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La costruzione del profilo personale su Facebook

Pratiche digitali e social network sites

5.1 I social network sites

5.1.1 La costruzione del profilo personale su Facebook

Attraverso il social network site Facebook le ragazze postano foto, video e condividono informazioni   su   se   stesse.   Gli   “amici”   (i   contatti)   possono   postare   e/o   rispondere   commentando i contenuti condivisi. Il social network è basato su un profilo personale, una

home page individuale che offre una breve descrizione della persona. Oltre ai testi, immagini,

e video caricati e condivisi dai membri, il profilo contiene anche i commenti degli altri utenti e una lista di  “amici”  (con  cui  si  è  in  contatto  all’interno  del  sito).  Il  profilo  richiede,  tra  le   altre cose di rendere visibili alcuni dettagli demografici (età, sesso, luogo di nascita e così via); di rendere pubbliche le connessioni con le persone con cui si è legati nella vita offline (legami familiari o sentimentali) e offre la possibilità di inserire una descrizione di se stessi. Il profilo deve essere costruito seguendo il form offerto dalla piattaforma e, a differenza di altri siti  che  permettono  all’utente  di personalizzare il profilo personale (es. Myspace), Facebook non offre nessuna possibilità si modifica, abbellimento o personalizzazione del template.

Secondo Livingstone (2008), la partecipazione con il gruppo dei pari alle attività dei

social network site è   “uno   strumento   fondamentale   per   gestire   la   propria   identità,   il   proprio  

stile di vita e le proprie relazioni   sociali”   (394   trad. nostra). Costruendo un profilo e

98 La pervasività dei siti di social network nella vita quotidiana delle ragazze è confermata da indagini a livello regionale. Per le ragazze della Lombardia, regione dove è stata condotta la ricerca il predominio è di Facebook (Mascheroni 2013). La centralità di Facebook tra gli SNSs è messa in luce anche da ricerche internazionali (Livingstone et al. 2010).

utilizzando Facebook nella vita di tutti i giorni le ragazze definiscono la propria identità online: ad esempio scegliendo una particolare foto del profilo, decidendo quali informazioni condividere con gli altri contatti, definendo come ampliare o restringere la cerchia delle “amicizie”, scegliendo di chi essere amico o meno.

La possibilità di esprimere la propria identità attraverso questi media è condizionata da diversi fattori, primo tra tutti le specifiche affordances tecnologiche che permettono o inibiscono differenti tipi di auto-rappresentazione. Le critiche più recenti rivolte al web 2.0 hanno messo in luce come le identità che è possibile costruire attraverso questi siti siano inscritte in processi di normazione che inibiscono forme di sperimentazione (van Zoonen 2013; Marwick 2013). Van Zoonen (2013) interpreta la policy adottata da Facebook di richiedere agli utenti di registrarsi con il vero nome (invece di lasciarli liberi di scegliere

nickname), con i propri dati personali (anno di nascita, luogo di residenza, scuola frequentata,

e così via) e di possedere un solo account, come un esempio concreto di quella varietà di forze   che   nel   quotidiano   lavorano   contro   una   costruzione   fluida   e   molteplice   dell’identità   a   favore invece di un sé fisso e immutabile.

I risultati della nostra ricerca indicano che le ragazze nella maggior parte dei casi scelgono di  utilizzare  per  l’account personale nome e cognome della vita reale - così come suggerisce Facebook. Tuttavia, le ragazze sono attivamente impegnate nella costruzione di strategie creative per mantenere degli spazi di autonomia rispetto alle richieste del sito. Carla è una ragazza  di  origini  Ecuadoriane  di  18  anni  che  durante  l’intervista  racconta  di  avere  deciso  di   non utilizzare  per  intero  il  suo  nome  ‘reale’ per il proprio account di Facebook.

Però su Facebook ho il mio secondo nome, cioè quasi nessuno mi conosce con il mio secondo nome ma con Carla, poi non so che cosa mi ha preso che non volevo che la gente mi trovasse su FB e ho messo il mio secondo nome! (Carla, 18 anni)

La scelta di sottrarsi alla richiesta del sito di comunicare il proprio nome permette a Carla di godere di un certo livello di anonimato e in questo modo di possedere un maggiore grado di controllo sulle possibili connessioni e relazioni che può creare online.

Utilizzare il nome reale su Facebook solitamente risponde alla principale funzione del sito, ossia restare in contatto con gli amici di tutti i giorni ed estendere la rete di relazione della vita offline. Essere rintracciabile con il proprio nome semplifica   la   ricerca   degli   “amici”.   Nella   maggior parte dei casi, infatti, le ragazze costruiscono relazioni con persone conosciute nella vita di tutti i giorni.

C’ho  (come  contatti  su  Facebook)  tutte  le  persone  di  giù  (di  Napoli)  e  poi  quelle  di  qua   (di Milano) e poi persone sparse per tutto il mondo, gli zii, tutta la mia famiglia, i parenti, il mio fidanzato.. il mio ex che ti dicevo prima. La mia amica, quella che devi intervistare dopo (ride). (Emanuela 17 anni)

Nonostante ciò, i risultati mostrano che alcune ragazze hanno sperimentato in passato anche l’utilizzo   di   nominativi   diversi   per   il   proprio   account. La scelta in questi casi ricade su soprannomi o nomignoli, nomi di personaggi della cultura pop (dei due casi presenti tra le intervistate si tratta di attrici) oppure in altre circostanze sono stati scelti nomi che evocano situazioni ed esperienze vissute dalle ragazze nella vita offline.

L’osservazione   dei   profili   delle   ragazze   lascia   pensare   che   i   dati   anagrafici non siano sempre accurati: non è raro che, ad esempio, le ragazze abbiano spesso decine di fratelli e sorelle fittizie. Analizzando più a fondo è molto semplice scoprire che si tratta del gruppo delle migliori amiche e amici. Questo comportamento è uno dei modi in cui le ragazze rispondono in modo giocoso alle richieste di informazioni da parte di Facebook, fornendo dati non esatti, ma che in realtà contengono segnali importanti sulle loro amicizie e sulla loro vita sociale. Nella   sezione   “informazioni   su   di   te”   è   comune   che   le   ragazze   si divertano a completare  il  campo  “citazioni”  con  frasi  di  film  e  canzoni  famose  tra  i  coetanei,  mentre  è  una   tendenza  generale  non  compilare  l’area  in  cui  viene  richiesto  di  scrivere  qualcosa  “su  di  sé”.   Alcune  volte  le  ragazze  usano  l’ironia  per  completare questo campo delle informazioni e in questo modo si sottraggono dal doversi autodefinire come il sito richiederebbe.

Seppur  in  un  modo  ‘leggero’,  le  ragazze  in  questo  modo  rinunciano  a  sottostare  alle  regole   di presentazione di sé definite da Facebook ampliando lo spazio di possibilità entro cui costruire la propria identità online. In alcuni casi decidono di scrivere su Facebook di essere “in   una   relazione”   con   la   loro   migliore   amica: in questo modo non stanno dichiarando di essere in una relazione lesbica, ma piegano la richiesta di Facebook alle loro esigenze relazionali del momento - facendo ad esempio prevalere   l’importanza   delle   amicizie   sul   rapporto di coppia.

Abbiamo a volte   utilizzato   la   definizione   “identità   online” per riferirci al risultato delle scelte che le ragazze fanno nel costruire il proprio profilo e organizzare le loro relazioni su Facebook. Questo termine implicitamente contiene una distinzione tra come le ragazze si presentano online e come si presentano offline, seppure ogni divisione tra online e offline rischi di essere, per una serie di motivi, semplificante. In pirmo luogo perché, in contrasto con l’internet  degli  anni  ‘90, le ragazze oggi usano i social media prevalentemente per comunicare con le persone  che  conoscono  nella  vita  ‘reale’;; in secondo luogo perché i dispositivi mobili

di connessione, come lo smartphone, rendono   l’accesso   a   Facebook   una   pratica   quotidiana,   parte delle routine della vita di ogni giorno,   piuttosto   che   un’azione   che   ha   bisogno di un momento formale in cui le ragazze fanno log in a un sito e accedono a questo spazio.

Quello  che  complica  ancora  di  più  la  lettura  del  rapporto  tra  online  e  offline  nell’utilizzo   del social network site è la richiesta di Facebook di associare al profilo personale una foto di sé.   L’ampia   gamma   di   pratiche   richieste   dai   social network sites come Facebook, che prevedono anche una cospicua mobilitazione di immagini personali, garantisce che le identità siano visivamente significate come parte centrale della   costruzione   dell’autopresentazione   delle ragazze (Nakamura 2010). La foto del profilo è uno degli strumenti centrali - insieme al nome - utilizzati   per   trasmettere   agli   altri   contatti   un’immagine   di sé su Facebook. Nella totalità dei casi la foto scelta come immagine del profilo dalle ragazze che hanno preso parte alla  ricerca  è  un’immagine  che  raffigura  loro  stesse.  La  partecipazione  delle  intervistate  alle   attività di Facebook, quindi, si costruisce attraverso continui rimandi alle immagini dei propri visi e dei propri corpi. In questo modo, poiché la presenza in Facebook risulta strettamente legata  all’esperienza  dei  corpi  della  vita  ‘reale’, la dimensione della corporeità risulta essere una   chiave   centrale   della   costruzione   dei   soggetti   nell’esperienza   del   social   network   site   (Durham 2011).

Per le ragazze intervistate la scelta di avere come  fotografia  dell’account una foto che le ritrae è un vincolo alle possibilità di sperimentazione in rete attorno ai segni del corpo. Allo stesso tempo, tuttavia, risponde alla necessità di svelare agli altri la propria identità offline per aumentare le possibilità di connessione con amici e conoscenti. Tale abitudine sembra essere data per scontata, e fa  riferimento  all’uso  del  social network site come prolungamento degli spazi di relazione non connessi alla rete che costituiscono la quotidianità: perché non dovrei rappresentarmi attraverso la mia immagine quando scrivo, condivido foto e video, discuto delle cose che accadono nella vita di tutti i giorni con i miei amici e compagni di classe online? Per uno sguardo esterno può essere difficile comprendere questa disponibilità a presentarsi visivamente online e mostrarsi a un pubblico. (Questo aspetto, tra  l’altro, alimenta alcune delle preoccupazioni dei genitori). 100

Infatti mia madre mi ha consigliato:  “invece  di  mettere  una  tua foto metti una, non so, un'immagine   divertente,   Dumbo   che   sorride,   la   principessa,   faccio   esempi   stupidini”…   Mi ha detto non mettere la tua foto perché si riesce benissimo a fare copia e incolla e a

usare la mia immagine. Per fare chissà cosa non so.. però appunto avere la mia immagine. (Ginevra, 16 anni)

I risultati mostrano che le foto scelte per il profilo personale hanno una durata limitata nel tempo e vengono spesso modificate. È una pratica comune tra le ragazze che hanno preso parte alla ricerca di cambiare le immagini del proprio account di frequente: in occasione di un evento che le ha particolarmente colpite, di un viaggio, di un nuovo incontro.

Come (foto di) copertina ci sono le mie compagne che il giorno del compleanno sono venute sotto casa mia con un muffin, una candelina e un regalo e hanno fatto la foto mentre ci sono io che spengo la candela! (Morena, 16 anni)

Cambiando di frequente la loro immagine profilo, le ragazze mettono in discussione la richiesta  di  Facebook  di  abbinare  il  profilo  a  un’identità  costante. I risultati suggeriscono che il profilo di Facebook il più delle volte non viene vissuto come uno spazio fisso e rigido, e i modi in cui le ragazze costruiscono le loro posizioni come soggetti online è spesso contingente e può essere modificato. Molto spesso le foto che le ragazze utilizzano per costruire la propria identità online sono accompagnate da testi scritti, ad esempio stralci di canzoni, citazioni di film o di libri. I testi che accompagnano le foto inseriscono un nuovo elemento/risorsa nella costruzione del profilo, e contribuiscono a complicare il significato che può avere la foto scelta per rappresentarsi.

L’ho scelta (la foto di copertina) perché poi noi di fianco alle foto mettiamo anche le frasi, allora quando trovi la frase giusta da mettere allora quella foto è perfetta da mettere come  copertina.  E  poi  era  carina…  

Intervistatrice: che frase avete scelto?

“sarà   che   ci   facciamo   viaggi,   ma   è   sognare   che   ci   rende   saggi” è una frase di J-AX. Quindi quando trovi la frase giusta devi metterla per forza con la foto giusta. (Francesca, 19 anni)

Scegliere la foto con cui rappresentarsi, decidere quale descrizione dare di sé o anche un semplice gesto come cambiare il proprio status su Facebook implicano comunque uno sforzo introspettivo (Boccia Artieri 2011). Ambienti come Facebook dunque rappresentano occasioni per sviluppare riflessività, offrono la possibilità di osservarsi confrontandosi con gli altri e le altre, di costruire percorsi di senso che servono alla costruzione di sé.