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La ricerca di energia per “costruire” l’habitat

PARTE PRIMA

CAPITOLO 2: TECNOLOGIA, FONTI ED ENERGIA

2.2 La ricerca di energia per “costruire” l’habitat

Si parte dall’ipotesi che la costruzione delle città, nell’antichità, fosse intenzionalmente realizzata seguendo le regole di sfruttamento della radiazione solare, e le regole di intelligente adeguamento alle condi- zioni climatiche. Questa ipotesi ha trovato credito e parecchi seguaci, specialmente nella prima “stagione bioclimatica”, iniziata subito dopo la crisi petrolifera negli Stati Uniti, dei primi anni ’70 del Novecento. In realtà non si pensava ad un organizzazione spaziale “energetica” della città, intesa come sistema complesso e unico, ma l’attenzione era spo- stata sull’utilizzo di tipologie edilizie efficaci dal punto di vista ambien- tale. Le linee guida furono quelle di costruire l’abitazione con una sorta di elemento mediatore fra lo spazio esterno, direttamente esposto alle perturbazioni del clima, e lo spazio interno, per il quale era necessario mantenere un livello di comfort accettabile, con i minori cambiamenti possibili.

Per lungo tempo, fino all’epoca industriale, le due forme di energia prevalenti erano la forza muscolare dell’uomo e il legno (quello che oggi viene definito biomassa vegetale). Addirittura Vitruvio attribuisce all’utilizzo della legna per il fuoco la nascita della prima cultura urbana: “in quegli incontri degli uomini attorno al calore del fuoco, venivano emessi dei suoni e con la consuetudine quotidiana diedero un nome a ciò che toccavano...grazie alla scoperta del fuoco è nato il ritrovarsi… cominciarono alcuni a costruire capanne di paglia, altri a scavare grot- te nelle montagne. In seguito confrontando le proprie case con quelle degli altri e aggiungendo, con le proprie idee, nuove soluzioni …”3. Il

legno, oltre a servire per accendere il fuoco, era strettamente connesso alla crescita della popolazione nelle città e allo sviluppo delle manifat- ture e delle attività commerciali.

La forza muscolare serviva, invece, alla produzione di energia cinetica, per tutte le azioni legate alla vita che necessitavano di movimento, come l’utilizzo di utensili o la costruzione delle case. Un esempio da citare è sicuramente la forza muscolare degli schiavi che ha costituito

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la forza motrice di tutta la civiltà antica., in quanto veniva utilizzata in città per la costruzione degli edifici pubblici, soprattutto nella civiltà ro- mana, per le case e per il lavoro in miniera. Anche i trasporti dell’epoca avevano un ruolo fondamentale nella conformazione fisica della città, infatti il fatto che l’uomo si spostasse con il cavallo, faceva in modo che da questo dipendessero sia le dimensioni e le distanze delle reti stradali, sia l’involucro degli edifici, sia le pavimentazioni dello spazio di transito.

In generale, la forma delle città antiche è nata senza un disegno preor- dinatore di progetto, ma hanno inciso in maniera diretta fattori quali: le caratteristiche del terreno, le esigenze di difesa, i rapporti con le aree agricole della campagna, e i fenomeni come le guerre e le carestie. Gli aspetti bioclimatici, quale l’esposizione alla radiazione solare, venivano presi in considerazione per il singolo edificio, in particolare per i bagni termali che, in epoca romana, godevano di impianti di produzione di energia termica molto sofisticati. Le tipologie edilizie efficaci dal punto di vista climatico ruotavano intorno ad un elemento cardine, rappre- sentato dal cortile interno insieme al porticato, che fungeva da filtro sia per gli ambienti interni che per gli ambienti esterni, “ammorbidendo”

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anche il rapporto con gli agenti esterni, quali il sole, il vento e le preci- pitazioni4. Ad esempio nella pianta della città di Olinto, è evidente come

la modulazione degli isolati dipenda principalmente dalla radiazione so- lare sugli edifici, secondo le esigenze stagionali (ogni fila comprende cinque abitazioni, con i locali chiusi verso l’esterno, ma aperti sul cortile interno, che si addensano sul lato nord delle case).

Per quanto riguarda, poi, il riscaldamento e l’illuminazione venivano utilizzati i focolai e le luci basse delle candele, però la prima innova- zione di rilievo fu l’introduzione dei camini rudimentali, la cui efficienza dipendeva (e migliorava con il tempo) sia dal tipo di combustibile uti- lizzato, sia dal materiale utilizzato (la pietra, il mattone, il fango) per la sua realizzazione. Nonostante i dettagli forniti, non è stato mai possibile calcolare il bilancio energetico delle abitazioni dell’antichi- tà, ma ciò che è chiaro è che la richiesta di costanti flussi energetici, necessitavano di notevoli capacità organizzative e di una notevole mobilitazione di forza lavoro.

Nelle colline della Francia, vicine a Parigi, veniva sfruttata anche l’ener- gia del vento, grazie ai mulini, che si caratterizzavano essenzialmente

4 De Pascali P., (2008) op. cit., pp. 44-

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Fig.3 Esempi di mulini a vento in Fran- cia e in Olanda

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per usi agricoli, ad esempio per il sollevamento delle acque. Infatti non si può riconoscere a questa fonte un utilizzo per attività di tipo urbano. I primi ad introdurre i modelli di pala eolica più efficienti, furono però gli olandesi, che utilizzavano i mulini per macinare il grano e per pom- pare l’acqua; in altri contesti che non fossero agricoli, i mulini venivano usati anche per macinare e rompere le materie prime, come il gesso, e la canna da zucchero. Solo in Olanda le tecnologie del vento diedero un contributo significativo al drenaggio delle terre basse del paese, per la conquista di nuovi campi coltivabili per l’agricoltura.

L’uso delle fonti energetiche citate fu fortemente condizionato dal vin- colo di prossimità al luogo nel quale queste si generavano. Infatti, il legno, a causa dei limiti delle tecnologie e della fonte energetica utiliz- zata per il suo trasporto (quella muscolare), e il vento, a causa dell’im- possibilità di trasferire il movimento in un luogo diverso da quello in cui si produceva, avevano alcuni limiti, poi superati grazie alle applicazioni diffuse per la conversione, ad esempio, dell’energia termica in energia meccanica, che hanno a loro volta determinato grossi cambiamenti nel- la conformazione del paesaggio.