PARTE 1: L’EPICA ARCAICA
2. I poemi del Ciclo
2.1. La Διὸς Βουλή nei Canti Ciprii
2.1.1. Testimonianze sull’incipit dei Cypria
Nel proemio dell’Iliade a proposito delle numerose perdite causate agli Achei
dall’ira di Achille si dice che Διὸς δ΄ ἐτελείετο βουλή (Il. I 5). Si è detto come tale
emistichio anticipi uno dei temi portanti del poema (cfr. 1.1.3), ma l’interpretazione di tale
espressione era tutt’altro che unanime nell’antichit|. Uno scolio al passo
35attesta
l’esistenza di un dibattito tra i commentatori. Aristarco e la sua scuola identificavano ‚il
volere di Zeus‛ con la decisione presa dal dio ed esposta nel seguito del libro I (517-30) di
esaudire la supplica di Teti: vendicare l’offesa arrecata ad Achille privando i Greci della
vittoria sino a quando il Pelide non avesse deposto l’ira per rientrare in battaglia.
36Il
principio è chiaramente quello di Ὅμηρον ἐξ Ὁμήρου σαφηνίζειν.
Vi era tuttavia una differente interpretazione, attribuita dallo scolio a non meglio
identificati ἄλλοι δὲ,
37i quali, facendo riferimento a una tradizione esterna al poema,
intendevano la Διὸς βουλή come qualcosa di anteriore all’inizio della guerra di Troia. Lo
scolio narra in proposito un curioso mito.
Διὸς βουλὴν οἱ τὴν εἱμαρμένην ἀπέδοσαν ... ἄλλοι δὲ ἀπὸ ἱστορίας τινὸς εἶπον εἰρηκέναι τὸν Ὅμηρον· φασὶ γὰρ τὴν Γᾛν βαρουμένην ὑπὸ ἀνθρώπων πολυπληθίας, μηδεμις ἀνθρὦπων οὔσης εὐσεβείας, αἰτᾛσαι τὸν Δία κουφισθᾛναι τοῦ ἄχθους· τὸν δὲ Δία πρὦτον μὲν εὐθὺς ποιᾛσαι τὸν Θηβαικὸν πόλεμον, δι᾿οὗ πολλοὺς πάνυ ἀπώλεσεν. ὕστερον δὲ πάλιν τὸν Ἰλιακόν, συμβούλῳ τ Μώμῳ χρησάμενος -ἣν Διὸς βουλὴν Ὅμηρος φησιν- ἐπειδὴ οἷός τε ἦν κεραυνοῖς ἤ κατακλυσμοῖς πάντας διαφθείρειν, ὅπερ τοῦ Μώμου κωλύσαντος, ὑποθεμένου δὲ αὐτ γνὦμας δύο, τὴν Θέτιδος θνητογαμίαν καὶ θυγατρὸς καλὴν γένναν, έξ Ὠν άμφοτέρων πόλεμος Ἓλλησί τε καὶ βαρβάροις ἐγένετο, ἀφ᾿οὗ συνέβη κουφισθᾛναι τὴν Γᾛν, πολλὦν ἀναιρεθέντων. ἡ δὲ ἱστορία παρὰ τασίνῳ τ τὰ Κύπρια (fr. 1 Bernabé) πεποιηκότι εἰπόντι οὕτως· 5 ἦν ὅτε μυρία κατὰ χθόνα πλαζόμεν᾿ ἀνδρὦν ἐκπάγλως ἐβάρυνε βαθυστέρνου πλάτος αἴης. Ζεὺς δὲ ἰδὼν ἐλέησε καὶ ἐν πυκιναῖς πραπίδεσσι σύνθετο κουφίσαι ἀνθρώπων παμβώτορα γαῖαν, ῥιπίσσας πολέμου μεγάλην ἔριν Ἰλιακοῖο, ὄφρα κενώσειεν θανάτου βάρος· οἱ δ᾿ἐνὶ Σροίᾙ ἥρωες κτείνοντο· Διὸς δ᾿ἐτελειετο βουλή. καὶ τὰ μὲν παρὰ τοῖς νεωτὲροις ἱστορούμενα περὶ τᾛς τοῦ Διὸς βουλᾛς ἐστι τάδε.
35 Scholl. AD ad Il. I 5-6 (I 6sg. Dindorf = Ludwich 1900-03, I 10).
36 (I, p. 6, ll. 3-6 Dindorf = p. 10 Erbse: Διὸς δ΄ ἐτελείετο βουλή͵ ἐξ οὗ δὴ τὰ πρὦτα Ἀρίσταρχος συνάπτει͵
ἵνα μὴ προοῦσά τις φαίνηται βουλὴ καθ΄ Ἑλλήνων͵ ἀλλ΄ ἀφ΄ οὗ χρόνου ἐγένετο ἡ μᾛνις͵ ἵνα μὴ τὰ παρὰ τοῖς νεωτέροις πλάσματα δεξώμεθα. (I 7 ll. 4-8: Dindorf): ... καὶ τὰ μὲν παρὰ τοῖς νεωτὲροις ἱστορούμενα περὶ τᾛς τοῦ Διὸς βουλᾛς ἐστι τάδε (cfr. Cypr. fr. 1 B.). ἡμεις δὲ φαμεν, κατὰ τὴν Ἀριστάρχειον καὶ Ἀριστοφάνους δόξαν, τᾛς Θέτιδος εἶναι βουλὴν , ἣν ἐν τοισ᾿ἑξᾛς φησι λιτανεύουσαν τὸν Δία ἐκδικᾛσαι τὴν τοῦ παιδὸς ἀτιμίαν, καθάπερ ἐν τ προοιμί. Cfr. anche Scholl. bT (exeget.) ad Il. I 5
c (I 10, 41-9 Erbse): Διὸς δ΄ ἐτελείετο βουλή] Διὸς βουλὴν λέγει νῦν ὁ ποιητὴς τὴν ἐπαγγελίαν τὴν πρὸς
Θέτιδα· Ζεὺς μὲν ἄρα Σρώεσσι καὶ Ἕκτορι βούλετο κῦδος (Ν 347).
37 Lo stesso scolio riporta pure altre proposte di esegesi, che interpretavano la Διὸς βουλή, filosoficamente,
come il Fato (εἱμαρμένη), o piuttosto come i responsi profetici della quercia sacra di Dodona, secondo quanto si dice in Od. XIV 327sg.: ‚Disse (sc.: Odisseo) che era andato a Dodona, a sentire / dalla quercia divina d’alte fronde il volere di Zeus (Διὸς βουλήν)‛.
Alcuni intesero il ‚piano di Zeus‛ come il Fato ... altri dissero che Omero riprendeva un racconto: dicono infatti che la Terra, oppressa dalla moltitudine degli uomini, non essendovi peraltro negli esseri umani alcuna rettitudine, pregò Zeus che la liberasse del peso. E Zeus dapprima scatenò immediatamente la Guerra Tebana, grazie alla quale ne annientò in gran numero, poi la Guerra Troiana, avendo come consigliere Momo (Biasimo) –questo è ciò che Omero intende per ‚piano di Zeus‛-. Sebbene egli sarebbe stato in grado di distruggere tutti con fulmini o diluvi, Momo evitò ciò e gli suggerì due stratagemmi: (1) le nozze di Teti con un mortale e (2) la nascita di una bella figlia. Grazie a questi due eventi scoppiò una guerra tra Elleni e barbari, in seguito alla quale, con la morte di molti uomini, fu possibile alleggerire la Terra. La storia si trova in Stasino, l’autore dei Canti Ciprii (fr. 1 Bernabé), che recita quanto segue.
Vi era un tempo in cui infinite tribù di uomini, vagando sulla superficie del suolo, opprimevano la distesa della Terra dall’ampio petto. Ma Zeus, vedendo ciò, fu preso da pietà e nel suo saggio animo decise di alleviare la Terra, nutrice di tutti, dal peso degli uomini, attizzando il grande conflitto della guerra Troiana, ché la morte la liberasse del peso. Gli eroi erano uccisi a Troia; e si compiva il piano di Zeus.
E questo è quanto si narra nei poeti più recenti riguardo al ‚piano di Zeus‛.38
Dapprima lo scolio parla di ἱστορία τις che Omero avrebbe ripreso. Poi fa presente che la
stessa ἰδέα è attestata nei Cypria di Stasino e infine conclude che questa è l’interpretazione
che del termine Διὸς βουλή danno οἱ νεώτεροι. I Κύπρια Ἔπη attribuiti a Stasino di
Cipro,
39aprivano la sequenza del ciclo troiano secondo gli excerpta della Crestomazia di
Proclo e narravano tutti gli antefatti dell’Iliade sino al nono anno della guerra di Troia. Il
termine νεώτεροι indica invece genericamente i poeti ‚più recenti‛ rispetto a Omero, ma
spesso, sebbene non esclusivamente, è utilizzato per definire i supposti autori dei poemi
ciclici.
40In realtà la decisione di Zeus di decimare la razza umana sembra essere un mitema
antichissimo,
41pre-omerico e di certo ampiamente diffuso nella tradizione orale ben prima
di esser messo per iscritto dai νεώτεροι.
42Un episodio analogo era narrato nelle Eoie
esiodee (fr. 204, 95-104 M.-W.).
43e anche in alcuni passi della stessa Iliade sembra di
rinvenire traccia di una tradizione che faceva della Διὸς βουλή non una conseguenbza ma
la stessa causa dell’ira di Achille,
44sebbene il poeta, incline a un certo razionalismo e a
38 Scholl. AD ad Il. I 5-6 (I, p. 6, l.7 - p. 7, l.3 : Dindorf) = Cypr. fr. 1 (I) B. Lo stesso mito, senza però il
frammento testuale, è citato anche da Anecd, Oxon. IV 405, 6 Cramer (= Cypr. fr. 1 [II] B.); Schol. Eur. Or. 1641 (I 236, 4 Schwartz = Cypr. fr. 1 [III] B.); Eusth. ad Il. p. 20, 13 (= Cypr. fr. 1 [IV] B.).
39 Cfr. Cypr. testt. 1, 2, 3, 7, 8, 9, 11 B. Su attribuzioni alternative a Omero o ad altri autori cfr. Ercolani 2006,
pp. 105sg., 111sg.; Sbardella 2012, p. 148 e n. 26. Ricorrente la tradizione che faceva di Stasino il genero di Omero, che gli aveva ceduto come dote nuziale della figlia Arsifone l’autorit| dei Canti Ciprii: cfr. Cypr. testt. 1; 2; 3; 4; 6; 7 B.
40 Sull’uso specifico delle definizioni di νεώτεροι e κυκλικοί e sulla loro parziale sovrapposizione, in
particolare nella tradizione esegetica di scuola aristarchea, cfr. Severyns 1928, pp. 31-81 (part. 63-70).
41 L’origine di questo mito ha evidenti matrici medio-orientali, taluni pensano addirittura a un rapporto del
passo epico dei Cypria in questione con l’epica del Vicino Oriente. Cfr. Kirk 1972, p. 79; Scodel 1982, part. pp. 39-42; West 1997, pp. 480-2; Burkert 1992, pp. 103sgg. e 1999, pp. 22-6.
42 Conclusione cui giunge anche Burkert 1999, p. 25 contra Kullmann 1955, passim.
43 Allo sterminio degli eroi o ἡμίθεοι, la quarta delle ‚generazioni‛ umane, nel corso delle guerre di Tebe e
di Troia Esiodo anche nelle Opere (161-72).
44 Reminiscenza di un mito diluviale sulla fine dell’et| degli eroi si rinviene nei racconti anticipativi di Il. VII
rifuggire i motivi maggiormente legati alla superstizione popolare,
45nel piano generale
dell’opera sembri ridimensionare la portata di tale mito, riducendo il ‚piano‛ del dio alla
semplice promessa fatta a Teti.
I Cypria dovevano invece aver conservato tale versione, sebbene tra i versi citati dallo
scolio (fr. 1) e la ἱστορία che lo scolio stesso riporta per contestualizzarli non sembri
esservi perfetta coerenza: i versi in questione correlano direttamente la decisione di Zeus
alla guerra di Troia e non si comprende dove il poema avesse potuto inserire riferimenti a
una precedente guerra tebana.
46Il modo in cui il primo verso introduce il racconto (ἦν
ὅτε...) lascia supporre che il frammento fosse posto in prossimità dell’inizio del poema
47o
che seguisse immediatamente un’invocazione incipitaria.
48La situazione è ulteriormente complicata da un confronto con l’epitome di Proclo,
che, al principio dei Canti Ciprii, ricorda:
Ζεὺς βουλεύεται μετὰ τῆς Θέμιδος (corr. Heyne: Θέτιδος cod.)49 περὶ τοῦ Σρωϊκοῦ πολέμου.
Zeus delibera con Temi riguardo la Guerra di Troia50
Omero per definire gli eroi caduti a Troia, riporta alla versione esiodea). In Il. XIX 270-4 Achille imputa alla volontà di Zeus la causa stessa della propria ira contro Agamennone, ribaltando implicitamente la prospettiva invalsa sino a quel momento. A una tempesta scatenata da Zeus per punire le ingiustizie degli uomini si fa allusione in una similitudine in Il. XIV 384-93. Questi e altri richiami sono stati notati tra gli altri da Kirk 1972, p. 79; Slatkin 1991, p. 118-22 (che ricorda come Omero si rifaccia a tradizioni più antiche segnalandole anche là dove le riadatta o le scarta in un differente piano ideologico); Scodel 1982; Nannini 1995, pp. 41-8; Sbardella 2012, pp. 154sg. e 172-6.
45 Sulla tendenza a rifuggire gli elementi propri del racconto popolare e della superstizione, elemento
distintivo dei poemi omerici e soprattutto dell’Iliade rispetto al Ciclo cfr. Griffin 1977; Davies 1989 b, pp. 8-10; Sbardella 2012, p. 155 e n. 40. A proposito del nostro mito, Davies (1989, p. 33) legge un tono favolistico già nell’incipit ἦν ὅτε (‚c’era una volta‛).
46 Cfr. Severyns 1965, p. 292. 47 Cfr. Davies 1989 a, pp. 32-5.
48 Che il frammento seguisse l’incipit del poema suppongono Bethe 1922, p. 224; Severyns 1965, p. 292;
Sbardella 2012, p. 146 e n. 19. In ogni caso l’espressione di apertura ἦν ὅτε e i riferimenti agli antefatti della guerra sembrano confermare una collocazione iniziale e il riferimento alle morti degli eroi in connessione alla volont| di Zeus (6sg.: οἱ δ᾿ἐνὶ Σροίᾙ / ἥρωες κτείνοντο· Διὸς δ᾿ἐτελειετο βουλή) ricorda l’analogo richiamo alle stragi degli Achei nel proemio dell’Iliade (I 3-5: πολλὰς δ᾽ ἰφθίμους ψυχὰς Ἄϊδι προἺαψεν / ἡρώων, αὐτοὺς δὲ ἑλώρια τεῦχε κύνεσσιν / οἰωνοῖσί τε πσι, Διὸς δ᾽ἐτελείετο βουλή).
49 Sebbene l’intera tradizione manoscritta riporti la lezione μετὰ τᾛς Θέτιδος (con Teti), la critica sembra
avere accettato pressoché all’unanimit| l’emendatio in Θέμιδος proposta gi| da Heyne (1786) nell’editio
princeps del sommario di Proclo. Cfr. Rzach 1922; Robert 1920-26, p. 1074; Severyns 1928, pp.245-9 e 1956, pp.
4-7; Bethe 1929, p. 228; Untersteiner 1946, pp.150-3; Del Grande 1947, p.34; Jouan 1966, p. 47; Bernabé 1987 (ed. Cypr. Argum.); Davies 1988 (ed. Cypr. Argum.) e 1989, pp. 32sgg.; Sbardella 2012, p. 146 e n. 18 contra Kullmann 1955, p. 182. La lezione dei codici sembra frutto di un lapsus calami del copista, probabilmente dovuto al fatto che, nel racconto dell’epitome l’episodio di Zeus e Temi è seguito immediatamente dalle nozze di Peleo con la Nereide. La presenza di Temi accanto a Zeus come corresponsabile della ἔρις tra le dee che ha luogo in questa occasione e del conseguente giudizio di Paride è attestata sia da un passo della
Repubblica di Platone (II 379c; cfr. Severyns 1965, pp. 287sg.) sia da alcune figurazioni vascolari (LIMC s.v.:
‚Paridis Iudicium‛ N.° 48*; s.v.: ‚Aphrodite’’ N.° 1416*), nonché dal confronto con l’Inno omerico XXIII (cfr.
infra), ed è stata infine confermata dalla scoperta di P. Oxy. 3829 dove il μ di Θέμιδος è inequivocabilmente
leggibile.
Il dio mediterebbe dunque il proprio piano assieme a Temi
51e non, come sostiene lo
scolio, assieme a Momo. Una versione mitica analoga a quella di Proclo è stata
recentemente rivenuta in un papiro di Ossirinco (P. Oxy. 3829) contenente un frammento
di una ὑπόθεσις dell’Iliade ἐξ ἀρχᾛς, ossia comprensiva degli antefatti.
52Pur non facendo
esplicito riferimento ai Cypria il testo presenta un’epitome, purtroppo lacunosa, degli
Antehomerica all’incirca coincidente con quella fornita da Proclo, che esordisce per
l’appunto ricordando:
ὁ Ζεὺς ἀσέβειαν καταγνούς τοῦ ἡρωικοῦ γένους βουλεύεται μετὰ Θέμιδος ἄρδην αὐτοὺς ἀπολέσαι
Zeus, avendo condannato la razza degli eroi a causa della sua empietà, pianifica assieme a Temi di sterminarli del tutto.53
Come causa principale del piano di distruzione di Zeus viene addotta l’empiet| del genere
umano, menzionata pure dallo scolio all’Iliade. Il riferimento alla decimazione della ‚razza
degli eroi‛ e non degli ‚uomini‛in generale, mostra invece un’affinit| con la versione delle
Eoie.
A questa versione del mito, e forse testualmente agli stessi Cypria, pare peraltro
alludere l’Inno omerico XXIII a Zeus.
54Ζᾛνα θεὦν τὸν ἄριστον ἀείσομαι ἠδὲ μέγιστον, εὐρύοπα, κρείοντα, τελεσφόρον, ὅστε Θέμιστι
ἐγκλιδὸν ἑζομένῃ πυκινοὺς ὀάρους ὀαρίζει.
ἵληθ᾽, εὐρύοπα Κρονίδη, κύδιστε, μέγιστε.
Zeus io canterò, il più possente e il più grande fra gli dei, dominatore che vede lontano e matura il destino; egli, con Temi
che siede protesa verso di lui, scambia parole di saggezza.
Siimi propizio, Cronide che vedi lontano, sommamente glorioso e grande.
La relazione tra i due dèi richiama i passi omerici che fanno di Temi una divinità
ausiliaria di Zeus preposta alla convocazione di assemblee umane e divine,
55nonché la
51 Peraltro, se nella nota versione di Esiodo (Theog. 135) Temi è menzionata nella prima generazione dei
Titani, figli di Urano e Gaia, altri la identificano con Gaia stessa: cfr. Harrison 1963, pp. 480-2 e infra n. 29. Ciò potrebbe spiegare la sua menzione in associazione con la decisione di Zeus di allegerire la Terra dal peso degli uomini.
52 The Oxyrhynchus Papyri LVI (Nrs. 3822—3875, ed. M.G. Sirivianou, with contributions by H.-C. Gunther,
P.J. Parsons, P. Schubert and others), London 1989, pp. 30-37. Käppel, nel commento al papiro (ibid. pp. 34sg. n. ad 9-12), segnala come la scoperta del testo in questione confermi l’emendatio di Heyne del testo di Proclo (μετὰ τᾛς Θέμιδος) contro Kullmann (cfr. supra n. 49). Il frammento papiraceo appare tuttavia solo in nota al passo dell’epitome di Proclo nell’edizione di West (2003, p. 81, n. 1).
53 P. Oxy. 3829 ii 9
54 Sul legame tra i due passi cfr. già Cassola (1975, p. 579 comm. ad loc.) e soprattutto Sbardella (2012, pp.
144sgg.), che pensa all’Inno a Zeus come un προοίμιον (su tale funzione degli Inni omerici cfr. supra p. 109 n. 2) formulato forse proprio per introdurre un’οἴμη che si apriva con i progetti di Zeus e Temi, che potrebbe identificarsi con una versione dei Cypria o anche con una ῥαφή rapsodica dell’intero ciclo troiano.
55 In Il. XX 4-6, su ordine di Zeus, raduna tutti gli dei sull’Olimpo, perché lui comunichi loro la fine del
divieto di entrare in battaglia. In Od. II 68sg. Telemaco apre l’assemblea degli Itacesi invocando ‚sia Zeus Olimpio sia Temi, / che le assemblee degli uomini scioglie ed insedia‛.
tradizione esiodea che ne faceva una delle spose del dio.
56Tuttavia, come ha sottolineato
Sbardella in un recente contributo, l’epiteto τελεσφόρος (v. 2), l’unico non ricorrente in
Omero tra quelli qui attribuiti a Zeus, parrebbe caratterizzare Zeus nella sua facolt| ‚di
portare a termine il proprio volere‛, realizzare un proprio piano, rimandando per
l’appunto a una βουλή di Zeus e Temi quale quella iniziale dei Canti Ciprii.
572.1.2. Il ‘piano di Zeus’: tentativo di ricostruzione
È difficile giungere a una ricostruzione univoca dell’incipit del poema sulla base di
tale congerie di testimonianze. Ipotesi prevalente
58è che verso l’inizio dei Canti Ciprii
potesse effettivamente collocarsi il fr. 1 B., in cui si narrava della sovrappopolazione e
della decisione di Zeus di decimare il genere umano. Qui si anticipano peraltro le morti
degli eroi a Troia (vv. 6sg.), il che fa pensare a un sommario proemiale dell’intera opera.
Forse come nell’Odissea al proemio, corredato dalla ricapitolazione degli antefatti, seguiva
poi un ‘prologo’
59dialogico in cui, come asseriscono Proclo e il P. Oxy. 3829, Zeus
elaborava il piano della guerra di Troia assieme a un’altra divinit|, probabilmente Temi.
60La versione in cui suo consigliere era Momo, che come già detto presenta riferimenti anche
alla guerra tebana non perfettamente coerenti con il dettato del fr. 1, potrebbe risalire
invece ad altra fonte mitografica non meglio identificabile: lo scolio AD parla di ἱστορία
τις ma non ascrive esplicitamente tale tradizione ai Cypria come fa invece per il frammento
in esametri. Probabilmente però il piano di Zeus e Temi era realizzato attraverso
stratagemmi analoghi a quelli che la versione mitografica dello scolio attribuiva ai
suggerimenti di Momo: le nozze di Teti con Peleo e la generazione di Elena. Del
concepimento di Elena da parte di Zeus e della dea Nemesi si parla effettivamente in un
frammento (6 Bern.) dei Cypria.
61Quanto alle nozze di Peleo e Teti, è indicativo che nel
sommario di Proclo esse seguano immediatamente il dialogo tra Zeus e Temi e che proprio
nel corso di queste scoppi la lite per la bellezza tra le dee cui seguiranno il giudizio di
Paride e, in seguito, il ratto di Elena e lo scoppio della guerra di Troia. Da Peleo e Teti è
inoltre destinato a nascere Achille che nel corso della guerra sembrerebbe avere
effettivamente contribuito con ampie stragi di Troiani alla decimazione dell’umanit|
pianificata da Zeus.
56 Hes. Theog. 901sg. Sbardella (2012, p. 144) sottolinea come l’uso di ὀαρίζω con il dativo in Omero (cfr. Il. VI
516; XXII 127) ricorra sempre a indicare il conversare confidenziale tra uomo e donna.
57 Sbardella 2012, pp. 139-57. Si vedano in particolare a pp. 144sg. l’analisi delle occorrenze dei vari epiteti e
nessi associati a Zeus (θεὦν τὸν ἄριστον; μέγιστον; εὐρύοπα; κρείοντα; κύδιστε, μέγιστε), tutti omerici tranne τελεσφόρος, e dell’uso di quest’ultimo in altre fonti: nel nostro caso la capacit| del dio di‛portare a compimento‛ non sembra riferita (come usuale altrove) a un’εὐχή del fedele, non attestata nel testo, ma piuttosto al dialogo con Temi e a progetti individuali del dio.
58 Cfr. Davies (1989, pp. 32-5) con relativi rimandi bibliografici.
59 Di ’prologue dans le ciel’ parla in proposito Severyns (1928, p. 249), di prologue Jouan (1966, pp.43sgg.). Su
tale funzione cfr. infra § 2.1.3.
60 Che il fr. 1 B. e l’episodio di Zeus e Temi fossero consequenziali suppongono Severyns 1965, pp. 292-4;
Davies 1989a , pp. 34sg.; Sbardella 2012, pp. 146sg. e n. 20.
61 Cypr. fr. 6 B. = Athen. VIII 334 b. La versione ciclica differiva dunque da quella omerica -e poi vulgata- in
Non è noto in quale forma fosse elaborato il piano dei due dèi. Sia Proclo che il P.
Oxy. 3829 utilizzano in proposito il verbo βουλεύομαι, l| dove sia lo scolio AD che il fr. 1
B. parlano di Διὸς βουλή
.62È possibile che Zeus esponesse a Temi i propri progetti o
viceversa che la dea, nota alla tradizione posteriore come profetessa,
63formulasse un
vaticinio in merito,
64cui il dio decideva di uniformare il proprio piano. In ogni caso è
probabile che la βουλή in questione fosse esposta nella forma di table of contents speeches e
che i versi in questione potessero arrivare a prevedere anche eventi più lontani della
guerra di Troia (περὶ τοῦ Σρωϊκοῦ πολέμου): forse il destino futuro di Elena e della guerra
che a causa sua sarebbe scoppiata o di Achille, che sarebbe nato dalle nozze di Peleo e Teti,
e delle sue imprese.
65Se, peraltro, l’Inno omerico XXIII allude effettivamente a questo tema
epico, l’epiteto di τελεσφόρος connoterebbe assai bene uno Zeus intento a formulare sotto
forma di sommario ante eventum una βουλή il cui τέλος era puntualmente sviluppato nel
racconto post eventum del poema stesso.
2.1.3. Scene affini nell’Iliade
Si è visto come analoghe scene di dialogo di Zeus con Era o con Atena fossero
ricorrenti e quasi tipizzate nell’Iliade (VIII 470-77; XV 53-77) e nell’Odissea (I 19-102; V 1-49).
Si pensi alla funzione ‘proemiale’ che si è attribuita al dialogo iniziale di Zeus e Atena
nell’Odissea (cfr. cap. 1.2.3), a maggior ragione una funzione analoga si potrebbe ipotizzare
per questa scena che avrebbe potuto costituire il ‘prologo’ dell’intero ciclo troiano, almeno
nella prospettiva di chi attribuiva tutta l’epopea sul tema a Omero.
66L’ipotesi che il
consulto tra Zeus e Temi potesse rappresentare una variazione sul tema delle suddette
scene dell’Iliade e dell’Odissea, sembra corroborata proprio dal confronto con una di esse.
In Il. XV 53-77, come si è già visto (cap. 1.1.2), Zeus, esponendo a Era il proprio piano di
62 L’affinit| terminologica è a mio avviso ulteriore riprova della contiguità dei due supposti passi (cfr. supra
n. 60) che sembrano essere stati addirittura assimilati dalla tradizione epitomatoria. Là dove Severyns (1965, p. 14) ritiene che ‚la Διὸς βουλή ne soit pas mentionnée dans le sommaire‚ sembra non dare rilievo all’uso del verbo βουλεύομαι da parte di Proclo.
63 Eschilo ricorda Temi nel Prometeo quale depositaria degli oracoli sulla fine del regno di Zeus (768 e 908-27),
identificata con la Terra, e nelle Eumenidi (2sg.) quale prima erede della πρωτόμαντις Γαῖα sul soglio dell’oracolo delfico. Come profetessa delfica Temi è rappresentata nell’atto di elargire un responso a Egeo su una kylix attica a figure rosse (LIMC s.v.: ‚Themis‛ N.° 10 = s.v.: ‚Aigeius‛ N.° 1* *Cfr. Harrison 1927, p. 481, fig. 142]), mentre ad Olimpia un altare di Temi era associato a un santuario oracolare di Gaia (Paus. V 14, 10). Peraltro i θέμιστες, le leges sacrae emesse ed impersonate dalla dea stessa, presentano una stretta affrinità con gli oracoli e la Harrison (1927, p. 483) ricorda altresì il comune etimo indoeuropeo del greco θέμις e dell’anglosassone Doom.
64 In scene analoghe dei poemi omerici solitamente è Zeus a formulare tali tables of contents, ma si è visto che
in Od. I (19-102) è Atena rivolta a Zeus a pronunciare versi prolettici.
65 Non stupirebbe se anche la trama stessa dei Cypria fosse stata incentrata sulle due figure di Achille ed
Elena come protagonisti. A quanto si legge nell’Epitome di Proclo (Chrest. 157sg. Sev. = Cypr. Argum. 59sg. B.) il poema ciclico attribuiva addirittura ai due una liaison amorosa: Ἀχιλλεὺς Ἑλένην ἐπιθυμεῖ θεάσασθαι, καὶ συνήγαγεν αὐτοὺς εἰς τὸ αὐτὸ Ἀφροδίτη καὶ Θέτις. Fonti più tarde li volevano addirittura sposi nei Campi Elisi (cfr. infra § 2.3.3).
66 Cfr. Sbardella 2012, pp. 139sgg., che collegandosi alla testimonianza pindarica di Nem. II 1-3 (cfr. cap.
1.2.3), pensa a Hymn hom. XXIII (cfr. § 2.1.2) come προοίμιον di una sequenza di ῥαπτὰ ἔπη dell’intero Ciclo troiano, ponendolo però in correlazione con tale passo incipitario dei Cypria.
favorire temporaneamente l’attacco dei Troiani, si dilunga in una predizione degli
sviluppi della guerra sino alla caduta di Troia. Seguendo ora la sezione immediatamente
successiva del libro XV (78sgg.), si vede come Era, sottomettendosi agli ordini di Zeus, voli
dall’Ida all’Olimpo per comunicare la volont| dello sposo agli altri dèi.
85 90 95 100 ἵκετο δ΄ αἰπὺν Ὄλυμπον͵ ὁμηγερέεσσι δ΄ ἐπᾛλθεν ἀθανάτοισι θεοῖσι Διὸς δόμῳ· οἳ δὲ ἰδόντες πάντες ἀνήϊξαν καὶ δεικανόωντο δέπασσιν. ἣ δ΄ ἄλλους μὲν ἔασε͵ Θέμιστι δὲ καλλιπαρᾚῳ δέκτο δέπας· πρώτη γὰρ ἐναντίη ἦλθε θέουσα͵ καί μιν φωνήσασ΄ ἔπεα πτερόεντα προσηύδα· ῞Ηρη τίπτε βέβηκας; ἀτυζομένᾙ δὲ ἔοικας· ἦ μάλα δή σ΄ ἐφόβησε Κρόνου πάϊς͵ ὅς τοι ἀκοίτης. Σὴν δ΄ ἠμείβετ΄ ἔπειτα θεὰ λευκώλενος ῞Ηρη· μή με θεὰ Θέμι ταῦτα διείρεο· οἶσθα καὶ αὐτὴ οἷος κείνου θυμὸς ὑπερφίαλος καὶ ἀπηνής. ἀλλὰ σύ γ΄ ἄρχε θεοῖσι δόμοις ἔνι δαιτὸς ἐἸσης· ταῦτα δὲ καὶ μετὰ πσιν ἀκούσεαι ἀθανάτοισιν οἷα Ζεὺς κακὰ ἔργα πιφαύσκεται· οὐδέ τί φημι πσιν ὁμὦς θυμὸν κεχαρησέμεν͵ οὔτε βροτοῖσιν οὔτε θεοῖς͵ εἴ πέρ τις ἔτι νῦν δαίνυται εὔφρων. ῝Η μὲν ἄρ΄ ὣς εἰποῦσα καθέζετο πότνια ῞Ηρη͵ ὄχθησαν δ΄ ἀνὰ δὦμα Διὸς θεοί·... 85 90 95 100
Giunse all’Olimpo scosceso, e trovò riuniti gli dei immortali in casa di Zeus; questi a vederla tutti s’alzavano in piedi e offrivano a lei le coppe. Agli altri non fece caso, ma prese la coppa di Themis dalle belle guance; le era venuta incontro di corsa per prima, e, articolando la voce, le rivolgeva parole che volano: «Era, perché sei venuta? Tu sembri turbata:
certo ti ha spaventata il figlio di Crono, che è tuo marito». Le rispondeva allora la dea dalle bianche braccia, Era: «Dea Themis, non chiedermi questo; lo sai anche tu com’è il suo carattere, prepotente e scontroso!
Ma piuttosto dà inizio al ricco banchetto, qui tra gli dei nella casa: sentirai poi queste cose con tutti gli altri immortali, che tristi eventi predice Zeus; e credo che non a tutti
balzerà il cuore di gioia egualmente, né tra gli uomini
né tra gli dei, seppure ancora qualcuno può banchettare sereno». Detto così, si mise a sedere Era veneranda,
s’irritarono in casa di Zeus gli dei...