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La nechudožestvennaja proza di Velimir Chlebnikov

II. STATO DELL’ARTE E NOTE METODOLOGICHE

II.1 Considerazioni preliminari sulla produzione in prosa di Velimir Chlebnikov

II.1.3 La nechudožestvennaja proza di Velimir Chlebnikov

Nel paragrafo dedicato all’approfondimento dei criteri adottati nella compilazione delle diverse edizioni critiche dell’opera di Chlebnikov è stato anticipato che, in SP, Stepanov sottolinea l’importanza del gruppo degli stat’i o jazike i literature, in quanto giocano un ruolo primario non solo come ‘commento alle poesie’, ma anche come materiale concreto per lo studio dell’estetica e dello sviluppo del futurismo russo (cfr. SP, V, 339). Nonostante queste osservazioni tradiscano di per sé stesse una considerazione secondaria degli ‘scritti teorici’, unicamente funzionale alla comprensione e alla contestualizzazione dell’ars poetica chlebnikoviana, vale la pena di riportare un’ulteriore precisazione di Stepanov: «Из статей помещены в этом томе только те, которые имеют непосредственное отношение к литературной деятельности самого В. Хлебникова. Не помещен здесь ряд статей о времени, числовые исследования и записи исторических дат» (SP, V, 339).

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Queste affermazioni sono particolarmente importanti perché permettono di supporre che la scarsa attenzione dedicata alle opere della prosa nechudožestvennaja potrebbe derivare dalle scelte effettuate dai compilatori delle edizioni critiche. Si può affermare che l’attenzione dedicata da Stepanov ai soli testi che «имеют непосредственное отношение к литературной деятельности» sembra aver condizionato non solo l’impostazione delle edizioni critiche, ma anche l’approccio critico più diffuso tra gli studiosi: questa predilezione ‘canonizzata’ per la sfera letteraria potrebbe essere la causa della (relativamente) scarsa considerazione rivolta ai testi che indagano temi diversi dal sistema logopoietico di Chlebnikov.

Nel paragrafo precedente abbiamo cercato di mettere in luce la difficoltà di definire precisamente il genere letterario delle prose artistiche di Chlebnikov: l’indeterminatezza che ne connota la forma ha attirato l’attenzione di molti studiosi, che in molti contributi hanno proposto possibili collocazioni tipologiche: poema in prosa, miniatura in prosa, racconto ‘aramorfo’, sono tutte denominazioni concepite per far fronte a un registro stilistico spesso composito e contaminato da elementi poetici, nonché alla generale tendenza all’allontanamento dal canone. Considerata la particolarità dello stile chlebnikoviano, risulta incredibilmente complesso riconoscere con certezza l’attendibilità di tali interpretazioni, dal momento che non sono noti né la misura, né i modi in cui il poeta potrebbe averne fatto un uso consapevole. A titolo d’esempio, è possibile citare la classificazione di poema in prosa: i curatori di SS lo indicano come l’unico tra i generi letterari effettivamente riconoscibili della prosa chlebnikoviana, ma nel corpus letterario dell’autore si registra un singolo uso di questo termine, per di più nella corrispondenza privata (cfr. qui, nota 18). Come nota Baran nel caso analogo del frammento (cfr. Baran: 2009, 463-467), si corre il rischio di giungere a definizioni decisamente troppo vaghe, come quella del poema in prosa inteso come boundary genre (cfr. Wanner: 2013, 10-11), che non concorrono in alcun modo all'avanzamento dello stato dell'arte e che, paradossalmente, nell'intento di ribadire che il poema in prosa si situa al di fuori della tradizionale dicotomia tra poesia e prosa, concretizzano invece l'ipotesi che dietro al termine poema in prosa si celi esclusivamente un divertissement dell’autore, e non un genere letterario autonomo.

Un’analoga situazione di indeterminatezza si riflette anche nel contesto delle opere

33 teorico del canone per le forme in prosa, corrisponde la generale vaghezza terminologica che contraddistingue i riferimenti degli studiosi, tanto nel caso delle edizioni critiche, così come dei singoli studi specialistici. Come sarà possibile notare nel dettaglio delle singole analisi dei testi, contrariamente alla categorizzazione adottata dai curatori di SS, non tutte queste opere possono rientrare a pieno titolo in un canone di testo dichiarativo o saggistico: molto spesso si ha a che fare con testi ‘ibridi’, che presentano elementi stilistico-retorici di tipo esortativo o ingiuntivo riconducibili a opere che, per antonomasia, sono diventate l’archetipo della forma dichiarativa o manifestaria. Al contempo, però, questi stessi elementi non di rado sono commisti ad altri, più vicini a generi differenti, come il saggio e il trattato scientifico. Lo stesso discorso vale, inoltre, se si considerano le finalità implicite delle singole opere: a titolo d’esempio, si possono menzionare i testi, ibridi o meno, in cui si palesa la presenza di una ‘funzione manifestaria’ in sottofondo, ma che sono privi di quei tratti specifici che connotano un testo dichiarativo in quanto tale o, ancora, le opere di impostazione evidentemente saggistica, ma in cui gli enunciati sono caratterizzati da un tono esortativo o programmatico.

Segue un’analoga linea interpretativa anche il parere di Orlickij, che mette in evidenza come la generale tendenza poetica della prosa di Chlebnikov si manifesti anche nella produzione saggistica e nei trattati. Lo studioso sostiene che all’interno dei testi

nechudožestvennye sia in funzione un meccanismo di estetizzazione, che egli riconosce

nella distribuzione fonica «стихоподобная» (Orlickij: 2008, 363) della prosa chlebnikoviana, e che a suo avviso comporta il riconoscimento del valore artistico di questo genere di testi.42 In particolare, considerando la produzione di Chlebnikov del

periodo tardo, Orlickij rileva che la presenza del ‘principio poetico’, che caratterizzava le opere in prosa del periodo giovanile, sia maggiormente evidente nelle opere di tipo pubblicistico-saggistico rispetto ai testi di chudožestvennaja proza: questo tipo di spostamento del principio estetico soggiacente alla struttura delle opere permette allo studioso di supporre che Chlebnikov volesse giungere a una sorta di ‘razmyvanie’ dei confini di questo tipo di prosa non letteraria e, di conseguenza, a una sua

42 «Правда, “стихоподобная” звуковая организация не совсем исчезает из прозы Хлебникова, а

перемещается из чисто художественных текстов в его эссеистику и трактаты, притом в ряде случаев настолько избыточно насыщая их, что автоматически заставляет говорить именно о художественной ценности таких, например, работ и фрагментов, […]»,Orlickij: 2008, 363.

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‘estetizzazione’.43

Lasciando da parte le ipotesi di Orlickij, su cui avremo modo di ritornare in seguito, un esempio significativo in questa prospettiva è quello di due articoli pubblicati nel 1913,

Kto takie Ugrorossy? e Zapadnyj drug, in cui si ritrovano molti elementi che permettono,

come rileva McLean, sia di individuare i punti di contatto con la tradizione letteraria russa, sia di facilitare l’interpretazione delle opere di quello stesso periodo.44