Grafico VI: I Fornitori della nautica da diporto
3.3 Il settore della nautica in Cina
3.3.11 Prospettive di sviluppo del mercato nautico cinese
Questo paragrafo non ha la pretesa di predire il futuro della nautica in Cina, ma semplicemente di aprire delle riflessioni su vari aspetti della realtà attuale.
Al momento la causa principale del rallentamento del settore è la politica anticorruzione promossa con forza dal presidente Xi Jinping, volta a dare nuova credibilità al Partito. I milionari cinesi sono diventati più discreti nell’esibizione della loro ricchezza temendo di diventare il bersaglio delle autorità. Agli ostacoli politici si sono aggiunte le gravi difficoltà che il mercato finanziario cinese sta affrontando in questo 2015.
In molti si augurano che le vicende economiche attuali accelerino il propagarsi di una maggiore trasparenza nel mercato e il miglioramento delle condizioni di fare business. Secondo Paolo Bertetti “questa politica cambierà la clientela: resteranno solo coloro veramente interessati allo yacht mentre si ridurrà il numero dei clienti che decidono di comprare una barca esclusivamente per ostentare.”157
Riguardo al tema dello sviluppo delle infrastrutture, negli ultimi anni sono sorte in Cina numerose marine concentrate in pochi luoghi, come Sanya, Shanghai, Qingdao etc. Secondo il rapporto dell’UCINA nel 2013 la percentuale di unità da diporto con posto barca era pari al 130% per un totale di 70.000 posti barca e 90 infrastrutture nautiche fra marine e porticcioli158, ovvero ad oggi in Cina c’è un notevole surplus di posti barca.
Molte delle marine cinesi sono state concepite come complemento a investimenti immobiliari più ampi che spesso comprendono hotel, abitazioni, uffici, centri commerciali, yachting club, cantieri, etc. Queste marine spesso sono nate grazie al fermento immobiliare che ha investito la Cina negli ultimi anni, lo stesso che ha fatto temere più volte lo scoppio di una bolla immobiliare. Come già detto alcune marine
156 Per maggiori dettagli si rimanda all’intervista in appendice a Paolo Bertetti, Vice Presidente R&D presso Sanlorenzo.
157 Si rimanda all’intervista in appendice a Paolo Bertetti, Vice Presidente R&D presso Sanlorenzo. 158 “UCINA”, La nautica in cifre 2015, p. 67-84.
sono state costruite, altre in costruzione, altre sono solo sulla carta, a questo proposito Stefano Caruso159 ci propone il suo punto di vista:
Molti progetti di porti turistici sono in realtà “finti”: il governo dava la licenza per costruire alberghi e case solo ai progetti che prevedevano una riqualificazione della costa con marine in modo da creare un’immagine di lusso per la città. Tutto questo si è verificato fino a un paio di anni fa, poi la situazione è cambiata. Molti di questi progetti sono stati iniziati e non finiti. Le marine presenti in questi progetti erano “fittizie”, non c’era la reale volontà di costruirle, bensì di far accettare il progetto alle autorità.
Se il settore nautico in Cina riprenderà a crescere è probabile che molti di questi progetti vengano realizzati.
Nonostante il futuro della nautica in Cina sia molto incerto, molte aziende del settore hanno volto il loro sguardo verso Oriente, e se non hanno deciso di aprire una sede esattamente in Cina, si stanno comunque stabilendo nell’area Asia-pacifica, in città come Hong Kong o Singapore: questa parte del mondo sta attirando l’attenzione degli operatori della nautica.
China is not being written off as a market. Most superyacht brokers and builders say they are just biding their time. Some have dipped their toes into the Chinese market by opening a shop in nearby Hong Kong or Singapore, which both have a strong expat population and infrastructure better suited to yachting.160
I mercati principali restano Stati Uniti, Europa e Medio Oriente, l’Asia-pacifico è ancora marginale: perché dunque in molti si stanno muovendo in questa direzione? Per fornire una valida spiegazione riprendo un concetto espresso dal professor Markus Taube nella lezione del corso “Economia Politica Cina” del 6 marzo 2015 tenutosi a Ca’ Foscari: il prof. Taube sostiene che negli anni Novanta la Cina è stata capace di attrarre moltissimi investimenti esteri, promettendo un mercato potenziale di dimensioni enormi, la Cina ha fatto un ottimo lavoro di marketing: quando ancora era un paese estremamente povero, con una popolazione priva di potere d’acquisto, un’economia e una politica in transizione e con molti aspetti disfunzionali, la Cina è riuscita a vendere una promessa di successo, è riuscita ad attrarre investimenti dai maggiori gruppi societari del mondo. Le ragioni della sua riuscita sono essenzialmente
159 Per maggiori dettagli si rimanda in appendice all’intervista a Stefano Caruso, Chief Designer presso DND. 160 “Fortune China”, 10 febbraio 2015, Why China's ultra-rich haven't warmed to superyachts, http://fortune.com/2015/02/10/chinas-ultra-rich-superyachts/, 25 settembre 2015
tre:
1. Costo del lavoro bassissimo.
2. Un mercato potenziale immenso: oltre un miliardo di potenziali clienti.
3. La spinta della competizione oligopolistica nel mercato globale: secondo la teoria dei giochi se un membro di un oligopolio decide di investire in un nuovo mercato, anche gli altri membri sono costretti ad imitare la sua scelta, altrimenti perderebbero un’importantissima occasione di sviluppo, e se aspettassero che il nuovo mercato diventi florido per investire, allora le barriere all’entrata poste dai concorrenti potrebbero essere quasi insuperabili o il gap con i competitor troppo ampio per essere colmato, a quel punto l’equilibrio dell’oligopolio si altererebbe e il primo ad essere entrato nel nuovo mercato diventerebbe il giocatore dominante grazie a economie di scala, riduzione dei costi, maggiori investimenti in R&D, etc.161
Il professor Taube ha espresso questo concetto anche in un saggio e se ne riporta di seguito un breve estratto:
The Investor's Motivation
The theory of the MNE as developed by Hymer, Kindleberger, Heckscher, Ohlin, Casson, Vernon and others, and integrated in Dunning's eclectic OLI paradigm (Dunning 1981) identifies four basic motives for FDI, a mixture of which usually determines the investment behaviour of MNEs (Stein 1991): resource seeking FDI; efficiency seeking FDI; market seeking
FDI; and strategic asset / capability seeking FDI. […]Strategic asset / capability seeking FDI
is based on strategic considerations with the intent to consolidate and strengthen the long-term competitiveness of the corporation. Such FDI operations may be driven by the motivation to occupy market shares and block or inhibit business activities of competitors, or to counter the move of a competitor already positioning himself in the foreign market. 162
Analizziamo le tre ragioni sopra elencate alla luce del settore della nautica: il basso costo del lavoro ha attratto investimenti dalle aziende che offrono prodotti non customizzati, la nautica di lusso ha preferito mantenere la produzione nei paesi di origine (es. Italia, Francia, Inghilterra, Olanda) o comunque più prossimi alla sede
161 Questa logica vale solo se il mercato in questione ha dimensioni molto grandi, come ad esempio il mercato cinese.
162 Markus TAUBE, Mehmet OGUTCU, “Main Issues on Foreign Investment in China’s Regional Development: Prospects and Policy Challenges”, in China in the Global Economy Foreign Direct Investment in China
Challenges and Prospects for Regional Development: Challenges and Prospects for Regional Development,
centrale dell’azienda (es. Perini Navi ha delocalizzato parte del processo produttivo in Turchia). Broker internazionali come Burgess e Y.CO non si stanno certo interessando alla Cina per il minor costo de lavoro, dato che la loro offerta primaria è costituita da servizi.
La seconda ragione ha sicuramente esercitato un fascino notevole sui vari operatori del lusso e anche su quelli del settore nautico, tuttavia ad oggi il mercato è ancora lontano dallo sperato boom.
La sola prospettiva di un grande mercato potenziale, ad oggi peraltro quasi totalmente inespresso, non è riesce a spiegare il perché ad esempio Perini Navi e Rossinavi, che per adesso non hanno venduto un singolo yacht ad un armatore cinese, abbiano entrambi una versione in cinese del proprio sito web,163 o la ragione per cui Spirit
Yachts, uno studio di design nautico londinese, abbia deciso di aprire una sede ad Hong Kong nel 2014 e Burgess Yachts, azienda che offre servizi di brokeraggio e charter, stia aprendo un ufficio a Singapore quest’anno.164 A mio parere la risposta giusta è
“competizione oligopolistica”: la nautica è un settore di nicchia, i cantieri nautici consolidati e strutturati sono un numero ridotto nel mondo, lo stesso vale per le grandi agenzie che offrono servizi nautici, come charter, brokeraggio, gestione e reclutamento equipaggi, etc. Non essere in Cina quando (forse) il mercato nautico decollerà, significa perdere un’occasione di sviluppo storica, entrare in ritardo potrebbe rappresentare un rischio enorme, specialmente in un settore, quello della nautica, dove il rapporto interpersonale che si instaura con il cliente è di cardinale importanza, e in un mercato, quello cinese, dove spesso il successo o meno di un’azienda è decretato dalle guanxi165
che la stessa azienda riesce a costruirsi.
163Perini Navi, link sito in cinese: http://www.perininavigroup.cn , Rossinavi, link sito in cinese: http://www.rossinavi.it/zh/#, 6 ottobre 2015.
164 “Fortune China”, 10 febbraio 2015, Why China's ultra-rich haven't warmed to superyachts, http://fortune.com/2015/02/10/chinas-ultra-rich-superyachts/, 25 settembre 2015.
Capitolo 4
Il prodotto “yacht” in Cina: considerazioni e proposte
Nel quarto capitolo si propone un’analisi sul modo di impiego dello yacht da parte degli armatori cinesi, sul grado di adattamento del prodotto e della comunicazione e infine si lancia una proposta al mondo della nautica.
Data la carenza di fonti, è stato necessario realizzare dei questionari e intervistare vari esperti del settore, maggiori dettagli sui metodi di ricerca impiegati sono forniti nell’introduzione. In appendice è possibile trovare il testo delle interviste e le tabelle con i dati tratti dai questionari.
4.1 Destinazione d’uso del prodotto: preferenze degli armatori cinesi e nuove