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L'EUROPA SENZA EURO IN PARTICOLARE LA POLONIA

LA FEDERAL RESERVE AL TEMPO DELLA CRISI E COSA HA FATTO PER USCIRNE

L'EUROZONA, SFIDE PER NON CADERE IN TRAPPOLA

4.7. L'EUROPA SENZA EURO IN PARTICOLARE LA POLONIA

Il dibattito e gli scenari europei sono vari ed articolati, se da un lato vi è chi facendo parte dell'Unione Monetaria vorrebbe uscirne, dall'altra parte c'è chi riflette se sia giusto aderirvi o meno. La riflessione che segue nasce da un'esperienza, avuta personalmente in Polonia, nella quale ho avuto modo di poter discutere sull'opportunità o meno da parte polacca di adottare la moneta unica. Si tratta di una nazione con forti contraddizioni, al suo interno si alternano un desiderio europeista, a cui si associa la volontà di partecipare quanto prima all'Unione monetaria, e dall'altro un pensiero euroscettico e fortemente conservatore che ha trovato manifestazione con i risultati delle elezioni tenutesi sul finire del 2015 e le recenti leggi, di sapore fortemente nazionalista, e forse anche antidemocratico153. Sicuramente la Polonia ha subito dei

cambiamenti dal 2004, anno che l'ha vista diventare membro dell'Unione Europea, protagonista di una crescita economica, tale da

dall'Unione Europea”, in Federalismi, n.22/2015 pp 13-15.

152Hanno scritto sul tema Sul tema si veda A. SOKIC, N. FABRIS, “Euroization

and cyclical stabilization in Montenegro: an empirical analysis” - in Munich

Personal RePEc Archive, 25 aprile 2013, p. 10; inoltre un rinvio a F. SAVASTANO, “Note sullo stato del processo di adesione del Montenegro

all’Unione europea”, in Federalismi, n. 18/2014, pp. 20-22.

153Il 7 Gennaio 2016 è stata approvata una legge fortemente lesiva della libertà di stampa. Tanto da preoccupare l'intera comunità internazionale in relazione al rispetto dello Stato di diritto. Tanto che la Commissione Europea ha avviato un'indagine preliminare che si concentrerà sulla Corte Costituzionale polacca, dopo la modifica approvata dal governo per ostacolarne i poteri di controllo sul governo e sulle sue decisioni. Prima tappa di una procedura a cui potrebbero seguire altre due quali l'apertura di un dialogo con Varsavia, il cui esito infruttuoso potrà determinare una serie di sanzioni, tra cui la perdita del diritto di voto all'interno dell'Unione.

raddoppiare il PIL, che ha creato due milioni di nuovi posti di lavoro e accresciuto le esportazioni, divenendo così un componente forte e influente della Comunità Europea, il quadro emerge da un rapporto del Ministero degli Esteri polacco sui dieci anni di appartenenza all'Unione Europea154

Ma il fattore importante è che la Polonia risulta essere l'unico paese dell'Unione, che non ha patito gravi danni dalla crisi economica, tanto che nei periodi più caldi ha goduto di una crescita molto più veloce degli altri Paesi. Il miracolo economico è parzialmente legato allo sfasamento temporale dei flussi di capitale, entrando nell'Unione alla vigilia delle crisi, non ha, infatti avuto il tempo di indebitarsi come è avvenuto invece, per altre nazioni, e nello stesso tempo ha orientato le proprie scelte a politiche di mercato aperto ed espansive. A ciò è seguita poi l'abolizione dei calmieri sui prezzi, il commercio liberalizzato e la conversione dello Złoty moneta nazionale, sul mercato dei cambi. Quest'insieme di fattori e scelte positive ha determinato che mentre i Paesi euro perdevano di competitività con l'avvento della crisi, la Polonia acquistava credito in quanto non aveva ancora adottato l'euro, inoltre conducendo una politica di svalutazione monetaria le importazioni son divenute più costose, ma maggiormente competitive le esportazioni. Per di più godendo della prossimità con la Germania, dal 2014 la Polonia ha ricevuto ingenti quantità di euro tanto da divenirne la più alta economia beneficiaria in assoluto. Tutto ciò ha nutrito il dibattito internazionale su una possibile e soprattutto conveniente adozione o meno dell'euro da parte del Governo

154Katarzyna Ananicz, Marta Babicz, Krzysztof Bednarek, Agata Budzyńska, Wojciech Burkiewicz, Karol Cienkus, Michał Cisowski, Adam Cwetsch, Dr. Paweł Czerpak, Karolina Janiak, Kamil Jaworski, Małgorzata Kałużyńska, Marcin Kwasowski, Patrycja -Favaro, Maja Pilecka, Jacek Ryba, Dr. Katarzyna Smyk, Rafał Stańczyk, Karolina Willmann-Duralska “Poland's 10 years in the

polacco. Secondo Krugman la Polonia, aderendo all'euro potrà ritenersi perduta, il successo che tuttavia ha già visto un rallentamento da qualche anno a seguito della decisione della Banca Centrale polacca di aumentare i tassi di interesse e delle Autorità di Varsavia di adottare politiche ispirate all'austerità, potrebbe svanire del tutto. Secondo il Premio Nobel la Polonia dovrebbe imparare dalle situazioni critiche dei paesi del Mediterraneo, l'euro con la sua “taglia unica” è una trappola, un costrutto ancora più imperfetto di quello che si sarebbe potuto prevedere basandosi sulla teoria dell'area valutaria ottimale, l'entrata nell'euro per Krugman si tratterebbe di un vero e proprio azzardo, con assunzione di rischi drammatici.155

Diversa la posizione dell'economista polacca Hübner, secondo cui da un'eventuale partecipazione alla zona euro, la Poloniaì beneficerebbe di operazioni di rifinanziamento a lungo termine (Ltro) da parte della Bce e avrebbe accesso all'European

stability mechanism, godendo dell'abolizione dei costi di cambio, e

accelerando il processo di convergenza e l'innovazione. Tutto ciò può essere possibile solo attraverso una modifica della Costituzione, procedura particolarmente macchinosa per la quale si richiede la maggioranza dei due terzi del Parlamento, mai raggiunta nel corso degli anni.156 Per adesso il dibattito resta ancora aperto, anche se

l'attuale leadership politica di Varsavia sembra essere poco, o meglio quasi per nulla favorevole.