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Scelta delle opere e criteri adottati nell’analisi dei testi

II. STATO DELL’ARTE E NOTE METODOLOGICHE

II.2 Note metodologiche

II.2.1 Scelta delle opere e criteri adottati nell’analisi dei testi

Il ‘cuore pulsante’ di questo lavoro è costituito dalle sue tre parti più specificamente analitiche, le quali, nel rispettivo ordine, sono dedicate all’approfondimento dei testi in forma dichiarativa (Cap. III), delle opere in forma saggistica (Cap. IV), e di quelle in forma dialogica (Cap. V).

47 Abbiamo ritenuto opportuno non seguire le considerazioni esposte da L. Jakubinskij in O dialogičeskoj

reči (Jakubinskij: 1986), poiché qui il dialogo viene analizzato nella sua accezione più tecnica, come

scambio di repliche tra due interlocutori all’interno di un più ampio contesto di prosa narrativa, e non viene considerato in quanto genere letterario dotato di precisi stilemi e tradizionalmente riconosciuto, a cui invece ci è parso più opportuno fare riferimento nel presente lavoro.

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Come in ogni studio critico, le osservazioni preliminari che hanno portato a propendere per l’analisi di un testo anziché di un altro sono da ritenersi essenzialmente soggettive. A prescindere dai limiti che questo approccio indubbiamente comporta, auspichiamo di poter contribuire a gettare luce su una parte rilevante del corpus letterario chlebnikoviano troppo a lungo rimasta nell’ombra, come dimostano la scarsezza quantitativa dei lavori specialistici dedicati a questo genere di opere e la paucità nella loro rara trattazione: aspetti, questi, che si fanno evidenti se raffrontati al numero degli studi dedicati alla produzione poetica, alla coerenza con cui essi sono strutturati, e alla profondità dell’indagine condotta dai rispettivi autori. Oltre a questi aspetti fondamentali, si segnala che nel caso in cui un testo molto noto nel corpus chlebnikoviano non sia mai stato trattato sistematicamente dalla critica (come Vremja – mera mira) o nell’eventualità in cui un’opera sia stata considerata solo parzialmente (come accade per Naša osnova, il cui ultimo paragrafo Matematičeskoe ponimanie istorii non viene sostanzialmente mai considerato), si è ritenuto opportuno svolgere un’analisi il più possibile approfondita, cercando di concentrare la nostra attenzione sia sulla componente del contenuto, sia su quella della forma. In base a quanto osservato nei precedenti paragrafi di questo capitolo, si è cercato di soddisfare i diversi requisiti di qualità, quantità e cronologia, nel modo di seguito esposto.

Qualitativamente, è stato adottato un criterio di selezione dei testi sia prendendo le mosse da quelle opere che, pur non essendo mai state discusse in modo esaustivo, sono comunemente ritenute di prima importanza in ambito critico, sia dedicando gli sforzi a mettere in evidenza i tratti più salienti di molte opere di questo genere di prosa.

Di conseguenza, dal punto di vista quantitativo, dopo aver individuato i ‘macrogeneri’ letterari a cui appartengono quelle opere nella composizione delle quali Chlebnikov si è cimentato, abbiamo selezionato un numero di testi ritenuto sufficientemente rappresentativo. Considerata l’imprecisa categorizzazione per genere letterario che è stata adottata in SS, è stata effettuata una prima scrematura che ha portato a escludere alcune opere ‘minori’ che non erano tipologicamente affini alle categorie qui prese in considerazione;48 in seguito, è stato individuato un cospicuo gruppo di testi che fossero

48 Si tratta prevalentemente di alcune bozze preparatorie ai vystuplenija, o dei testi che afferiscono alla

39 contenutisticamente e stilisticamente rappresentativi del metodo compositivo chlebnikoviano. Pertanto, nel presente lavoro figurano nel complesso 53 opere analizzate, di cui 21 in forma dichiarativa (6 collettive e 15 individuali); 26 in forma saggistica; 6 in forma dialogica.

Da un punto di vista strettamente cronologico, la prospettiva d’analisi che è stata contestualmente adottata intende lambire l’intero arco della produzione letteraria chlebnikoviana.49 È stato selezionato un campione di testi temporalmente eterogeneo che

ha permesso di tracciare linee di continuità tra forma e contenuto, sia ‘internamente’, nel caso di opere appartenenti a uno stesso ‘macrogenere’ ma composte in periodi diversi, sia ‘esternamente’ operando un’analisi che fosse quanto più possibile contrastiva, mettendo in costante rapporto le diverse tipologie di testi e riferendosi, quando possibile, anche ad altri generi letterari estranei alla prosa.

Le considerazioni teoriche nel merito dei generi letterari qui affrontati vengono esposte in un cappello introduttivo di cui è corredato ciascuno dei capitoli.

Il punto di vista soggettivo a cui è stato fatto cenno poco sopra è alla base della scelta che ci ha portato a escludere la trattazione delle Doski sud’by dal complesso del presente lavoro. Tale scelta si fonda principalmente su due motivi: il primo è dovuto al fatto che, come già specificato (cfr. qui, nota 20), quest’opera monumentale è stata oggetto di una particolare riscoperta negli ultimi due decenni, e conseguentemente è stata menzionata o approfondita in un altrettanto monumentale numero di lavori critici; il secondo motivo va individuato nella più ampia definizione del rapporto tra Chlebnikov e la scienza (e che verrà toccato più nel dettaglio nel paragrafo dedicato ai saggi scientifici): dalla lettura dei numerosi contributi che approfondiscono in maniera più o meno dettagliata la questione, è straordinario notare come le Doski sud’by occupino il primo posto e adombrino, del tutto ingiustificatamente, tutti gli altri lavori in cui il poeta ha approfondito questioni scientifiche o indagato e cercato di formalizzare gli zakony vremeni. Per questo motivo, invece di instradare l’argomentazione su un sentiero battuto già da molti studiosi (i quali sottolineano ampiamente il ruolo centrale delle potenze in base due e tre), si è preferito

49 Se si presume incerta la data di composizione di O pjati i bolee čuvstv<ach> (1904? 1908?), l’intervallo

coperto nella nostra analisi si apre con il 1906, con l’articolo scientifico O nachoždenii kukuški, blizkoj k Cuculus intermedius vachl., v Kazanskom u. Kaz. Gub., e si chiude con il gennaio 1922, anno in cui videro la luce il Prikaz predzemšarov e il Posleslovie k sticham F. Bogorodskogo.

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dedicare spazio ad altri testi, in cui compaiono calcoli di tutt’altro genere e di tutt’altra complessità, e che rappresentano le varie tappe del percorso con cui Chlebnikov giunse alle concezioni ‘ultime’, esposte nelle Doski sud’by.

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