite: negli ultimi 5 anni le vendite delle barche in Cina sono raddoppiate anno dopo anno. La curva ha avuto una flessione nel 2010 nonostante fosse ancora in crescita. Nell’arco di 5-10 anni ci sarà un forte incremento nella vendita di barche tra i 6 e i 15 metri. Quando inizieranno a produrre in Cina in larghe quantità a costi di produzione cinesi, ci saranno tante imbarcazioni a prezzi più bassi. Oggi un grande scoglio è il prezzo. Le barche

prodotte in Italia subiscono un pesante dazio doganale al momento dell’importazione in Cina. A mio parere nel 2020-2030 ci sarà veramente un’impennata del mercato.