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Previsioni di Zeus e Atena sul ritorno di Odisseo

PARTE 1: L’EPICA ARCAICA

1. I poemi omerici

1.2. Previsioni di Zeus e Atena sul ritorno di Odisseo

1.2.1. Od. I 80-95

Due passi per certi versi affini alle due predizioni di Zeus si rinvengono

nell’Odissea. Il primo si situa al principio del poema, nel corso del concilio divino iniziale (I

26-102).

Dopo il proemio (1-10) e una breve rievocazione della sventurata situazione di Odisseo (11sgg.), il poeta esordisce rammentando come Poseidone, l’unico dio ostile a Odisseo, ora si trovi a riscuotere sacrifici tra gli Etiopi (19-26). Frattanto gli altri dèi sono riuniti in assemblea. La scena di concilio si può suddividere in quattro sequenze, scandite dai discorsi di Zeus e di sua figlia Atena.

1- Per primo parla Zeus (28-43), che rammenta l’empiet| commessa da Egisto contro Agamennone:

30 35 40 τοῖσι δὲ μύθων ἦρχε πατὴρ ἀνδρὦν τε θεὦν τε: μνήσατο γὰρ κατὰ θυμὸν ἀμύμονος Αἰγίσθοιο, τόν ῥ᾽ Ἀγαμεμνονίδης τηλεκλυτὸς ἔκταν᾽ Ὀρέστης: τοῦ ὅ γ᾽ ἐπιμνησθεὶς ἔπε᾽ ἀθανάτοισι μετηύδα: ὥ πόποι, οἷον δή νυ θεοὺς βροτοὶ αἰτιόωνται: ἐξ ἡμέων γάρ φασι κάκ᾽ ἔμμεναι, οἱ δὲ καὶ αὐτοὶ σφᾜσιν ἀτασθαλίᾙσιν ὑπὲρ μόρον ἄλγε᾽ ἔχουσιν, ὡς καὶ νῦν Αἴγισθος ὑπὲρ μόρον ἈτρεἺδαο γᾛμ᾽ ἄλοχον μνηστήν, τὸν δ᾽ ἔκτανε νοστήσαντα, εἰδὼς αἰπὺν ὄλεθρον, ἐπεὶ πρό οἱ εἴπομεν ἡμεῖς, Ἑρμείαν πέμψαντες, ἐύσκοπον ἀργεϊφόντην, μήτ᾽ αὐτὸν κτείνειν μήτε μνάασθαι ἄκοιτιν: ἐκ γὰρ Ὀρέσταο τίσις ἔσσεται ἈτρεἺδαο, ὁππότ᾽ ἅν ἡβήσᾙ τε καὶ ἧς ἱμείρεται αἴης. ὣς ἔφαθ᾽ Ἑρμείας, ἀλλ᾽ οὐ φρένας Αἰγίσθοιο πεῖθ᾽ ἀγαθὰ φρονέων: νῦν δ᾽ ἁθρόα πάντ᾽ ἀπέτισεν. 30 35 40

E fra essi iniziò a parlare il padre di uomini e dei: in mente gli era venuto il nobile Egisto,

colui che il figlio d’Agamennone, il famoso Oreste, uccise. Di lui ricordandosi disse agli immortali così:

‚Ah! quante colpe danno i mortali agli dei! Ci dicono causa delle loro disgrazie: ma anche da sé, con le loro empietà si procurano dolori oltre il segno. Come ad esempio Egisto: sposò la legittima moglie di Atride, oltre il giusto, e lui, appena tornato, l’uccise, pur sapendo della ripida morte. Perché l’avevamo avvertito, mandandogli Ermete, l’Arghifonte di ottima vista,

di non ucciderlo, di non volerne la sposa: ‚Dell’Atride sar| fatta vendetta da Oreste, quando, cresciuto, desiderer| la sua terra‛.

Così Ermete gli disse, ma non piegò la mente di Egisto, pur pensando al suo bene: e ora tutt’insieme ha pagato‛

2- Gli risponde Atena (44-62), rammentandogli di contro la sorte sventurata di Odisseo:

45 τὸν δ᾽ ἠμείβετ᾽ ἔπειτα θεά, γλαυκὦπις Ἀθήνη: ὧ πάτερ ἡμέτερε Κρονίδη, ὕπατε κρειόντων, καὶ λίην κεῖνός γε ἐοικότι κεῖται ὀλέθρῳ: ὡς ἀπόλοιτο καὶ ἄλλος, ὅτις τοιαῦτά γε ῥέζοι: ἀλλά μοι ἀμφ᾽ Ὀδυσᾛι δαἺφρονι δαίεται ἦτορ, δυσμόρῳ, ὃς δὴ δηθὰ φίλων ἄπο πήματα πάσχει

50 55 60 νήσῳ ἐν ἀμφιρύτᾙ, ὅθι τ᾽ ὀμφαλός ἐστι θαλάσσης. νᾛσος δενδρήεσσα, θεὰ δ᾽ ἐν δώματα ναίει, Ἄτλαντος θυγάτηρ ὀλοόφρονος, ὅς τε θαλάσσης πάσης βένθεα οἶδεν, ἔχει δέ τε κίονας αὐτὸς μακράς, αἳ γαῖάν τε καὶ οὐρανὸν ἀμφὶς ἔχουσιν. τοῦ θυγάτηρ δύστηνον ὀδυρόμενον κατερύκει, αἰεὶ δὲ μαλακοῖσι καὶ αἱμυλίοισι λόγοισιν θέλγει, ὅπως Ἰθάκης ἐπιλήσεται: αὐτὰρ Ὀδυσσεύς, ἱέμενος καὶ καπνὸν ἀποθρῴσκοντα νοᾛσαι ἧς γαίης, θανέειν ἱμείρεται. οὐδέ νυ σοί περ ἐντρέπεται φίλον ἦτορ, Ὀλύμπιε. οὔ νύ τ᾽ Ὀδυσσεὺς Ἀργείων παρὰ νηυσὶ χαρίζετο ἱερὰ ῥέζων Σροίᾙ ἐν εὐρείᾙ; τί νύ οἱ τόσον ὠδύσαο, Ζεῦ; 45 50 55 60

Gli rispose allora la dea glaucopide Atena: ‚Padre nostro Cronide, sommo tra i potenti, in una morte fin troppo meritata egli giace: muoia così chiunque altro faccia lo stesso. Ma il mio cuore si spezza per il valente Odisseo, infelice, che da tempo patisce dolori, lontano dai suoi, in una terra circondata dall'acqua, dov'è l'ombelico del mare, un'isola fitta di alberi, vi abita e dimora una dea,

la figlia di Atlante, pericoloso, che del mare intero conosce gli abissi ed ha le grandi colonne che tengono la terra e il cielo divisi. La figlia di costui trattiene l'infelice, che piange, e sempre l'incanta con tenere e maliose

parole, perché si dimentichi d'Itaca: ma Odisseo, che brama vedere almeno il fumo levarsi

dalla sua terra, vorrebbe morire. E il tuo cuore, Olimpio, non si commuove? Odisseo non t'era gradito quando presso le navi argive sacrificava,

nella vasta terra di Troia? perché, Zeus, gli sei così ostile?‛

3- Zeus replica (63-79) ricordando l’ostilit| che Poseidone continua a mostrare verso Odisseo:

65 70 75 τὴν δ᾽ ἀπαμειβόμενος προσέφη νεφεληγερέτα Ζεύς: ‘τέκνον ἐμόν, ποῖόν σε ἔπος φύγεν ἕρκος ὀδόντων. πὦς ἅν ἔπειτ᾽ Ὀδυσᾛος ἐγὼ θείοιο λαθοίμην, ὃς περὶ μὲν νόον ἐστὶ βροτὦν, περὶ δ᾽ ἱρὰ θεοῖσιν ἀθανάτοισιν ἔδωκε, τοὶ οὐρανὸν εὐρὺν ἔχουσιν; ἀλλὰ Ποσειδάων γαιήοχος ἀσκελὲς αἰεὶ Κύκλωπος κεχόλωται, ὃν ὀφθαλμοῦ ἀλάωσεν, ἀντίθεον Πολύφημον, ὅου κράτος ἐστὶ μέγιστον π᾵σιν Κυκλώπεσσι: Θόωσα δέ μιν τέκε νύμφη, Υόρκυνος θυγάτηρ ἁλὸς ἀτρυγέτοιο μέδοντος, ἐν σπέσσι γλαφυροῖσι Ποσειδάωνι μιγεῖσα. ἐκ τοῦ δὴ Ὀδυσᾛα Ποσειδάων ἐνοσίχθων οὔ τι κατακτείνει, πλάζει δ᾽ ἀπὸ πατρίδος αἴης. ἀλλ᾽ ἄγεθ᾽, ἡμεῖς οἵδε περιφραζώμεθα πάντες νόστον, ὅπως ἔλθᾙσι: Ποσειδάων δὲ μεθήσει ὃν χόλον: οὐ μὲν γὰρ τι δυνήσεται ἀντία πάντων ἀθανάτων ἀέκητι θεὦν ἐριδαινέμεν οἶος.

65

70

75

‚Figlia mia, che parola ti sfuggì dal recinto dei denti. E come potrei dimenticare il divino Odissee,

che supera per senno i mortali e offrì più vittime agli dei immortali che hanno il vasto ciclo?

Ma Posidone che percorre la terra è sempre ardentemente adirato per il Ciclopc che egli accecò del suo occhio, per Polifemo pari a un dio, la cui forza è grandissima fra tutti i Ciclopi: lo generò la ninfa Toòsa,

la figlia di Forco che si cura del mare infecondo, congiuntasi con Posidone in grotte profonde. Da allora Posidone che scuote la terra, Odisseo, no, non l'uccide, ma lo respinge dalla terra dei padri. Ma orsù, pensiamo noi tutti al ritorno,

noi qui, come può ritornare. Posidone deporrà la sua collera: contro il volere di tutti gli dei immortali non potr| lottare da solo‚.

4- Atena espone allora brevemente i propri piani (80-95). 80 85 90 95 τὸν δ΄ ἠμείβετ΄ ἔπειτα θεὰ γλαυκὦπις Ἀθήνη· ‚ὧ πάτερ ἡμέτερε Κρονίδη͵ ὕπατε κρειόντων͵ εἰ μὲν δὴ νῦν τοῦτο φίλον μακάρεσσι θεοῖσι͵ νοστᾛσαι Ὀδυσᾛα πολύφρονα ὅνδε δόμονδε͵ Ἑρμείαν μὲν ἔπειτα͵ διάκτορον Ἀργεϊφόντην͵ νᾛσον ἐς Ὠγυγίην ὀτρύνομεν͵ ὄφρα τάχιστα νύμφᾙ ἐϋπλοκάμῳ εἴπᾙ νημερτέα βουλήν͵ νόστον Ὀδυσσᾛος ταλασίφρονος͵ ὥς κε νέηται. αὐτὰρ ἐγὼν Ἰθάκηνδε ἐλεύσομαι͵ ὄφρα οἱ υἱὸν μ᾵λλον ἐποτρύνω καί οἱ μένος ἐν φρεσὶ θείω͵ εἰς ἀγορὴν καλέσαντα κάρη κομόωντας Ἀχαιοὺς π᾵σι μνηστήρεσσιν ἀπειπέμεν͵ οἵ τέ οἱ αἰεὶ μᾛλ΄ ἁδινὰ σφάζουσι καὶ εἰλίποδας ἕλικας βοῦς. πέμψω δ΄ ἐς ΢πάρτην τε καὶ ἐς Πύλον ἠμαθόεντα νόστον πευσόμενον πατρὸς φίλου͵ ἤν που ἀκούσᾙ͵ ἠδ΄ ἵνα μιν κλέος ἐσθλὸν ἐν ἀνθρώποισιν ἔχᾙσιν.‚ 80 85 90 95

Gli rispose allora la dea glaucopide Atena: ‚Padre nostro Cronide, sommo tra i potenti, se ora agli dei beati questo è caro davvero, che il saggio Odisseo torni nella sua casa,

allora mandiamo Ermete, il messaggero Arghifonte, nell’isola Ogigia, perché dica al più presto

il volere infallibile alla ninfa dai riccioli belli,

il ritorno dell’intrepido Odisseo, perché possa tornare. Io intanto andrò a Itaca, per incitare suo figlio

di più, e mettergli in petto il coraggio,

chiamati in consiglio gli Achei dai lunghi capelli,

di mandar via tutti i pretendenti, che sempre gli sgozzano pecore fitte e buoi dal passo e dalle corna ricurve.

E lo manderò a Sparta e a Pilo sabbiosa,

a indagare sul ritorno del padre, se mai sente qualcosa, e perché abbia nobile fama tra gli uomini.‛

Seguono, in una breve scena, la vestizione di Atena e la sua discesa dall’Olimpo (96-102), per recarsi a Itaca (103sgg.) sotto le spoglie di Mente re dei Tafi.

Il dialogo divino è articolato in quattro sezioni di discorso diretto, ciascuna delle

quali costituisce un sommario, analettico o prolettico, di uno stralcio di mito, di cui gli dei

si fanno narratori interni.

28-43 Zeus: analessi eterodiegetica, mito di Agamennone, Egisto e Oreste 44-62 Atena: profezia sul presente, Odisseo a Ogigia

63-79 Zeus: analessi omodiegetica, peregrinazioni di Odisseo e ira di Poseidone

80-95 Atena: prolessi omodiegetica, liberazione di Odisseo da Calipso e viaggi di Telemaco

1. 2. 1. 1. - Il primo discorso di Zeus costituisce un’analessi esterna ed eterodiegetica su un

altro νόστος, differente da quello di Odisseo (il mito di Agamennone ed Egisto). La sua

menzione è probabilmente funzionale (a) a contestualizzare il ritorno di Odisseo

nell’ambito dei ritorni degli Achei da Troia

106

e (b) a richiamare per analogia con Egisto

l’empiet| dei pretendenti di Penelope, alludendo implicitamente alla fine che li attende, e

per opposizione al destino di Agamennone, quello ben più felice di Odisseo. L’invio di

Ermes ad Egisto non è attestato da alcuna altra fonte, forse è introdotto qui dal poeta

dell’Odissea per analogia con il prossimo invio del messaggero divino da Calipso.

107

1. 2. 1. 2. - La risposta di Atena costituisce una breve narrazione al presente, a beneficio del

pubblico, della situazione attuale di Odisseo a Ogigia (fornendo inoltre informazioni sulla

collocazione geografica dell’isola,

108

la sua convivenza con Calipso, la genealogia di

quest’ultima) e contemporaneamente anticipa il punto da cui il racconto delle sue

avventure riprenderà al principio del libro V. Dal momento che Atena, pur non essendosi

recata a Ogigia, è a conoscenza della situazione dell’eroe in virtù della sua onniscienza

divina, si potrebbero definire le sue parole una ‚profezia sul presente‛. Le interrogative

conclusive sono un’esortazione a Zeus a intervenire in favore dell’eroe.

1. 2. 1. 3. - La replica di Zeus è un sommario analettico omodiegetico, che riassume le

peregrinazioni pregresse dell’eroe attraverso uno dei temi principali, l’accecamento del

Ciclope e la conseguente ira di Poseidone.

106 Anche nei versi introduttivi il narratore esterno ha ricordato per contrasto come ‚Tutti gli altri, che

scamparono la ripida morte, /erano a casa, sfuggiti alla guerra ed al mare: / solo lui... / ..lo tratteneva una ninfa possente‛ (I 11-4). Il racconto retrospettivo di episodi della guerra di Troia (VIII 72-82, 485-520 [Demodoco]; I 325-327 [Femio]; IV 168-308 *Elena e Menelao a Telemaco+) nonché degli altri νόστοι è ricorrente nel corso dell’Odissea (III 130-98 [da Nestore a Telemaco]; IV 495-547 [da Proteo a Menelao]) e il ritorno di Agamennone in particolare è più volte rievocato (I 298-302 [Atena a Telemaco]; III 193-200 e 254- 316 [Nestore a Telemaco]; III 232-5 [Mentore/Atena a Telemaco]; IV 91sg. [Menelao a Telemaco]; IV 512-49 [Proteo a Menelao]; XI 409-506 [Agamennone a Odisseo]; XIII 383-5 [Odisseo ad Atena]; XIV 95-7 e 191-202 [Agamennone ad Achille]) forse a confronto con la differente sorte toccata a Odisseo. Cfr. in merito Hommel 1988; Hoelscher 1967; West 1981 pp. LXXXIsg. (sull’Orestea nella Telemachia); Olson 1990. Un esplicito contrasto tra la condotta di Clitemestra e quella di Penelope è evidenziato dall’ombra di Agamennone. Sul ruolo della saga di Agamennone come paradigma contrastivo rispetto a quella di Odisseo cfr. Clarke 1967, p. 10; West 1981, p. 189 (ad Od. I 29-30); de Jong 2001, pp. 12-4 (ad Od. I 32-43).

107 Cfr. St. West (1981, p. 191 [ad Od. I 37sgg.+) che parla anche di ‚invenzione ad hoc per sottolineare la sua (di

Egisto) criminale follia‛.

108 La de Jong (2001 p. 14 ad [Od. V 51+) interpreta addirittura la descrizione dell’isola come δενδρήεσσα

Nella precedente ricapitolazione degli antefatti, il narratore aveva fatto allusione all’ira di Poseidone contro Odisseo (I 19-21)109 ma solo ora l’uditorio è messo a conoscenza delle sue cause.110 Anche qui

come prima per Calipso, la precisazione dà luogo a una digressione sulla genealogia di Polifemo (71-3, particolari che sembrano espressi a beneficio del pubblico più che dei due interlocutori divini.111 Gli

eventi rievocati da Zeus saranno poi rinarrati nel dettaglio da Odisseo stesso negli Ἀλκίνου ἀπόλογοι (IX 106-566: episodio di Polifemo).

Il discorso al presente di Atena e quello analettico di Zeus, se letti (o ascoltati) in ordine

inverso costituiscono una ricapitolazione retrospettiva degli antefatti utile a introdurre

l’uditorio nel vivo del racconto.

1. 2. 1. 4. - L’esposizione finale dei progetti di Atena costituisce invece una breve sommario

prolettico dei contenuti che seguiranno nei libri successivi del poema.

112

Come nota la de

Jong il ruolo di Atena quale costante aiutante di Odisseo ha, tra le altre funzioni

narratologiche quella di informare il narratario, attraverso le ripetute rivelazioni dei suoi

piani, del corso che la storia è in procinto di prendere.

113

Le sue parole si avvicinano molto

ad una narrazione profetica, il cui contenuto può essere così schematizzato.

Predizione ante eventum Profezia sul presente Cronologia relativa 81-3 preambolo

84-7 1- invio di Ermes presso Calipso Libro V (50-148)

88-95 2- invio di Atena presso Telemaco

88-91 a- Telemaco a Itaca Libri I-II

88sg.  Atena e Telemaco I 103-323

90sg.  Telemaco convoca l’assemblea I 365-420 e II 1-259

91sg.  nefandezze dei Proci

93-5 b- Telemaco a Pilo e a Sparta Libri III e IV

Dopo un breve preambolo (81-3) in cui apostrofa Zeus sottolineando la propria

determinazione a far tornare Odisseo a casa, la dea si focalizza su due progetti distinti: (1)

l’uno riguardante Odisseo, (2) l’altro Telemaco, menzionato qui per la prima volta. Il

rimando sembra funzionale a mettere in relazione le vicende dei due personaggi le cui

linee narrative resteranno separate sino circa alla metà del poema.

114

La maniera in cui le due sequenze sono poste in parallelo all’interno della prolessi,

lascia pensare a un loro svolgimento simultaneo: l’avverbio αὐτάρ al v. 88 pare alludere a

un’azione parallela di Ermes e di Atena e a un conseguente sviluppo contemporaneo delle

vicende umane. Ma in Omero secondo la cosiddetta legge di Zielinski due azioni

contemporanee sono sempre raccontate in successione come se la seconda fosse rimasta

109 Od. I 19-21: ‚Gli dei ne avevano tutti piet| (sc. di Odisseo), / ma non Poseidone: furiosamente egli fu in

collera / con Odisseo pari a un dio, finché non giunse nella sua terra‛

110 Sulle occorrenze del tema dell’ira di Poseidone nell’Odissea cfr. de Jong 2001, p. 10 (ad Od. I 19-21). 111 Cfr. St. West 1981, p. 194 (ad Od. I 52-4)

112 Cfr. St. West 1981, p. 197 (ad Od. I 81-95): ‚Atena espone il suo programma. In questo modo ci d| una

guida al successivo sviluppo di questo intricato racconto‛.

113 de Jong 2001, p. 11 (ad Od. II 26-95): altre funzioni narratologiche degli interventi di Atena sarebbero

quella di strumento del narratore nell’orchestrazione della storia e di incoraggiamento al pubblico, simpatizzante con il protagonista.

114 Schadewaldt (1958, p. 17) parla dell’azione di Odisseo come Hauptlinie dell’Odissea e di quella di Telemaco

sospesa durante l’effettuazione della prima e il tempo passato rispetto a una linea

narrativa lo fosse stato anche rispetto alle altre, le cui vicende nel frattempo sono rimaste

di regola stazionarie.

115

Così qui saranno narrate in ordine consecutivo dapprima le

avventure di Telemaco (I-IV), poi quelle di Odisseo (V sgg.) e all’inizio del libro V, allorché

Zeus è ancora in procinto di inviare Ermes da Calipso, Atena parlerà già al passato di

come Telemaco ‚è andato (ἔβη) per sentire del padre a Pilo divina e Lacedemone illustre‛

(19sg.).

116

Le due sezioni del piano di Atena sono dunque esposte in ordine cronologico

inverso rispetto a come saranno realizzate ([1] piano su Odisseo: 84-7; [2] piano su

Telemaco: 89-95; [2] avventure di Telemaco: libri I-IV; [1] avventure di Odisseo: libri

Vsgg.), un tipico caso di πρὸς τὸ δεύτερον πρότερον ἀπάντησις omerica,

117

qui

chiaramente dettata da esigenze di economia narrativa: l’immediata discesa della dea a

Itaca (96sgg.) si riallaccia direttamente all’ultimo progetto da lei formulato (88-95) e solo in

seguito il poeta si preoccuper| di riprendere il racconto dell’esecuzione della prima parte

del piano.

1.2.1.4.1. Ermes da Calipso

Il primo progetto prevede l’invio di Ermes, per il quale Atena si appella a Zeus. Le sue

parole possono definirsi una prolessi iussiva, sebbene abbiano valore di esortazione più

che di comando, con ricorso alla prima persona plurale dell’indicativo presente

(ὀτρύνομεν) seguita da una serie di proposizioni finali legate in rapporto ipotattico l’una

all’altra (ὄφρα... εἴπᾙ... ὥς κε νέηται). Il progetto anticipa la visita di Ermes a Calipso che

al principio del libro V (50-148) darà inizio delle avventure di Odisseo, sezione centrale del

poema. Qui però la dea passa a parlare di Telemaco, lasciando in sospeso la linea narrativa

delle vicende di Odisseo, e il progetto in questione non sarà portato a compimento se non

dopo essere stato ribadito in un nuovo concilio divino al principio del libro V.

118

1.2.1.4.2. Atena da Telemaco

I vv. 88-95 anticipano invece il contenuto della Telemachia, fornendone, attraverso le

previsioni di Atena, un sommario prolettico. Questa seconda sezione è posta in relazione

con la precedente sia, come gi| detto, dall’avverbio αὐτάρ, sia dalla modalità con cui è

menzionato Telemaco, non per nome bensì come οἱ υἱόν (88), in riferimento a Odisseo. I

versi in questione si articolano a loro volta in due sotto-sezioni, corrispondenti a due

periodi sintattici.

a) Dapprima Atena assister| Telemaco a Itaca. La dea esprime, all’indicativo futuro

(ἐλεύσομαι: 88), il progetto di recarsi nel regno di Odisseo, aggiungendo in una serie di

proposizioni dipendenti gli scopi della sua visita. In due finali (ὄφρα... ἐποτρύνω καί...

θείω: 88sg.) preannuncia l’intenzione di infondere in Telemaco il coraggio di convocare

115 Zielinski 1899-1901 passim. Cfr. anche Basset 1938; Delebecque 1958 (‘loi de la succession’); de Jong 2001

xii-xiii (s.v.: ‘continuity of time’ principle).

116 Cfr. St. West 1981, p. 198 (ad Od. I 81-95): ‚la prima parte del suo (sc. di Atena) piano viene ritardata finché

la seconda non è portata a termine...‛.

117 Cfr. Bassett 1920, pp. 48-50.

118 Tale seconda linea narrativa è però tenuta presente nel corso della Telemachia tramite costanti riferimenti a

l’assemblea e scacciare i pretendenti. Ma se la prima azione riferita dal participio

congiunto con valore temporale (καλέσαντα: 90) trova effettivo riscontro nel racconto

della Telemachia (cfr. infra), la seconda, espressa dalla completiva retta da μένος

(...ἀπειπέμεν: 91) resta una pura intenzione: Atena, sotto le spoglie di Mente, esorterà

effettivamente Telemaco a sterminare i Proci (I 289-96), ma il proposito non sarà realizzato

se non al termine del poema e con l’aiuto di Odisseo. Atena formula dunque una prolessi

narrativa di carattere più intenzionale che profetico. Tuttavia -come già detto a proposito

delle predizioni di Zeus- il fatto che le intenzioni siano quelle di una dea le rende

equiparabili a una predizione.

L’ultima proposizionee relativa aggiunge un’informazione sul presente (οἵ τέ...

σφάζουσι... 91sg.): la cattiva condotta dei Proci che dilapidano le ricchezze di Odisseo

nella sua casa. Si tratta di una sorta di profezia sul presente, in quanto la situazione della

casa di Odisseo è nota ad Atena in virtù della sua onniscienza divina. L’accostamento di

sezioni al presente e al futuro è comune nei ‚racconti profetici‛. Tutta questa sezione

anticipa il contenuto dei libri I e II del poema.

Per favorire gli eventi predetti, Atena apparirà a Telemaco sotto le spoglie di Mente, re dei Tafi, discuterà a lungo con lui nella casa di Odisseo (I 103-323): gli dirà che il padre è ancora vivo (195-9), presagirà il suo ritorno (200-5), lo esorterà a convocare i Pretendenti in assemblea (274-8), a recarsi a Pilo e a Sparta a chiedere notizia del padre (279-86) e, nel caso in cui questi sia morto, a trovare la maniera di sterminare i Proci (289-96). Al momento del commiato, il poeta sottolinea come la dea ‚a lui pose / forza e coraggio nell’animo, e suscitò un ricordo del padre / più vivo di prima‛ (320-22).119 Vi

è una corrispondenza di contenuti tra i progetti espressi da Atena a Zeus e le istruzioni da lei elargite a Telemaco, ma nessuna sostanziale ripetizione verbatim di versi.120 Telemaco ripeterà quindi ai

Pretendenti i propositi cui è stato esortato da Atena/Mente, dichiarandosi intenzionato a convocare assemblea il giorno successivo (365-420). Neppure in tal caso vi sarà ripetizione verbatim rispetto alle istruzioni di Atena. La convocazione e lo svolgimento effettivo dell’assemblea occuperanno buona parte del libro successivo (II 1-259).

b) Atena progetta quindi di inviare Telemaco a Pilo e a Sparta a chiedere notizie del

padre. Anche in questo caso utilizza l’indicativo futuro (πέμψω: 93). In due proposizioni

finali (1- πευσόμενον: 94; 2- ἵνα... ἔχᾙσιν: 95) espone poi qulli che dovranno essere gli

scopi del viaggio: (1) ottenere notizie sulle sorti del padre, ma anche (2) la gloria, che nel

seguito del poema si rivelerà scopo primario.

121

Questa sezione anticipa gli eventi narrati

nei libri III e IV.

119 Od. I 320-22: τ῵ δ᾽ ἐνὶ θυμ῵ / θᾛκε μένος καὶ θάρσος, ὑπέμνησέν τέ ἑ πατρὸς / μ᾵λλον ἔτ᾽ ἥ τὸ

πάροιθεν.

120 Un’unica corrispondenza ricorre tra due singoli versi: 90 (εἰς ἀγορὴν καλέσαντα κάρη κομόωντας Ἀχαιοὺς) e 272 (αὔριον εἰς ἀγορὴν καλέσας ἥρωας Ἀχαιοὺς), ma è soltanto parziale e in ogni caso

insufficiente per parlare di intenzionale ripetizione tra i due passi, tanto più che associazioni formulari più o meno analoghe ricorrono anche altrove nei poemi omerici (cfr. Il XIX 34: ἀλλὰ σύ γ΄ εἰς ἀγορὴν καλέσας

ἥρωας Ἀχαιοὺς; Od XX 146: βᾛ δ΄ ἴμεν εἰς ἀγορὴν μετ΄ ἐϋκνήμιδας Ἀχαιούς).

121 Di fatto, come nota la de Jong (2001, p. 16 [ad Od. I 94-95]), questo sarà lo scopo reale e determinante del

viaggio: Atena stessa, allorché Odisseo le chiederà perché non abbia rivelato a Telemaco la sua sorte lei stessa (XIII 417-28), gli spiegher| che scopo del viaggio era il conseguimento del κλέος. Che il viaggio in questione sia visto come un’impresa eroica lo dimostreranno anche le reazioni di Euriclea (II 361-70), dei Proci (IV 638-40, 66sg.), di Penelope (IV 703-67), di Odisseo (XIII 416-9) e di Eumeo (XIV 178-82). Sul viaggio di Telemaco come impresa iniziatica cfr. Lord 1960 (tr. it. 2005, pp. 251-4), il quale suppone anche una

Anche in tal caso Atena interverrà direttamente per guidare Telemaco, questa volta sotto le spoglie di Mentore, amico di Odisseo. In tal veste esorta ripetutamente Telemaco alla partenza, offrendosi di aiutarlo già nel corso del libro II (267-97 e 399sgg.) e lo accompagna nel viaggio (416sgg.), dopo essere andata ella stessa a Itaca sotto le spoglie di Telemaco per radunare l’equipaggio e preparare la nave (II 382-92). Telemaco si recherà quindi a chiedere notizia del padre dapprima a Pilo presso Nestore (libro III), poi a Sparta presso Menelao (libro IV).

Telemaco raggiungerà le due tappe del viaggio in ordine inverso rispetto a come i due

toponimi sono preannunciati da Atena al v. 93, con un ulteriore esempio di hysteron

proteron, in tal caso dettato dalla ripresa di uno stilema formulare più che da esigenze di

economia narrativa.

122

La discesa della dea dall’Olimpo determina infine lo spostamento dell’azione nel

mondo degli uomini, dando inizio al racconto della Telemachia.

123

Il concilio divino assolve dunque funzione introduttiva: 1- riprende e amplia a

beneficio dell’uditorio le informazioni sul passato e sul presente di Odisseo, fornite in

forma più sintetica dal narratore nel corso del sommario iniziale (I 11sgg.) 2- anticipa i

prossimi sviluppi dell’azione e contemporaneamente, 3- grazie all’iniziativa divina, d|

l’avvio all’azione stessa.

124

1.2.2. Od. V 22-49

Dopo il termine della Telemachia, anche l’inizio della sezione centrale dell’Odissea (V

1-49), è rimarcato da una scena analoga, più breve ma estremamente simile a quella

iniziale.

Il libro V si apre nuovamente con un concilio divino, nel quale (1) Atena perora ancora la causa di Odisseo (5-20).

5 τοῖσι δ᾽ Ἀθηναίη λέγε κήδεα πόλλ᾽ Ὀδυσᾛος μνησαμένη: μέλε γάρ οἱ ἐὼν ἐν δώμασι νύμφης: Ζεῦ πάτερ ἠδ᾽ ἄλλοι μάκαρες θεοὶ αἰὲν ἐόντες,

possibile variante originaria del mito in cui Atena allontana Telemaco per tutelarlo dai Proci, in parallelo a quanto fa Elettra con Oreste.

122 Cfr. Bassett (1920, 49sg.) contra Düntzer (1890, p. 214), che attribuiva l’inversione a ragioni metriche. A

favore di quest’ultima ipotesi bisogna riconoscere che la clausola in questione è formulare e ricorre anche altre due volte nel corso della Telemachia: εἶμι γὰρ ἐς ΢πάρτην τε καὶ ἐς Πύλον ἠμαθόεντα (II 214 = 359). A parlare è direttamente Telemaco, dichiarando l’intenzione di partire prima in assemblea ai Proci, poi in confidenza a Euriclea. In contesti non formulari le due tappe sono effettivamente menzionate nell’ordine logico in cui il giovane le percorrerà, sia nelle istruzioni di Atena/Mente (Od I 284sg.: πρὦτα μὲν ἐς Πύλον ἐλθὲ καὶ εἴρεο Νέστορα δῖον͵ / κεῖθεν δὲ ΢πάρτηνδε παρὰ ξανθὸν Μενέλαον·) sia dai Proci, allorché esprimono i loro sospetti sul rischio che Telemaco conduca rinforzi dai regni alleati di suo padre (Od 2.326- 27: ἤ τινας ἐκ Πύλου ἄξει ἀμύντορας ἠμαθόεντος͵ / ἥ ὅ γε καὶ ΢πάρτηθεν͵ ἐπεί νύ περ ἵεται αἰνὦς·). Tuttavia lo stesso ordine è rispettato in un altro verso formulare, rivolto dall’araldo Medonte a Penelope e poi da Atena a Zeus, dove Sparta è chiamata con il nome di Lacedemone (Od. IV 702 = V 20: ἐς Πύλον ἠγαθέην ἠδ΄ ἐς Λακεδαίμονα δῖαν). L’attestazione di due clausole formulari alternative, lascia pensare che la scelta di quella con ὕστερον πρότερον l| dove i riferimenti al viaggio sono prolettici (I 93; II 214, 359) e di quella senza ὕστερον πρότερον dove sono invece retrospettivi (IV 702; V 20) non sia casuale.

123 Cfr. de Jong 2001, p. 18: ‚the change of scene, from Olympus to Odysseus’ palace on Ithaca, takes the form

of the narrator following in the footsteps of Athena‛.

124 Cfr. West 1981, p. 189 (ad I 28sgg.) e Hainsworth (ad V 1sgg.). La de Jong 2001, p. 10 (ad Od. II 26-95) parla

10 15 20 μή τις ἔτι πρόφρων ἀγανὸς καὶ ἤπιος ἔστω σκηπτοῦχος βασιλεύς, μηδὲ φρεσὶν αἴσιμα εἰδώς, ἀλλ᾽ αἰεὶ χαλεπός τ᾽ εἴη καὶ αἴσυλα ῥέζοι: ὡς οὔ τις μέμνηται Ὀδυσσᾛος θείοιο λαὦν οἷσιν ἄνασσε, πατὴρ δ᾽ ὣς ἤπιος ἦεν. ἀλλ᾽ ὁ μὲν ἐν νήσῳ κεῖται κρατέρ᾽ ἄλγεα πάσχων νύμφης ἐν μεγάροισι Καλυψοῦς, ἥ μιν ἀνάγκᾙ ἴσχει: ὁ δ᾽ οὐ δύναται ἣν πατρίδα γαῖαν ἱκέσθαι: οὐ γάρ οἱ πάρα νᾛες ἐπήρετμοι καὶ ἑταῖροι, οἵ κέν μιν πέμποιεν ἐπ᾽ εὐρέα νὦτα θαλάσσης. νῦν αὖ παῖδ᾽ ἀγαπητὸν ἀποκτεῖναι μεμάασιν οἴκαδε νισόμενον: ὁ δ᾽ ἔβη μετὰ πατρὸς ἀκουὴν ἐς Πύλον ἠγαθέην ἠδ᾽ ἐς Λακεδαίμονα δῖαν. 5 10 15 20

E Atena diceva loro i molti dolori di Odissee,

ricordandoli: si impensieriva perché era presso la ninfa: « Padre Zeus e voi altri beati dei eterni,

mai più sia davvero amabile e mite

un sovrano scettrato, non abbia rettitudine in animo, ma sempre sia duro e compia empietà,

poiché non uno ricorda il divino Odisseo

del popolo sul quale regnò: eppure come un padre era mite. Giace egli in un'isola, e soffre aspri tormenti,

in casa della ninfa Calipso, che lo forza a restare: e non può arrivare in patria. Non ha navi coi remi e compagni che lo scortino sul dorso vasto del mare.

E ora tramano anche di uccidergli il figlio carissimo mentre a casa ritorna: è andato per sentire del padre a Pilo divina e a Lacedemone illustre ».

(2) Zeus allora le risponde (21-42).

25 30 35 40 ‘τέκνον ἐμόν͵ ποῖόν σε ἔπος φύγεν ἕρκος ὀδόντων. οὐ γὰρ δὴ τοῦτον μὲν ἐβούλευσας νόον αὐτή͵ ὡς ἦ τοι κείνους Ὀδυσεὺς ἀποτείσεται ἐλθών; Σηλέμαχον δὲ σὺ πέμψον ἐπισταμένως͵ δύνασαι γάρ͵ ὥς κε μάλ΄ ἀσκηθὴς ἣν πατρίδα γαῖαν ἵκηται͵ μνηστᾛρες δ΄ ἐν νηἹ παλιμπετὲς ἀπονέωνται.’ ἦ ῥα καὶ Ἑρμείαν, υἱὸν φίλον, ἀντίον ηὔδα· 'Ἑρμεία· σὺ γὰρ αὖτε τά τ΄ ἄλλα περ ἄγγελός ἐσσι· νύμφᾙ ἐϋπλοκάμῳ εἰπεῖν νημερτέα βουλήν͵ νόστον Ὀδυσσᾛος ταλασίφρονος͵ ὥς κε νέηται͵ οὔτε θεὦν πομπᾜ οὔτε θνητὦν ἀνθρώπων· ἀλλ΄ ὅ κ΄ ἐπὶ σχεδίης πολυδέσμου πήματα πάσχων ἤματι εἰκοστ῵ ΢χερίην ἐρίβωλον ἵκοιτο͵ Υαιήκων ἐς γαῖαν͵ οἳ ἀγχίθεοι γεγάασιν· οἵ κέν μιν περὶ κᾛρι θεὸν ὣς τιμήσουσι͵ πέμψουσιν δ΄ ἐν νηἹ φίλην ἐς πατρίδα γαῖαν͵ χαλκόν τε χρυσόν τε ἅλις ἐσθᾛτά τε δόντες͵ πόλλ΄͵ ὅσ΄ ἅν οὐδέ ποτε Σροίης ἐξήρατ΄ Ὀδυσσεύς͵ εἴ περ ἀπήμων ἦλθε͵ λαχὼν ἀπὸ ληἸδος αἶσαν. ὣς γάρ οἱ μοῖρ΄ἐστὶ φίλους τ΄ ἰδέειν καὶ ἱκέσθαι οἶκον ἐς ὑψόροφον καὶ ἑὴν ἐς πατρίδα γαῖαν’.

25

30

35

40

E a sua volta Zeus che addensa le nubi le disse: