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IL QUANTITATIVE EASING (QE) PER STIMOLARE LA CRESCITA ECONOMICA

LA FEDERAL RESERVE AL TEMPO DELLA CRISI E COSA HA FATTO PER USCIRNE

3.3. IL QUANTITATIVE EASING (QE) PER STIMOLARE LA CRESCITA ECONOMICA

Gli accademici hanno condotto ricerche sul recente QE: diversi economisti tra cui Stroebel e Taylor (2009)91, hanno studiato

il programma statunitense, tuttavia nonostante questa profusione di ricerche, c'è stato solo qualche piccolo tentativo di descrivere e comparare i programmi del QE per le Banche centrali. I dettagli variano in relazione alle singole Autorità monetarie e dipende dalle particolari strutture delle loro rispettive economie. Va tenuta presente una distinzione tra politiche di “credit easing” tese a ridurre specifici tassi di interesse e a ripristinare le funzione del mercato, non descrivendo però nessuna politica che incrementi le passività della Banca centrale – moneta e riserve bancarie – che tendono a zero. Bernanke parlò di credit easing perchè la Fed desiderava accrescere la funzionalità dei mercati dei titoli a lungo termine e diminuendo i tassi di interesse a lungo termine piuttosto che incrementare

solamente la base monetaria.

Sia la Bank of Japan (BOJ) che la Bank of England (BOE) hanno recentemente descritto i loro obiettivi di espansione delle riserve bancarie (questo è il QE), piuttosto che condizioni di credit

easing. La Bank Of England ha descritto la sua politica in questa

maniera anche se i suoi acquisti di medio e lungo termine vorrebbero tendere a ridurre i tassi di interesse corrispondenti. La Banca Centrale Europea e la Bank of Japan, inoltre, hanno recentemente

91 J. C. STROEBEL, J. B. TAYLOR “Estimated Impact of the Fed's Mortage –

Backed Securities Purchase Program” – NBER Working Paper, Fed of San Francisco

iniziato un programma di prestiti che potrebbe anche chiamarsi “pure

QE” avendo loro hanno preso di mira le riserve e accettato

tipicamente un ampio range di attività come collaterali.

Rimanendo, per adesso, con lo sguardo rivolto agli Stati Uniti, e soprattutto ritornando a quelle che sono state le azioni delle Banche centrali per fronteggiare la crisi, vengono all'attenzione le scelte condotte da parte della Federal Reserve. Tale Banca centrale ha svolto un ruolo molto importante nel fornire liquidità al sistema, essa dispone di uno strumento noto come sportello di sconto utilizzato regolarmente per erogare prestiti a breve termine agli istituti bancari, è una finestra sempre operativa, la FED non deve adottare misure straordinarie per fare credito alle banche, tuttavia durante la crisi tale modello ha subito delle modifiche, ampliando la scadenza dei prestiti erogati tramite lo sportello di sconto (in situazioni ordinarie di durata non superiore a ventiquattro ore) e sono state indette speciali procedure d'asta per l'erogazione dei finanziamenti; lo scopo era di iniettare liquidità al sistema e bloccare quella che era la corsa ai disinvestimenti nei confronti delle diverse istituzioni finanziarie. La liquidità non era destinata alle sole banche ma al sistema finanziario nel suo complesso, perchè la macchina finanziaria doveva necessariamente ritornare operativa. La FED per perseguire tale finalità ha esercitato la sua funzione classica di prestatore di ultima istanza, e non ha operato da sola ma coordinandosi con le autorità degli Stati Uniti e di altri Paesi, e dopo l'approvazione da parte del Congresso del “Troubled Asset Relief Program” è intervenuto anche il dipartimento del Tesoro. Tuttavia a dicembre 2008 la politica monetaria convenzionale aveva esaurito la sua efficacia. Tagliare ulteriormente il tasso sui federal funds non era più possibile92, ma

92 Negli Stati Uniti la politica monetaria convenzionale viene condotta tramite la gestione del tasso d' interesse overnight chiamato “tasso sui federal funds”. In

l'economia richiedeva un sostegno nuovo, non convenzionale. Lo strumento principale è stato l'acquisto di titoli su larga scala (Lsap) o più comunemente chiamato Quantitative easing, ovvero una scelta espansiva di politica monetaria volta a sostenere l'economia. Il Presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, ha chiamato tale nuova politica “credit easing”, probabilmente per differenziarla da quella che era stata l'azione adottata tempo prima dalla Bank of Japan.

Il quantitative easing adottato nel 2009 definito QE1, permette alla FED di reagire alla crisi attraverso interventi di espansione della politica monetaria di notevole entità, manifestandosi nella riduzione significativa del tasso di inflazione. In condizioni particolarmente avverse una Banca centrale può tagliare il tasso di interesse sino allo zero ed essere ancora in grado di stimolare l'economia sufficientemente. Per esempio per fronteggiare quella che viene denominata “trappola della liquidità”. L'approccio del Quantitative Easing è acquistare in via non convenzionale titoli di Stato a lungo termine, piuttosto che gli usuali titoli a breve.93 I

principali effetti del QE sul sistema economico riguardano l'aumento dell'attività economica promosso dalla maggiore circolazione di liquidità e l'abbassamento del costo dei prestiti. L'altro probabile obiettivo è di ridurre uno spread di rischio o di liquidità. Ogni strumento di debito privato, anche i depositi bancari o dei titoli con tripla A, pagano dei differenziali sui titoli del Tesoro per una od entrambe le ragioni. In pratica è difficile distinguere tra uno spread legato al rischio ed uno legato alla illiquidità. Basti pensare che

questo modo si vengono influenzati numerosi tassi d'interesse, le cui variazioni vanno ad incidere sulla spesa per i consumi, investimenti, e dunque incidendo sulla domanda aggregata e sulla crescita complessiva del sistema economico. 93 ALAN S. BLINDER, “Quantitative Easing: Entrance and Exit Stategies” -

l'illiquidità è uno dei fattori di rischio di un asset. Dal momento che le decisioni private su prestare, assumere un prestito e spendere dipendono da attività rischiose diverse dai titoli di Stato, ridurre i loro spreads con l'acquisto di Titoli del Tesoro, riduce i tassi di interesse importanti. Inoltre aumentando l'offerta di moneta il QE mantiene basso il valore del dollaro, facendo apparire il capitale americano un buon investimento per gli investitori esteri e rendendo le esportazioni americane relativamente più economiche. Inoltre l'economia viene stimolata anche in un altro modo: il Governo Federale mette all’asta una grande quantità di titoli pubblici per pagare politiche fiscali espansive. La Fed comprando titoli di stato, ne aumenta la domanda ed il prezzo, riducendone invece il rendimento ed essendo poi tassi di interesse a lunga scadenza, mantiene i tassi sul debito dei consumatori bassi. Ciò vale anche per i titoli azionari delle imprese. Ulteriore caratteristica è quella di frenare il valore dei tassi sui mutui. È una politica a cui la FED aveva già fatto ricorso, anche prima della Grande Recessione , infatti essa deteneva circa $700-$800 miliardi di titoli di stato americani sul suo bilancio, variando l’ammontare per aggiustare l’offerta di moneta. Quindi ciò produce un effetto analogo a quello di stampare moneta. Le scelte della Fed si sono snodate in diversi round.