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PARTE QUARTA

6.1 La comprensione della città energ(et)ica

Nella costruzione degli scenari di progetto, la prima questione che emerge è la definizione delle caratteristiche della città genericamente chiamata “sostenibile”. Nella logica, discussa ed affrontata in alcuni casi studio, degli ecoquartieri, il processo che si attua è una trasformazione delle cosiddette “frange urbane” in esempi concreti di vita cittadina ad “emissione zero”.

Ma, la città è composta da più parti, che, secondo la zonizzazione clas- sica, si differenziano per tipologia di costruzioni, tipo di spazio pubblico, completamento di funzioni, essenza di vita e, più generalmente, per estetica, percezione e densità. Per questo, la città può essere definita come un’entità energica, sempre in evoluzione, ed in trasformazione; un sistema di spazi e di funzioni che energicamente convivono e col- laborano come un organismo. Ma la città è anche, come già detto, la maggiore fonte di consumo dell’intero pianeta, pertanto non solo pro- duce, ma consuma una grande quantità di energia, che nel futuro verrà prodotta dalle fonti rinnovabili e non da quelle fossili.

Come affermato in precedenza, l’azione diretta sulla forma assume un’importanza strategica nello sviluppo di un ambiente urbano di alta qualità, perchè l’energia e la forma sono legate in tutta la varietà dei loro parametri. Questo rapporto è espresso dall’equazione del bilancio termico proposta da Paolo de Pascali1 (Qr + Qt = Qe + Ql + Qs + Qa),

in cui la morfologia dell’insediamento Qr e gli effetti dell’utilizzo delle fonti fossili Qt, appaiono strettamente legate al microclima e alle con- dizioni ambientali urbane (da cui dipendono gli altri fattori). Aldilà degli aspetti specifici che caratterizzano i fattori, l’aspetto che è importante sottolineare è che all’aumentare dell’indice di concentrazione urbana si riducono i consumi energetici civili, insediativi e legati ai trasporti. E’ per questo lecito interrogarsi su quale sarà il ruolo della progettazione in funzione di queste considerazioni, e come il progetto potrà relazionarsi alla forma urbana condizionata dall’utilizzo delle FER e delle tecnolo- gie bioclimatiche. Le difficoltà riscontrabili sono facilmente visibili negli approcci totalmente differenti che si sviluppano nel mondo occidentale rispetto ai paesi in via di sviluppo: da una parte i progettisti, che alle problematiche di industrializzazione richieste dai paesi del terzo mon- do rispondono con grandi visioni utopiche, che lasciano ancora dubbi

1 De Pascali P., (2008), Città ed Ener-

gia. La valenza energetica nell’orga- nizzazione insediativa, FrancoAngeli, Milano

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sulla reale spiegazione della “sostenibilità urbana”, dall’altra parte nei paesi occidentali si predilige la “città compatta” per dare una risposta al problema della dissoluzione, attraverso interventi puntuali e azioni mirate, ritenendo la città più ecologica della campagna.

La metodologia proposta nella ricerca ha, quindi, come primo obiettivo quello di definire quale è il nuovo metodo di lettura energetico della città, per poterne comprendere a pieno le trasformazioni, poterle pre- vedere e poterle rendere eticamente accettabili dalla società.

Per comprendere a fondo la città, intesa come entità dipendente e strutturata sull’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile, è importante conoscere e riconoscersi in quegli aspetti che caratterizzano oggi gli eco quartieri e che devono, però, inserirsi all’interno della città consoli- data da una parte, e dall’altra parte, accettare altri elementi che contri- buiscano al riconoscimento di una nuova geografia urbana. Il progetto è lo strumento attraverso il quale avviene questa scoperta, e attraverso il quale vengono date le regole di appropriazione dello spazio, per la costruzione della nuova identità morfologica.

Il primo aspetto riguarda la gestione degli spostamenti: la città energe- tica concepisce un’organizzazione interna che limita il bisogno di spo- stamento, garantendo una accessibilità facile per tutti i tipi di mobilità; inoltre, dà la priorità agli spostamenti, così chiamati, “dolci” per garan- tire ovunque l’accessibilità, la leggibilità e la sicurezza; infine, favorisce l’utilizzo del trasporto pubblico e la multi-funzionalità degli spostamenti, cercando di limitare l’affluenza dei mezzi privati nello spazio aperto. Il secondo aspetto riguarda le scelte energetiche della città, in quanto il progetto deve lavorare per ridurre i bisogni energetici, attraverso l’in- troduzione di un approccio bioclimatico alla progettazione, con l’utilizzo di sistemi performanti dal punto di vista dell’efficienza energetica. Per fare questo è necessario ricercare l’offerta energetica più pertinen- te, in funzione delle risorse disponibili e delle filiere esistenti, e aumen- tare la fornitura di energie rinnovabili nella pratica comune delle attività sociali e private.

Un aspetto fondamentale è l’ “ambiente microclimatico” che consente di concepire il quartiere, l’edificio o lo spazio pubblico in funzione delle caratteristiche climatiche, quali il soleggiamento, la ventilazione, o il benessere. Accanto a questo, il progetto può sviluppare la cosiddetta

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“culla urbana”, grazie alla concezione dello spazio basata su parametri quali la vegetazione, la termoregolazione e la protezione per gli edifici, limitando la creazione di microclima sfavorevoli, con l’utilizzo delle pro- tezioni solari, dei materiali locali, e della vegetazione appunto.

Il compito del progetto è anche quello di occuparsi della gestione delle acque, sia utilizzando le acque piovane direttamente nel luogo, creando un ciclo di riutilizzo per lo spazio privato e pubblico, sia economizzando l’acqua potabile tramite azioni di responsabilizzazione dell’utilizzatore, sia anticipando le scelte che garantiscono la qualità delle acque reflue. La difesa della biodiversità esistente è un aspetto molto delicato nella città del futuro, perché consiste nell’integrare ai progetti gli elementi del patrimonio naturale, tramite la concezione dei corridoi e degli ha- bitat ecologici. Il progetto di paesaggio, a questo proposito, favorisce e valorizza l’ingresso della natura nella città come “materiale da co- struzione” delle superfici orizzontali dello spazio pubblico, ma anche verticali degli edifici. Pertanto è la natura a strutturare direttamente lo spazio e non lo spazio ad accogliere la natura come elemento ornamen- tale. La gestione degli sprechi è un ulteriore aspetto strutturante la cit- tà energetica, sia alla piccola scala quindi all’interno degli appartamenti o degli edifici, sia alla grande scala nella cura della raccolta dei rifiuti e nella limitazione dell’inquinamento sonoro, visivo e olfattivo negli spazi comuni. L’ambiente sonoro, infatti, costituisce un importante aspetto della progettazione, in quanto diventa parametro di localizzazione dei progetti a scala urbana, ad esempio nell’attenuazione dell’impatto so- noro delle infrastrutture esistenti e future, o nel miglioramento della qualità acustica del paesaggio sonoro degli spazi pubblici2.

Nella comprensione della città energe(et)ica l’approccio metodologico consiste nel trattare il rinnovamento urbano come una priorità, rispet- to all’urbanizzazione di nuovi territori, perché l’economia delle risorse, la preservazione degli spazi naturali e delle zone agricole e l’ottimiz- zazione dei valori e delle risorse esistenti, conducono direttamente e naturalmente alla definizione della geografia “energetica” della città: in questo modo è l’ambiente urbano a diventare il vero protagonista del progetto.

Un aspetto fondamentale di questo approccio, sperimentale per la ricerca, è l’integrazione del clima nel processo del progetto urbano,

2 Le suggestioni che stanno alla base

della metodologia proposta dal pro- getto di ricerca e sperimentazione, na- scono dalla lettura critica delle pagine 70-83 del testo Heliot R. (a cura di), (2010), Ville Durable et Ecoquartiers, Les Pratiques, Montreuil, che si inter- roga sul contributo del progetto per la comprensione della città sostenibile a partire dagli eco quartieri.