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59 vico fu spogliato del governo della Marca nel 1407

(i).

Ma non

silasciòperaltro togliereil

dominio

di

Fermo,

cittadellaquale,peresserelapiù

im-portantedellaMarca, fugelosissimo;anzi fattosi al-leatodiLadislaore diNapoli s’impadronìdi Asco-li,e traendoprofittodalle infinitediscordiedella chiesa,venneagradoagrado riacquistandola pos-sessionedelle suecastella.Diquesti tempi

adun-que,ricuperataquasi tutta la

Marca

perforzadi armi (2), assediavaconduemilacavallied altret-tanti fantiRoccacontrada da poco innanzi ribella-taglisi.Queididentro,

dopo

due mesi d’assedio,

spedirono ed istantemente imploravano soccorsoal Fortebracci,capitanodiquel valore chetutti san-no,ilqualemosse subito perlaMarca.Tentò con assaiastuziaLodovico distornarlatempesta:

ma

Braccioeratale,chenè per inganni, nè per va-lorealcunloavanzava. Avvicinatosi

dunque

alla terra,ne fu acclamatosignore:c da questo inco-minciò lagrandezzadilui. Inemici sloggiarono, eBraccio acquistò persetrealtrecastella perti-nentiaLodovico;il quale tuttaviacercòdi raffor-zar lerocche,e di far tuttique’provvedimenti,che intantopericoload

un

espertocapitanosi conve-nivano;

onde

trovossi inqualche

modo

apparecchia-to alladifesa.

Ma

nullavalendo controilvaloree lafortunabraccesca, sfidato disedeterminò riti-rarsi alleultimeparli dellaMarca, per

non

esse-reastrettodivenirecontuttelegentiad aperta

(0Catalani,Memoriedella zecca diFermop.36.-- Com-pagnoni,Regia picenap. 80.

(?)Campano, DerebusgestisAndreaeBrachi!. Lipsiae 1734*

GO

battaglia.Ragùnnti perciòtuttiicapitani diguer*

ra,epostoa partitoquantoeradadeliberare, lut-tiad

una

voce,especialmenteAgnolodella Per-gola ePietrodaNavarra capitanialsuosoldo,si provarono con milleragionidimuoverlodalsuo proposito.

Ma

nullavalse:poiché seneparti, la-sciandoperòacapitanarel’esercitoindebolito Agno-lodellaPergola suo luogotenente;ilqualefeceogni prova divaloreper mostrare, chelafiducia inesso riposta

non

eraindarno.

Venne dunque

a battaglia con Braccio presso Roccacontrada, cdilcombatti*

mento

fusiaccanito,che incominciato all’aurora,

appena

la notte cessava.I bracceschi sebbene in

numero minore pugnarono come

leoni, non ceden*

do palmo

di terra:evuoisiche ilorocavalliri*

mauessertuttiferiti, eche questasiastata

una

del-lepiùostinate epericolose fazioni combattute in Italia.

Da

ciòglianimisialienarono daLodovico, eisuoi soldatidissertaronolapiùparte,passando a’soldinemici,emoltepiazzevenneroin poteredi Braccio.Lodovico,sollecitoa’casisuoi, prendevaai’

suoistipendi genti datuttebande; e con magnifi-che promesse ebbea’servigisuoi Martino signore diFaenzaeilcontediCarrara, esirifecepiù po-tente d’esercitocontro Braccioa Montecassolo.

Ma

questipiutlostochè temerealforteapparatodi Lo-dovico,ilquale avea nientemeno chedi

3000

caval-li,andò anziad incontrarloanimosamente;efattosi innanziilprimo,combattètuttoilgiorno, e trion-fòe vinse. S’accorse allorailMiglioratichelecose sue eranoabrutto termine, edeterminòdi accon-ciarsiconBraccio: econclusoiltutto,accompagnati

da

quindicicavalli, tennerofra se

un

colloquio, e partironsi amicie confederati.

61 Dal

campo

del marchesadi

Fermo

si

fuggiro-no

500cavalieri corrotti,com’èopinione,dagli ascolanichesi ribellaronoEi però, invecedi sbi-gottirsi a tantorovescio di fortuna,ardendodi sde-gnodecise vendicarsi, ericuperare per ogni

ma-nieraquellacittà.

E

valorosamente secondatoin ta-leimpresa daBraccio,andòadarlel'assalto,

essen-do

isuoi soldatidatanto ardore animati, che

l’eb-be

ripresa incontanente.

Fu

larghissimo di doni versoglialleati,e ben seppe gradoaBraccio,che tanto generosoamico avea sperimentato. Quindisi avviòperallavolta diCamerino, saccheggiò quelle

campagne

, portando lospavento finsulle porte della città. Prese g. Severino,e con Martino da Faenza,colcontediCarrara,con Ricciardo d’Alcs-si,cor)Cinezioda Palermo,alcuni de’qualialsuo soldo,altriduci diLadislao,facea continue scor-reriesui paesi nemiciedellachiesa.Perlabreve sua concordiacolrettoredellaMarca, questi s’im-padron'idimoltecastelladelnostrostato,lequali prestotornaronocolmezzodelle armia Lodovi-co(1).Nel 1409elettocondottierodai fiorentini, dai bolognesi edai Malatesti di Cesena,collostipendio didiecimilaaurei,

ruppe

l’amiciziaconLadislao, esi unìaipadridelconciliodiPisa,ealle città marchianealleatecontroGregorioXII(2). Spedì subito Ladislaocertisuoicondottieri,fraglialtri ilconte diCarrara contremilacavalli,chefcccr testafraSanlangiuloeSanginesiq;ilche saputosi

(i)Operecitate.

(a)Anton,di Micc-,Op.cit.ad1409.-Adami,Op.cit.p.

69. cap.XIX.

62

per Lodovico, andò subito adincontrarli.

Ed

es-sendostaticostrettiafare

una

ritirataversoloro, gliurtòe

ruppe

pienamentecolla

morte

di tre ca-pitaniecentocavalieri,

non

avendoneei perduti dicinquecento cheventi.IlcontediCarrara,

co-mandante

1’esercito battuto,a rifarsidella tocca sconfìttacorseadassaltareSmcrillo,che con male artiebbeinpotersuo.Dilaimprovvisamente

mar-ciòminacciosofinoalleportedi

Fermo

:d*

onde

uscitoilMigliorati co’suoifermani,ilcacciò a furia facendogliperlasecondavoltagran dannie

mol-tiprigioni.

Nel 1410

da Alessandro

V

fu

nuova-mente

ilnostro Lodovico dichiarato principe di

Fermo,

evicarioperlas.Sededimolta parte del-laMarca, enel

1413

da Giovanni

XXIII

ne

otten-ne

conferma.Perlatentatausurpazionedi Monte-rubbianosicorrucciocon Carloe conaltri Mala-testi,clicombattè piùvolte, especialmentein que-stache or conteremo.

Imperocché

essendo giunto

un

diessi improvvisamentenotte

tempo

finoalle portedi

Fermo,

sottoil

muro

si provava ad en-trare.Destossi alloranellacitta

un

certocotal ru-more,ecominciossiagridareainemici.Surseroin

un

balenoifermani,efuronoinpuntod’ogni

ar-me

tuttiprontialcombattere;nèLodovico dormi-vagià,

ma

erail

primo

nelle

prime

file,che ri-buttaronoavergognagliaggressori(1).Altravolta siprovò

non

senzavantaggioin

Ancona

con

un

Ma-latesta,cdilàspedi

due

triremiad incendiarela

nemica

Senigallia.Nel1416ilconcilio diCostanza

confermò

ilMiglioratiinvicariodi

Fermo:

enel

<i)Adami,cap.32,p. 76.

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