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CAPITOLO 2. ARTI E MESTIERI ATTRAVERSO LE FONTI BIBLIOGRAFICHE E

2.7. CANTIERISTICA NAVALE

2.7.2 L'Arsenale della Serenissima

L'Arsenale di Venezia272 (Arzanà) è un complesso di cantieri navali e officine che con il tempo

occupò una parte sempre più estesa della città all'estremità orientale e fu cuore dell'industria navale veneziana a partire dal XII secolo. La tradizione dice che sia stato fondato nel 1104 per volontà del doge Ordelaf Falier, sopra due isole dette Gemelle. In realtà le prime notizie documentali risalgono 271 ARTI E MESTIERI IN VENEZIA 1991, p. 33

272 La superficie attuale si estende su un'arca di circa 48 ettari, di cui 9 di specchi acquei, il 3% della superficie della città'; i lavoratori all’interno di questa complessa struttura erano chiamati arsenalotti e raggiungevano, nei periodi di piena attività produttiva, la quota media giornaliera di 1500-2000 unità ed erano iscritti nel Libro delle Maestranze (CONCINA 1984)

al 1220, nella mappa della Chronologia Magna, in cui si rileva la presenza di un complesso, cinto da mura merlate, costituito a due file di squeri273 (cantieri coperti) ai lati della di una darsena,

comunicante col bacino di San Marco solo attraverso uno stretto canale.

Il termine Arsenale deriverebbe dall'arabo daras-sina qh, cioè casa d'industria, casa del mestiere; il termine noto ai veneziani tramite i numerosi contatti commerciali con l'Oriente è diventato dopo alcune variazioni arzanà ed anche il termine darzanà o dàrsena è rimasta ad indicare gli specchi d'acqua interni dell'arsenale.

L'Arsenale Vecchio, quindi, risalente alla seconda metà del XII secolo, era stato costruito basandosi sulle esigenze della città dell'epoca: squeri per la manutenzione e riparazione di un numero limitato di navi, una riserva di legname e di canapa, un deposito di prodotti finiti (carene, alberi, ecc.) e un deposito per utensili e armi274.

Fig. 2.122. Veduta di Venezia - De' Barbari (1500) – Particolare della zona dell'Arsenale (Venezia, Museo Correr)

L'aumento della potenza commerciale e militare della Serenissima portarono ad un ampliamento dell'Arsenale tra il 1225 e il 1304 con l'aggiunta di un'area a est del perimetro fortificato. Vengono inoltre eretti i palazzi dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso che erano la sede del Reggimento

273 CONCINA 1984: Era all'epoca formato da 24 scali, dodici per parte attorno alla darsena che era il primo tratto del rio che divideva le due isolette.

dell'Arsenale, organo deputato alla gestione e alla sorveglianza del complesso275.

Tra il 1304 e il 1322 viene costruita la prima fabbrica delle Corderie della Tana (Casa del Canevo) per la produzione dei cordami276 e il volto per il Bucintoro nella Darsena Vecchia.

Il secondo importante ampliamento si ebbe nel 1325-1326 in seguito alle aumentate esigenze navali della città: la Serenissima acquisì una vasta area che fu trasformata nella darsena dell'Arsenale Novo. Fu poi aggiunto il cosiddetto Stradal de Campagna sul quale sorsero le officine dei remi oltre ai depositi di pece, funi, sartiame, legname, chiodi, ancore e catene. Successivamente venne aperto un nuovo canale di collegamento tra la Darsena Vecchia e la Darsena Nuova, il rio delle Stoppare277.

In seguito, tra il 1377 e il 1440, furono costruite la Casa della Polvere, provvista di macina, le due torri di controllo all'accesso d'acqua e nel 1390 le Fonderie.

Dopo la caduta di Costantinopoli (1453) e la crescita della minaccia turca, l'Arsenale subì un potenziamento sia dal punto di vista bellico278 e fu eretta la monumentale porta di Terra (porta da

tera) o Porta Magna.

A partire dal 1473, per circa un secolo, avvenne la terza grande fase di sviluppo dell'Arsenale, con la creazione dell’Arsenale Nuovissimo e di una terza darsena detta Nuovissima279. Nell’area

dell'Arsenale Nuovissimo nella prima metà del ‘500 furono costruite nuove fonderie e i cantieri del braccio occidentale della darsena detto Novissimetta.

Negli anni tra il 1535 e il 1540 si colloca la quarta fase di espansione dell'Arsenale, all'estremità nord-occidentale dell'Arsenale Nuovissimo, in cui vennero collocate attività legate alle armi e alla polvere da sparo. Nel 1573 vennero costruiti due ampi cantieri acquatici alle Gaggiandre. Risale allo stesso periodo un quinto ampliamento, con lo scavo della darsena delle galeazze, cantieri coperti per la costruzione di questo nuovo genere di vascello da battaglia280. Nel corso del XVII

secolo avvenne una importante trasformazione della tecnica navale, con la conseguenza che l'Arsenale dovette gradualmente adattare le proprie strutture e i propri fondali alle nuove esigenze costruttive per il varo di nuovi grandi vascelli. Intorno al 1750 fu realizzato su progetto di Giuseppe Scalfarotto l'edificio degli Squadratori, sulla sponda orientale del canale delle Galeazze; nel 1778 all'interno di in uno dei cantieri adiacenti l'edificio fu costruita la Sala dei Modelli281.

275 CASONI 1847, p. 67

276 Le Corderie presenti nell'area della Tana furono più volte ricostruite e producevano funi per navi a livello industriale quindi la Serenissima riusciva ad avere questi prodotti a basso costo e non dipendeva da terzi.

277 CONCINA 1984, pp. 25-50 e Cronologia storica sull’Arsenale presente nel sito del Comune di Venezia

278 Con l’evento della minaccia turca Venezia si dota di una flotta sempre pronta in darsena, pronta in poche ore, ed un altro numero di galere prefabbricate da assemblare e montare nel giro di poche settimane.

279 CONCINA 1984, pp. 74-94 e Cronologia storica sull’Arsenale presente nel sito del Comune di Venezia 280 CONCINA 1984, pp. 95-107 e 135-153

Fig. 2.123. G.M. Mafioletti, “Proiezione scenografica del Cesareo Regio Arsenal di Venezia rappresentante l'intero suo

fabbricato...” (1798) Venezia - Museo Storico Navale

Dal punto di vista dei rapporti tra lo Stato e le corporazioni che operavano nell’ambito navale queste, vista la crescente considerazione del loro lavoro, furono tra le prime ad ottenere il riconoscimento del capitolare282. Nel XIII e XIV secolo le categorie dei lavoranti in ambito

cantieristico navale erano impegnate principalmente in squeri privati e solo saltuariamente operavano all’interno della struttura dell’Arsenale. Quando nel XV secolo la Repubblica di Venezia diventa una vera e propria potenza navale crebbe l'importanza dell'Arsenale all'interno della politica e della società veneziana. Infatti venne ampliato e il governo cambiò atteggiamento nei confronti degli artigiani delle costruzioni navali che lavoravano privatamente, obbligandoli, in caso di necessità, a prestare servizio nella struttura statale. Sebbene il salario statale fosse basso molti artigiani guardarono al lavoro dell'Arsenale come un salario sicuro piuttosto che rimanere in una situazione di difficoltà nei periodi di depressione e di crisi283.

282 La cantieristica navale specie inizialmente non avveniva solamente all'Arsenale, infatti fino al '400, questa attività veniva svolta anche al di fuori della struttura in cantieri privati presenti in città.

283 CANIATO 1996: all’inizio del Quattrocento calafai e marangoni da nave, che costituivano il nucleo più importante e numeroso della manodopera complessiva nell'ambito del cantiere di Stato della Serenissima, sembravano godere di un’ampia "libertà di movimento" e di una buona capacità contrattuale. “Tale libertà però ebbe conseguenze in merito all’organizzazione del lavoro e provocò, nei successivi decenni, l'emanazione di una successione di provvedimenti restrittivi, ad opera non solo degli organi statuali, ma anche degli stessi vertici delle singole corporazioni di

Nel ‘500, mano a mano che l’attività dell’Arsenale divenne sempre più continuativa, questa struttura cominciò ad assumere i connotati di un mosaico di attività distinte tra loro che però erano complementari ed avevano tutte lo scopo di mantenere in efficienza la flotta dello Stato284.

Il lavoro nei vari settori propedeutici alla costruzione delle imbarcazioni e tutte le attività complementari erano organizzati secondo una piramide gerarchica che aveva al vertice un responsabile sia per quanto riguarda la disciplina in sede lavorativa che per quanto riguarda le tecniche costruttive. Ognuno all'interno di questa "macchina" aveva un ruolo ben definito e alcuni funzionari statali erano chiamati a sovrintendere l'organizzazione del cantiere ed altre operazioni come la scelta delle materie prime e la selezione del personale più adatto per le lavorazioni285.

"La direzione tecnica dei lavori era affidata ad un ammiraglio che coadiuvava i patroni e i 4 proti, veniva eletto a vita ed aveva il controllo sui fabbisogni di materiali, sull'organizzazione della produzione di cui doveva controllare, da tecnico, il prodotto finito"286. Da questi coordinatori

dipendevano anche le arti che contribuivano alla costruzione navale come i fabbri, i segadori e tante altre professionalità che verranno, specie nei periodi di maggiore fermento, cooptati dallo Stato e sottratti al loro lavoro privato, e, in alcuni casi, diverranno dipendenti dello Stato a tutti gli effetti287.

In questo periodo le posizioni di privilegio raggiunte da marangoni da nave e calafai vengono capovolte infatti il reclutamento, a giornata o a settimana, nei lavori de Comun non rappresentano più un diritto acquisito e magari una sorta di camera di compensazione alla quale liberamente rivolgersi nei ricorrenti periodi di stasi produttiva288. “Sono invece i patroni ed i quadri direttivi

dell'Arsenale che provvedono giornalmente (o settimanalmente) all'ingaggio della manodopera ritenuta necessaria, costringendo di conseguenza gli organi direttivi delle singole corporazioni a meglio definire e a fissare rigidamente i criteri di turnazione (ruodoli) tra gli affiliati289, al fine di

consentire una più equa distribuzione delle opportunità di lavoro”290. I lavoratori erano tutti iscritti

nel cosiddetto libro delle maestranze, risultavano dipendenti dell'Arsenale, e potevano recarsi al lavoro a propria discrezione; nonostante la media di oltre 5000 iscrizioni spesso si faticava lo stesso

mestiere”.

284 INSEGNE DELLE ARTI VENEZIANE AL MUSEO CORRER 1982, p. 13

285 CONCINA 1984: L'Arsenale aveva una direzione politica cioè i due Provveditori all'Arsenal (di solito due patrizi eletti dal Maggior Consiglio) e una direzione tecnica cioè l'Ammiraglio de l'Arsenal che non era un patrizio ma un alto funzionario proveniente dalla carriera militare

286 INSEGNE DELLE ARTI VENEZIANE AL MUSEO CORRER 1982, p. 13 287 INSEGNE DELLE ARTI VENEZIANE AL MUSEO CORRER 1982, p. 13

288 Inoltre queste corporazioni dovevano fornire gratuitamente la loro opera a favore del Doge per manutenzione e riparazione delle sue imbarcazioni personali (in particolar modo del Bucintoro) ed in cambio veniva loro offerto un lauto banchetto

289 CANIATO 1996: C'era un'organizzazione artigianale e ogni maestro lavorava coi suoi discepoli secondo le norme della sua arte; le successive fasi di costruzione erano localizzate nei differenti cantieri (gli scafi erano fabbricati tutti in una stessa area, gli alberi, i pennoni e le vele in altre ecc.) tentando di introdurre un minimo di standardizzazione per gli arredi, le rifiniture e le sovrastrutture delle navi

a raggiungere un numero sufficiente di persone attive in cantiere, e che effettivamente lavorasse l'intera giornata. Il forte assenteismo era dovuto alla disparità di salario nei confronti degli squeri privati. L'organizzazione lavorativa era coordinata da magistrature intermedie (appontadori e stimadori291), che razionalizzando le prestazioni lavorative degli artigiani, permettevano a tutti di

lavorare a rotazione mantenendo alta la qualità delle opere. Gli artigiani erano organizzati in squadre che lavoravano per lo più a giornata e il governo che cercò di imporre questa pianificazione del lavoro anche se spesso gli arsenalotti cercavano di fingere di lavorare. Poteva succedere che in caso di periodi di guerra potesse essere richiesta la costruzione di una nave in tempi molto brevi pertanto i sovrintendenti dell'Arsenale provvedevano a stipulare contratti con gli artigiani e fissavano una data entro la quale l'opera doveva essere ultimata e fornivano loro tutti le materie prime necessarie. Altre tipologie di maestranze svolgevano la loro attività a cottimo e in casi di emergenza dai loro lavori presso i cantieri privati, potevano essere convogliati a prestare la loro opera in Arsenale. Una volta concluso il lavoro nella struttura statale potevano tornare al proprio lavoro privato senza perdere alcun diritto292. Addirittura nel '500 si viene a creare una sorta di

ereditarietà nel posto di lavoro all'Arsenale e i figli degli artigiani seguivano una scuola interna alla struttura fatta di teoria e pratica e soprattutto di comprensione della disciplina e dell'organizzazione interna. Oltre a questo occhio di riguardo nei confronti dei figli, la Serenissima si dimostra riconoscente nei confronti degli arsenalotti (vista l'importanza delle costruzioni navali per lo Stato) concedendo loro privilegi come la sicurezza e la stabilità del lavoro oltre a vantaggi e onori riservati ai vecchi artigiani. Essi avevano un ruolo importante all'interno della vita della Repubblica infatti erano gli addetti allo spegnimento degli incendi, salvaguardavano il governo nei periodi di vacanza del potere ed altri ruoli importanti in manifestazioni293.