• Non ci sono risultati.

7. UN’ANALISI EMPIRICA DEL MERCATO DEI DIPINTI RINASCIMENTAL

7.2 Il numero di figure umane

La variabile numero di figure poteva essere facilmente quantificabile e quindi determinata in funzione del prezzo, tanto che alcune commissioni riportavano in dettagli quante e quali figure dovevano essere inserite e molti artisti usavano farsi pagare a figura.

La relazione fra numero di figure e qualità, secondo Etro e Pagani (2012), dipendeva principalmente per tre ragioni:

• Il numero di figure sintetizzava la complessità e la varietà dell’opera che era positivamente correlata con la qualità del dipinto;

• I dipinti con soggetti figurativi erano al primo posto nella gerarchia dei generi essendo i più apprezzati, quindi figure aggiuntive erano sinonimo di maggior qualità percepita;

• I maestri normalmente si focalizzavano sulla realizzazione delle figure umane perché queste richiedevano un maggior impegno sia in termini di abilità che in termini di tempo rispetto al resto che veniva delegato agli assistenti: perciò avere più figure rappresentava implicitamente un modo per chiedere

l’intervento diretto del maestro e conseguentemente per ottenere un’alta qualità;

Considerando il rapporto tra prezzo dell’opera d’arte in fiorini d’oro e il numero di figure rappresentate nel quadro, la Fig. 4 evidenzia una relazione positiva, confermando la tesi sostenuta precedentemente di come questa variabile sia stata spesso utilizzata come indice di qualità per la valutazione di un’opera d’arte ex ante. In questo caso l’R2 indica che circa il 32% della variazione del prezzo è spiegato dalla

regressione lineare. Ciò risulta tuttavia in gran parte dovuto al fatto che i quadri più grandi contengono anche naturalmente più figure (la correlazione è del 60 %).

Figura 4: Correlazione fra prezzi e numero di figure ritratte

Per testare più correttamente l’ipotesi per cui il numero di figure contiene un informazione aggiuntiva usata per prezzare i quadri, abbiamo studiato la relazione fra il prezzo al metro quadrato ed il numero di figure: la Fig. 5 mostra una relazione comunque positiva, sebbene più debole.

Figura 5: Correlazione fra prezzi al metro quadro e numero di figure ritratte

 

Nella Fig. 6 è stato considerato il logaritmo naturale del prezzo per evidenziarne la relazione col numero di figure: ogni figura in più aumenta il prezzo del 12,1 % e la relazione è significativa.

Ovviamente, non essendo il numero di figure, l’unica variabile presente nella determinazione del prezzo, ci sono dei casi in cui questa è meno significativa rispetto ad altri fattori.

Ad esempio, come evidenziato nei grafici, spiccano ancora alcune opera realizzate da Raffaello quali ‘L’estasi di Santa Cecilia’ e ‘La trasfigurazione’ in cui è soprattutto la fama del pittore che influenzava il prezzo. (Tavola 9 e Tavola 10).

Tavola 11: Raffaello Sanzio, 1517, La Trasfigurazione, Città del Vaticano (Roma), Pinacoteca vaticana

7.3 L’indice Vasari

Un modo alternativo per valutare quantitativamente la notorietà e la fama dei pittori durante la loro epoca, è considerare l’importanza dedicata ad ognuno di loro nella storia dell’arte scritta dal Vasari22 nel trattato sulle ‘Vite de' più eccellenti pittori,

scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri’.

L'opera è considerata un vero e proprio pilastro della storiografia artistica, traccia un arco di rinnovamento delle arti da Cimabue a Michelangelo fondamentale per lo studio della vita e delle opere di più di centosessanta artisti. Da questo trattato, andando a contare il numero di righe dedicato ad ogni artista, abbiamo ricavato

                                                                                                               

‘l’indice Vasari’ ottenendo un indice sulla popolarità e sulla fama che gli artisti avevano al tempo.

Come si evince dalla Fig. 7, in cui riportiamo l’indice per alcuni pittori del dataset, i maestri più apprezzati o comunque quelli a cui Vasari dedica più importanza, sono Michelangelo (per cui abbiamo tenuto conto di un solo terzo dello spazio dedicato dal Vasari, essendo il resto occupato dalla descrizione della sua attività come scultore e architetto), Raffaello e Andrea del Sarto.

Il più considerato artista veneto è Tiziano, mentre il miglior antico maestro, sulla base dello spazio dedicato, risulta essere Giotto. Seguono altri grandi nomi del pieno Rinascimento come Leonardo, Perugino e Ghirlandaio e così via. Si noti che questo indice ha due principali limiti. Il primo è che crea un eccessivo divario fra artisti minori e di punta, un divario probabilmente non proporzionale alle differenze qualitative e, tantomeno, alle differenze nei prezzi, ragion per cui utilizzeremo il suo logaritmo nelle regressioni. Il secondo limite è che lo spazio dedicato dal Vasari nella sua storiografia riflette probabilmente la disponibilità di informazioni, che era maggiore per artisti contemporanei o da poco morti rispetto ai primi maestri (si pensi a Giotto o a Duccio). Sarebbe quindi opportuna una correzione per questo aspetto, che lasciamo per ricerche future.

 

Tavola  12: Tiziano, 1530, Il martirio di San Pietro da

Verona, Venezia, Basilica dei Santi Giovanni e Paolo  

La Fig. 8 conferma come effettivamente l’indice Vasari sia un buon indicatore della fama e della popolarità che i pittori avevano al tempo. Esso è correlato positivamente al prezzo. La correlazione è del 28 % e l’indice Vasari spiega da solo il 18% della variabilità dei prezzi assoluti.

Figura 8: Correlazione fra prezzi e indice Vasari

Passando ai logaritmi nella Fig. 9, dove sono stati inseriti anche gli affreschi, si nota che 100 righe in più di descrizione del pittore (più o meno quanto dedicato a pittori come Andrea Castagno, o Correggio) portano ad un aumento del prezzo del 13%.