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1.2 IL MERCATO CROCIERISTICO

1.2.1 Il mercato crocieristico mondiale

Il mercato crocieristico si presenta oggi come un mercato globale con una stretta connessione nelle sue dinamiche mondiali. Attori dell’offerta e soggetti della domanda infatti, dialogano nello spazio mondiale, restringendo o annullando eventuali vocazioni o volontà programmatiche da parte delle imprese, di gestire il proprio business limitandosi ai confini nazionali

Da una analisi dimensionale del mercato, sia dal punto di vista dell’ offerta che della domanda, possiamo facilmente intuire la prorompente crescita che esso ha riportato negli ultimi anni. Senza andare indietro di troppo, e partendo dal dato 1990, è evidente come in poco più di 10 anni l’offerta complessiva mondiale sia più che triplicata, ed è lecito pensare che possa continuare a crescere ancora significativamente, stando alle ordinazioni confermate di nuovi impianti, arrivando a superare in maniera considerevole la soglia dei 300.000 posti letto disponibili (somma dei posti letto delle singole navi in attività) (tab. 1.2).

Anno Posti Passeggero Var % Anno Posti passeggero Var % 1990 93.452 11,5 1998 185.217 12,9 1991 100.652 7,7 1999 201.458 8,8 1992 108.758 8 2000 217.000 7,7 1993 114.112 4,9 2001 231.100 6,5 1994 122.200 7,1 2002 255.442 10,5 1995 132.526 8,4 2003 293.098 14,7 1996 147.484 11,3 2004 314.990 7,5

1997 164.104 11,3

Tabella 1.2 - Evoluzione dell’offerta mondiale, 1990 - 2004

L’ organizzazione e la gestione dell’attività crocieristica: il caso Costa Crociere

Fonte: G.P.Wild International - Cruise Industry Statistical Review, Dicembre 2003 e Seatrade Cruise Review, Settembre 2004

Tale crescita piuttosto costante è caratterizzata da salti piuttosto considerevoli tra gli anni 1995 e 1998. Per quanto riguarda invece la variazione più grande riportata in tabella, quella tra il 2002 ed il 2003, la riportiamo col beneficio dell’inventario poiché si tratta di stime, dal momento che i dati certi si fermano al Marzo 2002 .

Se da un lato l’offerta ha aumentato considerevolmente la propria capacità produttiva, anche la domanda dall’altro ha accresciuto di molto la propria consistenza. Per cercare subito un confronto di massima presentiamo in tab. 1.3 i dati sul totale dei croceristi, divisi per macroaree di provenienza.

Nord

America Var % Europa Var % Altri 1995 4.378.000 1.034.000 370.000 1996 4.656.000 6,3 1.202.000 16,2 443.000 1997 5.051.000 8,5 1.481.000 23,2 517.000 1998 5.428.000 7,5 1.696.000 14,5 680.000 1999 5.894.000 8,6 2.001.000 17,9 850.000 2000 5.791.000 -1,7 1.978.803 -1,1 776.000

Tabella 1.3 - Il mercato mondiale delle crociere (croceristi per aree di provenienza), 1995 – 2000

Fonte: G.P.Wild International - Cruise Industry Statistical Review

Anche in questo caso la crescita è stata decisamente costante, garantendo il raddoppio del traffico nello scorso decennio. Unica eccezione, secondo questa fonte, il calo registrato nel 2000 rispetto al 1999, la cui causa va ascritta in modo particolare all’instabilità socio-politica che ha segnato alcuni Paesi con rischi di conflitti o manifestazione degli stessi. Una domanda che ha suggerito agli operatori di investire in ampliamenti della capacità di offerta, ma allo stesso tempo trainata dalle iniziative

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promozionali condotte dai cruise operators che hanno creduto nel potenziale dei propri prodotti, consapevoli di un tasso di penetrazione delle vendite ancora decisamente basso.

Naturalmente, anche in ragione dell’informazione appena fornita, l’aumento relativo del numero di croceristi provenienti dal Nord America è stato inferiore a quello dell’Europa o del resto del mondo, mercati emergenti o comunque meno maturi.

La chiave di lettura di questa crescita è piuttosto ovvia. Dal lato dell’

offerta si è avuta una impressionante spinta verso la crescita dimensionale sia in termini di numerosità della flotta, che di gigantismo delle navi. La crescita dell’ offerta, di contro, ha determinato una riduzione dei costi e quindi del prezzo di vendita del prodotto crociera, e ciò ha comportato una crescita della domanda. La crociera non è più vista quindi, come un prodotto di elite, ma l’offerta può continuamente confrontarsi con nuovi segmenti che sorgono nel panorama crocieristico.

Lasciando come unità di riferimento le macro-aree geografiche torniamo all’offerta di settore per verificare dove gli operatori hanno scelto di localizzare i propri impianti e fornire il servizio crocieristico (tab. 1.4).

Lo scenario 2002 è stato significativamente differente da quello 2001: il Nord e Centro America, infatti, hanno concentrato nell’anno 2002 una quantità di offerta decisamente superiore, in termini relativi oltre che assoluti, rispetto a quanto fatto registrare nel 2001, passando da un 66%

ad un 72%, spiegabile, almeno in parte, attraverso gli effetti sul

L’ organizzazione e la gestione dell’attività crocieristica: il caso Costa Crociere comportamento di consumo dei crocieristi americani dopo il settembre 2001, che ha visto una drastica riduzione degli spostamenti aerei.

1999 2000 2001 2002 % 2002

America del nord e Centrale 31.721 37.129 37.281 47.503 72,4 Caraibi e Bahamas 19.726 24.710 26.531 29.617 45,1 Messico e Canale di Panama 5.565 5.254 3.563 10.309 15,7

Alaska 4.086 4.197 4.698 5.052 7,7

Bermuda e Nord Atlantico 2.277 3.508 2.489 2.525 3,8

Europa 9.373 10.021 12.383 13.419 20,5

Mediterraneo 5.898 6.277 7.546 6.497 9,9 Nord Europa 3.475 3.744 4.837 6.922 10,5 Crociere circumterrestri 565 414 613 582 0,9

Totale 45.814 51.717 55.991 65.590 100

Tabella 1.4 - L’offerta mondiale nelle aree crocieristiche (letti-giorno),‘99-‘02 Fonte: CLIA

Gli americani, dunque, assoluta maggioranza del totale dei crocieristi mondiali, hanno dato segni evidenti di voler optare, almeno in questo periodo, per fare crociera nelle acque di casa evitando di volare fino in Europa o altrove. Da notare, sempre a fonte CLIA , come nel 2002 vi sia stato un forte riequilibrio del potenziale di offerta dislocato nel Mediterraneo rispetto a quello nel Nord Europa, anche in questo caso probabile conseguenza di continui rischi registrati in alcuni Paesi.

Per precisione è opportuno ricordare come i dati CLIA risentano del preferire come unità di riferimento per i calcoli i lower berth (due “posti letto bassi” per ciascuna cabina) e non gli all berth, ovvero il totale autentico di posti letto calcolando per ciascuna cabina anche la frequente disponibilità di un terzo o un quarto letto. I dati assoluti che ne derivano, pertanto, possono essere sottostimati, soprattutto per le aree non

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americane, in ragione del fatto che CLIA compie un indagine molto accurata sul Nord America, area di provenienza della maggior parte degli associati.

La CLIA inoltre informa che nel 2003 le compagnie crocieristiche che fanno parte della Cruise Lines International Association hanno registrato un traffico di 9,52 milioni di passeggeri, con un incremento del 10,2%

rispetto a 8,6 milioni di crocieristi ospitati nel 2002.

Altro attore determinante della produzione crocieristica è, come detto in premessa, il porto. Non può pertanto mancare in tale overview sul settore una tabella (tab. 1.5) dedicata all’analisi dei traffici nei principali terminal crocieristici del mondo. La tabella presenta i dati, quando disponibili, relativi al triennio 1999 – 2001. Sono informazioni fornite da Med Cruise, associazione dei principali porti del Mediterraneo, e dalle singole autorità portuali. Sono dati totali, comprendenti imbarchi, sbarchi e transiti, pertanto non sufficienti per avanzare considerazioni mirate sul loro ruolo ed importanza relativa, ma più che adatti per avere una impressione generica della geografia mondiale dei porti crocieristici. È evidente la distanza dei numeri americani da quelli europei; tra questi spicca nel 2001 un certo equilibrio tra gli attori più conosciuti e consolidati, da Genova a Venezia, da Barcellona al Pireo, da Limassol a Palma de Maiorca a, naturalmente, Napoli, sulla cui realtà torneremo nel terzo paragrafo ma che, evidenziamo già, recupera nel 2001 un forte calo registrato tra il 1999 ed il 2000 certamente conseguente alla correzione

L’ organizzazione e la gestione dell’attività crocieristica: il caso Costa Crociere delle rotte nel Mediterraneo cui erano stati costretti i cruise operator in ragione della guerra nel Kossovo nel 1999.

Area Porto Passeggeri

1999 2000 2001

Stati Uniti Port Canaveral 2.700.748 3.788.621 3.593.424

Miami 3.112.355 3.364.643 3.391.091 Port Everglades 2.392.234 2.737.389 3.072.343

San Juan de Portorico 1.188.888 1.211.118 1.355.245

Palm Beach 688.609 326.520 498.460 Los Angeles 1.164.126 1.082.584 992.979 Europa Palma de Mallorca 585.257 507.486 531.441

Genova 569.124 397.516 471.245

Napoli 502.645 405.639 469.632

Barcellona 546.023 573.571 654.806

Limassol 690.174 794.453 551.128

Civitavecchia 296.213 392.103 477.579

Venezia 97.398 337.475 526.436

Tabella 1.5 - Principali Porti del Mondo (1999 – 2001), somma di imbarchi, sbarchi e transiti

Fonte: CLIA

Il punto privilegiato di partenza delle crociere su scala mondiale è quindi, secondo i dati CLIA, la Florida. Infatti quattro degli scali portuali più importanti della florida figurano nella tab. 1.5, ovvero: Port Canaveral, Miami, Port Everglades e Palm Beach, ai quali bisogna anche aggiungere l’importante scalo di Tampa, sul Golfo del Messico.

Le prospettive del mercato, giudicate decisamente rosee, anche se con opportune differenze tra area ed area, e con le difficoltà, a volte prevedibili a volte meno, che eventi congiunturali possono causare, sono fotografate anche le ordinazioni delle navi da crociera: nel complesso si prevede che nei prossimi tre anni la flotta mondiale registrerà un

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incremento di 37 navi per una capacità complessiva di 70 mila posti letto.

I problemi, o comunque le conseguenze, che tale fenomeno comporterà nella gestione dei terminal portuali è del tutto evidente: la disponibilità di strutture e servizi relativi potrebbero rivelarsi non adeguate, e compromettere una crescita costante del traffico, a meno di un ricorso a soluzioni innovative, creative, che vanno da scelte di ormeggio in rada con collegamenti navetta con le banchine a, per andare verso un paradosso, prodotti crociera interamente concepiti per essere vissuti a bordo.

La domanda crocieristica mondiale è cresciuta a tassi pressoché costanti nell’ultimo decennio, facendo registrare nel 2001 un livello che, secondo alcune fonti, sfiora i dieci milioni, secondo altre supera abbondantemente quella soglia. A prescindere dal dato è evidente lo stato di salute del settore che non conosce sosta in una crescita che, secondo le previsioni degli operatori, potrebbe continuare a lungo a non deludere, anche se con diversi accenti a seconda delle aree di provenienza dei passeggeri, nonché dei tipi di prodotto offerti (tab. 1.6 ).

Anno 1970 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Croceristi 500 4.495 4.935 5.246 5.621 6.418 6.776 7.815 8.550 8.430 9.243 9.768 10.047

Tabella 1.6 - Il mercato crocieristico mondiale (numero complessivo di crocieristi, in migliaia)

Fonte: Rispoli, di Cesare, Manzelle 1997 e G.P.Wild International

La tabella 1.7 mostra, limitatamente al continente europeo, il numero di croceristi nel 2000suddivisi per provenienza e in rapporto alla

popolazione nazionale. Nell’ultima colonna è espresso il potenziale di

L’ organizzazione e la gestione dell’attività crocieristica: il caso Costa Crociere domanda qualora si supponesse di giungere ad un tasso di penetrazione pari a quello del Nord America, 2,19%.

Paese Crocieristi 2000 % Popolazione Potenziale

Regno Unito 754.416 0,45 3.671.491

Germania 379.485 0,46 1.806.678

Italia 273.429 0,47 1.274.062

Francia 266.141 1,27 458.936

Spagna 87.432 0,17 1.126.329

Resto d'Europa 217.900 0,27 1.767.411

Totale 1.978.803 0,51

Nord America 6.882.000 2,19

Tabella 1.7 - I principali bacini di domanda europea, croceristi 2000 e potenziale di crescita

Fonte: G.P.Wild International - Cruise Industry Statistical Review

Chiudiamo il paragrafo con una tabella (1.8) che permette di collegarci al successivo: sono presentate le diverse aree della produzione crocieristica con le informazioni sui relativi traffici. Premessa l’anomalia di questi anni successivi, che ha portato ad un ripensamento di rotte e itinerari da parte di tutti gli operatori, il confronto 2001-2002 rileva come numerose aree abbiano registrato un decremento della capacità ricettiva in esse posizionate. Non sfugge a tale regola il Mediterraneo. In generale, comunque, CLIA registra, nonostante la crisi post-11 settembre, un incremento del 6,72%, a testimonianza del fatto che, nonostante in termini di quote vi sia stata un redistribuzione che ha favorito alcune aree penalizzandone altre, in valori assoluti la produzione è cresciuta.

Le previsioni per il 2003 si mostrano, in particolare nei confronti del Mediterraneo, più rosee del previsto. Secondo Seatrade Review il 2003 segnerà in Europa il ritorno degli americani dopo il rallentamento del 2002. Un’ascesa durata per tutti gli anni novanta e che ha raggiunto il

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culmine nel 2000 con più di 12 milioni di americani in visita in Europa.

Dal prossimo anno l’affluenza riprenderà a salire tornando ai livelli del 2001. A beneficiare di tutto ciò sarà anche il mercato delle crociere: la maggior parte degli operatori ha annunciato non solo di ripristinare le rotte recentemente disdette, ma addirittura di raddoppiare la propria presenza.

Area Quota di mercato 2002 Var % 2001/2002 Caraibi/Bahamas 46,6 - 16,3 Mediterraneo 10,2 - 13,9 Asia/Sud Pacifico 1,8 - 46,3

Alaska 7,9 + 7,5

Riviera Messicana 5,3 + 190,2 Nord Europa 10,9 + 43,1

Bermuda 1,9 - 3,4

Canale di Panama 3,3 - 12,7 Sud America 2,2 - 2 New England/Canada 1,8 + 1

Hawaii 3 + 22,2

Transatlantiche 1,6 + 11 Oceano Indiano 0,1 + 58,8 Crociere intorno al mondo 0,9 + 5

Africa 0,4 + 35,2

Resto del Mondo 2,5 + 200,5

Totale 100 + 6,70%

Tabella 1.8 - L’offerta nelle aree della produzione crocieristica, quota di mercato 2002 e % sul 2001

Fonte: CLIA

L’ organizzazione e la gestione dell’attività crocieristica: il caso Costa Crociere 1.2.2 La crocieristica nel Mediterraneo

Il Mediterraneo rappresenta oggi uno dei più importanti mercati crocieristici mondiali, secondo solamente, per quanto riguarda il numero di passeggeri, ai Caraibi, rispetto ai quali si differenzia per un tasso di sviluppo più elevato. Le caratteristiche generali del Mediterraneo chiaramente lo rendono ideale per andare in crociera. Inoltre vanta di un mix di attrazioni storiche e naturali unico e può beneficiare del fatto di essere “incluso” tra tre continenti con molteplici possibilità di combinare negli itinerari le coste che lo circondano. In tutta la lunghezza e la larghezza il Mediterraneo è anche cosparso di un centinaio di isole diverse per dimensione e importanza, una ricchezza che consente la possibilità di creare itinerari diversi dai 2 ai 14 giorni che permettano ai frequent cruisers di tornare nel bacino cambiando di volta in volta percorso. Relativamente la crescita media annua della domanda si è attestata attorno al 10% fino al 2004. Per gli anni successivi a questa data è probabile che per svariate ragioni che possono influire sull’andamento del mercato possa verificarsi una qualche flessione per cui, prudenzialmente, si ritiene di poter stimare la crescita dell’offerta su percentuali inferiori: del 6,5% nel biennio 2005/2006 e del 5,5% dal 2007 al 20106.

6Poiché la previsione del traffico nel Mediterraneo al 2004 è stata stimata in circa 2.120.000 passeggeri, i dati relativi al periodo successivo, dal 2005/2010 sono il risultato della valorizzazione degli incrementi percentuali annui su tale cifra, considerando anche che l’offerta di trasporto dovrebbe essere per il 2004 di 2.208.000 passeggeri con un utilizzo del 96% degli impianti disponibili. (Seatrade Cruise Med 2002, atti).

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Avvenimenti disastrosi come quelli recenti possono infatti, non solo influenzare ed indirizzare le politiche gestionali di un comparto economico, ma realisticamente pregiudicare l’esistenza stessa di quelle aziende che, coinvolte in un trend di crescita ed impegnate in investimenti significativi, non riescono più ad affrontare economicamente le evoluzioni del mercato. Secondo i pronostici, il 2001 avrebbe dovuto essere l'anno del record, della rivincita, una sorta di effetto boomerang post 1999 (guerra Balcani) e 2000 (flop Giubileo), ma gli avvenimenti dell'11 settembre hanno naturalmente alterato gli equilibri mondiali. I dati statistici evidenziano comunque, nel tempo, sia una crescita del mercato in termini quantitativi sia l’allargamento dello stesso ad una pluralità di porti (la crescita delle adesioni a Med Cruise ne è una testimonianza).

L’ organizzazione e la gestione dell’attività crocieristica: il caso Costa Crociere Figura 1.9 - La crescita dell’offerta crocieristica nel Mediterraneo Fonte: G.P.Wild International

Se nel 1995 la soglia dei 100.000 crocieristi all’anno era superata solo da 12 porti, nel 2000 è stata superata da 28. Sono stati soprattutto i porti di toccata a determinare la crescita del settore. I porti di imbarco/sbarco, invece, sono pochi e detengono ciascuno una grossa fetta di mercato. Si può notare come nell’arco di circa dieci anni la situazione sia mutata radicalmente per quanto riguarda i porti dell’area occidentale, mentre quelli del Mediterraneo Orientale come Limassol e Port Said abbiano attraversato fasi critiche tanto da ritrovarsi in una situazione, seppure positiva rispetto ad altre realtà portuali, non molto mutata rispetto al quadro di dieci anni fa. Lo “spostamento verso occidente”, rilevabile, non

26 1. La nascita dell’ industria crocieristica e lo sviluppo del mercato

è dunque tanto uno spostamento in blocco e per sostituzione degli itinerari verso l’area ad Ovest della penisola italiana, quanto piuttosto uno

“slittamento” che cerca di evitare destinazioni divenute troppo instabili politicamente per non dover ricorrere di volta in volta ad una rettifica degli itinerari.

1992 1996 2000 2001

Barcellona 132.808 277.324 573.571 654.806 Limassol 724.593 582.531 794.453 551.128 Palma 71.408 281.556 507.486 531.441

Pireo 213.689 422.567 508.107 525.351 Venezia 165.767 262.762 337.475 526.346 Napoli 0 194.875 405.639 469.632 Civitavecchia 55.258 156.241 392.103 477.579

Genova 183.588 399.227 407.974 471.245 Port Said 752.028 563.064 728.962 437.546 Tunisi 30.759 66.500 185.656 234.471 Dubrovnik 0 0 127.140 205.100

Tabella 1.10 - Evoluzione traffico nei principali porti del Mediterraneo (partenze, toccate e arrivi)

Fonte: Seatrade Cruise Med 2002, atti.

Infatti, il porto del Pireo, in pieno Mediterraneo Orientale, conferma una posizione di rilievo e a tasso crescente nel panorama dei porti dell’area.

Ma se per volumi di traffico i porti del Mediterraneo, complessivamente intesi, possono certamente essere soddisfatti rispetto a quelli dei Paesi competitor, non sfuggono alcune problematiche che ne ostacolano un’ottimale gestione nell’arco dell’anno:

problemi di sicurezza dell’area, soprattutto per il Mediterraneo Orientale;

fattori geo-politici. L’Europa è un insieme di paesi multilingue e multicultura. E’ più difficile predisporre crociere per target

L’ organizzazione e la gestione dell’attività crocieristica: il caso Costa Crociere omogenei. Nel mondo dei crocieristi europei (meno di 2 milioni) è ancora molto inferiore a quello dei croceristi americani (circa 6 milioni) che quindi indirizzano il mercato ed i suoi cambiamenti;

fattori geografici. Il Mediterraneo è ancora un mercato stagionale (figura 1.11), anche se sta provando ad offrire crociere per tutto l’anno. Alcuni vettori continuano ad essere riposizionati in inverno;

fattori logistici. L’Europa del Sud è una destinazione turistica sviluppata, con distanze brevi tra le principali città ed i punti di interesse. C’è concorrenza con altre forme di vacanza e con modalità di trasporto differenti dalla nave;

gigantismo navale. Oggi più del 70% degli ordinativi navi è per unità di stazza maggiore alle 80.000 tonnellate. I parametri dimensionali delle nuove navi come la lunghezza e la larghezza metteranno pressione in tutti i porti determinando una selezione.

Rendendo più affinata l’analisi sull’intero bacino è opportuno riferirsi ad una distinzione tra sotto-aree interne allo stesso. È tradizione considerare il mercato Mediterraneo formato da due settori, l'Ovest e l’Est, con l’Italia che forma un naturale confine tra i due. L’area del Mediterraneo occidentale è attraversata da tutte le crociere che toccano Spagna e Isole Baleari, Francia, Corsica, Sardegna, Tunisia, Marocco e la sponda occidentale dell’Italia; la seconda invece comprende i viaggi che toccano

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le due sponde dell’Adriatico, Grecia, Turchia, Siria, Giordania, Egitto e le grandi isole di Creta, Rodi e Cipro.

Figura 1.11 - La stagionalità: il peso dell’offerta nel Mediterraneo sul totale mondiale

Fonte: Seatrade Cruise Med 2002, atti.

Dei due, comunque il Mediterraneo Occidentale ha una serie più limitata di destinazioni. Le crociere nelle isole dell’Atlantico usano spesso gli stessi home ports e possono essere considerate insieme all'Ovest. L'Est è una regione più frammentata con l'Adriatico, Mare Egeo, Mar Nero e il Mediterraneo sud-orientale a formare i vari sub-settori. La tabella 1.12 riepiloga la presenza nell’area dei porti attivi sul fronte crocieristico, distinguendo tra quelli più frequentemente utilizzati come home ports e quelli scelti solitamente come ports of call.

Guardando all’area del Mediterraneo da una prospettiva più ampia, di dimensione mondiale, essa può essere vista come entità unica nei

L’ organizzazione e la gestione dell’attività crocieristica: il caso Costa Crociere processi decisionali, per cui un armatore può scegliere di posizionare una nave qui anziché nei Carabi. Ma, avvicinandoci ad essa e guardandola in dettaglio, l’analisi evidenzia sfumature e peculiarità interne alla stessa.

Non tutto il Mediterraneo, infatti, è navigato allo stesso modo e con la stessa intensità, alcune zone sono più appetibili di altre dal punto di vista delle attrattive di cui dispongono, altre sono più facilmente navigabili, altre ancora più culturalmente adatte al prodotto crociera.

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Mahon, Portofino, Olbia, Alghero, Ajaccio, Bastia,

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Cagliari, Porto Vecchio, Livorno, Napoli, Amalfi, Capri,

Salerno, Sorrento, Lipari, Messina, Catania, Taormina,

Siracusa, Palermo, Porto Empedocle, La Valletta, Gozo,

Tunisi, Motril, Tripoli

Tabella 1.12 - I porti del Mediterraneo Fonte: Seatrade Cruise Med 2002, atti.

La tabella 1.13 fornisce una fotografia delle scelte compiute dai cruise operators impegnati nell’area, a fonte Seatrade Cruise Med, che imputa 2.404 crociere a sei diverse sottoaree più la categoria delle trans-Mediterranee, e attraverso la 1.14, che disaggrega 896 crociere effettuate nel 2002 e censite rispetto alle quattro sottoaree prescelte per l’analisi, mostrando, in particolare, gli “incroci” tra tali aree, elemento informativo utilissimo per comprendere l’indipendenza o meno, nello sviluppo degli

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itinerari, delle singole sottoaree, e quindi l’orientamento dei cruise operators ed i ruoli attuali e prospettici che i singoli porti possono e potranno occupare nella geografia del settore.

Area Operatori Navi Crociere Passeggeri Notti - letto %

Area Operatori Navi Crociere Passeggeri Notti - letto %