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L’analisi per flussi

LE ANALISI DI BILANCIO

3.4 L’analisi per flussi

I flussi sono le variazioni (es.: in aumento, in riduzione) che i “fondi”

subiscono in un determinato periodo di tempo. Mentre i “fondi” sono elementi patrimoniali che si riferiscono ad un dato istante temporale, i “flussi”

esprimono dei movimenti che si manifestano in un determinato arco di tempo.

L’analisi per flussi, quindi, consiste in un’analisi delle “variazioni di periodo” che modificano, per effetto della gestione, i valori di investimento e di finanziamento (fondi), trasformando i rispettivi valori dello “Stato patrimoniale-finanziario iniziale” nei corrispondenti valori dello “Stato patrimoniale-finanziario finale”96. L’analisi dei flussi, dunque, integra l’analisi per indici e fornisce la spiegazione dei movimenti intervenuti.

Il prospetto che raggruppa - in relazione a determinati obiettivi di informazione - i “flussi dei fondi” che si sono manifestati (analisi retrospettive) o che si manifesteranno (analisi prospettive) in un determinato arco di tempo è il Rendiconto finanziario.

Il rendiconto finanziario può, di conseguenza, essere o consuntivo oppure preventivo.

Il rendiconto finanziario consuntivo vieni inteso come uno strumento di controllo dell’aderenza della gestione finanziaria svolta con i piani o i programmi formulati dall’impresa, mentre il rendiconto finanziario preventivo è la componente monetario-finanziaria del piano o del programma.

La struttura del rendiconto finanziario dipende dalla nozione di “fondo” che in esso viene rappresentato, dato che le diverse nozioni di “fondo” sono state elaborate per diversi scopi conoscitivi.

Le nozioni di “fondo” che trovano una più larga applicazione nella prassi amministrativa sono le seguenti:

a) risorse finanziarie totali;

96 Ferrero, Dezzani, Pisoni, Puddu, Le analisi di bilancio. Indici e flussi, cit., p. 285.

b) capitale circolante netto;

c) cassa.

I flussi relativi alle risorse finanziarie totali sono rappresentati in un rendiconto denominato “Funds Flow Statement”, il cui obiettivo consiste nel mettere in evidenza le relazioni generali tra le fonti e gli impieghi di capitale.

La redazione di tale rendiconto finanziario preventivo consente di esprimere un giudizio di compatibilità complessiva tra il piano finanziario e il piano economico, di suggerire delle modificazioni nella politica finanziaria programmata dall’impresa, di prospettare delle variazioni al piano economico qualora fosse impossibile realizzare il piano finanziario, ecc. In sede consuntiva, il “rendiconto delle risorse finanziarie totali” ha per obiettivo di illustrare le “vie” usate dall’impresa per finanziarsi ed il tipo di impiego dei fondi che la medesima ha effettuato durante il periodo considerato.

I flussi relativi al capitale circolante netto vengono esposti nel “rendiconto finanziario delle variazioni di capitale circolante netto” (o Working Capital Statement), il cui obiettivo consiste nel porre in rilievo le vicende delle fonti e degli impieghi che influiscono, in un dato periodo di tempo, sulla categoria dei valori finanziari relativi alla “gestione corrente”.

Il Working Capital Statement ed il Funds Flow Statement sono strettamente collegati fra di loro: mentre il secondo analizza le relazioni fra le fonti e gli impieghi della struttura finanziaria complessiva, il primo focalizza la propria attenzione sulle fonti e sugli impieghi della gestione corrente, le cui sintesi influenzano la struttura finanziaria dell’impresa.

I flussi di cassa, infine, sono rappresentati nel “rendiconto finanziario delle variazioni di liquidità” (o Cash Flow Statement), il cui principale scopo è quello di illustrare i processi volti a mantenere in equilibrio la “tesoreria”

dell’impresa. Il Cash Flow Statement espone le variazioni delle disponibilità liquide (cassa e banche) che si sono verificate in un certo periodo di tempo, nonché le operazioni aziendali che hanno determinato tali variazioni di liquidità. L’analisi dei “flussi di cassa” costituisce il presupposto per la

redazione del “budget di tesoreria” (o di cassa) e rappresenta l’indagine più analitica sul flusso dei fondi.

Mentre l’analisi dei flussi di cassa prende in esame soltanto le entrate e le uscite monetarie, l’analisi dei flussi di capitale circolante netto esamina anche le variazioni dei crediti e dei debiti correnti, nonché delle giacenze di magazzino e dei titoli facilmente negoziabili. Sotto il profilo dell’attendibilità dei valori esprimenti i flussi finanziari è opportuno sottolineare che, mentre sui flussi di cassa non influisce alcun valore di stima o di congettura, sui flussi di capitale circolante netto e sui flussi di risorse finanziarie totali influiscono le stime e le congetture che caratterizzano la formazione del bilancio d’esercizio.

Il rendiconto finanziario non è espressamente citato nella normativa sul bilancio che, però, impone di fornire le informazioni complementari necessarie per la rappresentazione veritiera e corretta non solo della situazione patrimoniale e del risultato economico, ma anche della situazione finanziaria97.

Il sistema informativo di bilancio, quindi, deve illustrare:

• la situazione patrimoniale, mediante lo Stato patrimoniale;

• la situazione economica, mediante il Conto economico;

• la situazione finanziaria, mediante il Rendiconto finanziario.

Il rendiconto finanziario presenta forti collegamenti sia con lo stato patrimoniale sia con il conto economico.

Lo Stato patrimoniale mette in evidenza - tra l’altro - il totale delle risorse finanziarie (o fonti) affluite all’impresa (sezione del passivo) ed il totale degli impieghi (o investimenti) effettuati dall’impresa stessa (sezione dell’attivo) all’epoca di riferimento della situazione patrimoniale. Rappresenta, dunque, l’azienda in una posizione “statica”.

Il rendiconto finanziario, invece, si riferisce ad un periodo di tempo intercorrente fra due stati patrimoniali consecutivi ed ha come obiettivo

97 Per normativa e contenuto del bilancio si veda il capitolo 2.

l’esposizione delle variazioni intervenute nella situazione finanziaria dell’impresa. In altri termini, il rendiconto finanziario non è destinato ad illustrare la situazione rilevabile in un determinato istante della vita aziendale, bensì espone le variazioni intervenute - nel corso di un determinato periodo di tempo - in tutti o in taluni elementi patrimoniali: esso, pertanto, non accoglie valori espressivi di quantità-fondo (o consistenze), ma valori espressivi di flussi (o variazioni subite dalle quantità-fondo). Si preoccupa, dunque, di rappresentare l’azienda in chiave “dinamica”98.

Il conto economico espone i componenti positivi e negativi che concorrono a formare il reddito d’esercizio. Le relazioni fra tali componenti positivi e negativi di reddito ed i flussi finanziari possono così sintetizzarsi:

a) i costi ed i ricavi - essendo determinati in base al principio della competenza economica - non corrispondono a dei flussi di cassa (la contabilità generale rileva le operazioni nella fase dell’accertamento del credito o del debito: l’incasso o il pagamento del medesimo ha luogo - in genere - in un successivo momento);

b) taluni costi (es. quota di ammortamento, quota di accantonamento ai fondi svalutazione di elementi dell’attivo) e taluni ricavi (es. rivalutazioni di cespiti iscritte nel conto economico) non danno origine a flussi monetari-finanziari.

Il conto economico fornisce delle informazioni sul reddito di pertinenza di un dato esercizio, ma non sulle variazioni intervenute nella situazione finanziaria dell’impresa.

La comparazione nel tempo dei bilanci d’esercizio (stato patrimoniale e conto economico) può accrescere le informazioni finanziarie, ma gli obiettivi che orientano la formazione del rendiconto finanziario impongono che tutte le informazioni siano selezionate, classificate e sintetizzate in forma chiara ed intelligibile. Ne deriva che il rendiconto finanziario non può sostituire né il conto economico, né la situazione patrimoniale: esso è, invece, destinato a fornire informazioni concernenti il flusso dei fondi e le variazioni intervenute,

98 Astolfi e Negri, Ragioneria applicata e professionale, cit., p. 256.

nel corso di un certo periodo di tempo, nella situazione finanziaria:

informazioni che quei documenti o non sono in grado di fornire, ovvero possono fornire solo indirettamente.

Qui di seguito verranno esposte le tre tipologie di strutture del rendiconto finanziario sopra citate, soffermandosi maggiormente su Working Capital Statement e Cash Flow Statement.

Il Rendiconto delle variazioni di risorse finanziarie totali (o “Funds Flow Statement”)

Il rendiconto delle variazioni di risorse finanziarie totali include gli aspetti finanziari di tutte le operazioni aziendali, comprese le cosiddette “non-fund transactions”, le quali hanno la caratteristica di essere operazioni sia di approvvigionamento finanziario che di investimento, senza generare delle dirette variazioni sul denaro contante o sugli altri elementi del capitale circolante netto. Per soddisfare tutte le esigenze conoscitive che gli sono demandate, il rendiconto finanziario deve quindi indicare distintamente i due aspetti delle cosiddette “non-fund transactions”: cioè l’aspetto dell’approvvigionamento e l’aspetto dell’impiego di capitale.

Il “Funds Flow Statement” espone la generale relazione tra le fonti e gli impieghi di risorse finanziarie totali, e la determinazione delle fonti e degli impieghi di capitale viene realizzata mediante il confronto dei valori di due successivi stati patrimoniali dell’impresa.

Rendiconto finanziario delle variazioni di capitale circolante netto (o

“Working Capital Statement”)

Il Rendiconto finanziario delle variazioni del capitale circolante netto esamina le variazioni avvenute durante l’esercizio nella situazione patrimoniale-finanziaria, calcolate confrontando i valori dello stato patrimoniale alla fine dell’esercizio con quelli esistenti alla fine dell’esercizio precedente99. Dalla nota uguaglianza che esprime le relazioni tra attività, passività e patrimonio netto:

A P N = +

attività passività patrimonio netto

si passa alla seguente, più analitica, che considera gli elementi componenti le attività, le passività e il patrimonio netto:

attivo + attivo = passività + passività + capitale + risultato immobilizzato circolante consolidate correnti proprio economico

attività passività patrimonio netto

Da essa, per passaggi algebrici, si ricava la seguente relazione che determina il capitale circolante netto come differenza tra attivo circolante e passività correnti:

attivo - passività = passività + capitale + risultato + attivo circolante correnti consolidate proprio economico immobilizzato

capitale gestione gestione gestione circolante netto dei reddituale degli finanziamenti investimenti

99 Ivi, p. 256.

È evidente che se il capitale circolante netto subisce una modifica rispetto al valore esistente all’inizio dell’esercizio, lo scostamento (in aumento o in diminuzione) non può che essere causato da:

- variazioni connesse al risultato economico della gestione, cioè dalla gestione reddituale;

- variazioni intervenute nelle passività consolidate o nel capitale proprio, per operazioni connesse ai finanziamenti;

- variazioni intervenute nelle immobilizzazioni, per operazioni connesse agli investimenti e ai disinvestimenti.

Non tutte le operazioni di gestione, però, comportano variazioni nel capitale circolante netto, per cui, per redigere il rendiconto finanziario, bisogna saper distinguere le operazioni che incidono sul capitale circolante netto da quelle che non ne fanno variare l’importo.

Modificano il capitale circolante netto tutte quelle operazioni che comportano variazioni in elementi posti a destra dell’eguaglianza sopra presentata e contemporaneamente più variazioni in elementi posti a sinistra dell’eguaglianza (es. costi e ricavi monetari, accensioni ed estinzioni di prestiti a medio/lungo termine, aumenti e rimborsi di capitale proprio, investimenti e disinvestimenti in beni strumentali o in altre immobilizzazioni). Invece, le operazioni che fanno variare elementi posti alla sola destra dell’eguaglianza oppure alla sola sinistra non modificano il capitale circolante netto (es.

conversione di un debito consolidato in capitale proprio - come può essere la conversione di obbligazioni in azioni, riscossione di crediti commerciali, pagamento di debiti di regolamento, prelievi o versamenti in c/c postale o bancario).

Si ritiene opportuno, a questo punto, soffermarsi anche sul flusso che deriva dalla gestione reddituale.

Il reddito d’esercizio scaturisce dalla differenza tra ricavi e costi di competenza del periodo amministrativo considerato. I costi e i ricavi dell’esercizio, agli effetti della presente analisi, devono essere distinti in monetari e non monetari.

Si considerano componenti di reddito monetari quelli misurati da variazioni finanziarie intervenute nei valori di cassa, nei c/c bancari o postali, nei crediti e nei debiti a breve; in particolare:

- sono costi monetari gli acquisti di materie, i costi per servizi, i costi per godimento di beni di terzi, i salari e stipendi, gli oneri sociali, le imposte, gli interessi passivi ecc.;

- sono ricavi monetari i ricavi derivanti dalla vendita di prodotti e servizi, i proventi vari, gli interessi attivi ecc.

Si considerano componenti di reddito non monetario quelli che non danno luogo a variazioni finanziarie nelle disponibilità liquide, nei crediti e nei debiti a breve; in particolare:

- sono costi non monetari gli ammortamenti, le quote del TFR maturate nell’esercizio, le minusvalenze su alienazioni di immobilizzazioni, gli accantonamenti a fondi rischi e oneri a medio/lungo termine;

- sono ricavi non monetari le plusvalenze su alienazioni di immobilizzazioni e le patrimonializzazioni di costi.

I costi e i ricavi non monetari non incidono su elementi del patrimonio circolante netto. Ne deriva che l’importo del risultato economico d’esercizio non coincide con l’importo del flusso di risorse finanziarie generato dalla gestione reddituale. Quest’ultimo, infatti, si calcola escludendo dal reddito i componenti non monetari (cfr. Tabella successiva).

flusso di risorse costi monetari ricavi monetari finanziarie generato

dalla gestione

reddituale costi non monetari ricavi non monetari

risultato economico d'esercizio

Il flusso di risorse finanziarie generato dalla gestione reddituale può essere calcolato secondo due diversi procedimenti:

1) procedimento diretto: il flusso viene determinato facendo la