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La posizione sociale dei pittor

DELL’ARTE NEI PAESI BASS

2. LO STATUS SOCIALE

2.2 La posizione sociale dei pittor

Vi sono vari fattori che potrebbero essere presi in considerazione per determinare lo status sociale degli artisti. Noi ne analizzeremo tre: il livello di educazione, la ricchezza e il reddito e il numero di pittori presenti nelle città. Questi fattori sono utili per delineare la posizione sociale a cui gli artisti appartenevano.

2.2.1 Il livello di educazione dei pittori

Nel quindicesimo secolo, alcuni viaggiatori stranieri rimasero impressionati dalla diffusione di alfabetizzazione che trovarono nel popolo olandese. Verso la metà del sedicesimo secolo, Lodovico Guicciardini (1521-1589), un mercante e scrittore italiano, annotò che praticamente tutti nelle zone rurali sapevano leggere e scrivere, ma questo è praticamente impossibile perché, come è riportato nel registro di matrimoni di Amsterdam nel 1630, solo un uomo su due, e una donna su tre, sapevano firmarsi.

Il livello di alfabetizzazione dei pittori era comunque impressionante, a Delft, non tutti i pittori, ma quasi tutti i maestri della corporazione sapevano leggere e scrivere.

2.2.2 La ricchezza e il reddito dei pittori

Riguardo alla ricchezza si possono prendere in analisi le case che i pittori compravano, gli affitti che pagavano e le tasse che versavano.

La situazione finanziaria di un’artista poteva essere molto incostante nel corso della vita, molti pittori ebbero un grande successo e guadagnarono una notevole ricchezza nell’apice della loro carriera, alcuni tra questi si impoverirono subito dopo, come accadde a Rembrandt28.

Un indicatore significativo per descrivere la situazione economica è il valore delle case possedute dagli artisti. Dall’analisi di Montias (1982), su un campione di sedici contratti registrati a Delft nel periodo che va dal 1628 al 1674, risulta che i pittori

                                                                                                               

28 Rembrandt non si unì mai alla corporazione e quando andò in bancarotta non poté beneficiare di

acquistavano la loro casa con un costo medio di 1785 fiorini, con una variazione di prezzo molto ampia che poteva andare dai 500 fiorini ai 6000, mentre per un affitto annuale in media i pittori spendevano 142 fiorini in confronto ai 96 pagati dai muratori.

La tabella 2 riassume i costi medi in Stuiver sostenuti per pagare le tasse annualmente in base all’appartenenza ad una determinata categoria lavorativa.

Tabella 2: costi medi per la tassazione annuale

MEDIA TASSE ANNUE

MAESTRI CERAMISTI 142,8 Stuiver

PITTORI 177,8 Stuiver

AVVOCATI 196 Stuiver

FARMACISTI 340 Stuiver

Un’ulteriore conferma sulla ricchezza dei pittori di Delft29 è costituita dai dati che ci sono pervenuti sulle donazioni alla Camer van Charite che riconfermano la classifica sulla ricchezza rappresentata in tabella 2.

Montias (1987) divide i membri della corporazione di Delft in quattro gruppi in base al reddito ed in base al valore delle case che possedevano:

1. Fanno parte della prima categoria i proprietari di tipografie, i mercanti d’arte, gli artisti di maggior successo, i ricchi pittori dilettanti. Questi formavano l’aristocrazia della corporazione e il loro status era paragonabile a quello di notai, dottori, argentieri e mercanti di successo. Vivevano in abitazioni dal valore di 2.000 fiorini in su;

2. Il secondo gruppo era composto dagli artisti con meno successo rispetto ai primi, pittori, vetrai, scultori, ceramisti senza una bottega propria e dai piccoli produttori di mobili. Abitavano in case dal valore 800-1.500 fiorini.

                                                                                                               

29 Bisogna ricordare che Delft, situata tra Rotterdam e l’Aia, era, a metà del seicento, una città fiorente

che esercitava una prosperosa attività commerciale incentrata sulla produzione di ceramiche, birra e arazzi. Questa città era molto attiva anche turisticamente attirando molte persone grazie ai suoi monumenti e ai suoi legami con la storia nazionale, precisamente con la storia della rivolta olandese.  

3. Il terzo gruppo era formato dagli apprendisti e dagli aiutanti, che non facevano ancora parte della corporazione, ma aspiravano ad ottenere lo status di maestro;

4. L’ultimo gruppo, al quale apparteneva la grande maggioranza di apprendisti e operai specializzati dell’industria della ceramica, erano il proletariato di Delft, per lo più analfabeti, le loro case avevano un valore che variava tra i centocinquanta ai trecento fiorini, oppure affittavano la casa per una cifra che si aggirava annualmente tra i trenta e i cinquanta fiorini.

Analizzando alcuni dati su Amsterdam, si conferma quanto già detto sulla divisione della ricchezza dalle informazioni che ci sono pervenute sulla città di Delft. Considerando i soggetti elencati nel registro delle tasse del 1631 in cui vi erano incluse tutte quelle persone che avevano guadagnato una cifra superiore o uguale a mille fiorini e che dovevano pagare il due percento di tasse sull’importo totale, abbiamo redatto una tabella (Tabella 3) per evidenziare la ricchezza di alcuni pittori presenti nella lista.

Tabella 3: Ricchezza di alcuni pittori

Bisogna ricordare però che spesso le transazioni con i pittori venivano eseguite senza l’uso dei contanti. Visto che i pittori consideravano i loro lavori un bene prezioso

PITTORE TASSE PAGATE GUADAGNO

Gillis de Hondecoeter 5 GULDEN 1250 GULDEN

Govert Jansz 5 GULDEN 1250 GULDEN

David Vinckboons 10 GULDEN 1500 GULDEN

Jan Jansz. den Uyl 15 GULDEN 1750 GULDEN

Nicolaes Eliasz 15 GULDEN 1750 GULDEN

Arent Arentsz 20 GULDEN 2000 GULDEN

e un mezzo di scambio, usavano i loro dipinti per pagare debiti30 o per ricevere in cambio beni specifici o servizi.

Il reddito è forse la categoria più illustrativa da prendere in considerazione, e qui possiamo analizzare una serie di contratti che i pittori firmavano con i loro committenti.

Nel 1625, Jacques de Ville accettò la proposta di dipingere il capitano Hans Melchiorsz ad un prezzo di 2.400 fiorini con una scadenza di diciotto mesi, quindi, il compenso annuale era di 1.600 fiorini. Pieter van der Bosch firmò un contratto annuale con Marten Kretzer, dove si obbligava a dipingere dodici ore al giorno d’estate e dall’alba al tramonto d’inverno per 1.200 fiorini. Caesar van Everdingen dipinse le porte dell’organo di Grote Kerk in Alkmaar tra il 1643 e il 1644 in 547 giorni con la paga di tre fiorini al giorno, 1095 fiorini l’anno. Considerando che nello stesso periodo un maestro carpentiere guadagnava un fiorino al giorno era un’ottima retribuzione.

Montias (1987) calcolò che i guadagni medi per un pittore durante il diciassettesimo secolo ruotavano tra i 1.000 e 1.400 fiorini l’anno, circa tre volte la paga corrispettiva di un maestro falegname.

2.2.3 Il numero di pittori attivi

Se si cerca di identificare il numero complessivo di pittori nei Paesi Bassi attivi intorno al 1650, si arriverebbe ad una cifra compresa tra i 650 e i 750. Considerando che la popolazione totale ammontava a 1,85 milioni, si conclude che vi era un pittore su 2.000-3.000 abitanti.

Per abbracciare appieno l’importanza degli artisti nel diciassettesimo secolo è utile considerare il numero dei pittori attivi in alcune città verso il 1650 sintetizzati nella tabella 4.

                                                                                                               

30 Jan Steen ha pagato un interesse su un prestito con tre ritratti, Simon de Vlieger ha pagato una casa

Tabella 4: Numero di pittori attivi

Città Pittori Abitanti Pittori/1,000

abitanti Alkmaar 24 15.000 1,6 Delft 36 24.000 1,5 Haarlem 68 38.000 1,8 Aia 37 18.000 2,1 Leida 55 67.000 0,8 Utrecht 60 30.000 2

North (1997), per rendere questi dati più significativi, fa una comparazione con le stime raccolte da Peter Burke (2001) sul Rinascimento italiano, il quale, con una popolazione che si aggirava intorno ai nove milioni, stimò la presenza di 313 artisti attivi. Anche se triplichiamo questo numero, per considerare anche gli artisti non registrati, significherebbe che in Italia era presente un artista su 10.000 abitanti.

Il risultato dell’alto livello di urbanizzazione dei Paesi Bassi, secondo North (1997), è il riflesso dell’alta densità artistica di questo paese che risultava essere molto più elevata della densità artistica italiana. Durante il diciassettesimo secolo, i pittori olandesi, vivevano in città densamente popolate dove vi era approssimativamente un pittore su 1.000 abitanti e dove era possibile incontrare i clienti e accettare commissioni per le strade, nelle taverne o durante le feste che la corporazione promuoveva.

Montias (1987) ha inoltre articolato un metodo sofisticato per la stima della Produzione Totale: prima si calcola il numero di artisti attivi in una città, poi, utilizzando le informazioni sui guadagni annuali medi per gli artisti di cui siamo in possesso e i prezzi medi dei dipinti ricavati dai dati sugli inventari, si deduce la produttività settimanale necessaria per generare un tale reddito.

Applicando questo ad Amsterdam, si ricava la media di un dipinto ogni tre giorni ( o 90 quadri in un anno considerando 270 giorni lavorativi) per quadri più costosi e da 2,5 a 3,3 a settimana (quindi una media di 135-180 dipinti all'anno) per i dipinti più economici. Utilizzando le proporzioni stimate da Montias per i dipinti di ogni

categoria, il totale medio ponderato per un anno può arrivare a 124 dipinti e considerando il numero di artisti attivi (circa uno su 1000 abitanti), significherebbe una potenza complessiva di 12.400 quadri l'anno, anche se con un massimo possibile di 18.000, assumendo che tutti i dipinti realizzati siano del tipo più economico.

 

Tavola 14:Gerard van Honthorst, 1622, L’adorazione dei pastori, Colonia, Wallraf- Richarrtz Museum