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DELL’ARTE NEI PAESI BASS

1.1 La struttura economica

L’economia dei Paesi Bassi, durante il secolo d’oro, sbalordiva gli osservatori contemporanei e ancora oggi continua ad affascinare gli storici moderni.

Per spiegare il successo e la crescita raggiunta, come spiega North (1997), è necessario analizzare in dettaglio i vari settori dell’economia per capire i fattori interni ed esterni che influenzavano il mercato.

crescere fino alla prima metà del diciassettesimo secolo, tenendo presente che la popolazione urbana aumentò molto più di quella rurale determinando un aumento della forza lavoro coinvolta nella produzione.

Nel diciassettesimo secolo, le politiche attuate avevano lo scopo di ottenere maggiori introiti e di soddisfare maggiormente i nuovi bisogni che l’esigente borghesia aveva sviluppato. L’agricoltura e la pesca costituivano il settore primario dell’economia, l’importazione del grano da altri paesi rese i campi utilizzabili per impieghi più redditizi come l’allevamento di animali e la creazione di prodotti da latteria e per la produzione di beni maggiormente in linea con i gusti della borghesia benestante dell’epoca come la coltivazione industriale del lino, della robbia, del tabacco e del luppolo e si sviluppò inoltre anche l’orticoltura.

L’economia rurale olandese era basata sui principi di proprietà, più del quaranta percento dei contadini, infatti, possedevano la terra che lavorava, mentre i grandi proprietari terrieri, l’affittavano ad altri contadini. Questa divisione del lavoro creò una differenziazione sociale nella popolazione rurale tra lavoratori manuali e contadini ricchi che sostenevano spese ingenti per bonificare i terreni e investivano somme consistenti per lo sviluppo delle loro attività in modo da poter massimizzare i loro introiti.

L’avvio della specializzazione dell’agricoltura, inoltre, permise alla popolazione rurale di questo paese di non venire coinvolta dalla forte crisi che durante il diciassettesimo secolo, colpì la maggior parte dei contadini europei. La pesca di aringhe nel Mare del Nord, grazie alle tecnologie avanzate utilizzate, costituiva un forte introito, esse venivano catturate lontano dalle coste dove potevano essere trattate direttamente a bordo delle navi con il sale per poi essere inserite nei barili di legno per l’esportazione.

L’ambasciatore inglese dei Paesi Bassi, William Temple e George Downing cercarono di spiegare i motivi del successo di questa regione, Temple trovò nell’alta densità della popolazione il motivo principale dello sviluppo del Paese, mentre Downing trovò nella pesca di aringhe il motivo principale del successo commerciale olandese spiegando che il commercio di aringhe influiva anche sulla vendita del sale e che tramite questi mercati i Paesi Bassi inglobarono tutto il commercio nel Mar

Baltico.

Nella seconda metà del secolo, a causa delle guerre contro l’Inghilterra, le navi da pesca non poterono più viaggiare così liberamente e la produzione subì un forte calo. Nel settore secondario era impiegata il quaranta percento della forza lavoro, l’industria tessile ebbe inizio dagli immigrati fiamminghi, che erano specializzati nella tintura e nella raffinatura di tessuti grezzi e nell'imbiancatura di lino francese.

La città di Leiden era leader nella manifattura di stoffe leggere che però, durante la seconda metà del secolo, a causa della forte competizione esistente con i produttori inglesi, dovette specializzarsi nella produzione di tessuti di alta qualità come quelli molto lussuosi ottenuti con il pelo di cammello o da lane pregiate.

L’industria tessile e quella per la lavorazione della lana non erano gli unici settori in cui l’Olanda dominava l’Europa, l’industria di ceramica si espandeva a livello internazionale anche grazie all’argilla e al caolino disponibili a livello locale e l’aumento dell’urbanizzazione favorì un ruolo predominante all’industria di mattoni.

Si possono riassumere i fattori che permisero lo straordinario sviluppo dell’industria olandese e che combinati insieme, diedero ai prodotti olandesi un vantaggio competitivo nel mercato europeo in quattro principali:

• La tecnologia superiore;

• L’uso estensivo dell’energia come ad esempio le distese d’erba e il vento; • La dimensione adeguata di forza-lavoro impiegata;

• Il capitale d’investimento sempre disponibile;

Verso la fine del secolo, gli stati vicini utilizzarono i sussidi statali per eguagliare lo sviluppo tecnologico raggiunto dai Paesi Bassi che, anche a causa dei salari considerati i più alti a livello europeo, persero competitività e, inoltre, accusarono ingenti danneggiamenti a causa del protezionismo adottato dagli stati maggiori, così si dovettero orientare verso la produzione di altri beni concentrandosi su quelli considerati di lusso.

Il terziario divenne il settore più redditizio e le persone che lavoravano in questo campo raggiunsero i redditi più elevati, esso comprendeva il commercio, la spedizione e la finanza e la cooperazione esistente tra questi settori portò ad una forte

supremazia commerciale a livello globale.

Le provincie unite olandesi divennero il maggiore centro mercantile di tutto il nord

Europa, Amsterdam divenne la base principale per il commercio dei beni provenienti

da tutto il mondo e rimase il centro della finanza europea a lungo anche nel diciottesimo secolo.

Nel 1602 fu fondata la Verenigde Oost-Indische Compagnie (VOC) che era suddivisa in sei camere (Amsterdam, Zeeland, Rotterdam, Delft, Hoorn ed Enkhuizen) e si occupava della fabbricazione delle nevi, dell’equipaggiamento e della vendita dei beni importati.

Nel 1621 fu costituita la una compagnia joint-stock chiamata Compagnia olandese delle Indie orientali (WIC) con lo scopo principale di invadere le colonie portoghesi e spagnole in America meridionale e in Africa che riuscì a conquistare le colonie in

Brasile, in Angola, in Indonesia e nell’attuale Sri Lanka.

Il commercio delle spezie in Asia e soprattutto in Indonesia inizialmente era molto redditizio e portò enormi proventi tanto che i prezzi in Olanda risultavano triplicati rispetto il costo iniziale e portò alla nascita dell’impero coloniale olandese. Durante il diciottesimo secolo il margine di profitto si ridusse drasticamente anche a causa dell’aumento dei costi e la compagnia fu costretta ad indebitarsi.

Grazie alla tecnologia navale superiore che permetteva di costruire le navi più veloci del momento e grazie all’incremento della flotta avvenuta nel corso del secolo, i costi di spedizione si abbassarono notevolmente.

Si assistette inoltre ad una riduzione dei rischi e dei costi per gli investitori grazie all’introduzione degli joint-stock ventures con le quali si suddivideva la proprietà delle navi, questa distribuzione del rischio incoraggiò anche le classi medie ad investire nel commercio navale.

Il settore finanziario ebbe un peso molto ragguardevole nella realizzazione di questo successo commerciale, dato che i venditori erano supportati da capitale sufficiente a creare un elevato vantaggio competitivo.

L’evento più importante nel diciassettesimo secolo, per la storia finanziaria olandese, fu la fondazione ad Amsterdam della Wisselbank nel 1609.

compagnie che i vari mercanti aprirono i loro conti correnti e utilizzarono la banca e le sue operazioni senza ricorrere al denaro cartaceo. La Wisselbank coniò inoltre la moneta stabile e avviò un sistema internazionale di compensazione di cambiali.

Il possesso di titoli di vario genere, come forma d’investimento, ad esempio in navi o in terreni, fu un fenomeno che si diffuse in tutte le classi della società.

Grazie alle ingenti somme di capitale investite, i tassi d’interesse risultavano molto bassi e fu per merito del settore finanziario e di quello commerciale che nonostante la forte perdita avvenuta all’interno del settore industriale, il reddito rimase come inalterato.

Spinto dall’ottimismo intrinseco nel pensiero calvinista, il popolo olandese, divenne in questo secolo una delle massime potenze economiche anche a livello internazionale.

Mentre in Europa gravava una notevole crisi economica, i Paesi Bassi seppero trarre forza dalle avversità e riuscirono a rimanere forti grazie ai continui rinnovamenti che furono in grado di adottare in seguito ai cambiamenti imposti dal mercato.