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103 la santa croce, ed avuta la benedizione esalò il

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fia-toestremo(1).

Queste sono lenotizieche

abbiamo

potuto rac-corre intorno aisignori di

Fermo.

Però forsenel secoloXlll questacittàfudominatadallafamiglia Malesardi.Ciò

abbiamo

trattodaBernardino

Man-zonionella Chronologia Caesetiae,Pisis1643. Alla p.

90

citaStephanus

Parthus

incollect.Caesenne p. 11,dovesilegge:«1Malesardi,che

dominarono

la cittadi

Fermo,

privatideldominio venneroa Ce-sena».

Ora

allap. 57della stessaopera

sappiamo

chenel

1385

quella famigliaera già distinta in

Ce-(t)Vitadìmonsignor. NicolòBonafede pubblicatada Mo-naldo Leopardi,ilqualeaggiunge cheilprelato fè daun bi-folco trasportare aM.S.MariainGiorgioilcorpodiLodovico persottrarloalfurore militare, echefupoidepostonella chie-sa principale.Ma, consuabuona pace, crediam meglioattenerci aciò,che ne hascrittoilcontemporaneocronistaMontani, che narra:,,Adittmarzodel dettoannoe’fuportatonella città

„ standoinmostrainpiazza perotto giorni insepolto E’ fa-volaquelloche raccontailRaldassininellenotizieistorichcdi Iesip.167, cioèchel’Eufreducci fatto prigionierofossesubito dalBonafede fattoimpiccarecon quel medesimolacciod’oro che perluiaveapreparato. Eneesistetuttoranellacappella gentilizia degliEufreducciins.Francescoilbelmarmoreo mo-numentopostoneli5q7, cioèannisettecircadopolasua

mor-te,collaiscrizioneseguente:

ILM.

DOMINVM

.

LVDOVICVM

.

VTRAQVE FAM

ILI

A

.

GENEROSVM

.

MATERNA

.

DE

ODIS.

PATERNA

.

DE

.

EVFREDVCTIIS ARMORVM

.

PRA

2

FECTVM

.

VIRVM _ EQVF.STREM

.

DE

.

CIVITATE

.

BENEMER

1

TV MATER

.HIC.

PUNTISSIMA

.

ET

.SVI.

MAXIMO CVM

.

LVCTV

.

POSVERVNT

.

MDX^VII

Ilmonumentosidiceoperadiun Sansovino. Fraimolti ch’eb-bcrtalnome,èilpiù probabile cheloabbiaoperatoAndrea ContuccidettoSansovino.

104

sena,per queste parolediun'anticacronacadiquella cittàp.57ivicitata:«Alli21 digcnnarol'anno1385

morse

Galeotto MalatestanellacittàdiCesenaec., per suo ultimolegatosicominciò adedificareil nuo-vo

duomo

nellaparrocchiadellaCrocedel

marmo-re,ciòfual

tempo

di

Urbano

VI, ederavescovodi Cesena Giulio de Malesardicittadinonobiledi Cese-na.Nel 1405 troviamo

un

Gregorio Malesardi al-trovescovodi Cesena.Se

dunque

è veroche la famigliaMalesardiemigratada

Fermo andò

a Ce-sena; se naturalmente per acquistar potenzae no-biltànella

nuova

cittàdovettero correr moltianni;

se è certo,

come

loèveramente, chein

Fermo

i cro-nisti eglistoricinelsecolo

XIV

non

hanno

mai fat-tomottodiquestacasa,edisignori diquelsecolo ci son troppo noti;se

dopo

questo

tempo

lasignoria de’Malesardiin

Fermo non

si

può

ricercareperle citateautorità:vorrà ragione che questa potenza de’Malesardi

non

possaessercaduta chedaisecolo XIIIin su.

Le

carte dell’archivio fermano, nobi-lissimo di preziosescritture,potranno inavvenire spargerluce suquestopuntodipatria storia.

Dalla descrizionedelle

monete

fermane, chefin quivenneroalla luce,bensiapprende, chein que-stazeccadalsecoloXIIIfino atuttoil

XVIII

non sene coniò alcunad’oro, epicciola quantità d’ar-gento edirame,tantochebastasse al

commercio

e agli usidella vita sociale.Dui che ne conseguiva, chein

Fermo

era

duopo

si permettesseilgirodi

una

gran copiadi

monete

straniere. Perciòdai li-bri de’consigli ecernite da’pubblici istromenti,

dalle carte dell’archivio segretosisa,chene’secoli

X, XI

e

XII

furonoaccettatein

commercio

le

mo-v nete pavesie lucchesi, le quali sono nominate

105 espressamentenelle pubbliche cprivate contratta-zioni;ed altresì correvano in

moneta

i bizanzi,i quali solevansi porre per multanelcaso di con-travvenzioni. Questi bizanzieranodipiùsorte, e sidissero costantinatidal

nome

di

un

Costantino, che ne ordinò il conio, eposcianominavansi mi-c belati,manuelati,dai rispettivi

nomi

degl’impe-ratori allordominanti.Si spendevano anche i pro-visinichebattevasi in

Roma, come

diceilCarli,cd ancheipodiensi

,

ch’era

moneta

del vescovodella città di

Puy

inFrancianellaLinguadoca;ipiccioli esoldidi piccioli, forse

moneta

pavese,omeglio del senatodi

Roma;

efinalmenteiperperi (hyper-perio hyperpera) ch’erano

monete

proprie della Greciae d’oro,simigliamiaibizanziosci fati, at-tesochelaparolaperpero (siccomeè noto agl’in-tendenti chetrattanosimilicose)vuolsignificare oro purgato dalfuoco,osiaorocottoeobrizzo.

NelsecoloXIII ebbero corsoin

Fermo

le

mo-neteravennati,anconitane, bolognesi, nominate spes-sevoltenellepubblichecartee nelle private;e quelle eranolepiù

comuni

nella

Marca

e nelle con-finantiprovincie;

come

altresìlevolterrane chiama-tedenari e lirediVolterra, lequalipiù

special-mente

in

Fermo

cheinaltre cittàebbero grandis-simocorso.

Neiprimi annidelsecolo

XVI

continuarono adesserenominatelelireravennati, anconitanee volterrane;

ma

neldecorsodel

medesimo

prevalse-roa

qualunque

altra

moneta

ifiorinid’oro di Fi-renze daprima,e posciai ducati diVenezia.

La

piùanticadellecartefermane,in cuisia

nomina-toilfiorino,appartieneall’anno 1280;ebbe diver-sovalore, poichéquestoorcrebbe ed ora diminuì.

106

Il

medesimo

eraili duesorte;l’anod’oroed effet-tivo, idealel’altroed immaginario.Iveneziani co-niarono nell’anno

1284

iducatid’oro,iquali ugua-gliavanoifiorini inpesoe inbontà:subirono pe-ròdiversicangiamentinelvalore.Perlealtre

mo-neted’oro,eper quelle d’argento che furono ac-cettatein

Fermo

nel secolo

XV

o

XVI,

lacittà

non emanò

particolaridisposizioni:

ma

queste giunge-vanodallacapitale,percuiilsistemamonetariodi

Fermo

era

comune

aquellodellealtrecittàdello statopontificio.

Nel

1508fuprecisamente rinnova-tala

moneta

papale, essendocamerlingoil cardi-naleRaffaeleRiario,e quindi corseroin

moneta primamente

icarlini.,posciaigiuli,cquindii

pao-li.Il

nome

di carliniderivòda CarlodiAngiò, pro-babilmentenel

tempo

in cuifu senatoredi Roma,-fu questa

moneta

cambiatainquelladigiitlioda GiulioII;ed essendosi dapoisottoPaoloIII resa esattalaripartizione dellemonete, chiamossi,

come

tuttora,paololadecima partedelloscudo.Dal 1835 perdisposizione delprincipe regnantelapontificia

moneta

,per pesoevaloreesattissima,è calcolata sullafrazionedecimale(1).

Dato or

compimento

alladescrizione delle an-tiche

monete

del

medio

evo,e alle notizie biografi-che dc’principidi

Fermo, veniamo

a trattare,

co-me

già

promettemmo,

delle altremonete, che co-niaronsiin tempia noipiùvicini, cioè negli

ulti-mi

annidel secoloXVIII.

(i)Vedi intornoaciòlo Zannctli,Dis.facnt.,eil Catala-ni,Mem.sullazeccadiFermo,iqualihannotrattalo ampia-mente questamateria.

107 Corsero quasitre secolidache,toltedal

com-merciole

monete

fermane,

appena

rimaneva

me-moriadisimil zecca.

Fuvvi

peròfacoltàdibattere

nuovamente moneta

in

Fermo

(1),accordatain vi-goredi

un

chirografopontificio dell’immortalePio

VI

del13 febbraio 1796:esidièlaconcessione del coniarlealconte Lorenzo Grassi Fonsecapatrizio di essa città,essendonestipolatoin

Roma

analogo istromento pergliattidel Salvatori segretario del-ia reverenda

camera

apostolica. Siprescrivein det-tochirografola qualità della

moneta

daconiarsi, laqualedoveaconsistere incinquespecie: equeste avevano adincidersi dall’incisore della reverenda fabbrica, oda altroche avrebbeindicato monsi-gnortesoriere (2).

Le monete

dovevano esseredel

(t)IlmonitorediBologna,del1797 annunciò,clicin24 zecchedello stato pontificiosibattevamoneta,esono:

Ancona,Ascoli,Bologna,Civitavecchia,Fano, Fermo.

RameErosa.

Fuligno,Gubbio, Macerata,Matetica,Montalto.

RameErosa.

Pergola,Perugia,Roma,Sanseverino,Spoleto.

RameErosa.

Tivoli,Tolentino, Viterbo.

Speditoilchirografo.

Siècreduto per alcuno chesiconiasseromonete anchein Fa-briano, LoretoeFiloltrano:maècosa incerta,poichénonsi

veggonoco’nomidi esse città.

(a)L’incisore,nominato con approvazionedella tesoreria, fu CammilloScarpellidiFermo; ed avvenutala mortediluiil a5 luglio 1797successealmedesimo Andronico Perpcnti,al qualeprestòpurel’operasuaGiuseppe Guglielmi,oreficic ar-gentieri diquestacittà.

108

valoredidue baiocchiemezzo,didue soli baioc-chi, dibaiocchi semplici, mezzi baiocchi, equal*

trini colla proporzione peraltroadettecinque spe-cie di monete,eperciò al tuttocorrispondential pesodiquelle,chesiconiavanoin

Roma.

Dallibrodegristromentidella zecca di

Fermo,

rogatidelnotaioesegretariodel

comune

France-scoSaverioAbelle, rilevasi,chedal

20

aprile1796 fino algiorno 8luglio 1797 furono coniate libre 259354,

06

dimoneta, chea libredue per scudoin quarti grossiformano7=7129677.25. Daldetto

gior-no

8luglio, a tuttoil16

decembre

1797,lib.

133250

ingrossi,chealibrauna per scudo

formano

la ci-fra di 7=7133250; e inoltre dal 16 dicembre 1797 al3 febbraio 1798 sonostaticoniatiscudi

2687

in tantimezzibaiocchi,cheinragionedilibreduee mezzo perogniscudo

formano

libre seimila cin-quecentosessantasette emezzodi rame;e finalmen-tedal4 febbraio 1798fino al10didetto

mese

ven-nero

pur

coniatiscudi duecentoin tantimezzi ba-iocchidelpesodilib.495.

Venner

posciaque’giorni, ne’quali

nuovamen-tesivideroBever

tonda

del

gallici armenti',e

pur nondimeno

seguitòlazeccaa coniare, essen-dosisostituiti agli antichiinuovi

emblemi

della franceserepubblica.Sicontinuòlaconiazioneanche nel1799 per conto ed ordinedeliaeccelsa reggen-za;eildì19 luglio del detto

anno

fu cominciato illavoro delconio delle

monete

delle

madonne

da LuigiCollifermano,invirtù delle facoltàal

mede-simo

accordatedalla

medesima

reggenzadi

Fermo

conletteradel15di dettomese,econla soprinten-denzadelmarchese Girolamo.Matteucci.

E

dai re-gistri risulta,chedaldettogiornofinoal6

novem-409

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