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PARTE TERZA

CAPITOLO 5: ITINERARI E PROGETTO

5.3 Il nuovo modello energetico spagnolo

La Spagna, come la maggior parte delle Regioni europee, deve fare i conti con il problema del cambiamento climatico e con gli obiettivi det- tati dall’Unione Europea, e, nella consapevolezza che tutte le decisioni che vengono prese in questa fase di transizione saranno determinanti per il futuro del genere umano, ha elaborato un programma “energeti- co” che porta la Regione ad essere all’avanguardia nello sviluppo delle tecnologie, per un ambiente futuro sostenibile, dal punto di vista della qualità ambientale, economica e spaziale8. L’obiettivo che si propone è

quello di rendere il territorio completamente indipendente dalle fonti fossili e dall’energia nucleare entro il 2050, per soddisfare la totale do- manda di energia con le fonti rinnovabili.

Entrando nello specifico del programma previsto per la Spagna, esso prevede che il punto di partenza sia l’utilizzo delle FER per un nuovo settore industriale rinnovabile, capace di diventare la nuova “macchina” verso la sostenibilità, in grado di creare posti di lavoro, e di incentiva- re il miglioramento della salute, basato sull’utilizzo dei pannelli solari, delle pale eoliche, delle eco-celle ecc. I luoghi “nuovi” giocheranno un ruolo essenziale nella sfida proposta, in quanto l’accesso all’elettricità, l’utilizzo dei nuovi sistemi elettrici e, in certi casi, l’indipendenza elet- trica, sono i pilastri strategici per il funzionamento del nuovo sistema energetico nazionale. Il modello strategico si fonda sulla combinazio- ne ed interazione di tre vettori fondamentali: scienza, innovazione e tecnologia, attraverso cui si dà una risposta alla continua domanda di energia, alla crescita economica, e alla protezione ambientale.

Fig.25 Schema del nuovo modello ener- getico proposto per la Spagna

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I pilastri della strategia si possono riassumere in alcuni punti fonda- mentali:

•Gli utenti privati, e i consumatori industriali e commerciali, così come i servizi pubblici, devono implementare la loro importanza e il ruolo centrale che hanno in questa nuova sfida;

•I requisiti per una nuova gestione da parte dei cittadini della vita quotidiana si fondano sulle energie rinnovabili e naturali, per l’illumi- nazione naturale, per i trasporti, per il riscaldamento e raffrescamento naturale e per l’approvvigionamento alimentare efficiente. Ad esempio un’alta percentuale della luce solare durante il giorno può essere usata per l’illuminazione degli edifici ben progettati;

•Le costruzioni “intelligenti” (bioclimatiche ed energeticamente effi- cienti) devono massimizzare l’uso passivo delle risorse;

•L’utilizzo dell’energia ad intermittenza deve diventare maggiormente efficiente (ad esempio, gli autori propongono un caso semplice, ovvero quando nella vita domestica la televisione è spenta è necessario stac- carla dalla corrente);

•Produrre nel luogo dove si vive l’energia necessaria alla realtà locale, contribuendo all’energia generale del sistema attraverso una tecnolo- gia a rete;

•Un nuovo modello della mobilità deve includere migliori abitudini ne- gli spostamenti e promuovere lo sviluppo tecnologico e della rete, per eliminare gradualmente la dipendenza dalle fonti fossili e la corrispon- dente emissione di gas serra;

•Le associazioni locali, le industrie, le fattorie, l’agricoltura locale, di- ventano il motore del nuovo sistema economico e culturale;

•Le abitudini degli utenti devono essere modificate gradualmente, ma devono adattarsi al corso naturale che le fonti di energia rinnovabile portano all’interno della città.

Inoltre, a questi pilastri sopracitati, vanno aggiunte alcune considera- zioni, in quanto il nuovo modello mira anche alla sostituzione graduale delle grandi centrali elettriche e ad uranio, con nuove strutture di scala decisamente inferiore e localizzate geograficamente in posizioni dif- ferenti, in linea con i progressi tecnologici e le esigenze dei sistemi di generazione distribuita, utili allo sfruttamento delle fonti rinnovabili. Interessante è anche la possibilità di studio non solo dell’efficienza

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9 Studio proposto da Greenpeace per il

progetto 100% rinnovabili entro il 2050 in collaborazione con EREC (European Renewable Energy Council)

energetica dei parchi fotovoltaici, dei pannelli solari, e delle turbine eoliche, ma anche il successivo adattamento al paesaggio e migliora- mento estetico, grazie anche ai cambiamenti imposti nel sistema, tra- mite un’ “educazione globale”, volta alla ricerca e alla specializzazione di figure professionali in questo campo specifico.

Il modello proposto mira ad individuare tre scenari di partenza, che dipendono dalla domanda di energia, alta media o bassa, in cui l’ener- gia viene prodotta da fonti rinnovabili, la cui peculiarità è la flessibilità, presente sia nello stesso concetto di generazione, che include una ra- pida risposta per l’utente, sia nelle tecnologie solari, per la intrinseca varietà e capacità di produzione, sia nell’affidabilità delle tecnologie che sfruttano l’acqua o le biomasse. Gli scenari si fondano sul concetto di smart grids, ovvero le infrastrutture elettriche che connettono im- pianti rinnovabili decentralizzati; a seconda dei bisogni delle utenze, la produzione elettrica di turbine eoliche, parchi solari e fotovoltaici, impianti a biomassa, viene monitorata e regolata utilizzando nuove tecnologie di gestione dei carichi elettrici da remoto in tempo reale. Per aumentare la stabilità del sistema elettrico delle smart grids, è utile accoppiarle alle super grids, che dal locale distribuiscono energia verso il globale9. Aumentare la quota di energia rinnovabile nel mix elettrico

avrà un impatto sul funzionamento del sistema elettrico tradizionale, che è stato pensato per operare con pochi impianti centralizzati dalla capacità di generazione poco modulabile. Questi impianti sono comu- nemente utilizzati per produrre la potenza di “base” e non i “picchi”. Le fonti rinnovabili presentano, come detto, una notevole flessibilità con una notevole diversificazione: per esempio il solare e l’eolico dipendono dalla “variabilità” naturale; pertanto portare le rinnovabili al 100% del mix energetico influirà sulla stabilità della rete, in quanto la potenza per la copertura di base, diventerà variabile. Le smart grid servono proprio a soddisfare la necessità di modificare la struttura del sistema elettrico: mediante l’integrazione di tecnologie informatiche e di tele- comunicazione nella rete elettrica si può infatti controllare e gestire la produzione di turbine eoliche e parchi solari, attivare la capacità di stoccaggio dei serbatoi e modulare la domanda delle utenze elettriche. Sul lato della domanda sarà invece possibile influenzare la richiesta di energia di alcune utenze industriali e residenziali, operare collegando o scollegando in rete serbatoi di stoccaggio dell’energia prodotta (ad

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esempio con il parco di automobili elettriche di una azienda), disporre l’attivazione di celle a combustibile per la produzione di idrogeno, o attivare pompe elettriche per ricaricare i serbatoi idroelettrici (misura già ampiamente utilizzata).

Fig.26 Schema del modello delle smart grid proposto da Green Peace

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10 Lo afferma lo studio Energia 3.0 con-

dotto da Greenpeace Spagna in cui si dimostra come si possa ottenere dal sistema dei trasporti una riduzione del consumo dell’87%

Nel progetto spagnolo è presente lo studio per i calcoli degli investimen- ti che la Regione dovrà fare anche per le aree che hanno, ad esempio, totale mancanza di vento in alcune stagioni dell’anno, grazie alle previ- sioni meteo studiate negli ultimi trent’anni: in questo caso le super grid di connessione fra più stati europei giocheranno un ruolo peculiare. All’interno del programma è presente anche uno studio accurato sul modello di “trasporto intelligente”10, tramite la combinazione di effi-

cienza, intelligenza, elettrificazione e fornitura energetica basata sul 100% di energia rinnovabile. La strategia dei trasporti propone innan- zitutto la riduzione della necessità di spostamento in automobile attra- verso il telelavoro, e una pianificazione urbana efficiente e diversificata che permetta l’accessibilità ai pedoni e alle biciclette. In secondo luogo, propone la mobilità condivisa, con un trasporto pubblico fondato su veicoli elettrici, e l’intermodalità, tramite il miglioramento dei collega- menti con i mezzi pubblici. Infine il modello obbliga alla elettrificazione del sistema dei trasporti, con punti di ricarica localizzati nei garage dei palazzi, nei parcheggi o lungo le strade, e la costruzione di stazioni dove effettuare un cambio completo delle batterie; attraverso questo metodo, ovviamente gli utenti sono i protagonisti diretti della domanda di energia elettrica. La proposta per il nuovo sistema dei trasporti per la Spagna è volta a migliorare la salute, e più in generale la qualità della vita dei cittadini, rispettando l’ambiente e gli obiettivi genericamente descritti con il termine “sostenibilità”. Nel breve termine è necessa- rio ridurre il consumo di energia, derivante in particolare dal traffico stradale, tramite misure di pubblicizzazione dei trasporti con le nuove tecnologie di funzionamento. Nel lungo termine è necessario introdurre politiche che scoraggino il bisogno di avere un mezzo di trasporto, e gradualmente implementare le tecnologie basate sulle FER.

L’ultimo anello del processo di trasformazione energetica per la Spagna è la creazione di una politica energetica in grado di aumentare la di- sponibilità di posti di lavoro, diretti o indiretti (più o meno con la stessa percentuale), tramite l’utilizzo delle previsioni dei dati ISTAT spagnoli del 2008, che individuano in circa ottantamila posti di lavoro in più, il miglioramento grazie alla nuova proposta. Tramite questi dati è stata calcolata anche la spesa di transizione dal modello centralizzato delle fonti fossili, al modello decentralizzato delle fonti rinnovabili, che do- vrebbe trovarsi nel range tra i cento milioni di euro e i trecento milioni

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di euro, che risultano essere molto inferiori rispetto agli investimenti di un eventuale sistema fondato sul 100% di produzione di energia da fonti nucleari (primo interesse non solo della Spagna, ma di tutte le Regioni europee).