• Non ci sono risultati.

nel campo, cioè Dominus Ludovicus de Melioratis

Nellaparteposticadella

moneta

evvi

pur

la

co-meta

nell’apice,ed

UB F1RMANA

coll’ultima let-terafraquattrostellenelcampo.

E

questo

un

bo-logninod’argento delpesodi grani21 romani.

Fu

pubblicatadalMuratori(4) edalBellini(5).

IX.

Cometa

nella

sommila

,eall’intorno con leultimetreletterenelmezzo:D.

LODOVICVS.

Il rovesciohanel margine

pur

lacometa, edall’

intornodi una croce gigliataleggesi

DE FIRMO.

£ un

picciolodei peso digrani13: è di

rame

con poca misturadi argento.

X. Chiavinell’apicefra

due

puntiM.

PAPA QVINTVS

colleultime quattroletteredisposte a crocenelcampo. Leggesidall’altraparte

VB.FIR-MANA

coll’ultimaletteranel

campo

fra quattro punti,elechiavinel margine. Bolognino

d’argen-fl)Pag.i56.

(3)Pag.86.

{3;Num.36delle pontifìcie.

(4)Argelati, toni.I,pag. 65.

(5)Diaaert.a, p. 55.

25

to, delpesodigrani 21 romani, datodallo Scil-la(1)edal Fioravanti (2).

XI

al

XIV.

Dal

num.

11 al 14cidà il Cata-laniquattrobologninidi argentodelpesodi gra-ni 21 circa,tutticon pocadiversità fra loro:

onde

cibasteràdidescrivereiln. 11.

Biscianella

sommità

.F.S.

VICECOMES

s le ultime quattroletteresononelcampo. Nel rove-sciocroce,nel

margine VB

.

FIRMANA;

l’ultima letteraènel mezzofraquattropunti. Sipubblicò dal Bellini(3).Neglialtritrebologninileggesi nel-laparte antica

CO

.

F

.

VICECOMES;

e nel riverso de’numeri 13e14osservasila

marca

dello zecchie-re in luogodellabiscia.

XV.

F.S.

VICECOMES;

le

due

ultimelettere nelcampo, con suvvi

un panno

legato ecoronato.

Nelrovescio -{••

DE FIRMO

concrocetrifogliata nel mezzo.

È un

picciolodelpesodi10grani,

pub-blicatonon troppo esattamentedalBellini (4).

XVI. F. S. VICECOMES.

Crocegigliata nel

campo,

enelrovesciobusto delvescovos.Savino

•*}•

DE FIRMO.

CredeilCatalani chesia

un

quat-trino, di cui nonridice il pesoelalega.Si

pub-blicòancora dalBellini

(5)e daU’Argelati(6).

XVII.Cifrasimile aquelladelle

monete

ge-novesi,che rappresenta unacittào castello,sopra

(t)Pag.io.

() Pag.to4, n.5.

(3)Dissert.It,pag. 34-(4)Dissertai.II,pag. 54, a.6.

(5)Disserta*.I,n.i.

()Tom.5,pag.:3.

26

cuisiosservalabiscia,e all’intorno-}-•

F

.

SFOR-TIA. NelrovescioVJB

FIRMANA

-f,elacroce pa-tentenel mezzo.

È un

quattrinodelpesodigrani 22,e della lega didue oncediargentoperlibbra.

XVIII. Chiavi decussatenelmargine,ela scrit-ta

EVG.

PP.

QVARTVS;

leultime quattrolettere acroce nelcampo. Nelrovescio

VB. FIRMAN,

nel

mezzo A

;edaltrechiaviincrocicchiatenell’ alto.

Bolognino diargentodelpesodigrani21, descrit-togiàdalloScilla (1)edalFioravanti (2).

XIX. Ha

questa

moneta

leggende uguali alla superiore;se

non

che sonovipiccole varietànel conio.

È un

bolognino d’argentodelpeso stesso.

XX

al

XXVII.

Dal num.“20al27ilCatalani cidàottomonete,che ponesottoiltitolo d’incer-te,ed

hanno

dauna partelaepigrafe

DE FIRMO,

ovvero

VB FIRMANA,

edall’altra

SANCTVS SA-VINVS,

tutte peròdi coniodiverso,

ma

con

po-chevarietà. Sonodi rame, d’argentoedi lega,e per congetturaa diversitempiassegnate.Ilnum.®

26

e27, atteselechiavichevisi veggono,si ri-ferisconoaMartino V.

XXVIII. Uno

scudo ornatocollacroce,sopra diessoin

due

righe

VRBIS FIRMI.

Vedesinel ro-vescio in piedi il vescovos.Savino pontificalmente vestito,evisi leggeS.

SAVINVS. É un

quattrino delpesodigrani 13,con

due

once d’argento le-gatocolrame.

Fu

pubblicatodalMuratori(3).Dal Catalanisi provaessersiquesta

moneta

battuta al

(1)Pag.ai.

(2

)ParieIII,num. VI.

(3) Argelati,tom.1,pag. 65.

27

tempo

di

Leone

X.Sono molte levarietàde’conii, chesiveggonoinquasituttequeste

monete

esisten-ti nella nostraraccolta;

ma

essendodipoco inte-resse, risparmieremoa’lettori la noia dello indi-carle.

Dallaesposizionedelle

monete

nella zeccadel Catalanicomprese, sivede cliVfu d’avviso,chele più antichesienquelle,daluidatealnum.°\e

2

con s.Bartolomeo:chèanziletienedi

non

troppo posteriorialbreve onoriano.IlBellini però porta contrariasentenza,credendo chenonnelprincipio del secoloterzodecimo,

ma dopo

la

meta

del

deci-moquarto

fossero essebattute, cioè

dopo

il 1379:

nelqual

anno

ifcrmani siliberaronodalla tiran-nidediRinaldo da Monteverde.

Con buona

pace del Catalanicipare,chelastoria patria,i caratte-rinelle

monete

impressi,ed altre congettureci conducanoacredere,che andasselungi dal vero, e che perciò conmaggiorfondamento adottarsi

deb-balaopiniondel Bellini.

Le

argomentazionidel Catalani,per rifiutare laopinionedel Bellini, si riducono alleseguenti:

essereledue monete,inispczialit'alaprima,nello stile,nellaformae disposizionedelle lettere

trop-po

simili a quelle, >che diquestotorno coniavansi inRavenna,in

Ancona

e in altrecittà:conoscersi da chiunque sia alcun pocoversato nellascienza monetaria de’tcmpidimezzo,scriversi il

nome

e laeffigiedelprotettoredella cittànellemonete, ed esser tales.Bartolomeo,anche innanziallacacciata diRinaldo;leggendosinello statutopatrio di

una

peculiare festivitàordinataal detto santo,cui pre-stavasigranculto evenerazionedalla cittàe dio-cesi;efinalmente aver dato

nome

ad

una

contrada

28

dellaritti»medesima. Questaèla

somma

delle ra-gionirecate inmezzodalCatalaniper sostenereil

suoassunto.

Al chenoirisponderemo, doversiinnanzi tutto considerareche perquantosiavalevoleargomento, per conoscerelediverseetàdellemonete,ilriscon*

trarleconaltre divicinecittà,nellaformae dispo-sizione delle lettere, nellostilee nellafabbrica, al-trettanto è dessauna congettura fondata interamen-te sulle generali:nè

può

tettiindurre ad una pie-na persuasione. Imperciocchésesi consideral'uso de’ caratteri volgarmente chiamati gotici

, questi provenienti dall’alterazione delle lettere

romane

\

non hanno

incomincialo, nè terminato ad essere usati in

tempo

egualeintuttiipaesi,nèalla fog-gia medesima.Essi,generalmente parlando,stallili—

ronsi nelXIIIsecolo,eduraronofino allametàdel

XV;

equasiciascun luogoaveva adottatoun uso particolare nell’adoperarli,e

potremmo

direperciò che quanti furonoipaesi,tantiancorglialfabeti.

Ilperchè volendo avere una

norma meno

incerta diuna medaglia odiscrizione di

un

paese,

uopo

è di osservare nel luogo stessotutti i

monumenti

scritticontalilettere,per poter rilevarnela data con qualcheprobabilità.

A

noi poi èsembrato, che anzileletterediquelle

monete

tenganoassai dei bologninie diquelle che coniò LodovicoMigliorati, che tennesignoria in

Fermo

dal1405al 1427.

Quanto

peròall’altraragione,checioè nel se-coloXIIIs.Bartolomeofosseilprotettore di Fer-mo,eperciòle

monete

fosser coniate col

nome

di esso,adireilveronon

sembra

che tale opinione abbia

un

valevolefondamento.IlBenvoglienti,

nel-29

lanota

XXVI

allacronaca sanese(1), cifa osserva-re essere statausanza

comune

atuttele citta ita-liane,

quando

in

tempo

dellaloro libertàconiarono monete, notarein esseil

nome

del santo,cui era dedicatalachiesamaggiore.Per quanto però siffat-taosservazionenonsiverifichi

sempre

interamen-te,veggendonoi cheinmoltecittà italiche

furo-no

battute monetecoll’dligie e col

nome non

solo de’santi titolaridel maggior tempio,

ma

eziandio de’ss.protettori; questiperòdovevanoessertali,nè bastavaun sempliceculto,bensìdovevaessere pro-pagatod’assai,eprovarsiuna singolare venerazio-ne.

Non

rinviensi però alcuna

memoria

indubitabi-le,cbefosse essosantoricevutoapatronodel

co-mune,

od

almeno

chesiordinasseuna peculiar fe-sta inonorsuo,

prima

delsecolo

XIV,

e

precisa-mente

dell’anno 1380.D’altraparteilnostro anna-listaAntoniodi Niccolò ci lasciòscritto,che nel 1379,die

XXF

mensis augusti,indies.

Bartholo-mei

apostoli,factafuitrevolutiocivitatis

Firmi

,

quae oppressaerat iugo tiranni, et pravitatibus domini

Raynaldi

de

Monte

viridi;cuièuniforme l’Adami:

Eodem anno

(1379)

de mense

augusti,in festos.Bartholomei,/troianiexosi servitutem ab ipso

Raynaldo

defecerunt.

E

lo statuto(2)si e-spressepiùchiaramente,che lafesta dis.

Barto-lomeo

fuordinata,peressere statalacittàliberata dalla tirannia nel dìsuddetto:

Cum

pupulus civita-tisfirmatine fuerit indiebeatiBartholornaei apo-stulia tyrannica rabieliberatus,statuimus,

quod

(i) Rer.ilal.script,lom.XV,col.53.

('i;Alla rub.6dellib.I.

30

singulisannisinperpetuum,inconservationem

me-morine praelibatein die festi,et in vigilia s. Bar-tholomaeiapostuli,

de mense

augustifiat, et fieri debeat aliquodfestumsingulare,

ad honorem

et reverentiam B. Bartholomei praedicti

secundum

de-liberationemetvoluntatem I)D.

priorum

popoliet confalonerii iustitiae,quipròtempore erunt,

una cum

regolatoribus dictae civitatis, et

quod

circa festumetsolemnitatem

fiendam

indictofesto

pos

-sint dictidomini

expendere

de pecunia,ethabere dicti

comuni

Si usque

ad

vigiritiquinquelibras de-nariorum absque aliqua deliberatione cernitae vel concilii specialis velgeneralis( \ ).

Per tenerelaopinionedelCatalani converreb-be si provasse,cheprecisamentenel dìfestivo di essosantoifermani avessero qualche gran che ot-tenuto;

ma

essendoe il di Niccolòel'

Adami

uni-formi su. ciòche

dicemmo,

nèvenendoci daaltro storico narrati altri importanti avvenimenti suc-ceduti intalgiorno, opermezzo dels.apostolo,

sarà ben ragionevole abbracciare il parere del Bellini.

Che

poi in

tempo

assaianteriorealla tirannia diRinaldo,avesselachiesa urbana di s.

Bartolo-meo

dato

nome

ad una dellesci contrade, nelle quali èdivisalacittà,ciò nulla importa; imper-ciocchélachiesa dis.Martino avea dato

nome

alla piazzagrandeeadaltracontrada,quelladis.

Mar-(i)Lostatutoebbe suoprincipiodopolaliberazionedi Fermodal tiranno diMonteverde;manonsipubblicò chenel i5oyinVenezia per curadiMarcoMartello,essendone stalo compilatore PaolodiCastro.

31 coallaporta occidentaledella città,e cosi lealtre dis.Francesco,s.Caterina,s. Giuliano.

La

tradi-zione peròci fasapere, che la denominazione di quellacontrada derivasseda una sculturain alto rilievo,chevedesiancora nellafacciata dell’orato-riodell’ arciconfraternitadella pietà.

E

riguardo allavenerazione verso questosanto,conchiuderemo, cheessa fuqualeda ognicittàcristianasideve

ad un

santoapostolo, e nulla più.

Noi stimiamo perciòlomigliorediattenerci al partito delBenvoglienti,che sembracipiù

confor-me

alla

buona

critica.Difattiirragionevol sareb-be,che

una

cittàavesse ad improntarele

prime monete

col

nome

di

un

santo,che

non

fosse pro-tettore dilei.

Fermo,

allorché incominciò abatter moneta,era

una

città libera; principal proteggitri-ce di essa fu

sempre

considerata Nostra

Donna

assuntaalcielo»comprotettoreilvescovoe

mar-tires.Savino.

Dunque dovremo

a

buon

diritto sup-porre,chenelle

prime monete

s’imprimessero i santi

nomi

e della reginadelcielo,e quello del santo martire.

Con

ciòche

abbiamo

finqui narrato ci

facemmo

scalaadillustrare le

prime due

mone-te,che

diamo

nellatavolaI,stimandoesserle

me-daglie più antichechecipervennero; al checi persuasero principalmenteela

forma

de’caratteri, che sono de'piùantichi,ele rappresentazioni dei tipi.

La prima

di essehanel

campo

del dritto

una

crocetrifogliata,con quattro puntinegli angoli, en-tro

un

cerchio punteggiato ed all’intorno Sv

MARIA NOSTRA*

Osservasinel

campo

del riverso ilbustodi

un

vescovo, che crediam fuordi

dubbio

esseres.Savino, aventeallasuasinistra

un gruppo

32

terminato da unacroce:nelche

non

rinfanghiamo inforseessersivolutaesprimerelacittadi

Fermo,

cuitutelaesso santo;la epigrafe poiè

CIVITA-TIS

.

FUMI

,cioè

Firmi

,essendolaIela

R

in

nesso.

É

la

moneta

di

rame

con pocalega, a

quan-tonesembra;ilsuo pesoèdi graniquindici. Si conserva questanellanostraraccoltadi antichità, ed appartenevagià aquelladel Battirelli;nèsiera fino ad ora conosciuta da alcunmonetografo

mu-nicipale.Altretreconsimili aquestesene posseg-gono danoi:cioè

una

egualeaquella datanel di-segno:altradifferisce nellapiccolacroce dell’eser-go che uniscelasua parteinferiorealcerchio pun-teggiato;l’ultima poi èdifferentedallesuddette, perchèiquattropuntinegli angoli della croce grande sono piùintuori,edilsecondo cerchio

non

è veramenteritondo.Diversifica perpoco ilpeso diqueste tre da quellodellaprima,e ciòavuto ri-guardoallamaggiore o minore conservazione.

Pervenuta

appena

in nostremanila singoiar monetuccia,subitoci

facemmo

a ricercare a qual

tempo

potesse riferirsi.

Ad

ottener laqualcosa

non credemmo

potercidarescorta migliore, che il cronfontodellenostre monete chegiàcison note, l’esamede’caratteri, e la considerazionede’tipi.

E

primamente, sebbene troppo pocociconosciamodi questi studi,pureciparedinon averne rinvenuta, nelle ventottoche abbiamo,altra distilee manie-ra piùantica;i caratteri teniam quasipercerto cheappartenganoalprincipiodelsecolo XIII;

tem-po

in cuile letteregotichenon eran giunte anco-ra aquelgradodicorruzione,inche venneropoi;

i tipi in finepar checoll’altrocongiurino a

un

seguo,e che ritragganopropriodai precetti del

33