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Due modelli teorici: La teoria del ciclo reale e Il modello di Barro – Gordon e l'incoerenza temporale

IL CENTRAL BANKING: REGOLE, DISCREZIONALITA OBIETT

2.5. L'INFLATION TARGETING, UN ALTRO OBIETTIVO E' POSSIBILE

2.5.2. Due modelli teorici: La teoria del ciclo reale e Il modello di Barro – Gordon e l'incoerenza temporale

L'esito del confronto tra regole e discrezionalità nella prospettiva dell'incoerenza temporale e della credibilità delle politiche economiche vide un'affermazione della tesi che la politica monetaria debba essere governata da regole predeterminate.

Tuttavia negli anni successivi le Banche centrali hanno cercato di rintracciare degli obiettivi differenti infatti placatasi l'inflazione il paradigma monetario veniva riconsiderato in funzione

di quella che era la “Teoria del ciclo reale” e delle aspettative razionali. Attraverso l'introduzione di elementi post-keneysiani la politica monetaria doveva consentire il raggiungimento dell'equilibrio agendo sui tassi di interesse.

Analizzando il modello di Clarida, Galí e Gertler 199969, si

può notare come esso poggia su una curva IS modificata e su una curva di Phillips modificata che mettendo in relazione l’output

gap (la differenza tra l’output effettivo e quello potenziale) alla data t,il tasso di inflazione tra le date t - 1 e t, it il tasso d’interesse a

breve termine.Et indica l’aspettativa condizionata dalle informazioni disponibili alla data t, gt è uno shock di domanda e ut uno shock di offerta o cost push.

L’equazione deriva dai comportamenti di ottimizzazione delle famiglie in presenza di aspettative razionali. La presenza in questa equazione dell’output gap atteso deriva dal consumption smoothing, cioè dal fatto che le famiglie preferiscono un livello stabile di consumo nel tempo ed il tasso di interesse ne ripartisce il consumo: quando devono fronteggiare degli shock, le famiglie cercano di livellare il loro consumo nel tempo ma risparmiano di più quando il tasso d’interesse è elevato (euler equation). L’equazione è della stessa natura di una curva di Phillips poiché, per un dato prezzo atteso, descrive una relazione crescente tra l’inflazione e l’output gap (o, in modo equivalente, una relazione decrescente tra il tasso d’inflazione e il tasso di disoccupazione). Attraverso una dimostrazione matematica è possibile rilevare che la Banca centrale fissa il suo tasso d’interesse alla data t in modo da mantenere i livelli di output e d’inflazione più vicini possibile a quelli obiettivo,

69 RICHARD CLARIDA, JORDI GALÍ, MARK GERTLER “The Science of

Monetary Policy: A New Keynesian Perspective”- Journal of Economic

considerando le aspettative come esogene. L’output gap e l’inflazione in t dipendono solo da quelli previsti nel futuro.

Per la Banca centrale la scelta ottimale sembra dunque quella di far aumentare il tasso di interesse in un'ipotesi di shock di domanda positivo o in caso di shock di offerta negativo, che presentano come conseguenza un aumento dei prezzi. Nel caso di uno shock di domanda, l’output gap e il tasso d’inflazione manterranno ex post i loro livelli programmati, non essendoci alcuna contraddizione tra i due obiettivi. Nell'ipotesi invece in cui si verifichi uno shock di offerta, si realizza una contraddizione tra il sostegno alla domanda aggregata e il mantenimento di una moderata inflazione, per cui tali due obiettivi non potrebbero essere perseguiti contemporaneamente, a meno che la Banca centrale sia totalmente indifferente al livello di output, oppure sia totalmente indifferente al livello d’inflazione.

La Banca centrale per poter perseguire i suoi obiettivi dovrà prevedere un aumento di più di 1 un punto percentuale per ogni punto di inflazione attesa; ciò significa un aumento tasso d’interesse reale per esercitare peso sulla domanda aggregata.70 Il principale

limite di questo modello è che reputa perfetto il funzionamento dei mercati finanziari, e la politica monetaria influenza direttamente il comportamento degli agenti economici, tuttavia i canali di trasmissione della politica monetaria possono essere modificati ed alterati, come per esempio durante le crisi bancarie.

Il modello di Barro – Gordon e l'incoerenza temporale, è uno dei principali punti di riferimento per il dibattito su regole e discrezionalità, e si inserisce perfettamente nel modello di Clarida,

70 BÉNASSY – QUÉRÉ A., COEURÉ B., JACQUET P., PISANY – FERRY J., “Politica economica. Teoria e pratica”, Ed. Il Mulino cfr. quadro 4.20 (2014).

Galí e Gertler, inoltre consente con uno sguardo rivolto all'attualità di comprendere le scelte della BCE e della FED nell' estate del 2008, poche settimane prima del fallimento della banca d'affari americana Lehman Brothers. In quel periodo, era ormai evidente il versante finanziario della crisi, ma ancora non si avvertivano in maniera chiara e netta gli effetti negativi sull'economia reale (consumo, investimenti e produzione), per i quali valeva ancora lo shock di offerta dei primi sei mesi del 2008, dove l'aumento del costo delle materie prime aveva determinato un'ondata inflazionistica in tutte le economie dell'Occidente.

La Federal Reserve (FED) e la Banca Centrale Europea (BCE) reagirono in modo opposto a tale shock di offerta: la prima abbassò i tassi di interesse scegliendo quindi di stabilizzare la produzione, la seconda alzò invece i tassi, scegliendo di stabilizzare l'inflazione, al costo di una produzione ancora minore. Non vi è una scelta giusta od una sbagliata, quando si è colpiti da uno shock di offerta la Banca Centrale sceglie seguendo le sue preferenze. Semmai la scelta della BCE fu opinabile sul piano del buon senso nel luglio 2008 era ormai chiaro che ben presto si sarebbero visti sull' economia reale i contraccolpi della crisi finanziaria attraverso una rapida diminuzione della domanda aggregata. E dunque la domanda sorge spontanea: perchè in quell'occasione la BCE ha insistito così tanto per tenere l'azione sotto controllo? Non voleva perdere la reputazione di Banca Centrale anti – inflazionistica, dato che in quel momento il tasso di inflazione nell'area euro era quasi il doppio dell'obiettivo di medio periodo. Tale premessa per introdurre a quello che è il modello di Barro – Gordon71 (1982), sviluppato dopo l'intuizione di Kydland

71 ROBERT J. BARRO DAVID B. GORDON, “Rules, Discretion and Reputation

in a Model of Monetary Policy” - Working Paper 1079,National Bureau of

Economic Research, Cambridge MA (Febbraio 1983), preparato per la conferenza su “Alternative Monetary Standards”, Rochester, N.Y., October

e Prescott nel 1977. Negli anni Settanta la rivoluzione delle aspettative razionali aveva spostato l'attenzione su due elementi fino a quel momento trascurati: l'importanza delle aspettative degli agenti economici e la dimensione intertemporale, dinamica, dell'economia. Incorporando tali premesse Barro e Gordon introdussero il concetto di incoerenza temporale nella conduzione della politica economica, che porta l'inflazione ad essere sistematicamente più alta di quella che potrebbe essere, ciò comporta la presenza del cosiddetto inflation

bias. In un contesto caratterizzato da tali due fattori, possono

accadere i seguenti eventi:

- un obiettivo di inflazione annunciato dalla Banca centrale in un dato momento diventa subottimale nei momenti successivi all'annuncio, essendo preda della tentazione di spingere la produzione al di sopra del potenziale (e quindi la disoccupazione al di sotto del suo tasso naturale), muovendosi lungo la curva di Phillips di breve periodo.

Gli agenti, a conoscenza di questa "tentazione" della Banca centrale, formano le loro aspettative in maniera razionale scontando sin dall'inizio l'atteggiamento di politica monetaria che sarà diverso da quello annunciato e formano le proprie aspettative di inflazione in maniera conseguente. Il risultato dato dalla somma di tali due fattori conduce l'economia ad un equilibrio socialmente subottimale (cioè diverso dall'efficienza paretiana; diverso cioè da quello che si

sarebbe potuto raggiungere in condizioni di ottimalità), caratterizzato da un'inflazione più alta.

La situazione è simile a quella del dilemma del prigioniero: la soluzione del gioco non è Pareto efficiente (cioè non si risolve nel miglior risultato per entrambi i giocatori) a causa dell'interazione strategica, non-cooperativa tra i due. Non a caso, il modello di Barro-

Gordon si può rappresentare tramite la teoria dei giochi, in cui i due giocatori sono la Banca centrale e il settore privato (o meglio gli agenti economici). La prima annuncia un obiettivo di inflazione zero, i secondi ci credono, e formano le loro aspettative di conseguenza: i lavoratori, cioè, chiedono rinnovi contrattuali allo stesso valore del salario nominale del periodo precedente, e così fanno le imprese per quanto concerne il prezzo del proprio prodotto. Una volta che il settore privato si è formato le proprie aspettative, la Banca centrale scopre che ora per lei non è più ottimale rispettare la promessa: infatti, essa massimizza il benessere sociale creando un poco di "inflazione a sorpresa". Spingendo, cioè, la domanda aggregata (DA) sopra al potenziale, e quindi la disoccupazione sotto il tasso naturale. Così facendo, la politica monetaria ha effetti reali, si riesce a ridurre la disoccupazione al prezzo di un poco più di inflazione. Il problema sta nel fatto che il settore privato è a conoscenza di questa tentazione della Banca centrale, e anticipa il tutto (poichè forma le aspettative

in maniera razionale) abbassando sin dall'inizio le proprie aspettative di inflazione desiderata. Occorre quindi che il banchiere centrale si concentri in via esclusiva sull'alta inflazione, costo di lungo periodo che deriverà dall'aver adottato un tale atteggiamento. Il fine di questa intuizione teorica è affermare che la credibilità della Banca centrale viene conquistata attraverso il mantenimento dell'indipendenza dal potere politico e in concreto è stato questo il presupposto per la creazione di Banche centrali indipendenti nella maggior parte delle economie avanzate.72

2.6. I MECCANISMI DI TRASMISSIONE DELLA POLITICA