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Temi e sviluppi recenti: dallo spazio al territorio

Nel documento … O RIENTE ,O CCIDENTEEDINTORNI (pagine 91-94)

L O STUDIO DELLA SOCIETÀ NELLO SPAZIO

5. Temi e sviluppi recenti: dallo spazio al territorio

L’impronta del gruppo del grande Ovest, riunito sotto l’unità di ricerca del CNRS nata come ESO (Espace géographique et Société),63 continua a fungere da principale referente per la geografia sociale francese. Negli ultimi venti anni, la produzione scientifica di questo gruppo di ricerca (che aggrega oltre 150 studiosi tra ricercatori e dottorandi) è considerevole, puntando su due macro-aree tematiche: lo spazio come componente delle dinamiche sociali (gruppi sociali, pratiche spaziali, poteri e regolazioni) e le produzioni sociali degli attori (individui, imprese, associazioni e gruppi).64 In sostanza, le disuguaglianze e i rapporti sociali nello spazio restano i temi prioritari di interesse pur nell’eterogeneità dei casi di studio affrontati. Si passa dalla povertà nelle regioni francesi65 alla segregazione nella Grande Londra,66 dalla mobilità degli insegnanti in Francia67 agli studi su realtà più lontane come le questioni fondiarie nel Mali68 e la marginalità in ambito insulare nel caso delle isole Faer Oer.69 Lo sforzo di discussione è considerevole se si pensa all’edizione della rivista Géographie Sociale, poi divenuta una collana editoriale (fino al 2001), dove trovano spazio tutti i ricercatori del gruppo e, soprattutto, se si pensa al rilievo dato ai periodici incontri e convegni che vengono organizzati sul destino e la funzione della geografia sociale nella contemporaneità. In particolare si ricordano gli atti del colloquio di Caen tenutosi nel 1996,70 quello del 1999 nella stessa città71 e quello di Rennes del 2004.72 La preoccupazione che attraversa le discussioni seminariali è relativa all’efficacia degli strumenti di analisi della geografia sociale in un mondo che cambia rapidamente e lo sviluppo di aree di interesse consolidate (i processi di metropolizzazione, aree rurali, mobilità, condizioni marginali) e l’emergere di nuovi temi (la governance, lo sviluppo

62 Collectif français de géographie urbaine et sociale, 1984.

63 I gruppi di ricerca sono localizzati nei dipartimenti di geografia di Angers (CARTA), Caen (CRESO), Le Mans (GREGUM), Nantes (CESTAN) e Rennes (RESO).

64 Lombardi, 2006. 65 Séchet, 1996. 66 Petsimeris, 1995. 67 Veschambre, 1994. 68 Bertrand, 1995. 69 Raoulx, 1992. 70 Hérin – Muller, 1998. 71 Fournier, 2001. 72 Séchet – Veschambre, 2006.

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sostenibile e le ineguaglianze ecologiche, il rapporto tra popolazione e servizi). Si tratta di un gruppo di ricerca che mantiene la sua coerenza nell’arco degli anni, utilizzando diversi metodi e strumenti di ricerca, ma che sembra avere nello strumento cartografico la modalità elettiva di sintesi. Sin dai primi lavori di Frémont, la costruzione di atlanti (Atlas) tematizzati sulla realtà locale dei dipartimenti della Francia Occidentale è la caratteristica peculiare di questo gruppo di ricerca.73 Il linguaggio geografico si esprime prioritariamente nella rappresentazione cartografica, tuttavia la critica diretta agli strumenti e ai fini della tradizione vidaliana forse avrebbero preteso un atteggiamento di maggiore distanza nei confronti di uno strumento di verità come la carta, verso cui anche il

gruppo di geografia sociale sembra destinare un culto incondizionato.74 La

moltiplicazione di studi di dettaglio sui fenomeni sociali e pratici molto analitici e localizzati si espongono, inoltre, alla critica di non fondarsi su un sostrato teorico solido.75

Un ruolo incontestabile della rete di ricerca del grande Ovest è, tuttavia, quello di aver stimolato nuove riflessioni nell’asfittica realtà geografica francese del dopoguerra. L’interesse per la geografia sociale è cresciuto rapidamente anche con prospettive di lettura differenti. In particolare, è Guy Di Meo, dell’università di Bordeaux, che ripropone i temi di geografia sociale provando ad arricchire questa branca disciplinare di modelli teorici nuovi, utilizzando il termine di territorio (e le sue declinazioni come territorialità e territorializzazione) per spiegare i rapporti spazio/società.

Il territorio è un concetto polisemico che, a differenza di altri contesti geografici, è poco preso in considerazione in Francia. Il territorio, spesso usato come sinonimo di spazio, ha corrisposto a lungo con l’estensione interna ai confini di uno Stato. Con territorio, oggi, intendiamo un elemento associato alla produzione di senso da parte dei singoli attori come di collettività, legata ai segni presenti anche in un luogo circoscritto come può essere una regione, una città o un quartiere. Rientrano, dunque, gli elementi della percezione soggettiva e collettiva di una specifica area e, in tal senso, Di Meo, usando l’espressione territorio, cerca di combinare l’idea di spazio vissuto con quella di spazio sociale. In Francia, i territorialisti rifiutano la parola spazio associata ad un’idea di modello interpretativo di matrice positivista e funzionalista, promosso dalla scuola di Roger Brunet e dalla rivista L’Espace

Géographique. Con l’espressione di “mediazione territoriale” è possibile ricondurre

ad un unico filone singoli geografi,76 sparsi in diversi centri di ricerca, che si pongono in alternativa anche all’impostazione marxista, pur considerando valido il

73 Ci riferiamo all’Atlas de la Normandie (1977), l’ultimo in ordine di tempo è l’Atlas Sociale, elaborato in tre volumi dal CESTAN di Nantes sui temi concernenti le giovani generazioni: Ecole et mobilité (2002);

Vers la vie active (2003); Vers l’indépendance? (2004).

74 Chivallon, 2003. 75 Lévy – Lussaut, 2003.

76 Xavier Piolle dell’Università di Pau e Hervé Gumuchian di Grenoble. Tutti questi geografi sono riconducibili ai lavori sulla geografia del potere dello svizzero Claude Raffestin (Università di Ginevra) che ho avuto una discreta fama anche in Italia (Raffestin, 1981).

Lo studio della società nello spazio 61 metodo dialettico tipico di questo approccio.77

Non ci si sofferma più sull’organizzazione spaziale della società e sui rapporti di classe (termine sostituito da quello di “formazioni socio-spaziali”), quanto piuttosto sulla dimensione territoriale, non solo a scala politico-istituzionale (gli Stati e il loro potere, i confini, le frontiere), fornendo allo spazio di vita dei gruppi umani un maggiore spessore di tipo teorico.

Sono nuove formulazioni sensibili ai concetti di identità, memoria, potere e attori sociali. La dimensione della rappresentazione ritorna centrale soprattutto nei termini in cui si traduce in atti e “produce” il territorio in cui viviamo. Una concettualizzazione del tutto nuova per la geografia francese che dinamizza un tipo di ricerca che sembra andare incontro ad una carenza di strutture teoriche di riferimento.78 Gli esempi applicativi più significativi di ricerche complete che seguono la traccia del “territorio” sono quelli diretti sugli attori politici nel territorio di Bordeaux79 oppure sulla territorialità delle guide di montagna nelle catene prossime a Grenoble.80 Il gruppo legato alla figura di Di Méo sembra, tuttavia, cadere nell’eccesso opposto del gruppo dell’ESO del Grande Ovest: molti modelli interpretativi e poca ricerca di campo che giustifichi questi nuovi modi di vedere la geografia sociale.

Pur in presenza di approcci diversi, il gruppo di Pau e Bordeaux ha finito con il dialogare con il nucleo dell’ESO negli anni Novanta. La testimonianza più significativa resta l’opera collettiva sulle territorialità della vita quotidiana nelle valli pirenaiche e nelle realtà urbane del Béarn, curata da Di Méo, che viene ospitata nella collana “Géographie sociale” del gruppo dell’Ovest.81

La modellizzazione prodotta dall’opera di Di Méo – che tenta di coniugare il materialismo storico con l’analisi sistemica e la fenomenologia umanistica – colma una carenza di dimensione teorica che la geografia francese, sociale e non, ha sempre scontato.82 Nonostante la ricchezza di esemplificazioni che si segnalano nelle opere per definire la dimensione geografico-territoriale degli elementi dello spazio sociale (gli attori, la temporalità, le frontiere, spazi di vita e di movimento ecc.), resta il dubbio di trovarsi di fronte ad una grande capacità di speculazione teorica che non si appoggia su grandi lavori di validazione pratica.83 La parola spazio, non più intesa come area di funzioni economiche, ha recepito molti dei caratteri del termine “territorio”, restando di grande attualità nella geografia contemporanea francofona.

A differenza di altri contesti, in Francia non è possibile combinare in un unico insieme l’approccio culturale e quello sociale che si caratterizzano per una sostanziale distanza, benché in molti casi gli oggetti di studio e i temi affrontati siano comparabili.

77 Di Méo, 1989. 78 Chivallon, 2003; Di Méo, 1998. 79 Tesson, 1996. 80 Bourdeau, 1991. 81 Di Méo, 1996. 82 Di Méo – Buléon, 2005. 83 Lévy – Lussaut, 2003.

FABIO AMATO

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