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1. Intervista a Stefano Caruso, DND Dawn Yacht Design
Data: 21 luglio 2015
Stefano Caruso ricopre il ruolo di Chief Designer presso DND Dawn Yacht Design, azienda cinese di design nautico che si trova a Xiamen.
1. Da quanto lavora in Cina?
Da 7 anni.
Da 3 anni lavoro per un’azienda di design nautico cinese, non italiana. Prima lavorava per italiani.
2. Chi sono gli utenti finali del prodotto yacht in Cina, da dove vengono, che livello di reddito hanno?
Gli yacht vengono comprati quasi tutti da aziende, non da privati. Alcune di queste aziende le usano per noleggio, le acquistano per noleggiarle al pubblico, altre sono aziende che usano lo yacht per invitare clienti o soltanto per svago dei dirigenti.
E la classe media?
Attualmente non c’è assolutamente un mercato per la “piccola nautica”.
3. Comincia a nascere un mercato per i superyacht oltre i 24 metri?
Stava per iniziare, ma è finito prima che iniziasse.
Per qualche anno c’è stata richiesta per barche dai 15 ai 20 metri, e stavano iniziando a salire di misura, quindi si è iniziato a vendere qualche barca dai 24 metri in su (fino a 28 metri). Questa tendenza si è interrotta da quando è salito in carica il presidente Xi Jinping, il quale ha lanciato una decisa campagna anticorruzione, propagandando il valore della sobrietà e ponendo dei limiti all’ostentazione.
In seguito alla campagna anticorruzione non si vende più niente, in particolare dalla fine del 2014.
4. Quali sono gli ostacoli allo sviluppo della nautica in Cina?
Ad oggi uno degli ostacoli maggiori allo sviluppo della nautica in Cina è l’attuale la politica per contrastare la corruzione del governo cinese. Prima che emergesse questo problema, la nautica in Cina si stava sviluppando, nonostante i problemi di mancanza di luoghi ameni che invoglino ad andare in barca. La nautica si stava sviluppando come status symbol, nel noleggio: in molti noleggiavano lo yacht in giornata per festeggiare il matrimonio (foto, ricevimento), quindi lo yacht era ed è usato in modo diverso da come intendiamo noi, ma comunque si stava creando un business e un interesse generale intorno alla nautica. In molti si potevano permettere di noleggiare la barca per il matrimonio e lo facevano, in questo modo si riusciva ad allargare il bacino di utenza, ed anche chi gestiva le barche riusciva ad avere un
profitto grazie a queste attività, soprattutto grazie ai matrimoni, in particolare della zona di Xiamen.
Oggi anche per il matrimonio in barca è calato l’entusiasmo.
5. Quali sono i vantaggi allo sviluppo della nautica in Cina?
Oggi è difficile, poiché sono intervenuti fattori esterni che hanno fermato la crescita, perché effettivamente stava prendendo piede la cosa.
Si ipotizza che dopo questa prima fase di controllo severo, che dicono durerà circa due anni, si dovrebbe un po’ allentare la morsa e il governo dovrebbe aiutare un po’ gli operatori della nautica spingendo la nautica più piccola, a livello popolare, così dicono.
La situazione al momento è abbastanza tragica, da quello che ho capito, la metà dei cantieri cinesi ha chiuso o sono comunque in brutte acque e importazioni quasi zero. Qui a Xiamen non vedo barche nuove da parecchio.
Si cerca di promuovere la vela, organizzano regate, la scuola, c’è un po’ di movimento però non vedo grandi interessi. Il governo locale qui di Xiamen, per quello che è possibile cerca di sostenere le attività come la vela, organizzano la fiera ogni anno e c’è il supporto del governo locale, però il pubblico, gli utenti finali non fanno grandi passi per avvicinarsi.
Il problema è che qui sono partiti tutti a fare grandi progetti, e i costi di sono altissimi. I costi di gestione di una barca in Cina sono molto più alti che in Italia, in più spesso nella zona Xiamen ci sono i tifoni. I costi di ormeggio, manutenzione etc sono molto più alti che in Italia.
Il mare c’è ma non è che invoglia tanto, se io fossi in Italia anche con grossi sacrifici una barchetta la comprerei e farei di tutto , perché è la mia passione, ma qui, nemmeno io comprerei una barca.
Qui a Xiamen c’è anche un problema di controllo in mare, poiché siamo di fronte a Taiwan e a mezzora di navigazione c’è un’isola che appartiene a Taiwan e quindi le autorità temono che i cittadini della RPC sbarchi a Taiwan e quindi bisogna consegnare la lista dei passeggeri prima di salire a bordo, fare diverse procedure burocratiche molto complicate con la dogana, e anche questo è un altro problema.
Un altro problema è quello delle patenti nautiche, è molto difficile da ottenere, costa molto e la legislazione vigente è molto limitante, con la barca non si può andare dove si vuole, ci sono grandi limitazioni alla navigazione, ogni volta prima di uscire in mare bisogna fare le dovute comunicazioni alle autorità, fare la lista dei passeggeri, passare dall’ufficio della guardia costiera, dichiarare dove si va… tutta questa burocrazia rendi il diporto mano piacevole e gli utenti si stancano.
6. Quali sono i vantaggi per i player italiani del settore in Cina rispetto ad altri paesi?
Ad oggi siamo tutti ad armi pari, il mercato è molto piccolo, numeri sono molto ristretti. In Cina la barca è uno status symbol e spesso si cerca il top. Se un facoltoso cinese, in alternativa alle economiche barche cinese , vuole comprare una barca costosa, di qualità e di design, chiaramente la prima barca che guarda è italiana. E su questo gli italiani sono stati bravi da sempre a vendersi come costruttori di barca, l’Italia è riconosciuta come leader per qualità. Se un cinese pensa a una barca di alto livello pensa a una barca italiana, ad eccezioni di alcune barche inglesi che avevano dei dealer molto forti qui in zona e quindi riuscivano a vendere diversi esemplari. Per il ricco cinese la barca italiana è il top. Questo vale anche per gli
accessori. L’immagine dell’Italia è a livelli molto alti. Nel settore enogastronomico non siamo stati altrettanto bravi ma per la nautica invece è stato fatto un buon lavoro e godiamo del riconoscimento che ci meritiamo.
7. Quale è l’influenza della politica di anti corruzione di Xi Jinping sul settore della nautica?
8. Quali sono a suo parere gli errori che commettono di frequente i manager e imprenditori italiani del suo settore in Cina?
Usare gli stessi metodi e strategie che usano in Italia anche in Cina. In Cina i clienti vogliono qualcosa di diverso, l’uso del prodotto barca è diverso. Per approcciare il cliente cinese bisogna usare metodi diversi e anche le barche devono essere modificate, ridisegnate per assecondare i loro gusti e il modo in cui le usano.
Molti sono arrivati qui pensando di essere i numeri uno, senza modificare niente, agendo come erano soliti agire e invece hanno incontrato enormi difficoltà.
Oltre a prendere in considerazione la diversa cultura, si deve prendere in considerazione anche come è stato organizzato il business dello yachting la logistica… come la nautica cinese si è sviluppata per vari fattori: l’edilizia… non si tratta solo di mettere un tavolo tondo sulla barca perché ai cinesi piace mangiare su un tavolo tondo, ad esempio la differenza principale è che non ci si rivolge a un utente finale privato ma sempre e comunque a un’azienda che usa la barca spesso come fonte di reddito, la barca è usata in giornata, nessuno dorme a bordo, a navigazione è molto ridotta, etc un utilizzo molto diverso da quello per cui i prodotti italiani erano stati progettati inizialmente. Questo è quello su cui l’azienda cinese per cui sto lavorando adesso sta un po’ battendo gli stranieri, perché riusciamo ad offrire un prodotto meglio progettato e realizzato per i loro gusti.
9. Quali peculiarità presenta il settore della nautica in Cina?
Nautica + turismo:
Per ora non c’è un legame diretto con il turismo, l’azienda cinese per cui lavoro adesso si sta aprendo nella direzione della nautica lacustre: stiamo progettando barche che siano a metà fra uno yacht e un traghetto per turisti, barche che siano a metà fra uno yacht e un traghetto per turisti, per cercare di allargare il numero di utenti che affluiranno sulle barche, una specie di tragetto di lusso, destinato soprattutto alle acque interne (laghi e fiumi) che in Cina dal punto di vista turistico sono sfruttate molto più del mare.
barche e laghi questo è il nostro prossimo passo, abbiamo fatto due traghetti-yacht di due dimensioni, progettati per i laghi.
Nautica + edilizia:
Molti progetti di porti turistici sono in realtà “finti”: il governo dava la licenza per costruire alberghi e case solo ai progetti che prevedevano una riqualificazione della costa con marine in modo da creare un’immagine di lusso per la città. Tutto questo si è verificato fino a un paio di anni fa, poi la situazione è cambiata. Molti di questi progetti sono stati iniziati e non finiti. Le marine presenti in questi progetti erano “fittizie”, non c’era la reale volontà di costruirle, bensì di far accettare il progetto alle autorità.
Fiere in cui c’è la nautica e insieme altri settori: auto di lusso, gioielli, orologi, settore immobiliare di alto livello.. perché si pensa che i clienti siano dello stesso bacino più o meno, quindi cercano di organizzare eventi in cui il ricco cinese trova tutti i giocattoli che gli possono interessare.
Ci sono cinesi che hanno fatto charter in Europa?
Non ne ho conosciuti tanti, pochi. Soprattutto operatori del settore che sono andati in Europa, hanno noleggiato una barca per imparare, per fare una vacanza studio e copiare in Cina, però molti si sono resi conto che non si può fare quello che si in Costa Azzurra in Cina.
Ci sono anche cinesi molto facoltosi che fanno questo tipo di vacanze in Europa e spesso mandano anche la famiglia all’estero per far studiare i figli, etc.
È difficile che un cinese compri lo yacht privatamente in Cina, molti si iscrivono a uno yacht club, Yacht club compra la barca e la mette a disposizione degli iscritti che decidono di trascorrere la giornata a bordo, il vantaggio per i membri è che poi non hanno l’onere di mantenere la barca.
I cinesi facoltosi non hanno il tempo per poter stare appresso a una barca e curarne la manutenzione.
E il Sud-est asiatico? Lì (es: Tailandia) c’è un grande mercato del charter, però non conosco i
dettagli. I cinesi se fanno un charter è più probabile che lo facciano in Europa e non in Asia, in Costa Azzurra, Sardegna, Grecia e Turchia, ma si parla di persone con redditi molto alti.
10. Perché non è stato pensato prima di proporre una nautica lacustre?
Non lo so, l’azienda cinese per cui lavoro adesso si sta aprendo in questa direzione.
Secondo me un grande errore in Cina è stato quello di puntare subito alla grande nautica di lusso senza prima partire dalla fascia bassa, come sarebbe stato più naturale. Poi il settore sarebbe evoluto verso l’alto. Adesso, con le politiche anticorruzione del nuovo governo si sta pagando lo scotto di questa decisione.
11. A Suo parere, che forma avrà la curva di sviluppo del settore nautico in Cina? Quali scenari per il futuro?
Non lo so, spero positiva.