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L’ INTRODUZIONE E L ’ AFFERMAZIONE DELLA SCUOLA MEDICA TEDESCA IN G IAPPONE

Nel documento … O RIENTE ,O CCIDENTEEDINTORNI (pagine 197-200)

Giovanni Borriello

Nel marzo 1870, il governo giapponese decide di adottare ufficialmente la medicina tedesca, andando a sostituire in termini di influenza quella britannica. I primi esperti tedeschi giungeranno a Tōkyō nel settembre 1871, e per due decadi domineranno la scuola che diventerà successivamente la prestigiosa Facoltà di Medicina dell’Università Imperiale. Da quel momento in poi tutte le facoltà mediche giapponesi iniziarono ad adottare lo spirito e le pratiche delle scuole mediche tedesche, continuando a farlo sino alla metà del XX secolo.

Alla base della scelta di adottare il modello tedesco, come vedremo, ci sono varie motivazioni. In linea con la sua opera di modernizzazione, il Giappone anche in ambito medico cercherà di adottare il modello del paese che considerava preminente, e senza dubbio all’epoca la Germania lo era.1 Altro fattore che influenzerà la decisione sarà l’ombra di Siebold. Terzo elemento, di cui bisogna tener conto, è che la maggior parte dei testi su cui i giapponesi concentravano i loro studi medici erano di origine tedesca, spesso in traduzione olandese.

Tuttavia la presenza di medici e studiosi tedeschi nell’Arcipelago è da far risalire ad almeno due secoli prima. I primi tedeschi giunsero in Giappone in gran parte attraverso la Compagnia Olandese delle Indie Orientali.2 Il primo, di cui si ha notizia, fu Michael Hohreiter di Ulm, il quale visitò il paese tra il 1614 e il 1620 nel

corso di un lungo viaggio in Asia orientale.3 Nel 1683, il chirurgo Christoph Fink

ebbe l’opportunità di visitare Deshima. Molti altri viaggiatori tedeschi porteranno informazioni del Giappone in Germania e in Europa verso la fine del XVII secolo, contribuendo alla conoscenza di un paese ancora così lontano e misterioso.

Una prima opera dettagliata sul Giappone è Descriptio regni japoniae del geografo Bernhard Varen pubblicata nel 1649, che descriveva il paese da vari punti di vista.4

Anche in ambito medico i contatti divennero sempre più stretti. Il primo medico di stanza a Deshima fu proprio un tedesco Caspar Schambergen giunto in Giappone nel 1641,5 il quale avrà anche l’opportunità di partecipare all’Hofreis

1 All’epoca vari eminenti clinici e scienziati lavoravano in Germania, tra i quali si ricordano il fisiologo Johannes Müller, l’internista Johannes Lukas Schönlein, gli anatomisti Theodor Schwann e Jocob Henle. Rudolf Virchow porrà le basi dell’anatomia patologica moderna con la sua teoria sulla patologia cellulare. Nel campo della chirurgia Richard von Volkmann e Theodor Billroth introdurranno nuovi metodi di trattamento chirurgico, ponendo le basi per la ricerca clinica in tale ambito.

2 Kreiner, 1984. 3 Kreft, 1998, p. 256. 4 Borriello, 2004, p. 98. 5 Michel, 1995, pp. 3-28.

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(viaggio annuale) nel 1649, in qualità di chirurgo.6

Alcune settimane prima che Schambergen fosse scelto per partecipare al viaggio ad Edo, quattro giovani giapponesi giunsero a Deshima per studiare le sue pratiche mediche. Successivamente ad Edo la sua popolarità divenne così grande che gli fu chiesto di rimanere e dare lezioni di medicina europea. Quando finalmente rientrò a Nagasaki il 14 novembre 1650, lo shōgun mostrò la sua profonda gratitudine, facendogli dei ricchi doni.7

L’influenza di Schambergen fu talmente forte da dar vita ad una scuola, la

Kasuparu-ryū geka (Scuola chirurgica di Kaspar). I suoi allievi più famosi saranno

Inomata Denbei e Kawaguchi Ryōan. I suoi insegnamenti sono raccolti in varie opere, in cui vi sono anche riferimenti alle patologie umorali degli Ippocratici e di

Galeno.8 I successori di Schambergen, tra cui Hoffmann, Katz, Palm, Striefen e Ten

Rhijne,9 in parte tedeschi, in parte olandesi, ma dai giapponesi considerati sempre

olandesi, onde poter mettere piede nel Paese, porteranno avanti la sua scuola che successivamente sarà conosciuta come Oranda-ryū geka (o Kōmō-ryū geka, Scuola chirurgica olandese), insegnando medicina europea anche a vari interpreti giapponesi, alcuni dei quali diverranno così abili da essere dichiarati “dottori”.10

Nel settembre 1690, il medico tedesco Engelbert Kaempfer giunse in Giappone al seguito della compagnia olandese, per restarvi fino all’ottobre 1692. Durante questi due anni oltre ad occuparsi della cura dei pazienti, si impegnerà molto nella

formazione dei medici giapponesi.11 Egli ebbe anche per due volte, nel 1691 e nel

1692, la possibilità di unirsi al capitano (opperhoofd) dell’agenzia di Deshima per partecipare al viaggio annuale alla corte shogunale di Edo. Oltre alla sua attività medica Kaempfer condusse un’ampia indagine sul Giappone, i cui risultati saranno pubblicati postumi, nel 1727, in un’opera dal titolo The History of Japan, che resta una delle fonti più consultate sul Giappone per la prima parte dell’epoca

Tokugawa.12

All’epoca si stavano registrando dei cambiamenti significativi nell’ambito della storia della medicina giapponese. Si verificava un graduale allontanamento dalla medicina cinese ed un avvicinamento alle teorie empiriche delle scienze occidentali. A tal proposito risulteranno importanti le opere dei chirurgi tedeschi Wilhelm Hufeland e Lorenz Heister tradotte da Sugita Genpaku. Altrettanto importante risulta la traduzione del Compendium institionum chirurgicum di Joseph von Plenck.13

Un’opera pionieristica circa la medicina occidentale sarà l’Oranda geka shinan

6 Goodman, 1967, p. 29. 7 Ivi, p. 44. 8 Ōtori, 1964, p. 260. 9 Michel, 1989, pp. 75-125. 10 Van Gulik, 1991, pp. 39-42. 11 Haberlandt, 1993. 12 Massarella, 1995. 13 Vianden, 1985.

L’introduzione e l’affermazione della scuola medica tedesca in Giappone 167

(Sommario di chirurgia olandese) del 1772, attribuita a Motoki Ryōei.14 Già allievo

di Willem ten Rhijne, sotto la cui guida sembra intraprendesse la traduzione di un trattato di anatomia il Pinax microcosmographicus del tedesco Johann Remmelin, dalla sua edizione olandese del 1667. Risultato del lavoro fu una prima “Carta anatomica” del corpo umano che circolò ampiamente in forma di manoscritto prima di essere data alle stampe da Suzuki Sōden nel 1772, precedendo di due anni il famoso Kaitai shinsho (Nuovo trattato di anatomia).15

La stesura del Kaitai shinsho dovuta a Maeno Ryōtaku, Sugita Genpaku ed altri, è strettamente legata ad un evento al quale furono testimoni nel marzo 1771, ovvero la dissezione del corpo di una donna giustiziata. Durante l’operazione saranno colpiti dalla straordinaria somiglianza tra gli organi del corpo dissezionato e ciò che appariva nelle tavole di un trattato olandese di anatomia. Ciò li stimolerà a portare a termine la traduzione del principale testo in loro possesso su cui stavano lavorando e cioè la traduzione olandese del trattato tedesco Anatomische

Tabellen di Johann Kulmus pubblicato nel 1722 e conosciuto come Tafel Anatomia (o

Taheru Anatomia).16

Le Anatomische Tabellen di Kulmus: “[…] hanno rappresentato il primo tentativo di successo, che riassume in forma chiara e facilmente accessibile attraverso l’uso di immagini il complesso delle conoscenze anatomiche, a circa due secoli dalla comparsa dell’opera di Andrea Vesalio ‘De corporis humani fabrica’ del 1543. Il successo dell’opera di Kulmus è testimoniato anche dalle numerose traduzioni in altre lingue”.17

Nel XVIII secolo, si suppone che l’influenza tedesca partita da Nagasaki, ed in particolare da Deshima, continuò a prendere piede nel paese.

La seconda decade del XIX secolo è segnata da cambiamenti importanti, soprattutto per quanto riguarda un sempre più regolare insegnamento delle scienze mediche. In questo contesto si colloca quello che è considerato il più importante medico e scienziato europeo a giungere in Giappone: il tedesco Philipp Franz von Siebold.

In qualità di ufficiale medico di stanza a Deshima, Siebold sarà in Giappone, per la prima volta, dall’agosto 1823 al settembre 1829, e sarà definito dall’opperhoofd come “un medico molto famoso in Europa, abile in chirurgia, oftalmologia, ostetricia…”. Durante il suo soggiorno contribuirà alla formazione di numerosi medici che diverranno poi famosi nell’ambito della medicina giapponese e mondiale.18

Il numero di coloro che studiarono sotto Siebold fu così alto che gradualmente anche i funzionari dello shogunato cominciarono a prestare attenzione a questo nuovo movimento nel campo della medicina. Siebold farà anche i primi passi per l’introduzione della vaccinazione jenneriana nell’Arcipelago. Infatti, in una lettera

14 Goodman, 1967, p. 67. 15 Tamburello, 1980, pp. 19-50. 16 Keene, 1952, pp. 28-31. 17 Goerke, 1974, p. 417. 18 Borriello, 1999, pp. 1-14.

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del 18 novembre 1823, inviata allo zio, egli scrive: “Ich habe die Vaccine auf Japan eingeführt” (Ho introdotto la vaccinazione in Giappone). Tuttavia i suoi saranno più che altro dei tentativi spesso falliti a causa della cattiva qualità del siero, che si deteriorava durante il lungo viaggio da Batavia. La vaccinazione sarà introdotta solo successivamente da una altro medico tedesco, Otto Mohnike a partire dal 1848.19

Dopo che nel 1863 le varie legazioni europee e quella americana si stabilirono in Giappone, la Gran Bretagna assunse subito un ruolo di leadership. Durante il decennio cruciale 1861-1871, che vedrà il crollo dello shogunato Tokugawa e la restaurazione imperiale, anche la medicina britannica divenne quella più influente nel Paese, grazie soprattutto a William Willis, primo ufficiale medico al servizio

della legazione britannica e leader del movimento della restaurazione.20

Al momento del suo insediamento, nella primavera del 1868, tra i vari obiettivi del suo governo, il giovane Imperatore Meiji, proclamava: “Scienze e conoscenze dovranno essere ricercate in tutto il mondo per stabilire le solide basi

dell’Impero”.21 Ciò porterà il Giappone a dar vita ad una campagna di acquisizione

ed adozione, senza precedenti, di conoscenze dalle nazioni occidentali. Missioni giapponesi visiteranno America ed Europa, e consiglieri stranieri (oyatoi gaikokujin) giungeranno nell’Arcipelago.

Naturalmente anche in campo medico si necessitava di una scelta e, nel 1869, la Corte Imperiale chiese consiglio a due medici, Iwasa Jun e Sagara Chuan, che avevano studiato medicina occidentale a Nagasaki. Entrambi erano propensi alla medicina tedesca, ma erano altresì affascinati dalla figura e dalla preparazione di Willis. Essi, quindi, a loro volta chiesero consiglio al missionario protestante Guido Verbeck, che divenne la voce decisiva.22

Anche quest’ultimo sosteneva che la medicina tedesca fosse la scelta migliore. Quindi, alla fine del 1869, Iwasa Jun e Sagara Chuan raccomandarono il governo di invitare insegnanti di medicina dalla Germania.

Quando l’Ambasciatore prussiano in Giappone, Max von Brandt, ricevette il 14 febbraio 1870 la richiesta di due insegnanti di medicina tedeschi, egli raccomandò Berlino di sceglierli tra gli ufficiali medico dell’Esercito.23

Infatti, a seguito delle richieste giapponesi, il 17 marzo 1870, Von Brandt inviò una serie di lettere ai ministri giapponesi degli esteri e dell’educazione:

Eccellenze,

Ho avuto l’onore di ricevere il giorno 14 del mese di febbraio le Vostre richieste e mi dichiaro pronto a collaborare volentieri con il Vostro governo al

19 Borriello, 2005, pp. 101-102. 20 Ishibashi – Ōgawa, 1969, pp. 71-84. 21 Chitoshi, 1949, p. 107.

22 Verbeck giunto a Nagasaki il 7 novembre 1859, alcuni anni dopo ebbe il permesso dal bakufu Tokugawa di aprire qui una scuola di lingue straniere che prevedesse anche dei corsi introduttivi di scienze occidentali. Successivamente nell’estate del 1869 si trasferì a Tōkyō dove inaugurò una nuova scuola governativa. Whitney, 1885, p. 331.

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