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L UDOVICO N ICOLA DI G IURA

Nel documento … O RIENTE ,O CCIDENTEEDINTORNI (pagine 101-137)

STORIA DI UN MEDICO ITALIANO IN CINA:

GLI INCARICHI PUBBLICI E LE PASSIONI LETTERARIE

Loredana Antonelli

Ludovico Nicola di Giura nasce a Casoria (Na) il 18 febbraio del 1868, discendente di un’antica casata di origine albanese. Figlio di Giovanni, Prefetto d’Italia e di Giuseppina Branca, trascorre la sua infanzia nelle tenute di famiglia in Puglia e in Basilicata.

Le prime notizie certe sulla storia della casata risalgono al 1229, quando Messer Domenico Giura partecipa alla VI crociata in Terra Santa condotta da Federico II, re delle due Sicilie e imperatore di Germania. Pare che la casata discendesse in origine da una stirpe albanese, forse di Corone, da dove provenivano i due fratelli Basilio e Demetrio. I due fratelli furono protetti di Alfonso d’Aragona e un discendente di Demetrio ricoprì l’incarico di Sergente Maggiore alla corte di Carlo V, ricevendo in dono, in cambio dei servigi ottenuti, il privilegio di nobiltà per la famiglia. In questo periodo i di Giura avrebbero fissato la loro residenza a Castronuovo in Lucania; da qui, due secoli dopo, il ramo principale della famiglia si trasferisce a Chiaromonte, in provincia di Potenza (il casato vanta uomini di legge, martiri del risorgimento italiano e poeti, tra cui merita una menzione particolare Domenico, poeta bucolico compositore di belle poesie dal gusto neoclassico).1

Pur essendo nato in provincia di Napoli, Ludovico Nicola di Giura fu sempre molto legato al piccolo paese di Chiaromonte dove la famiglia possedeva alcuni vasti terreni e un castelletto risalente al XVI sec. Qui Ludovico trascorre gli anni dell’infanzia e della prima giovinezza.

Degli anni della sua formazione scolastica si sa ben poco; la prima data certa è il 18 maggio 1891, giorno in cui consegue la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Federico II di Napoli. Il 16 dicembre di quell’anno entra per concorso pubblico nel corpo della Marina Militare italiana. A partire dal 1891 tutti gli spostamenti di L. N. di Giura saranno registrati nel foglio matricolare presso gli uffici della Marina Militare italiana.2 Il 7 maggio del 1892 riceve il primo incarico come medico di II classe a bordo della R.N. “Flavio Gioia”; l’imbarco dura 5 mesi e 1 giorno. Tra il 7 maggio del 1892 e l’11 settembre del 1894 partecipa a 7 spedizioni della Marina militare italiana distinguendosi per valore e coraggio tanto che il 17 dicembre del 1899, a soli 31 anni, ottiene la promozione a medico di I classe.

Dal 1894 al 1897 è a bordo della R.N. “Cristoforo Colombo” per una lunga

1 Elefante, 1989

2 Il foglio matricolare di L. N. di Giura è conservato presso l’Archivio storico della Marina Militare italiana a Roma. Una riproduzione del foglio matricolare è stata esposta al Palazzo Reale di Napoli in occasione della mostra “Tianjin 1900-2005” nell’ottobre-novembre del 2005.

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circumnavigazione del globo che lo impegnerà per più di due anni. A bordo del “Colombo” di Giura stringe un forte legame di amicizia con Luigi Amedeo duca degli Abruzzi, che a quel tempo era ufficiale in carica del “Colombo”. Pare che L. N. di Giura dovesse partecipare alla storica esplorazione al Polo Nord del 1899-1900 guidata dal duca degli Abruzzi, ma che dovette rinunciare all’impresa per impegni familiari.3

Durante i lunghi mesi di navigazione del “Colombo” Ludovico gestisce il pronto soccorso di bordo, partecipa agli incontri diplomatici e frequenta ritrovi mondani. Nei momenti d’ozio scrive un diario di bordo intitolato: “Viaggio intorno al mondo con la R.N. Cristoforo Colombo: 1894-95-96.4

Il libro è un diario di bordo dei mesi di navigazione. Le descrizioni dei paesi e dei popoli incontrati s’intrecciano a intime riflessioni sulla vita di mare e sul senso del viaggio.

Il “Viaggio intorno al mondo con la R.N. Cristoforo Colombo” è la prima di una lunga serie di opere letterarie, che di Giura scriverà a partire dai primi anni del 1900 fino alla metà degli anni ’30.

Scorrendo le pagine del libro, si è proiettati in un mondo di avventure dove forte è il gusto della scoperta e l’attrazione per l’ignoto. Il libro fu testimone tra l’altro della mirabile impresa condotta dal duca degli Abruzzi, che nel 1897 giunse in Alaska a bordo del “Colombo”, per intraprendere la prima memorabile ascesa del Monte Sant’Elia (5.489 m).

Il diario di bordo ritrae luoghi e costumi ormai scomparsi o mutati. Racconta i porti d’Hiroshima e Nagasaki prima che gli eventi della II Guerra mondiale ne sconvolgessero la storia. Ludovico Nicola di Giura racconta del decoro e della pulizia che sembrano permeare gli usi e i costumi delle isole giapponesi. Sono immagini di purezza e candore che stridono con le descrizioni dei porti visitati in Cina: il “Cristoforo Colombo” approda sulle coste cinesi nell’estate del 1895. Di Giura rimane molto deluso dallo scenario che gli si presenta davanti: le città sono sporche e malandate e la popolazione vive in condizioni di miseria e forte indigenza. Nulla di quel primo deludente contatto sembrava voler preannunciare che di lì a pochi anni, eventi storico-politici lo avrebbe portato a trasferirsi in Cina dove avrebbe trascorso ben 30 anni della sua vita. Ma procediamo per gradi: il 27 dicembre 1896 il “Cristoforo Colombo” approda a Venezia dopo 2 anni, 2 mesi e 15 giorni di navigazione, dopo aver toccato 105 porti sparsi nel mondo e percorso 57.169 miglia marine.

Il congedo del di Giura dura poco: il I aprile del 1897 è di nuovo a bordo per una breve spedizione sul “Monzambano”. Nel 1899 è a bordo del “Baleno” ma solo per 24 giorni e dal novembre 1899 al marzo del 1900 è nominato medico di guardia della R. N. “Flavio Gioia”.

3 Questa come altre notizie su Ludovico Nicola di Giura sono riportate nel necrologio del 1947, anno della morte del di Giura. Il necrologio fu stilato dal collega e amico, Piero Muto Nardone. Di Giura e Nardone si conobbero in Cina alla fine degli anni ’20. All’epoca Nardone era medico della Legazione italiana di Shanghai. cfr. Martines (a cura di), 2000.

Ludovico Nicola di Giura 71 Intanto in Cina s’intensificano i disordini e gli scontri e si moltiplicano i focolai di rivolta civile che da anni imperversavano in tutto il paese. Nell’estate del 1900 la rivolta giunge nelle strade della capitale minacciando gravemente la stabilità dell’Impero. Cixi, l’Imperatrice Vedova, decide allora di ricorrere al sostegno delle truppe straniere per porre termine ai disordini nel minor tempo possibile. La rivolta è ben presto sedata nel sangue, ma come ricompensa del sostegno elargito le potenze straniere chiedono ora ampie concessioni sul territorio cinese. Le richieste vengono esaudite solo in parte con la cessione di alcuni terreni paludosi e malsani prospicienti la cittadina portuale di Tianjin. La zona sarà resa abitabile grazie agli sforzi delle potenze straniere e al lavoro di molti uomini, sia ingegneri e tecnici stranieri, sia manuali cinesi.

Su questi terreni sorgerà anche la concessione del Governo italiano. L’Italia

aveva partecipato agli scontri militari dell’ “estate dei Boxers”5 inviando

un’imponente flotta navale nota come Forza Navale Oceanica composta dalle R.N. della Marina Militare italiana ”Ettore Fieramosca”, “Stromboli”, “Vettor Pisani”e “Vesuvio”, a cui sarebbero state aggiunte in seguito le R.N. “Elba” e “Calabria”.

L’“Ettore Fieramosca” parte da Venezia nell’aprile del 1900 e arriva in Cina il 15 agosto, dopo 4 mesi e 13 giorni di navigazione, per unirsi ai distaccamenti italiani presenti alla foce del Da ku.

L. N. di Giura giunge in Cina a bordo dell’ “Ettore Fieramosca” come medico di II classe della spedizione. Egli è chiamato in servizio dall’Ammiraglio Candiani, coordinatore in capo della spedizione.

A Pechino, di Giura è nominato medico di campo del Distaccamento dei Marinai italiani e prende parte alle spedizioni militari del contingente italiano, compiute tra l’inverno del 1900 e la primavera del 1901. In seguito alla costituzione della Guardia delle R. Legazioni di Pechino, di Giura ottiene la nomina di medico della Legazione. Nello stesso periodo egli si adopera per la costruzione di un Ambulatorio italiano in collaborazione con l’Istituto dei Missionari all’Estero. Dal foglio matricolare si legge che il 1 gennaio 1900 è nominato medico di I classe e l’onorario sale da 220₤ a 3200₤. Tra il 1903 e il 1904 salpa di nuovo per due spedizioni via mare: la prima, su un piroscafo a noleggio, durerà dall’ottobre del 1903 al dicembre dello stesso anno, la seconda a bordo del “Marco Polo”, durerà dal marzo all’aprile del 1904.

Nel corso dei 30 anni trascorsi in Cina, di Giura ottiene una serie d’importanti riconoscimenti ufficiali: per decr. min. del 22 febbraio 1900 viene fregiato della nomina di Cavaliere della Corona di Italia; per decreto ministeriale del 20 marzo 1904 ottiene la nuova promozione di Capitano Medico della R. Marina e il 3 agosto 1908 riceve un encomio solenne dal Ministero della Marina, per essersi distinto nelle circostanze di un grave incendio, che si sviluppò la sera del 3 agosto 1908, nei locali della guardia della Legazione germanica di Pechino.

Con lo scoppio della guerra libica del 1911-12 chiede di ritornare in patria per prendere parte al convoglio militare destinato in Libia ma non gli viene concesso. Il

5 “Boxers” è la traslitterazione inglese di 义和团 yihetuan “Il pugno per la giustizia e la pace”, il nome di una delle sette che maggiormente contribuì a inasprire la rivolta di quell’estate.

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10 febbraio 1912 cessa il servizio, ma resta fino al 25 del mese in attesa di partire con un piroscafo. Nel marzo del 1913 è collocato a riposo per sua richiesta ed è inserito nella riserva navale.

Per decreto ministeriale del 12 febbraio 1914 è nominato Maggiore Medico della Riserva navale; il 24 dicembre 1922 è promosso Tenente Colonnello Medico e il 4 gennaio 1923 è ascritto al comando Militare Marittimo di Venezia.

Il 7 febbraio 1926 è insignito della nomina di Commendatore della Corona d’Italia. Infine il 18 febbraio del 1934 entra in congedo assoluto.

Di Giura visse gli anni più vivaci e attivi del quartiere italiano di Tianjin, quelli che vanno dai primi anni del 1900 fino alla fine degli anni ’20. Sono gli anni in cui si lavora alla costruzione delle prime infrastrutture e degli edifici più importanti della concessione: la Caserma “Carlotto” e l’Ospedale dei Missionari cattolici sono le più significative. Nel momento di massimo sviluppo la concessione ospiterà circa 400 italiani, tra civili e militari, oltre a 6000 cinesi e 850 europei di varia nazionalità.

L’atmosfera che si sarebbe potuta respirare a Tianjin sarebbe stata quella di una città molto cosmopolita nata in pochi anni per volere delle potenze straniere, ma popolata in gran parte da civili locali. Tianjin diventa in pochi anni una porta aperta verso l’Occidente; una porta da cui penetrano nel vasto e isolato Impero, le “diavolerie” di un mondo lontano e temibile, ma che suscita un’irresistibile curiosità e per cui dimostreranno un fervido interesse anche alcuni esponenti della casa imperiale tra cui Pu Yi.

Il quartiere inoltre assunse un significato molto importante per gli intellettuali cinesi non in linea con le direttive del Governo imperiale. Il quartiere infatti diede asilo ad alcuni rifugiati politici ed esponenti di spicco del mondo intellettuale cinese. Tra questi va ricordato Liang Qichao (1873-1929), autore dei 100 giorni della riforma del 1898 e strenuo difensore del processo d’ammodernamento e democratizzazione del paese. Liang visse a Tianjin dal 1920 al 1929 abitando in un piccolo villino del quartiere italiano e insegnando storia presso l’Università Nankai.6

È probabile che nel corso di quegli anni il di Giura intrecciasse rapporti d’amicizia con gli intellettuali del Quartiere di Tianjin, sia cinesi, sia stranieri, tuttavia di queste presunte relazioni non sono rimaste molte tracce. Pare che in questi anni di Giura vivesse in un’ala dell’Ospedale italiano dove nel tempo libero riceveva lezioni di cinese classico da un vecchio precettore.7 Tra i libri della biblioteca privata di L. N. di Giura sono stati trovati alcuni testi di autori più o meno noti. In particolare è stato trovato un libro in mancese, forse appartenuto al suo precettore e un testo in portoghese di Martinho Teisceira Homem de Brederode, raffinato poeta di Lisbona che visse a Pechino tra il 1907 e il 1909, lavorando come Primo Segretario della Legazione portoghese. De Brederode scrisse un testo di prosa poetica intitolato “Sul” in cui canta le bellezze della sua

6 Oggi è possibile visitare la casa di Liang Qichao nel quartiere italiano, una piccola targa commemorativa all’ingresso dell’abitazione ricorda che lì visse il famoso statista.

Ludovico Nicola di Giura 73 terra. Egli regalò una copia di “Sul” al di Giura con la dedica: “Au meu amigo o Dr. L. di Giura offerece Martino de Brederode. Pekin, 16 Abril 1909”. L’opera è conservata ancora oggi tra i libri della biblioteca privata di Ludovico Nicola di Giura ed è di proprietà degli eredi della famiglia, come il resto degli oggetti e dei libri a lui appartenuti.

In quegli anni di Giura s’impegna in modo febbrile in molteplici attività di medico e divulgatore scientifico. Egli lavorerà per molti anni nell’Ospedale del Quartiere italiano prestando assistenza non soltanto ai pazienti italiani, ma anche a stranieri e cinesi. Di Giura godeva fama di ottimo medico anche tra le classi meno agiate e pare che molti cinesi si sottoponessero ad estenuanti viaggi dalle regioni più remote dell’Impero per essere visitati dall’ yiguo daifu.8

Come promotore e fondatore dell’Ospedale italiano lavorò a stretto contatto con la comunità dei Missionari cattolici di Pechino, che faceva capo all’Istituto dei Missionari all’Estero; istituzione fondata e diretta dal Senatore Ernesto Schiapparelli nel 1886. Di Giura sosterrà sempre con devozione la causa missionaria e intreccerà nel corso degli anni ottimi rapporti di lavoro con le istituzioni cattoliche presenti in Cina. Bisogna ricordare inoltre che le infermiere dell’Ospedale italiano erano suore inviate dalla Curia Romana e persino i materiali usati nella costruzione dell’Ospedale furono acquistati in Italia grazie al sostegno dell’Istituto.9 I rapporti tra il di Giura e la comunità ecclesiastica presente in Cina furono anche di tipo culturale: egli infatti pubblicò due traduzioni di testi classici cinesi con la Tipografia dei Lazzaristi di Pechino.10

Di Giura strinse in particolar modo un forte legame di amicizia con il Cardinale Celso Costantini:

… fraterno estimatore ed amico del dottor di Giura durante il lungo tempo trascorso in quella Capitale come Delegato Apostolico, scrisse, tra l’altro, del

grande disinteresse costantemente e praticamente dimostrato dal di Giura,

terminando con l’affermare: egli “avrebbe potuto farsi onestamente ricchissimo; ma badò più ad accrescere la ricchezza spirituale della Carità.11

Per l’impegno profuso a favore della causa missionaria fu nominato rappresentante dell’Associazione Nazionale per Soccorso ai Missionari all’Estero per cui riceverà la medaglia “Pro Ecclesia et Pontifice” da Papa Pio XI.

8 意国大夫 “Il medico italiano”: appellativo con il quale i pazienti cinesi chiamavano Ludovico Nicola di Giura.

9 Presso l’Archivio Storico del Ministero degli Esteri di Roma è conservato un faldone contenente i telegrammi intercorsi tra l’Ufficio del Ministero di Roma e la Segreteria della Legazione italiana di Pechino. L’Archivio conserva un numero cospicuo di faldoni che documentano le attività di costruzione e gestione del Quartiere italiano di Pechino. Tutti i telegrammi giunti o inviati dalla Segreteria della Legazione italiana portano la firma di Ludovico Nicola di Giura, che a quel tempo era Segretario della Legazione. Essendo il di Giura uno dei pochi italiani, presenti allora a Pechino capace di parlare cinese, si occupò anche di gestire i rapporti diplomatici della Legazione italiana con il Governo cinese. La revisione dei faldoni menzionati non è stata ancora completata.

10 Cfr. di Giura, 1926; di Giura, 1929. 11 di Giura, 1955, pref.

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Durante gli anni di lavoro presso l’Ospedale di Tianjin, di Giura organizzerà un piccolo centro di studi di medicina occidentale dove impartirà lezioni ad alcuni giovani studenti cinesi. A fini pedagogici scrisse allora un trattato sulle malattie infettive in lingua cinese, che fu utilizzato come libro di testo dagli studenti del dispensario. Il trattato, che fu premiato all’Esposizione d’Igiene di Napoli del 1911, è l’unica opera scritta dal di Giura in lingua cinese. Purtroppo l’opera è andata perduta. Le lezioni erano impartite in un dispensario organizzato probabilmente all’interno dell’Ospedale italiano e doveva rientrare nell’orbita delle attività organizzate dall’Istituto dei Missionari all’Estero.12

A Pechino, Ludovico fu nominato inoltre Primario dell’Ospedale cinese, ospedale finanziato dai mercanti cantonesi che dimoravano nella capitale; fu Consulente e Primario dell’Ospedale francese e chirurgo primario del Central Hospital, ospedale fornito dei ritrovati e delle tecnologie più avanzate dell’epoca.

In seguito al prolungarsi della grave epidemia di peste polmonare, scoppiata in Manciuria nel 1911, di Giura e il prof. Gallotti parteciparono a una conferenza internazionale di medicina come rappresentanti del Governo italiano.

Prima del crollo della dinastia imperiale L. N. di Giura ebbe l’alto onore di essere nominato medico privato dell’Imperatrice Vedova Cixi dopo aver

diagnosticato e curato un principe imperiale da una grave malattia.13 A partire dal

1909 fino al 1911 sarà medico dell’ultimo Imperatore della Cina, Aisin Gioro Pu Yi. In seguito al crollo dell’Impero e con la fondazione della prima Repubblica cinese, è medico di fiducia del Primo Presidente Yuan Shikai (1859-1916); tra il 1926 e il 1930 è medico e consigliere privato del Maresciallo Wu Peifu (1874-1939) e Zhang Xueliang (1898-2001), figlio del celebre ex-brigante signore di tutta la Cina settentrionale Zhang Zuolin (1875-1928).

Oltre a un numero considerevole di medaglie al valore, della Croce per 40 anni di anzianità, dello stemma di Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro, di Grande Ufficiale della Corona d’Italia e di altre onorificenze spagnole, belghe, giapponesi e portoghesi, di Giura fu fregiato del titolo di mandarino di Prima classe. Tale onorificenza fu per secoli la carica più ambita a cui poteva aspirare un letterato cinese nel corso della sua carriera ufficiale. Ciò significa che L. N. di Giura raggiunse un grado di conoscenza della letteratura cinese paragonabile a quello di un cinese colto in un tempo estremamente breve, se si considera che il tradizionale apparato istituzionale e quindi il sistema degli Esami di Stato fu abolito nel 1905.

Con l’abolizione degli Esami di Stato cadde l’intero sistema d’istruzione vecchio di secoli: L. N. di Giura quindi fu uno degli ultimi studenti ad essere sottoposto al vecchio sistema degli Esami imperiali, fu uno degli ultimi mandarini e quindi uno degli ultimi letterati a cui venne dato l’onore d’indossare le vesti ufficiali di funzionario imperiale (v. foto 2).

Oltre al cinese classico e al cinese moderno egli studiò anche il mancese, la

12 L’Istituto dei Missionari all’Estero si occupò nel corso della sua storia di costruire scuole, ospedali e centri d’istruzione e formazione come i dispensari. Alla morte del Senatore Schiapparelli l’Istituto contava più di trecento opere diffuse in trenta paesi tra il Medio Oriente e l’Asia.

Ludovico Nicola di Giura 75 lingua ufficiale di Corte della dinastia Qing. Tuttavia la sua conoscenza dell’antico idioma si limitava probabilmente alle stereotipate formule di saluto che erano utilizzate in occasione degli incontri ufficiali di Corte. Il mancese infatti, era una lingua in disuso da secoli: a partire dal XVII sec. aveva subito un lento ma inarrestabile declino fino ad arrivare agli albori del XX sec., che ormai non era più conosciuta neanche dai componenti della casa imperiale e veniva utilizzata soltanto per redigere documenti ufficiali.

L’Imperatore Pu Yi ricorda nella sua biografia che al tempo dei suoi studi giovanili, una delle materie in cui trovava maggiori difficoltà, era proprio la lingua dei suoi antenati:

La materia in cui me la cavavo peggio era il manciù: in tutti gli anni che lo studiai imparai un’unica parola, precisamente yili (alzati), l’ordine che dovevo impartire quando i miei ministri manciù s’inginocchiavano al mio cospetto e pronunciavano nella loro lingua una stereotipata formula di saluto.14

Prima della caduta della dinastia imperiale, di Giura ottiene inoltre la decorazione del Gran Cordone del Doppio Dragone: importante riconoscimento riservato esclusivamente ai Principi imperiali.

Rimane inspiegabile come un occidentale sia riuscito in pochissimi anni a fare proprio un patrimonio culturale immenso, come è quello della Cina, a sinizzarsi

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