• Non ci sono risultati.

L’analisi econometrica degli inventari e delle aste olandes

DELL’ARTE NEI PAESI BASS

3. IL MERCATO DELL'ARTE

3.3 L’analisi econometrica degli inventari e delle aste olandes

Etro e Stepanova (2013), hanno svolto un’indagine econometrica sia sui prezzi dei dipinti raccolti negli inventari olandesi sia sui dati che ci sono pervenuti sulle aste del secolo d’oro. Gli autori si sono soffermati, in particolare, sulle correlazioni tra i prezzi al netto dell'inflazione e sulle caratteristiche dei dipinti, dei pittori, dei proprietari e, in caso di aste, anche degli acquirenti.

La loro analisi econometrica conferma, con elementi più validi, la maggior parte delle teorie avanzate dalla letteratura classica, mentre, il risultato più interessante, è in forte contrasto con alcune indagini precedenti basate sui prezzi nominali medi, come quella di Chong (1987), già menzionata.39

Secondo Etro e Stepanova (2013), l’aumento dei prezzi è stato solo un fenomeno iniziale e un risultato del boom economico e della domanda crescente da parte della classe media olandese, tra la fine del sedicesimo e l'inizio del diciassettesimo secolo. Questo fiorire economico ha indotto l’ingresso di un massiccio gruppo di pittori in cerca di nuove opportunità che ha determinato una forte concorrenza e una riduzione costante dei prezzi dei quadri trattati in asta o valutati in inventario durante tutto il secolo d’oro. L’agire delle forze competitive e innovative che hanno determinato tale compressione verso il basso dei prezzi ha avuto tre meccanismi di azione:

• Una maggiore specializzazione in generi, infatti, alla fine del sedicesimo secolo i pittori fiamminghi e olandesi hanno iniziato a specializzarsi in un unico genere, come la natura morta, il ritratto, il paesaggio, la pittura di genere o la pittura figurativa cosi da ridurre i cosi;

                                                                                                               

39 L’analisi mostra un cambio drastico nella composizione delle collezioni nel corso del diciassettesimo

• Nuove tecniche ed innovazioni sul mercato per ridurre i costi e creare una produzione di massa, come i paesaggisti Isaia van de Velde e Jan Porcellis che hanno introdotto lo stile rapido monocromatico, poi adottato anche su dipinti rappresentanti nature morte da pittori come Willem Claesz. Heda e anche su quelli figurativi dallo stesso Rembrand, ma la sua diffusione principale è stata nei paesaggi, dove è stato estremizzato da Jan van Goyen, Salomon van Ruysdael e Pieter de Molijn. Questi pittori sostenevano di impiegare un solo giorno a dipingere le loro immagini migliori, riducendo i tempi, di conseguenza riuscivano a contenere i costi e quindi anche i prezzi; • Dimensioni, in media, più piccole per tutti i generi pittorici, in particolare per i

paesaggi e le scene di genere. La riduzione della grandezza dei dipinti implicava prezzi, in media, inferiori;

Questi tre fattori hanno comportato una diminuzione dei prezzi nel mercato dell’arte primario e, di conseguenza, anche sul mercato secondario.

Figura 21: numero di nuovi pittori

 

La Figura 21 delinea un chiaro andamento: il numero di pittori aumentata fino alla metà del secolo, e poi inizia a diminuire, risultato che verrà confermato dall’analisi econometrica.

La prima analisi econometrica, svolta da Etro e Stepanova (2013), si basa su due fonti principali: gli inventari raccolti da John Montias negli archivi di Amsterdam e i dati raccolti da più studiosi sugli inventari amministrati dal Getty Research Institute. Essi possono essere considerati un campione rappresentativo delle collezioni della classe medio alta nei Paesi Bassi, dal momento che la loro sopravvivenza in archivi è dovuta a motivi casuali, ed è probabile che le collezioni della classe bassa erano troppo piccole per essere autenticate. L’analisi presenta due regressioni: una sull'intero insieme di dati disponibili, senza considerare gli effetti fissi per artista, ma con una dummy per i dipinti il cui l’autore è anonimo o non identificato negli inventari, la seconda regressione considera i quadri con autore certo ed analizza gli effetti fissi per ogni artista con almeno due osservazioni.

L’obiettivo è svolgere un’analisi sulle determinanti del prezzo dei dipinti, controllando le caratteristiche non osservabili attraverso gli effetti fissi per ogni artista e accertando il periodo di realizzazione attraverso la data di nascita dei vari pittori e il periodo della loro attività.

I risultati confermano l’idea di un mercato di massa, infatti, il valore delle collezioni dei dipinti varia da 0,75 fiorini a 36.724 fiorini, con un valore medio di 323 fiorini e un valore mediano di novanta fiorini, inoltre la maggior parte delle collezioni, il 58%, hanno un prezzo medio inferiore a cinque fiorini e il 95% delle collezioni hanno un prezzo medio al di sotto di trentacinque fiorini.

La specializzazione dei pittori olandesi in diversi generi e anche in sotto generi era impressionante: per i 330 artisti con più di due osservazioni presenti nel dataset troviamo che 145 hanno diversificato il loro lavoro tra almeno un paio di generi, 57 tra almeno tre generi, 16 tra quattro generi e solo 6 artisti hanno dipinti in ogni genere all'interno del dataset. I piccoli dipinti avevano in media un prezzo molto più basso e il loro numero aumenta drasticamente negli inventari nel corso del secolo, mentre la frazione di grandi dipinti rimane costante40.

                                                                                                               

40 E 'importante sottolineare che non si hanno dati precisi sulle dimensioni dei dipinti, questi sono

classificati come piccolo o grande rispetto alla dimensione media (quando nella descrizione del dipinto vi è l’indicazione), secondo gli autori la variabilità in termini di dimensioni è stata inferiore nelle collezioni private rispetto a dipinti destinati alle commesse pubbliche.

Data l’approssimazione delle descrizioni sulla misura dei dipinti, gli autori indicano con una variazione dal 15% al 30-35% l’aumento della quota dei quadri definiti come piccoli, il che comunque conferma l’idea di una notevole riduzione nella dimensione media dei nuovi dipinti, come rappresentato nella figura 22.