(i).
Ma non
silasciòperaltro togliereildominio
diFermo,
cittadellaquale,peresserelapiù im-portantedellaMarca, fugelosissimo;anzi fattosi al-leatodiLadislaore diNapoli s’impadronìdi Asco-li,e traendoprofittodalle infinitediscordiedella chiesa,venneagradoagrado riacquistandola pos-sessionedelle suecastella.Diquesti tempi adun-que,ricuperataquasi tutta laMarca
perforzadi armi (2), assediavaconduemilacavallied altret-tanti fantiRoccacontrada da poco innanzi ribella-taglisi.Queididentro,dopo
due mesi d’assedio,spedirono ed istantemente imploravano soccorsoal Fortebracci,capitanodiquel valore chetutti san-no,ilqualemosse subito perlaMarca.Tentò con assaiastuziaLodovico distornarlatempesta:
ma
Braccioeratale,chenè per inganni, nè per va-lorealcunloavanzava. Avvicinatosidunque
alla terra,ne fu acclamatosignore:c da questo inco-minciò lagrandezzadilui. Inemici sloggiarono, eBraccio acquistò persetrealtrecastella perti-nentiaLodovico;il quale tuttaviacercòdi raffor-zar lerocche,e di far tuttique’provvedimenti,che intantopericoloadun
espertocapitanosi conve-nivano;onde
trovossi inqualchemodo
apparecchia-to alladifesa.Ma
nullavalendo controilvaloree lafortunabraccesca, sfidato disedeterminò riti-rarsi alleultimeparli dellaMarca, pernon
esse-reastrettodivenirecontuttelegentiad aperta(0Catalani,Memoriedella zecca diFermop.36.-- Com-pagnoni,Regia picenap. 80.
(?)Campano, DerebusgestisAndreaeBrachi!. Lipsiae 1734*
GO
battaglia.Ragùnnti perciòtuttiicapitani diguer*
ra,epostoa partitoquantoeradadeliberare, lut-tiad
una
voce,especialmenteAgnolodella Per-gola ePietrodaNavarra capitanialsuosoldo,si provarono con milleragionidimuoverlodalsuo proposito.Ma
nullavalse:poiché seneparti, la-sciandoperòacapitanarel’esercitoindebolito Agno-lodellaPergola suo luogotenente;ilqualefeceogni prova divaloreper mostrare, chelafiducia inesso ripostanon
eraindarno.Venne dunque
a battaglia con Braccio presso Roccacontrada, cdilcombatti*mento
fusiaccanito,che incominciato all’aurora,appena
la notte cessava.I bracceschi sebbene innumero minore pugnarono come
leoni, non ceden*do palmo
di terra:evuoisiche ilorocavalliri*mauessertuttiferiti, eche questasiastata
una
del-lepiùostinate epericolose fazioni combattute in Italia.Da
ciòglianimisialienarono daLodovico, eisuoi soldatidissertaronolapiùparte,passando a’soldinemici,emoltepiazzevenneroin poteredi Braccio.Lodovico,sollecitoa’casisuoi, prendevaai’suoistipendi genti datuttebande; e con magnifi-che promesse ebbea’servigisuoi Martino signore diFaenzaeilcontediCarrara, esirifecepiù po-tente d’esercitocontro Braccioa Montecassolo.
Ma
questipiutlostochè temerealforteapparatodi Lo-dovico,ilquale avea nientemeno chedi
3000
caval-li,andò anziad incontrarloanimosamente;efattosi innanziilprimo,combattètuttoilgiorno, e trion-fòe vinse. S’accorse allorailMiglioratichelecose sue eranoabrutto termine, edeterminòdi accon-ciarsiconBraccio: econclusoiltutto,accompagnatida
quindicicavalli, tennerofra seun
colloquio, e partironsi amicie confederati.61 Dal
campo
del marchesadiFermo
sifuggiro-no
500cavalieri corrotti,com’èopinione,dagli ascolanichesi ribellaronoEi però, invecedi sbi-gottirsi a tantorovescio di fortuna,ardendodi sde-gnodecise vendicarsi, ericuperare per ogni ma-nieraquellacittà.E
valorosamente secondatoin ta-leimpresa daBraccio,andòadarlel'assalto,essen-do
isuoi soldatidatanto ardore animati, chel’eb-be
ripresa incontanente.Fu
larghissimo di doni versoglialleati,e ben seppe gradoaBraccio,che tanto generosoamico avea sperimentato. Quindisi avviòperallavolta diCamerino, saccheggiò quellecampagne
, portando lospavento finsulle porte della città. Prese g. Severino,e con Martino da Faenza,colcontediCarrara,con Ricciardo d’Alcs-si,cor)Cinezioda Palermo,alcuni de’qualialsuo soldo,altriduci diLadislao,facea continue scor-reriesui paesi nemiciedellachiesa.Perlabreve sua concordiacolrettoredellaMarca, questi s’im-padron'idimoltecastelladelnostrostato,lequali prestotornaronocolmezzodelle armia Lodovi-co(1).Nel 1409elettocondottierodai fiorentini, dai bolognesi edai Malatesti di Cesena,collostipendio didiecimilaaurei,ruppe
l’amiciziaconLadislao, esi unìaipadridelconciliodiPisa,ealle città marchianealleatecontroGregorioXII(2). Spedì subito Ladislaocertisuoicondottieri,fraglialtri ilconte diCarrara contremilacavalli,chefcccr testafraSanlangiuloeSanginesiq;ilche saputosi(i)Operecitate.
(a)Anton,di Micc-,Op.cit.ad1409.-Adami,Op.cit.p.
69. cap.XIX.
62
per Lodovico, andò subito adincontrarli.
Ed
es-sendostaticostrettiafareuna
ritirataversoloro, gliurtòeruppe
pienamentecollamorte
di tre ca-pitaniecentocavalieri,non
avendoneei perduti dicinquecento cheventi.IlcontediCarrara,co-mandante
1’esercito battuto,a rifarsidella tocca sconfìttacorseadassaltareSmcrillo,che con male artiebbeinpotersuo.Dilaimprovvisamente mar-ciòminacciosofinoalleportediFermo
:d*onde
uscitoilMigliorati co’suoifermani,ilcacciò a furia facendogliperlasecondavoltagran danniemol-tiprigioni.
Nel 1410
da AlessandroV
funuova-mente
ilnostro Lodovico dichiarato principe diFermo,
evicarioperlas.Sededimolta parte del-laMarca, enel1413
da GiovanniXXIII
neotten-ne
conferma.Perlatentatausurpazionedi Monte-rubbianosicorrucciocon Carloe conaltri Mala-testi,clicombattè piùvolte, especialmentein que-stache or conteremo.Imperocché
essendo giuntoun
diessi improvvisamentenottetempo
finoalle portediFermo,
sottoilmuro
si provava ad en-trare.Destossi alloranellacittaun
certocotal ru-more,ecominciossiagridareainemici.Surseroinun
balenoifermani,efuronoinpuntod’ogniar-me
tuttiprontialcombattere;nèLodovico dormi-vagià,ma
erailprimo
nelleprime
file,che ri-buttaronoavergognagliaggressori(1).Altravolta siprovònon
senzavantaggioinAncona
conun
Ma-latesta,cdilàspedidue
triremiad incendiarelanemica
Senigallia.Nel1416ilconcilio diCostanzaconfermò
ilMiglioratiinvicariodiFermo:
enel<i)Adami,cap.32,p. 76.